Never in our favor
Il rumore di una porta che si chiudeva risuonò ovattato in
un angolo del Centro di Addestramento.
All'estremità sud del decimo piano, in un polveroso
sottoscala,
un ragazzo accese una vecchia torcia nel buio pesto. Restò
seduto su una cassa di legno, in silenzio, ad aspettare. Poi, senza il
minimo rumore, la porta si aprì e una figura snella
sgusciò nel sottoscala, furtiva. Il raggio di luce le
illuminò il volto giovane, femminile. Aveva i capelli lucidi
e
delle lentiggini sul naso. In mano teneva quello che sembrava un
blocchetto per appunti.
Il ragazzo sorrise in silenzio e le fece spazio sulla cassa. Lei si
sedette e raggiunse subito la sua mano, stringendogliela forte. I due
appoggiarono le loro fronti una contro l'altra, alla luce della torcia.
Non c'erano molti motivi per sorridere, ma avevano comunque le labbra
un po' piegate verso l'alto.
La ragazza sciolse la presa delle loro mani e aprì il
quadernino. Tirò fuori dalla tasca una matita rovinata e
cominciò a scrivere.
Scusa il ritardo...
è bello vederti.
Lui sorrise. Meglio
tardi che mai. Ci sono stati sviluppi?
Niente di nuovo. Non se
la passano bene, ma sono ancora vivi. Sono in gamba.
Anche
noi lo siamo.
Vivi o in gamba?
Il sorriso sparì dai loro volti.
Entrambi.
Ce la faremo, vedrai.
Lei non scrisse nient'altro. Era una bugia, lo sapevano tutti e due.
Non c'era uno scenario da cui sarebbero usciti vincitori. Non c'era
un'occasione in cui avrebbero potuto veramente dire di avercela fatta.
La ragazza prese la torcia e la puntò verso il volto del
giovane. I suoi occhi la scrutavano mentre esaminava ogni dettaglio del
suo viso, come se si aspettasse di non vederlo mai più. E se
non
fossero stati attenti sarebbe andata così.
Poi la giovane spense la luce e la posò sulla cassa, di
fianco a
sé. Allungò le mani fino a sfiorargli il volto
con le
dita. Trovò le sue palpebre abbassate, i suoi zigomi, il suo
naso. Per ultime trovò le sue labbra, e le baciò
con
delicatezza, come il tocco di una piuma. Lui le strinse le spalle tra
le mani, poi la spinse nel suo abbraccio. Rimasero fermi, al buio, nel
silenzio.
Quando fu ora di andare, lui riaccese la torcia.
Devi
avere un po' di fiducia. La buona sorte potrebbe anche essere a nostro
favore, questa volta.
La buona sorte non
è mai
stata a nostro favore.
Un
motivo in più per restituirci gli arretrati, non ti sembra?
Lei lo baciò di nuovo sulle labbra, per un secondo, e poi
scivolò fuori da quel sottoscala insieme al suo quadernino.
Darius e Lavinia morirono qualche settimana dopo, nei sotterranei di
Capitol City. In modo sadicamente perverso, la fortuna fu a favore di
Lavinia, in quelle celle fredde. Il voltaggio del suo elettroshock le
fermò subito il cuore. Darius fu torturato per giorni, sotto
gli
occhi impotenti di Peeta Mellark. Fino alla sua morte, in testa gli
rimbombarono le parole di Lavinia.
La buona sorte non
è mai
stata a nostro favore.
Darius non l'aveva mai sentita, ma la voce di Lavinia lo
accompagnò verso la sua morte.
Il loro quadernino fu ritrovato nascosto in un angolo del dodicesimo
piano del Centro di Addestramento. I ribelli speravano di ritrovare un
diario di guerra, appunti di rivoluzionari, qualcosa da pubblicare come
manifesto della lotta che avevano appena vinto, ma non trovarono nulla.
Nel quadernino c'erano solo pagine bianche, e i resti di quelle che
erano state strappate.
Quando anche quello fu distrutto, tutto ciò che rimase di
Darius
e Lavinia fu un sottoscala al decimo piano di un palazzo di Capitol
City. C'era una cassa di legno, ed una vecchia torcia.
Qualcuno, in un angolo, aveva scritto una frase a matita sul muro.
La buona sorte non
è mai stata a nostro favore.
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Benvenuti ^^
Spero che questa mia delirante creazione vi sia piaciuta, o che almeno
vi abbia trasmesso qualcosa. La storia si è scritta da sola,
quindi se la cosa vi puzza non prendetevela con me. Davvero, non doveva
essere una Darius/Lavinia, era prevista l'entrata di un nuovo,
misterioso senza-voce, ma Darius si è sentito messo da parte
ed
ha voluto per forza fare la primadonna. Magari quel mio povero OC
comparirà in una storia tutta sua.
Non c'è molto da dire, forse solo una puntualizzazione sul
titolo. L'ho preso dalla frase che compare nel trailer di Catching
Fire, quindi se ci sono dei puristi della lingua inglese tra i lettori
di questa storia, sappiate che vi capisco. Ma è American
English, e favour
ve lo dovete cuccare scritto favor.
Bene, direi che questo è tutto. Le recensioni sono ben
accette, in tutte le salse!
A presto,
wip
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