1. Begin the begin (modificato)
Begin the begin
Tom
Riddle aveva una vita perfettamente normale, e grazie tante. Ok, forse
no... Magari la signora Figg di Wisteria Walk avrebbe potuto affermare
che la vita di Tom Riddle era ben lungi dall'essere perfettamente
normale, ma sono punti di vista. D'altra parte, è del Ministro
della Magia che stiamo parlando, un uomo troppo impegnato per
accompagnare la figlia al binario 9 e 3/4 il primo di settembre,
figurarsi per dar peso a certi dettagli. E poi sarebbe stato rieletto.
Certo, la campagna elettorale era appena iniziata, ma la sua vittoria
era già data per scontata persino dai sostenitori di Cornelius
Caramell. Siamo seri, quell'ometto iracondo e vanaglorioso con, tra
l'altro, un pessimo gusto in fatto di cappelli, non aveva la minima
possibilità contro l'erede di Salazar Serpeverde, ex studente
modello e genio di Hogwarts che da sempre intratteneva con Albus
Silente rapporti di cortese ed educata collaborazione. Tutti amavano
Tom Riddle. Ok, forse no... Magari l'ex moglie avrebbe qualcosa da
ridire in proposito, ma la cosa non lo turbava più di tanto e il
suo divorzio aveva messo di incredibile buon umore metà della
popolazione femminile. Perché Tom Riddle era bello e,
particolare non del tutto irrilevante, schifosamente ricco. Sì,
effettivamente, la sua vita era ben lungi dall'essere perfettamente
normale. Era semplicemente perfetta.
Almeno sino ad ora...
***
Terence Higgs non le aveva scritto. Neanche una volta.
Non che si aspettasse di trovare la
casa sommersa da una valanga di gufi, ma un bigliettino, almeno il
giorno del suo compleanno, non le avrebbe fatto proprio schifo. Per
carità, erano usciti insieme soltanto una volta l'anno
precedente, dopo una partita di Quidditch particolarmente fortunata in
cui Terence era riuscito ad acchiappare quel cazzo di boccino (cosa che
aveva ripetuto... beh, diciamo parecchie volte, per tutta la durata
del loro appuntamento). Ma era molto carino e avrebbe dovuto scriverle,
punto.
Ripose con metodica efficienza
l'ultimo paio di calzini nel baule e lo chiuse con uno scatto, facendo
sobbalzare lo splendido barbagianni appollaiato sul pomello del letto.
-Fermo un po', Evaristo! Ci sono piume ovunque ...-
Evaristo tubò contrariato.
Afferrò baule e mantello e uscì, lasciando Evaristo a svolazzare per la stanza.
-Ecco la mia principessa!- la salutò Tom Riddle non appena la vide entrare in cucina. -Dormito bene?-
-Buongiorno, papà!- rispose
lei vivacemente, dandogli un bacio sulla guancia e prendendo una lucida
mela rossa dal portafrutta al centro del tavolo.
-Mi accompagnerai alla stazione
quest'anno?- chiese, appoggiandosi con la schiena alla parete di fronte
e dando un morso alla mela.
Tom ripiegò la Gazzetta del profeta e la guardò.
-Elettra, tesoro, mi dispiace tanto...- cominciò lui in tono pacato.
Elettra scoppiò a ridere.
-Andiamo, papà, so che sei impegnato.- lo interruppe lei con leggerezza. -Era tanto per dire.-
-Lo sai che mi dispiace, è il tuo ultimo anno... mi sarebbe piaciuto, davvero.- replicò lui serio.
-Non mi vedrai mai salire sull'Espresso per Hogwarts... che dramma!-
-La tua sensibilità mi commuove.-
Elettra sorrise.
-In fondo ti sto facendo un favore! Pensa se fossi una ragazzina
disturbata che non accetta la cosa... nuocerei alla tua campagna
elettorale! Insomma, chi vuole un Ministro che trascura gli affetti
famigliari?! -
-Sì, effettivamente non trasmetterei un messaggio molto
positivo.- convenne lui. -A proposito, stavo pensando che il prossimo
anno potresti iniziare un internato al Ministero, così...-
-... la gente penserebbe che faccio
carriera perché sono la figlia del Ministro.- completò
Elettra, buttando il torsolo della mela nel cestino e prendendo una
fetta di pane.
-Non succederà. E
poi non è detto che io sia ancora Ministro, l'anno prossimo...
fare colazione seduti è passato di moda?- aggiunse, notando che
Elettra era ancora appoggiata alla parete.
-Ma dai!- disse lei andandosi a sedere vicino al padre. -E' ovvio che sarai tu a vincere! Se no chi? Caramell?-
-Potrebbe anche darsi.- rispose Tom tranquillo, versandosi del succo di zucca.
Elettra stava per replicare, ma venne
interrotta da sua nonna, che entrò in cucina accompagnata da un sonoro tintinnio di collane e braccialetti.
-Buongiorno a tutti!- esordì
Merope Gaunt, sfiorando con la mano ingioiellata i capelli del figlio -
che la guardava come se si fosse trattato di un'Acramantula - e andando
a schioccare un rumoroso bacio sulla fronte della nipote.
Merope non era mai stata una bella
donna, ma l'esperienza e, soprattutto, l'enorme patrimonio accumulato
da Tom nel corso della sua carriera avevano acuito determinati aspetti della sua personalità che, come spesso
diceva Elettra per sdrammatizzare, era più luminosa di un
calderone nuovo di zecca. Tom, invece, in modo meno poetico e forse un
po' cinico, si limitava a ripetere di tanto in tanto che i soldi le
avevano dato alla testa. A parte questo era una donna adorabile e
appena un po' eccentrica, che stravedeva per Elettra e, in fondo, anche
per quell'antipatico di suo figlio.
-Dove pensi di andare conciata in
quel modo?- chiese Tom, fissando perplesso il suo mantello rosa
shocking e il cappello a punta tempestato di pietre.
-A me piace.- si intromise Elettra prontamente.
Merope annuì compiaciuta in direzione del figlio.
-Visto, Tom? Ho sempre detto che la ragazza è intelligente.-
-E temo sia l'unica cosa su cui siamo d'accordo.-
-Hai idea di quanto mi sia costato?- replicò lei indignata.
-Quanto mi sia costato.-
-Spiritoso. Io lo adoro.-
-Sì, piacerebbe anche a Dolores Umbridge...-
-Qualcuno vuole dell'altro succo?- chiese Elettra, nel disperato tentativo di interrompere quello spiacevole scambio di battute.
-Oh, no, grazie dolcezza. Vado piuttosto di fretta.- rispose lei soave.
-Non mi dire.- bofonchiò Tom, che aveva ripreso in mano il giornale e lo sfogliava senza particolare enfasi.
Merope lo ignorò.
-Alla fine si è fatto vivo Terence?-
-No.- rispose Elettra mesta. -Non uno straccio di notizia per tutta l'estate.-
-E chi sarebbe questo Terence?-
-Tom, sta' zitto.- replicò Merope secca.
-Non me ne hai mai parlato!- riprese lui rivolto alla figlia.
-Sì, invece. E' successo tempo fa, ricordi?-
Suo padre la fissò in silenzio. Evidentemente non se lo ricordava.
-E comunque non ha importanza: non siamo neanche amici.-
-Meglio.-
Elettra non poté fare a meno di sorridere.
-Merlino!- inveì sua nonna.
-Dolcezza, fatti un favore: non dar retta a tuo padre. Segui i miei
consigli e quel ragazzo ti cadrà ai piedi...-
-Ma certo!- replicò Tom
gelido. -Perché non affidarsi ai consigli di una donna che ha stregato
il marito con un filtro d'amore ed è comunque riuscita a farselo scappare?!-
Il suo tono grondava sarcasmo.
-E vedo quanto la cosa ti rattristi! La tua sensibilità mi commuove, Tom.- lo rintuzzò lei piccata.
-Già, a quanto pare la
sensibilità non è di casa.- commentò Elettra
giocherellando con un cucchiaino. -Ad ogni modo, passerei tutta la
giornata a sentirvi litigare, ma ho un treno da prendere. - aggiunse
preoccupata, dopo aver lanciato una fugace occhiata all'orologio appeso
al muro.
-Ellie, amore, hai ragione!- Merope
volò verso di lei e la strinse in un abbraccio soffocante. -Mi
mancherai così tanto!-
-Anche tu, nonna!- rispose Elettra, cercando di liberarsi dalla sua stretta.
-Se non ti dispiace, mamma, vorrei salutare mia figlia anche io.- le fece notare Tom in tono piatto.
Merope lasciò finalmente andare la nipote e guardò il figlio con aria truce.
-Mi mancherai tanto anche tu, papà.- disse Elettra correndo ad abbracciarlo.
Tom le diede un bacio.
-Fa' la brava, mi raccomando. Studia, non andare a letto troppo tardi... e stai lontana dai ragazzi.- aggiunse sorridendo.
Elettra rise di nuovo.
-Ciao, papà.- disse e, suo malgrado, la voce le si incrinò leggermente. -Ciao, nonna.-
Merope la salutò con la mano, mentre con l'altra si tamponava gli angoli degli occhi con un fazzoletto di pizzo.
Elettra afferrò le sue cose e uscì di casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Suo padre e sua nonna, invece, rimasero lì in piedi, in silenzio.
-Non andavi di fretta?!- chiese lui dopo qualche istante.
-Sta' zitto, Tom.-
Narcissa
Malfoy era piuttosto contrariata. La sera prima si
era psicologicamente preparata... ma, per Salazar, sembrava che
l'intera Londra Babbana si fosse riversata sulla piattaforma del binario 9 e 3/4! E non
poté fare a meno di trattenere una smorfia di disgusto alla
vista di una coppia che studiava incredula un galeone d'oro e della
bambina con i capelli crespi che si guardava intorno stupefatta,
fissando un grosso gatto nero come se si fosse trattato di una pantera.
-Non trovi che il livello medio sia molto calato? Almeno da quando
andavamo a scuola noi, intendo...- chiese alla sorella, che le si era
avvicinata con un'espressione se possibile ancora più disgustata.
-Ti riferisci alla feccia che invade questo posto?- domandò
Bellatrix Lestrange. -Io credo sia sempre la stessa, invece. E' il
livello dei maghi Purosangue ad essersi spaventosamente abbassato.-
disse, scrutando torva Alice Paciock e suo marito, che riempivano di
baci un bimbo grassottello dall'aria terrorizzata.
-Guarda quel bambino, per esempio.- aggiunse Bella malevola. -Sembra un tacchino, eppure è un purosangue.-
-Non è il figlio dei Paciock?- chiese Narcissa, guardandolo come
avrebbe potuto guardare una macchia di sugo su un abito bianco.
-Esattamente.-
-Lavorano con te al Ministero, no?-
-Sì.- rispose Bellatrix con un sorrisetto soddisfatto. -Sono miei subordinati.- aggiunse, sottolineando con cura l'ultima parola.
-E questa cosa ti rattrista molto, immagino.-
-Non sai quanto, Cissy.- rispose lei sardonica. -Non vedo Patrick e
Draco.- aggiunse, cercando con lo sguardo tra la folla. -Tu li vedi?-
-Là.- fece cenno Narcissa con la testa. Due bambini
confabulavano poco lontano, ridacchiando e sussurandosi di tanto
in
tanto qualcosa all'orecchio.
-Probabilmente stanno facendo i nostri stessi discorsi.- osservò Narcissa compiaciuta.
-Non stento a crederci.- convenne Bella, che intanto aveva cambiato
obbiettivo e fissava in modo poco incoraggiante una giovane donna dagli
occhi verdissimi.-
-E' meno carina di come la descrivono.- osservò Bellatrix velenosa.
-La Evans, dici? Io la trovo così scontata. Senza parlare poi di quell'idiota del marito.-
-Eppure Severus Piton la trova assolutamente meravigliosa. Che razza di idiota.-
-Insegna Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts, però.-
-Per carità!- sbottò Bellatrix.
-Almeno Ninfadora Tonks si è diplomata, così non siamo
costrette a vedere Andromeda.- le fece notare Narcissa, continuando a
tenere d'occhio figlio e nipote.
-Parla per te!- replicò la sorella fulminandola con lo sguardo.
-Quella mocciosa ha deciso di diventare Auror e io sono la responsabile
della sua formazione. Appena potrò la scaricherò a
Malocchio Moody, ma ho bisogno dell'approvazione del Ministro, prima.-
-A-ah.-
-Già.-
-A proposito, non dovresti essere al lavoro, ora?-
-C'è Rod.- rispose Bella pratica, passando davanti alla sorella e andandosi a sedere sopra il baule del figlio.
-E il Ministro è d'accordo?-
-Figurati! Dovrà accompagnare anche lui la figlia alla stazione, no?- concluse sbrigativa.
In quel momento una ragazza alta e magra, con una folta chioma di capelli rossi, varcò la barriera del binario.
-Merda.- sussurrò Bellatrix.
-Cosa c'è?-
-La vedi quella ragazza?- disse Bella indicandola con discrezione. -E' la figlia di Riddle. Ed è qui da sola.-
Elettra, intanto, aveva raggiunto una ragazza mingherlina e piuttosto
bassa, con un caschetto di capelli viola e una folta frangia che le
copriva la fronte per intero. Narcissa e Bellatrix le seguirono con lo
sguardo.
-Chi è quell'altra?- chiese Narcissa perplessa.
Bellatrix scoppiò a ridere.
-Non ci crederai mai, Cissy: è la figlia di Mafalda!-
-Cosa?- Narcissa sgranò gli occhi per la sorpresa. - Mafalda Hopkirk ha una figlia fosforescente?-
-Credo sia un autentico disastro. Mafalda in ufficio non ne parla mai.-
Narcissa scosse il capo sconcertata.
-Credo sia ora.- aggiunse, alzando la testa verso il grande orologio che sovrastava il binario.
Bella annuì e si alzò dal baule. Evidentemente i due
ragazzini stavano pensando la stessa cosa, perché raggiunsero le
madri di propria iniziativa.
-Avete visto quella con i capelli viola?- chiese il più alto dei due, capelli scuri e occhi grigi.
Draco sghignazzò.
-E' difficile non vederla, tesoro.- replicò Bellatrix, sistemandogli il colletto della camicia.
-Madre!- protestò Patrick. -Non trattarmi come un bambino!-
-Hai ragione.- sospirò Bellatrix. - Un bacio posso dartelo o devo stringerti la mano?-
Patrick la guardò malissimo.
-Un bacio me lo puoi dare.- concesse lui serio. -Ma soltanto uno.-
Bellatrix lo abbracciò forte e gli diede un bacio sulla testa.
-Mi mancherai così tanto!-
-Anche tu.- rispose Patrick, che in fondo non voleva saperne di staccarsi da lei.
-Salutami papà.- aggiunse, quando finalmente lo fece.
Narcissa, in tanto, si stava raccomandando con Draco di cambiarsi le mutande, lavarsi bene dietro le orecchie, e cose simili.
-Andiamo?- chiese Patrick al cugino, che fu ben felice di afferrare il baule e seguirlo a bordo del treno.
Bellatrix e Narcissa li aiutarono con i bagagli e, dopo che entrambi
furono saliti sull'Espresso e immediatamente assorbiti da quel mare di
bambini, rimasero a guardare la carrozza per un po', proprio come Alice, Frank,
Lily, James, quella coppia di genitori Babbani e tanti altri. Da qualche parte,
sicuramente, ci saranno stati anche i Weasley.
Kleio dice:
Vi
sembrerà strano o solo tremendamente OOC, e magari io vi
sembrerò completamente tuonata, ma, a mio avviso, la morte di
Merope ha fortemente influenzato la vita e le scelte del figlio (come
ho cercato di far capire nella one-shot Non ti perdonerò mai),
così ho provato ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere se,
al contrario, avesse preso l'eroica decisione di restare in vita.
Ed eccomi tornata con una What if per eccellenza, perché
sì, signori miei, qui Merope è viva e vegeta (forse anche
troppo) e Lord Voldemort non esiste. Questa è la storia di Tom
Riddle, felice e realizzato, di sua figlia secchiona, di Bellatrix e
del (finora) ambiguo Patrick... e di tutti i casini che nasceranno da
qui in avanti. E saranno davvero tanti, promesso.
La fiction è
ambientata nel 1991, durante il primo anno di Harry, per intenderci, e
ho cercato di mantenere il più possibile inalterata l'età
dei personaggi. L'unico che sono stata costretta a ringiovanire
è proprio Tom (con tutta la buona volontà, ma quindici
anni di differenza con Bella sono davvero troppi) che qui ne ha solo
(solo?) una cinquantina.
And that's that, my friends, recensite numerosi!
Ah, un'ultima cosa: tutti i
titoli dei capitoli faranno riferimento a vecchie e babbanissime
canzoni (già, come in Grey's Anatomy...)
riferimento titolo: Begin the begin dei R.E.M.
|