capitolo 1 (Naruto)
Un'altra
esplosione, forse più forte delle precedenti, fece
traballare pericolosamente gli edifici circostanti, distrutti in parte
dai combattimenti che si stavano susseguendo senza sosta nella
cittadina.
Il cielo
azzurro e limpido, calmo come le acque di un lago, tradiva l'orrore e
la distruzione della quale Konoha era divenuta vittima, messa sotto
assedio dai ninja di Orochimaru.
In mezzo a tutta
quella confusione, attraverso l’immenso polverone che si era
alzato rendendo l’aria irrespirabile, due occhi di
giada si guardavano intorno circospetti, cercando di captare il
pericolo.
La ninja camminava con
calcolata lentezza, tenendo stretta a sé
una ragazza dai capelli biondi che, priva di coscienza, giaceva sulla
sua spalla.
Un fischio e la
ragazza fece appena in tempo ad abbassarsi,
schivando così uno shuriken che si
piantò nel muro mentre piccole e sottili
ciocche rosa cadevano al suolo.
Sakura Haruno si
voltò di scatto, stringendo gli occhi verdi per
cercare tra la nebbia chi le aveva scagliato
quell’arma contundente.
Tese meglio
l’udito per ascoltare eventuali mosse del nemico, e quando
percepì un movimento sospetto alla sua
destra mosse velocemente le mani,
bisbigliando qualcosa che l’ombra non riuscì a
sentire e che lo fece cadere disteso per terra.
Sakura, cercando di
non far cadere l’amica si
avvicinò alla figura per terra, aguzzando la vista nel
tentativo di riconoscere il suo aggressore, e quando vide la nebbia
diradarsi trattenne il fiato nel vedere un giovane
ragazzo di circa tredici anni alzarsi in piedi con un movimento agile,
muovendo i corti capelli neri e alzando così il
capo verso di lei.
Il cuore della ragazza
gelò come il suo animo quando vide un ghigno perverso
curvare le labbra del suo compagno di squadra.
Sasuke Uchiha sorrise
malignamente alla ragazza dai capelli rosa, giocando pigramente con uno
shuriken.
- Bel colpo Sakura, ma
puoi fare di meglio.
La ninja
rabbrividì alla voce pungente del ragazzo.
Cosa stava facendo
Sasuke, il suo
Sasuke?
Perché
l’aveva attaccata?
Fece un passo
avanti, cercando nella sua mente una giustificazione al gesto
del compagno che purtroppo, per quanto vi tentò,
non riuscì a trovare.
Forse, si
disse, aveva sbagliato bersaglio.
Sì, doveva essere
così per forza, non poteva credere a nessun altra
spiegazione possibile.
- Sasuke
perché sei qui? Il maestro ti ha detto di non uscire dal tuo
nascondiglio, perché sei venuto?
La voce accorata della ragazza sembrò far ridere il
giovane che, continuando a ghignare mellifluamente,
portò lo sguardo su Ino ancora svenuta.
- Non sono
un coniglio, non scappo mai, e poi lui mi ha chiamato.
Sakura vide
gli occhi color petrolio del ragazzo farsi vuoti, bui come la notte,
privi di qualsiasi sentimento a parte quella luce oscura che brillava
minacciosa.
Sentì le
gambe molli quando, abbassando lo sguardo, notò le mani del
ragazzo macchiate di sangue, e capì che ciò che
aveva visto nei suoi occhi era vendetta, follia, e voglia di uccidere.
Tremante e
sconcertata dall’aspetto inquieto del ragazzo e dal suo
radicale cambiamento cercò di trovare un'altra scusante.
Scappa,
o ti ucciderà!
La vocina insistente
della sua coscienza la pregò di allontanarsi da
lui, perché quello non era più il suo Sasuke, ma
solo una macchina per uccidere.
Non fece in tempo
però a muovere un muscolo che il ragazzo le
scagliò improvvisamente un altro shuriken, e per
schivarlo, Sakura fece cadere Ino per terra mentre
lei traballava su se stessa sentendo il cuore fremere.
Guardò
negli occhi il compagno, completamente terrorizzata.
Che cosa gli era
successo?
Doveva saperlo, doveva
trovare una spiegazione e così, facendosi
forza, diede voce ai suoi pensieri.
- Cosa ti
è successo? Tu non sei il vero Sasuke! Non puoi esserlo!
Gli occhi
neri del ragazzo brillarono di follia mentre incrociava le
braccia, ghignando.
- Ho aperto gli occhi
stupida ragazzina, ora io
sono il braccio destro di Orochimaru, e distruggerò il
villaggio della foglia.
Sakura
sentì il suo cuore sgretolarsi
definitivamente mentre il tintinnio delle sue lacrime veniva
zittito dalle urla disperate di alcuni ninja.
No, non poteva
essere vero.
I lunghi capelli
le coprirono il volto, lasciando scoperti
solo gli occhi lucidi dai quali uscivano irrefrenabili calde
lacrime.
Sentì i
pezzi del suo cuore staccarsi uno ad uno, lentamente,
rendendo il dolore talmente forte da farle dimenticare che intorno a
sé era in atto la lotta contro quel serpente di Orochimaru e
i suoi seguaci, ma sapere che il suo Sasuke era diventato uno di loro,
venuto lì non per aiutare i suoi amici ma per distruggere il
suo stesso villaggio le aveva tolto tutte le forze.
Il ragazzo smise di
ghignare nello scorgere le lacrime della ragazza, arricciando la
bocca come disgustato da quella visione.
- Sei una
sciocca bambina Sakura, non fai altro che piangere. Sei debole, ecco
perché nelle missioni sei tu quella che i nemici attaccano
per primi, perché tu
sei l’anello debole . Sei solo un' insulsa ragazzina
che non fa altro che piagnucolare, anche quando il suo villaggio sta
per essere raso al suolo.
Le parole di Sasuke
colpirono come uno schiaffo Sakura, risvegliandola dallo shock
nel quale era caduta.
Qualcosa dentro di lei cominciò a bruciare per le parole
crudeli del compagno.
Non era debole, lei
non era assolutamente debole.
Strinse i pugni
così forte da conficcare le unghie nella carne, facendo
zampillare qualche goccia di sangue mentre le
lacrime ormai senza alcun controllo cadevano come un
fiume in piena dalla sue gote.
Il ragazzo prese un
altro shuriken tra le mani, fissandola maligno.
- Visto che ti piace
tanto piangere ti darò qualcosa di più sensato
per cui versare le tue lacrime.
Così, con
uno scatto fulmineo, il ninja lanciò la lama contro la
povera Ino ancora svenuta, senza lasciare
il tempo a Sakura di poter contrattaccare e costringendola,
per proteggere l’amica, a coprirla con il proprio
corpo.
Chiuse gli occhi con rabbia, abbracciando stretta la bionda,
pronta a sentire l’arma piantarsi nella sua carne, ma non
accadde nulla.
Aprì gli
occhi lucidi, confusa, e nel vontarsi vide una schiena
familiare stagliarsi tra lei e il compagno.
- Provaci di
nuovo e sei morto Sasuke.
- Naruto.
Il bisbiglio della ragazza arrivò flebile e
triste alle orecchie del ninja che, voltandosi,
squadrò l’amica in preda alla preoccupazione.
E quando vide gli occhi verdi gonfi a causa delle
lacrime sentì la rabbia montargli dentro.
Si voltò
furioso verso il suo compagno, stringendo tra le mani lo
shuriken che il ragazzo poco prima aveva lanciato contro le due ragazze
a terra.
-
Sei un vigliacco Sasuke! Combatti con me se ne hai il coraggio.
L'Uchiha
assottigliò lo sguardo, minaccioso e irritato.
- Facciamo i
cavalieri Naruto? Se hai tutta questa voglia di morire, ti
accontenterò subito - e con queste parole congiunse
le mani mentre il segno maledetto sul suo collo cominciava ad
espandersi in tutto il suo corpo e, nello stesso momento, il
demone della volpe risvegliava la sua potenza distruttrice contro il
compagno.
Sakura
abbracciò l’amica con forza
quando il vento furioso sprigionato dalla
forza dei due scosse con violenza gli edifici ormai
sul punto di cadere rovinosamente.
Alzò
lo sguardo smeraldo, lucido di lacrime, vedendo i
due scagliarsi l’uno contro l’altro con una furia
inaudita.
Non li aveva mai visti
combattere con tanto accanimento e rabbia, come non aveva mai visto negli occhi di entrambi un
simile odio,
un odio profondo che ora li portava a lottare con l'intento di uccidere
l'altro.
Sollevò
il volto impolverato di Ino con delicatezza, notando un piccolo taglio
sul sopracciglio della ragazza.
Doveva portarla via di
lì, ma come?
Si guardò
intorno con circospezione, notando i ninja lottare tra loro
infliggendo tante di quelle ferite che ormai ai loro piedi si estendeva
una pozza di sangue.
Si
alzò, sentendo le gambe tremarle per i
combattimenti avuti con alcuni nemici poco prima, ma non si diede pena,
e cominciò
a cercare una qualche via d’uscita.
Purtroppo però, non vedeva altro che fumo e un
sottile strato di sabbia che si librava nell’aria avvolgendo
alcuni ninja.
Non una via di uscita.
Non una possibilità di salvezza.
§
Sbuffi di sabbia
rendevano ciechi chi in quella tempesta si addentrava e si perdeva, ma
se ci si guardava meglio dentro, si poteva notare una macchia scarlatta
nel fiume dorato, i capelli rossi di chi quell'aria polverosa l'aveva
respirata fin da bambino, ciuffi disordinati mossi dagli spostamenti
d’aria causati dai suoi attacchi mentre gli occhi
azzurri, glaciali, fissavano indifferenti un ninja della terra della
musica chiedere la sua pietà.
Disgustato da quella
vista alzò la mano stringendo le dita a pugno, e
da quel semplice e naturale movimento, la sabbia
inghiottì completamente l’uomo, interrompendo
così le sue grida disperate e irritanti.
- Gaara.
Il ragazzo volse con
lentezza il volto pallido verso Temari
che con il suo enorme ventaglio stava
spazzando via un'infinità di ninja, i capelli biondi
macchiati dal sangue delle sue vittime.
La giovane
ninja si affiancò al ragazzo,
impugnando la sua arma micidiale e calcolando con lo sguardo azzurro
quanti di quei poveri pazzi che avevano osato attaccarli rimaneva
ancora in vita.
Con la coda
dell’occhio vide Kankuro affiancarsi a
loro tenendo lo sguardo scuro vigile, attento ad
ogni minimo spostamento.
- Ci mancava
solo questa! Stiamo aiutando il villaggio della foglia!
Temari gli
scoccò un' occhiataccia.
- Stupido!
Non stiamo aiutando nessuno, ma se in tutta questa confusione ci
attaccano non possiamo mica stare fermi aspettando che ci uccidano.
Il ragazzo
sbuffò, guardando il giovane Gaara che con le
braccia conserte e il volto calmo sembrava terribilmente statico, e inquietante, come
se non si trovasse in una mezzo ad una battaglia, circondato da
cadaveri.
Un movimento
sospetto attirò l’attenzione di Temari e di
Kankuro che intravidero al di là dei
vari combattimenti l’Uchiha e
l’Uzumaki scagliarsi l’uno contro l’altro
con sempre più accanimento, sfoderando tanta di quella
potenza da far sbiancare qualsiasi ninja, anche loro.
- Perché
stanno combattendo? Sono diventati tutti pazzi?
Kankuro
guardò sconcertato i due ragazzi colpirsi con una violenza
senza eguali, causando gravi ferite all’avversario, ma oltre
alle due figure ne notò un'altra di spalle, una
ragazza da ciò che riusciva ad intravedere da
lì.
Cosa credevano di fare?
- Gaara, dobbiamo
andarcene al più presto o qui non ne usciremo
più!
Il ragazzo
però non dava ascolto al compagno, troppo occupato ad
appagare la sete di sangue del suo demone interno
che, ingordo, chiedeva sempre più vittime.
E lui lo accontentava
come ormai faceva fin dalla tenera età.
Racchiuse in
una gabbia di sabbia quattro ninja che ancor prima
di capire cosa stesse succedendo si ritrovarono a terra, gli
occhi ormai abbandonati dalla vita.
Ormai divorati dal demone della sabbia .
§
Sakura continuava
imperterrita a cercare una via di fuga, ma con suo rammarico non
riusciva ad orientarsi abbastanza bene per potersi
difendere in caso di evenienza da eventuali attacchi.
Ad un tratto
però vide un piccolo foro spalancarsi
davanti ai suoi occhi e stringendo Ino sulle sue spalle si mise a
correre verso l’apertura.
Prima di oltrepassarla
però, un urlo di dolore la costrinse a voltarsi,
e
sbarrò gli occhi quando vide Naruto a terra, la gamba
sanguinante, ustionata dalle palle di fuoco dell’Uchiha che,
vittorioso, era pronto a scagliare il colpo di grazia.
- Fermo!
Sakura urlò,
urlò con tutta l’anima, con tutta la sua
disperazione mentre piccole lacrime cadevano sul terreno,
mischiandosi al sangue dei ninja, al suo.
E quando la voce della ragazza risuonò
nell’aria fu come se il mondo si fosse
cristallizzato, come se quella voce avesse bloccato
l’orologio del tempo per un attimo.
Sasuke, pronto a scagliare il colpo fatale si
ritrovò immobile, congelato da una paralisi che
gli tolse improvvisamente il controllo dei suoi arti, dei suoi
movimenti.
Senza capire guardò il giovane Uzumaki agonizzante per
terra, la gamba gravemente ferita, inerme, debole e alla sua
mercè.
Doveva ucciderlo ora, sapeva di poterlo fare, ma
perché non ci riusciva?
Cosa lo stava bloccando?
Strinse i denti, cercando di muovere il
braccio, ma con sua sorpresa non vi riuscì.
Cosa stava succedendo?
Alzò il capo con rabbia, guardandosi intorno per
cercare il responsabile di quell’arte magica quando, tra la
nebbia, vide gli occhi verdissimi di Sakura brillare nel polverone,
unica fonte di calma, di candore, in quel luogo di morte.
E quando incrociò lo sguardo della ragazza
sentì la mente venire invasa da mille voci flautate,
bisbigli e sussurri pungenti come se mille paia
d'occhi lo stessero fissando.
Cercò di distogliere lo sguardo, di sottrarsi
all'arte magiaca, ma c’era qualcosa in quegli
occhi che lo costringeva a guardarli fissi, non lasciandogli alcuna via
di scampo.
Di scelta.
§
Gaara si portò le mani tra i capelli con un
gemito, sentendo il demone della sabbia urlare di dolore come
se fosse stato ferito da qualcosa, ma era cinto dalla sabbia, era al
sicuro.
Incolume.
- Gaara?Cosa ti prende?
La voce preoccupata di Temari non arrivò alla mente del
ragazzo tanto forti erano le urla di disperazione che
tuonavano nella sua testa.
Cosa gli stava succedendo?
Ma soprattutto, cosa stava succedendo al demone della sabbia
che sentiva dimenarsi nel suo corpo con tanta
sofferenza?
Aprì gli occhi a fatica, respirando affannosamente per il
dolore, giusto in tempo per vedere alcuni ninja della terra della
musica scappare via inseguiti da quelli della foglia.
Si stavano per caso ritirando?
Avevano forse vinto?
Un'altra fitta gli colpì il petto, un colpo che lo
piegò assieme alle urla del demone della sabbia che sembrava
essere stato trafitto.
Cadde in ginocchio, scuotendo con le mani la testa
nel tentativo di diminuire la propria sofferenza, quella del
demone, quella di entrambi quando, d’improvviso, le urla del
demone si affievolirono fino a scomparire del tutto.
Riportò le mani davanti agli occhi a fatica, il respiro
ansante, sentendo la presenza del suo demone quasi inesistente
all'interno della sua testa così come il desiderio di
quest’ultimo di altro sangue, di altre vittime da uccidere.
Silenzio.
Per la prima volta nella sua vita Gaara sentiva la mente sgombra dalla
voce del demone della sabbia e il suo cuore libero dalla
morsa d’acciaio di cui era sempre stato vittima.
Si mosse cauto, sentendo una strana sensazione mai
provata prima, come di pace, allagarsi all’altezza del petto.
Si rialzò guardandosi intorno
come spaesato, le voci degli altri ninja finalmente chiare, udibili.
Perché riusciva ad ascoltare le loro voci?
Il suo udito era sempre stato oppresso dalla voce del demone
della sabbia, e oltre ad essa , non aveva mai sentito
nient’altro.
Nessuna voce umana, solo bisbigli inconsistenti.
E d’improvviso, così come fulmineo era stato quel
silenzio, nella sua mente passò un urlo disperato, una voce
che fu impressa a fuoco e fiamme nella sua anima, nel suo cuore.
Cercò con lo sguardo il proprietario di quella voce e
notò a qualche metro di distanza una piccola
figura in ginocchio che teneva tra le braccia una ragazza.
Ne fu attratto, calamitato.
Fece un passo in avanti, riuscendo a vedere dei capelli rosa frustare
la piccola schiena della ragazza che sussultava a tratti, come scossa
da singhiozzi .
Tutto fuorchè una sola impressione.
§
Sakura fissava Sasuke rabbiosa, amareggiata, mentre il
sentimento di amore, del suo disperato e rifiutato amore per il ragazzo
cominciava ad essere offuscato dalla rabbia per le parole che le aveva
rivolto.
Furia per ciò che aveva fatto a Naruto, odio per
l’umiliazione subita in tanti anni di amore non ricambiato, e
calpestato.
Lasciò Ino per terra, poggiandola contro un muro per poi
rialzarsi ed tendere i pugni in aria, in posizione di attacco,
respirando a fatica e sentendo le lacrime bagnarle le gote.
Socchiuse gli occhi verdi mentre una folata di vento gelido
scuoteva i suoi capelli e i suoi abiti, gelando tutte le ossa ma non il
suo sangue che pompava senza freno circolando velocemente nel corpo
della ragazza.
Guardò il compagno per terra, e fu con
un gesto istintivo che si mise davanti a lui, in
sua difesa, pronta a scagliare un pugno contro
Sasuke che continuava a rimanere immobile, ghiacciato da quegli occhi
abbacinanti come il sole che poco a poco faceva capolino dalle immense
nuvole nere.
- Stai indietro.
Sakura pronunciò tra i denti quelle parole intrise
di veleno, sentendo i muscoli fremere, vibrare sfiniti dalle battaglie
precedenti ma pronti a riprendere un nuovo combattimento.
Con sua sorpresa vide il ragazzo indietreggiare mentre
chiudeva con forza gli occhi, come se cercasse di combattere contro
qualcosa che lei non riusciva a vedere, a capire.
Un' ombra però distolse la ragazza dai suoi pensieri .
Si portò le braccia davanti al viso per difendersi da un'
esplosione alla sua destra.
Un boato assordante scosse la terra mentre dai
detriti di un edificio nascosto da muri ormai caduti
usciva Orochimaru, il braccio impregnato di sangue
e un grosso taglio sulla guancia sinistra.
Sakura assottigliò gli occhi, pronta ad
uno scontro diretto con il nemico del suo villaggio quando
l’uomo si voltò verso di lei, fermandosi di
colpo ,come se fosse stato bloccato da una catena che lo
inchiodava al suolo.
§
Orochimaru fissò a lungo gli occhi chiari fissi su di lui,
attento, e attratto da una luce che trovò incredibilmente familiare,
poi il suo sguardo cadde su Sasuke, immobile come una statua.
Digrignò i denti nel notare il sigillo ritrarsi
sotto lo sguardo minaccioso della ragazza, come se fosse lei stesso a
comandarlo, un evento che non aveva nulla a che vedere col caso,
nè con la fortuna.
- Dove credi di andare?
La sua attenzione fu attratta da una voce femminile, aggressiva e
pregna di quella familiarirà che lo convinse a voltarsi
nuovamente, incrociando lo sguardo verde della ragazza che
aveva portato la sua attenzione su di lui.
Un senso di vertigine lo assalì, inaspettato, come
le voci che avevano preso ad urlare ordini nella sua mente .
E capì con orrore e angoscia, che no, non era un
caso.
- Andiamo Sasuke.
- No-non posso.
La voce del giovane Uchiha era incrinata dalla fatica, come se fosse
stanco, sfinito da mille fatiche, anche se immobile.
Un lampo baluginò allora nella mente di
Orochimaru, ma tanto bastò a convincerlo di dover andare
via. Subito.
Prese per il braccio il ragazzo che, suo malgrado, non riusciva davvero
a muovere un muscolo.
- Prendetela.
L’ordine di Orochimaru fu udito
chiaramente dai suoi seguaci, attirati dalla figura minuta
con i pugni tesi in aria verso la quale si scagliarono.
La ragazza non fece neanche in tempo a
voltarsi che si ritrovò stretta da due braccia
soffocanti, dure come tenaglie d’acciaio che la
imprigionavano, impedendole anche di respirare, oltre che muoversi.
Urlò di dolore nel sentire le
proprie ossa scricchiolare, come se stessero per
rompersi, e quando l’urlo agonizzante della ragazza
risuonò nell’aria, Kakashi e gli altri
ninja della foglia, resisi conto del pericolo, saltarono
dagli edifici per correre in aiuto della
loro allieva.
Ma fu un altro ninja, invero, a prestare lei soccorso.
Uno strato di sabbia frustò l'aria con dolcezza
prima di avvolgersi attorno al collo dell’uomo che teneva
imprigionata Sakura, soffocandolo in una manciata di secondi nel mentre
che lei cadeva a terra ormai priva di sensi.
Ancor prima di chiudere gli occhi però, Sakura
potè vedere attraverso tutta quella
sabbia due occhi cangianti come quelli di un gatto,
intenti, chissà perché, a
fissarla con un certo interesse, inquisitori.
Poi le forze, già esigue, lasciarono il
posto alla stanchezza.
Sentì solo l’urlo preoccupato di Naruto e
poi, il buio.
Continua...
Buona lettura , grazie per l'attenzione e i commenti
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