Immobile

di Marti Lestrange
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Immobile
 
 
Le nuvole si rincorrono nel cielo in una corsa sospesa, forme indistinte che rimandano alla realtà di cose astratte e che si dissolvono lentamente nell’azzurro e nel sole.

La luce dorata si perde dietro l’orizzonte, quando il tramonto affronta il giorno, anticipo infuocato di una notte stellata profumata di attesa.

Il giorno muore e nascono le stelle, corpi freddi e forse già morti, antiche vestigia di un tempo remoto, cattedrali del cosmo.

Le luci della città esplodono e premono contro il nero, fari divergenti di un mondo che si rincorre, affannato, senza mai raggiungere se stesso.

In questo momento di infinito – in cui tutto è sospeso, diverso ma immutato – due corpi bruciano, due anime si consumano, spinte l’una verso l’altra dall’amore e dal fato.

Immobili, gli sguardi si cercano, si bramano, senza mai toccarsi – senza mai incontrarsi.
 
Meteore sparate nella notte, vaganti nel cielo su orbite differenti. 
Pianeti infuocati che affogano nel buio.
Anime lacerate che anelano un respiro. 
Sguardi lanciati che finiscono perduti.
 
La notte preme contro i vetri, mentre la tenda bianca svolazza leggera al vento di giugno, che porta con sé il profumo dell’estate.
I grilli cantano tra l’erba, tutto il resto tace.
Immobile.

 
 
 
 

(198 parole)



 


 

Note

Non so bene che cosa sia, davvero, so solo che è nata così, durante una serata di inizio giugno. Ovviamente, il mio amato Scott (Fitzgerald) ci ha messo lo zampino, ispirandomi.
Fatemi sapere cosa ne pensate ♥︎

Marti





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