Hello!
Immagino voi pensiate di non conoscermi. E invece sono io, Gigi
Chan!
Il
fatto è che su quell'account ho avuto qualche problema, così
ho creato questo e adesso posso finalmente pubblicare le mie adorate
fanfiction!
*-*
Essendo
questa la prima long che scrivo su Huntik, la dedico interamente al
Fandom Huntik,
che in questi mesi ha rallegrato le mie giornate e le ha fatte
diventare migliori! Grazie!
Detto questo, ecco una piccola premessa: questa
fanfiction è ambientata (ancora) nella prima serie, quando
Zhalia uccide Klaus e salva Dante dalla morte certa.
Non rispecchia la realtà del cartone, ma è
soltanto frutto della mia fantasia, infatti Atlantide verrà
poi nominato nella seconda serie (che io non ho visto interamente!)
Ho
solo tentato di analizzare il lato sentimentale
delle coppie presenti, proprio perché questo nel cartone è
spesso messo in ombra.
Spero vi piaccia e apprezziate almeno un po' il mio
stile.
Grazie, buona lettura a tutti! :)
CAPITOLO
1 – I'm falling to pieces
“Zhalia, che
cosa hai fatto...?”
Spostai lo sguardo
sul suo viso.
Un mare di ricordi
mi investì improvvisamente.
No, non posso più
vivere con queste colpe.
Non sono degna di stare
insieme a loro.
Non ora. Non dopo tutto
questo.
“Zhalia, tu
non puoi uccidermi...”
“Zhaal...”
“Sei sempre
stata come una figlia per me...”
“Mi dispiace”
Poi abbassai lo
sguardo e lo colpii.
Una lacrima ribelle mi
scivola sul viso.
Attraversa tutta la
guancia destra, per arrivare sul mento e cadere nel vuoto.
Come me: ora che ho
ucciso il mio mentore e tradito i miei unici amici, non mi resta
altro che cadere nel vuoto.
Scomparire nel nulla
senza lasciare traccia.
Mi libererei soltanto
di un enorme peso sulla coscienza.
“Dante, forse
ho fatto la scelta sbagliata...”
“Non importa.
Io mi occupo di Klaus, tu pensa agli altri”
Poi si allontanò,
invocando Caliban.
Lo osservai
combattere. Era agile e veloce, forte e imponente, come il suo
titano.
Un singhiozzo mi esce
involontario dalla gola: copro la bocca con una mano;
Devo fare attenzione a
non farmi sentire da nessuno.
“I veri eroi
non piangono mai” mi disse.
Gli sorrisi.
“Quando avrò
vinto questa missione, tutti mi apprezzeranno, vero Klaus?”
“Ma certo, mia
cara Zhaal”, sorrise.
“Tutti”
Un
altro singhiozzo rompe il silenzio.
Avrei
voglia di urlare al mondo il mio dolore, di renderlo partecipe di ciò
che ho fatto e di ciò che sono.
Di
quello che sono stata.
Ma
non posso. Così decido di soffocare questo dolore, per
l'ennesima volta, nella parte più profonda di me stessa.
Quella
che difficilmente viene a galla.
Quella
che poche persone riescono a tirar fuori.
“Il costo
delle nostre azioni è molto caro”
“Ma a volte
non siamo noi che scegliamo chi essere”
Sorrise. Un sorriso
caldo, rilassato, comprensivo.
Avevo amato il suo
sorriso fin dalla prima volta che l'avevo visto.
Non avrei mai voluto
che scomparisse.
Poi mi poggiò
sul letto, rimboccandomi le coperte.
“Buonanotte
Zhaal”
Mille
lacrime scendono silenziose sul mio viso.
Una
dopo l'altra, le osservo suicidarsi.
Poi
chiudo gli occhi.
“Zhalia, c'è
una cosa che devo dirti...”
“Cosa?”
domandai, con voce carica di aspettative.
Riapro
gli occhi.
Una
lacrima solitaria scende ancora lungo la guancia bagnata.
Ma
questa volta, una mano la raccoglie.
Una
mano non le permette di suicidarsi.
Una
mano la salva, racchiudendola nel suo calore.
Alzo
lo sguardo sorpresa.
“Dante...”
mi
asciugo velocemente le ultime lacrime, cercando di mantenere un
minimo di decoro, per quanto mi sia possibile.
Abbasso
lo sguardo, ma una mano morbida e calda mi costringe ad osservare
quegli splendidi occhi color ambra.
“Zhalia,
c'è qualche problema?”
No, non c'è
nessun problema. Sto piangendo, ma non c'è nessun problema.
Ho ucciso Klaus, ma
non importa. Ho tradito l'unica persona che si fidava di me, ma non
c'è nessun problema.
“Lo sapevo che
non dovevo fidarmi!”
“Sei solo una
stupida traditrice” urlò Sophie.
“È
questa la verità! Sai solo deludere le persone che più
ti amano!”
“Ma io non mi
sono mai fidata di te, Zhalia! E soprattutto, non ti ho mai amato!”
Improvvisamente,
scoppio in un rumoroso pianto.
Invoco
il nome di Klaus, Dante, Sophie, Lok.
Penso
a Cherit e alla sua voce squillante e fastidiosa.
Penso
a Lok e alla sua ingenuità.
Penso
a Sophie e alle sue parole taglienti.
Ma
non ho il coraggio di pensare a Dante.
Non
ho il coraggio di pensare ai miei sentimenti.
Preferisco
pensare a ciò che non ho dato quando ne ho avuto l'occasione.
A
quello che non ho fatto.
A
quello che non ho detto.
Mi
alzo improvvisamente.
“Zhalia”
“No,
non dire nulla”
Mi
dirigo verso la porta. Ma lui si alza, trattenendomi per un braccio.
Sento
la sua presa scottante penetrarmi fin nelle ossa.
“Zhalia,
ascoltami-”
“Dante,
ti prego...lasciami andare” sussurro.
I
secondi passano veloci.
Poi
lui allenta la presa, lasciandomi andare.
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