CAPITOLO 5 -
Now all we ever seem
to do is fight
La mattina successiva, con
non poco
dolore al costato, scendo dal letto ed esco dalla mia stanza.
Mi dirigo lentamente verso
la cucina,
scoprendo che c'è qualcuno insieme agli altri.
“Metz!”
“Zhalia,
è un piacere vederti! Stai
bene?”
“Perché
non mi avete chiamato
prima?” domando al resto della squadra.
Dante è seduto
dietro ad un tavolo, in
mano una tazza di tè e il volto preoccupato.
“Oh, non
preoccuparti, sono qui già
da ieri sera” sorride Metz.
Per un attimo i nostri
sguardi si
incrociano.
Un breve e profondo
silenzio invade la
stanza.
“Metz...”
azzarda Sophie.
“Perché
sei qui?” conclude
Lok.
Lo sguardo allegro e vivace
dell'uomo
scompare, sostituito da uno più cupo e preoccupato.
Lentamente, si siede su una
delle tante
poltrone presenti nella stanza.
Osservo Dante: la tazza di
tè mezza
piena ancora in mano, lo sguardo basso e preoccupato.
Quasi...triste.
Ma per cosa? Qual
è la causa di tutta
questa preoccupazione?
Perché il mio
Dante è triste?
Sposto lo sguardo su Metz,
che
finalmente inizia a parlare.
“Esiste un luogo,
in mezzo all'oceano
indiano, dal nome sconosciuto ed un passato oscuro e misterioso.
Secondo alcune leggende
sviluppatesi
nei dintorni, sotto il mare si troverebbe un gigante, mangiatore di
teste. Secondo altre, là sotto si celerebbe una
città, la città
perduta, l'origine dei titani.
Se questa fantasia
è vera, è
possibile che lì sotto si trovino altri mille titani
destinati a non
vedere mai luce; ma se la prima ipotesi non è soltanto puro
divertimento...beh, in questo caso nessuno può pensare di
uscire
vivo da lì”
Di nuovo, solamente per un
attimo, i
nostri sguardi si incontrano.
“Quindi?”
chiede Lok, sedendosi su
una sedia di fronte a Dante.
“Questa potrebbe
essere la chiave per
trovare tuo padre, Lok! E per recuperare altri migliaia di titani,
magari potentissimi! Quel potere immenso potrebbe sconfiggere la
Spirale di Sangue e l'Organizzazione contemporaneamente!”
“...e la fondazione
Huntik”
Metz sospira
silenziosamente, poi
annuisce, “Esatto, se non stiamo attenti”.
“Ma nessuno ha
mai detto che tutto
questo esiste davvero” sussurro.
Osservo i suoi occhi scuri,
come se
all'interno potessi scovare la chiave di questo misterioso
indovinello.
“C'è
sempre un fondo di verità,
anche nelle bugie”
Sospira, rimanendo in
silenzio. Una
pesante tensione si avverte nell'aria.
Poi riprende:
“Ragazzi, vi rendete
conto che se ci impadroniamo di tutto quel potere possiamo
sconfiggere sia l'Organizzazione, sia la Spirale di Sangue?”
“È
tutta la vita che combattiamo come se fosse una guerra,
Metz!”
sbotta Dante.
“Non possiamo
rischiare di morire per
delle stupide leggende!” si alza, avvicinandosi al suo
mentore.
“Il nostro
obiettivo principale è
trovare nuovi amuleti e contrastare l'Organizzazione, non
sconfiggerla e uccidere tutti i suoi membri!”
Un silenzio innaturale
invade ora la
stanza. Dante e Metz si guardano intensamente negli occhi.
“Sei stato tu ad
insegnarmi che il
rispetto per l'avversario è fondamentale in un
combattimento”
“...sei stato tu
a insegnarmi che ai
nostri vinti dobbiamo riservare cure, e non preghiere sulla
tomba”
Poi apre la porta e la
chiude dietro di
sé.
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