infine le luci se ne andarono
Senza più parole
Ti avevo chiesto solo di essere mia amica, non pretendevo, non
chiedevo, c' ero sempre. Non una volta in cui le tue chiamate siano
cadute a vuoto: ti ascoltavo lamentarti per ore senza sosta, provavo a
consigliarti, ma tutte le mie parole naufragavano e affondavano nella
tua mente, così quando sbagliavi, anche se ti avevo avvertito
mille volte di non farlo, dovevo resistere alla tentazione di dirti
quel "te l'avevo detto" che meritavi.
Il giorno dopo le tue sfuriate, stanca di parlare mi facevi sempre la
stessa domanda: che mi racconti? Rispondevo sempre nel medesimo modo:
niente, non mi è successo niente, sempre tutto uguale. Ti ho
dato quella risposta anche quando sono arrivati i carabinieri alla
porta dicendomi che mia zia aveva spedito al suo psicologo una lettera
in cui diceva di volersi suicidare, erano venuti a chiedere a mia madre
se sapeva dove potesse essere, mia madre però non non c'era,
c'ero solo io ad aprire quella porta, a sentire il carabiniere
imbarazzato che mi chiedeva se ci fosse qualche adulto, a sentirlo
pronunciare la parola sucidio quasi sussurando... Avevo così
tanta paura quel giorno, la mia zia vista solo ai funerali e ai
matrimoni stava per porre fine alla sua vita.
Non ho avuto il coraggio di scrivere a nessuno dei miei amici, non
avrebbero capito, si sarebbero sentiti in difficoltà senza
sapere cosa dirmi, un "andrà tutto bene" non avrebbe funzionato:
il carabiniere aveva lasciato sottointendere che più che
cercare dove si sarebbe suicidata, stavano cercando dove si era
suicidata. Mi faceva moltissime domande, restava stranito da tutti quei
miei "non lo so", ma che potevo farci non avevo mai avuto contatti con
i miei parenti.
Alla fine il carabiniere si è arreso e quando mi sono assentato
per rispondere alla tua telefonata sembrava così felice e
sollevato. Mi hai chiesto se ci fosse qualche novità, ti ho
risposto no, mi ricordavo dell'ultima volta: ti avevo raccontato dei
problemi che avevo con una ragazza, la mia prima cotta segreta, mi
avevi liquidato dicendomi che i miei problemi erano inezie, che tu
stavi peggio visto che quello che ti piaceva ti aveva appena detto che
non si sarebbe mai messo insieme a te. Te l'eri andata a cercare,
quello non era mai stato con una ragazza seriamente, l' aveva sempre
messo ben in chiaro.
Io mi ero innamorato per la prima volta e stavo facendo figuracce
ogni secondo, tu sei andata con così tanti ragazzi. Io non
ho ancora dato il mio primo bacio, tu hai già quasi fatto sesso.
Ci sono rimasto male quando hai banalizzato il mio problema.
Tu parli, io ascolto, è questo il patto segreto della nostra
amicizia a senso unico. Tu sai benissimo che oltre a te non ho nessun
altro amico, che con i miei genitori non vado proprio d'accordo e che
mia sorella mi odia, se ponessi fine alla nostra amicizia non avrei
più niente.
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