"They are playing our song!"
"Stanno suonando la
nostra canzone!" Tony le prese la mano e la portò sulla
pista da ballo. Ziva si limitò a spalancare la bocca, quasi
offesa da quel gesto per non essere stata interpellata, ma gli occhi
del suo partner le intimarono il silenzio.
Non pensava che Berlino sarebbe stata così interessante, da
quel punto di vista. Parigi era stata avventurosa, Napoli divertente...
ma Berlino? Il dado
è tratto, soffiò una voce nella sua
testa - una voce che somigliava terribilmente a quella di sua sorella,
che era melliflua e accattivante, come quando parlavano di ragazzi in
camera loro, sedute ai piedi del letto e le mani intrecciate. Quella
era la loro resa dei conti.
"Noi non abbiamo una canzone, Tony" gli disse, stringendo
però la mano nella sua.
"Lo so. Era una scusa per portarti a ballare e mantenere la copertura"
le sorrise. "Ma sarebbe carino, suppongo..."
"Cosa?"
"Avere una canzone" la fece girare un paio di volte, poi
tornò a stringerla. "Sai, una di quelle canzoni che sono un
evergreen... da mettere al matrimonio, festa in casa, appuntamento,
anniversario. Quella canzone che ascolti per strada, per caso, e ti
rende la giornata migliore" sospirò. "Non ho mai... avuto
una canzone da condividere con qualcuno. E'..."
"Troppo intimo"
"Già"
Ziva poggiò la guancia sulla sua e sorrise. Tutti, intorno a
loro, aumentarono il ritmo dell'andatura, insieme alla voce del
cantante. Loro no, proseguirono tranquilli, come se in
realtà non ci fosse nessuna canzone, come se non fossero a
Berlino. Bastava solo continuare ad oscillare, a tenere vivi quei punti
di contatto che oramai si erano creati tra i loro corpi - non può essere
così semplice, pensò Ziva.
"Se proprio dovessi condividere una canzone con qualcuno, mi
assicurerò che sia per sempre" aggiunse Ziva.
"Me lo auguro" le accarezzò la schiena. "Perchè
te lo meriti. Nessuno, più di te, se lo merita, Ziva"
Chiuse gli occhi e poggiò la fronte sulla spalla di Tony.
Ziva era decisamente esausta e mettersi a piangere sarebbe stata la
scelta più ovvia, più sensata, per liberarasi
dall'opprimente peso che aveva sul petto: non lo fece,
perchè capì che, in fondo, non sarebbe servito. E
tutte le lacrime erano già state spese sull'infinita serie
di tombe che le scorrevano davanti tutti i giorni. Nessuno, più di te, se
lo merita, Ziva.
"Sei troppo gentile" mugugnò sulla sua giacca. "Che fine ha
fatto il mio DiNozzo, mh?"
Sussultò anche lei, mentre il petto di Tony veniva scosso da
una risata divertita. "E' stato rapito dal cielo stellato di Berl...
aaaaaaaah" arricciò il naso e la obbligò a
guardarlo. "Il tuo DiNozzo,
hai detto?"
Ziva valutò l'ipotesi di mentire. Oh, ma siamo a Berlino. "Si,
l'ho detto" il tono risoluto fece sparire a Tony l'espressione
divertita. La guardò per qualche secondo, in cerca di un
principio di sorriso - non lo trovò. Così, Tony
la strinse un po' di più e si chinò a baciarla:
in realtà, si limitò a baciarle il labbro
superiore, poi quello inferiore, aspettando. Hai paura di me, Tony? Ziva
sorrise sulle sue labbra.
"Tony... ti andrebbe di condividere una canzone con me?" Aveva il naso
freddo e Ziva lo accarezzò col suo.
Lui sorrise e la baciò di nuovo, ma senza l'ombra di
un'esitazione. "Certo. E anche un film, un libro, il letto..." solo lo
schiocco di uno scappellotto lo fece zittire.
Maia says:
Spero che non la legga chi non ha visto il promo e chi non sta seguendo
la decima, se no mi sentirò stra in colpa xD HAHHAHAHAHHAH
Presto ne arriverà un'altra, eh u.u ma non vi assicuro
capolavori - anche questa, non è che brilli di genio,
però volevo un po' di fluffosità <3
Baci,
A.