Atto I
L'idiota
“Che
cazzo vuol dire che ti sposi?” Blocco il pallone fra
le mani e guardo il mio migliore amico stringersi nelle spalle.
“Hai presente… chiesa, fiori, tutte quelle cose
che
piacciono alle donne.”
Gli passo la palla e lui fa qualche palleggio prima di
andare a canestro.
“Certo che ho presente, Taylor, ma
avete vent’anni. È incinta?”
“No.”
Stavolta vado io a canestro e sbuffo. “ E perché
diamine
ti sposi, allora.”
“Mark, non rompere.
Vuoi farmi da testimone, sì o no?”
“Ma sì certo, amico.” Un altro canestro.
Mi fermo per
prendere fiato e lui si avvicina.
“Ok, grazie. Ora ho una notizia per te.”
“Lo sapevo che era incinta.”
Sbuffa e mi ruba la palla dalle mani. “Jenny si è
molata
con Jordan.”
“E tu come…”
“È arrivata piangendo a casa nostra e Lotte mi ha
cacciato via.”
Guardo la palla rotolare via e prendo una bottiglietta
d’acqua. Jenny.
La immagino nuda nel mio
letto da quando… bhe da quando ho capito perché
una donna dovrebbe stare nuda
in un letto. “Quanto
devo aspettare
secondo te per chiederle di uscire.”
“Non chiederle di uscire.”
“Cosa?”
Prende anche lui una bottiglietta e si piega sulle
ginocchia riprendendo fiato. “Ragiona, le sbavi dietro da
anni e non hai
ottenuto niente. Cambia tattica. Alle
donne piace.”
“Gli piace cosa?”
“Che non sbavi per loro. Con Charlotte ha
funzionato.”
“Ha funzionato che? Appena lei dice qualcosa tu prima
scodinzoli e poi esegui.” “Che cazzo dici, Mark. Se
mai è il contrario.”
“Come dici tu, amico.”
“Li vuoi i miei consigli o no”, dice riprendendo il
pallone.
“Ma sì, ok proviamo.” Tanto peggio di
così.
***
Porto il caffè alle
labbra e storco il naso, in questo
posto lo fanno davvero pessimo. Quanto vorrei poter ordinare una birra.
Estraggo il telefonino dalla tasca e guardo l’ora. Tamburello
le dita sul
tavolo, essere nervosi non è una cosa da ragazze? E poi
eccola lì. Si guarda
intorno finché non mi vede, si sposta una ciocca di capelli
dietro le orecchie
ed inizia a camminare verso di me con passo spedito. Quelle gambe prima
o poi
mi manderanno al manicomio e quella minigonna nera.
Calma e
non sbavarle dietro come al tuo solito. Puoi farcela, amico.
Oramai mi è di fronte, la osservo e lei scosta la sedia.
Sorride. “Ciao.”
“Ehi.” Bevo un altro sorso di caffè.
“Allora che succede?
Perché volevi vedermi?”
Sembra colta di sorpresa dalla mia domanda. Si leva gli
occhiali da sole e giocherella con l’asta.
“Beh, non è ovvio? Per il matrimonio di Taylor e
Charlotte. ”
“Il matrimonio?”
“Immagino sarai il testimone , io sono la damigella. Il
regalo…”
“Aspetta, Jenny, frena. Manca ancora un secolo.”
“Sei mesi passano in fretta.”
Sei mesi passano in fretta? Ma perché le donne sembrano
tutte impazzire quando sentono la parola matrimonio?
“Jenny, credo che… davvero, abbiamo
tempo.”
“No che non abbiamo tempo.”
Conosco abbastanza bene Jenny da sapere che quando è in
questo stato è meglio non discutere, annuisco e lei blocca
un cameriere
ordinando un caffe.
“Quindi, qual è il piano?” chiedo
sorridendole.
“Ora ti spiego”, risponde lei. Si perde dietro un
giro di
parole che smetto di seguire quasi subito. Sarà davvero
rosso come sembra il
reggiseno sotto quella camicia?
Alla fine del pomeriggio e dopo altri cinque caffè,
l’unica cosa che ho capito è che
venerdì ci rivediamo. E di certo non mi
lamento.
***
È ufficiale, io non mi
sposerò mai, sono solo il testimone
e Jenny mi ha riempito l’agenda d’appuntamenti . Ho
sempre saputo che la sua
pignoleria rasentava la pazzia ma nelle ultime ore mi sembra pure
peggiorata.
“Jenny… aspetta.” Ma come riesce a
correre così tanto con
i tacchi?
Si volta e mi guarda sbuffando. “Che
c’è?”
“Non capisco perché stiamo affittando questa, ecco
questa…”
Sbuffa un'altra volta . “Si chiama terrazza, Mark,
terrazza. E la stiamo affittando per la festa.”
“Ecco, appunto. Di che festa parliamo? Tu organizzi
l’addio al nubilato, io al celibato. Separati, no?”
Batte il piede per terra e mi guarda come se fossi una
sottospecie di animale selvatico, infine ignora le mie parole e si
rivolge al
direttore del locale. “Lo prendiamo. Le do la conferma della
data in
settimana.”
Lui prende un appunto su un agenda nera e poi si
allontana lasciandoci soli in terrazza.
“Non è un bel posto?” chiede
appoggiandosi alla
balaustra.
“Sì, ma…”
“È per la festa di fidanzamento. Possibile che tu
non ci
riesca ad arrivare?”
“Una festa di fidanzamento per Lotte e Tay?”
“Certo. Mica per noi.”
“Non stiamo insieme, noi.” Eh?
ma che sto dicendo? Ricorda, non provarci con lei.
Jenny sospira , si arrotola una ciocca di capelli fra le
dita e poi si volta.
“No, noi no. E comunque a Charlotte piacerà. Non
sa di
volerla ma in realtà… la conosco ed è
una ragazza. A noi ragazze piacciono le
cose romantiche, anche se facciamo finta di no.”
“Ehi.” Mi avvicino e allungo una mano. No, cazzo, non devo toccarla, non devo
provarci. “Stai bene?”
Scuote appena la testa. “No, cioè sì.
Sto bene.” Non toccarla, non
sfiorarle i capelli, resta
impassibile. Ma se stesse bene non avrebbe
quell’espressione. Certo si è
appena lasciata con il suo ragazzo, starà pensando a lui.
Sono un idiota.
“Jenny?” Mi avvicino
ancora di un passo. “Pensi che la terrazza della
Torre Eiffel si possa
affittare?”
“Cosa? La Torre Eiffel?”
“Sì, cioè Parigi.
Credo che tu ti meriteresti una cosa del
genere.” Bravissimo, Mark. Questo
sì che è mantenersi indifferente.
Lei sorride e allunga una mano a spostarmi gli occhiali
da sole. “Grazie, Mark.”
Rispondi, di
qualcosa ma non balbettare come un idiota.
“P…prego.” Ecco
appunto.
Sorride ancora e si avvicina di un altro passo. No.
Porca miseria, che mi ha detto Taylor?
“Uh… guarda, Jenny , un
gabbiano.”
Lei sgrana gli occhi e fa un passo indietro. “Cosa?”
“C’è un gabbiano là,
guarda.”
Si volta. Come
faccio a essere così idiota, come faccio?
“E quindi?”
“E quindi, niente .. è un bel animale,
no?”
“Mark? Credo sia ora di andare.”
Perché accidenti ho parlato di quello stupido gabbiano
invece di baciarla?
Dannato Taylor e le sue stupide teorie su come
conquistare una donna. E perché poi io ho pure deciso di
dargli retta? Perché
sono un idiota, ecco perché.
****
Fermo l’auto sotto casa
di Jenny e lei cerca le chiavi
nella borsa.
“Vuoi entrare?”
“Devo andare.”
Va
bene, cerchiamo di uscire da questa falsa in modo dignitoso.
“Ok.” Sbuffa e apre la portiera.
“E che… devo andare davvero.”
“Mark, non ti inventare scuse, ok?”
“Non è una scusa.”
“Certo, come no.”
Esce dalla macchina e cammina spedita verso casa.
La raggiungo. “Ehi,” la blocco afferendola per un
braccio.
“Io e Jordan ci siamo lasciati. Non te l’ha detto
Taylor?”
“Sì.”
“E allora perchè non ci hai ancora provato con
me?”
Spalanco gli occhi e lei sbuffa di nuovo.
“Perché… ecco… io e
che…. Ma poi… allora ….
Uomo.” No,
mi sa che non sta capendo.
“Mark? Ti senti bene?”
No, per niente. Mi
sudano le mani. Ok, non sei un ragazzino, comportati da uomo.
Scuoto la testa.
“Vuoi saperlo perché ci siamo lasciati?”
Altro cenno di testa.
Dio, penserà che sono ritardato.
“Mi spiace, non lo so neanche io. Però se mi baci
potrei
scoprirlo.”
“Io… cioè… bacio.”
“Io l’ho sempre detto a Lotte che sei idiota ma non
credevo così tanto.”
Idiota, idiota,
idiota. Lo so, dovrei stamparmelo
in fronte a scritte cubitali ma ora Jenny si sta avvicinando e sta
passando le
mani sulla mia maglietta. Mi tira verso di lei e… mi bacia.
Sarò anche un
idiota ma questo è….
“Mark? sai non credevo che un idiota baciasse così
bene.”
Ride e io non capisco più niente. Ma anche un idiota come me
sa che fare ora: riprendere a baciarla.
Angolo
autrice.
Se siete capitati qua
per caso so che non ci
avrete capito molto ma questa storia è un missing moment di
una decisamente
molto più lunga:
Benzina
sul
Fuoco
Mark e Jenny sono solo due personaggi di contorno,
i migliori amici dei protagonisti ma per una volta i riflettori si sono
spostati su di loro.
Se invece avete già letto il resto, spero di
avervi strappato un sorriso e che Mark sia proprio come ve lo
aspettavate.
Lunedì prossimo posterò la seconda e ultima parte.
Con affetto
Noemi
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