Ventiduesimo
capitolo
Federico
Erano
le dieci. A quell'ora doveva essere arrivata ed essersi sistemata.
Tentai di chiamarla ma mi rispose la wind dicendomi che il telefono
non prendeva, cosa che purtroppo non mi sorprese. Niente, ci saremo
sentiti così raramente che sarei morto a breve.
********
Simon
Il
viaggio in bus fu divertente! Mi sedetti accanto a Tommy e Domenico e
iniziammo a fantasticare sulle mille cose che avremmo fatto appena
arrivati.
Io
non vedevo l'ora di mettermi su uno snowboard, era da troppo che non
ci andavo. Domenico non era mai andato sulla neve, se non a fare
qualche pupazzo di neve quando era piccolo e non vedeva l'ora di
provare ad andare sugli scii! Per nostra fortuna sembrava aver deciso
di attuare la stessa tattica che stava utilizzando Noemi, si stavano
ignorando! Non che questo fosse positivo per lui ma non doverlo
sentire sospirare affranto oppure in versione zombie era decisamente
meglio. Almeno si distraeva. Lanciai un occhiata al sedile dietro
dove erano sedute Emma, Noemi e, purtroppo per quest'ultima, Ania.
Sembrava aver fatto amicizia con Emma ma Noemi non la digeriva
affatto e non era difficile ipotizzare il motivo. Anche se il
comportamento di Noemi mi sembrava sempre più insensato.
Comunque
basta complicarsi la vita con queste stupidaggini. Riprendiamo il
viaggio!
Eravamo
quasi arrivati alla baita che ci avrebbe ospitato per 4 notti e 5
giorni e ci godevamo lo spettacolo dei boschi innevati. La neve era
meravigliosa, tanta e doveva esserne caduta anche la notte
precedente, perché era ancora fresca. Ma il cielo ora era
azzurro e
il sole brillava più che mai.
-Simon
tieni- Emma si sporse in avanti sul sedile porgendomi la crema solare
e io sbuffai.
-Ma
dai, non fare l'esagerata. Non andiamo neanche in giro subito, come
faccio a bruciarmi mentre posiamo i bagagli?-
-Non
fare l'idiota e mettila subito così sarai coperto dal sole e
non
dovrai metterla dopo. Io non te lo ricorderò anche se ti
vedo
arrostire e tu non te lo ricorderai mai da solo!- mi
rimbrottò lei
incrociando le braccia al petto.
-Ma
come mai dovete mettervi la crema in montagna?- chiese Domenico
mentre seccato mi spalmavo la crema sul viso più velocemente
possibile.
-Abbiamo
una pelle molto chiara purtroppo e i raggi solari che si riflettono
sulla neve bianca abbronza, anzi, brucia!- gli spiegò lei.
-Quante
volte vi siete bruciati per il sole?- domandò curioso
Lorenzo,
avvicinandosi purtroppo con la macchina fotografica sempre in mano.
Mi fece una foto e lo guardai malissimo. Lui sorrise con aria
mortificata ma ci avrei scommesso che era profondamente divertito.
-Un
paio di volte. Ma in genere mia madre ci riempiva sempre di crema
quindi per fortuna mai troppo. Se non contiamo naturalmente l'ultima
volta. Simon si è ustionato ed è rimasto il resto
della vacanza a
letto con la febbre e le bende!- rispose subito Emma.
-Certo
che sei sempre a rivangare il passato tu! Comunque tieni. E se non ve
ne siete accorti, visto che siete tutti a sparlare di me, siamo
arrivati e il prof ci ha detto di scendere dal bus e prendere i
nostri zaini!- dissi avviandomi verso le porte appena aperte.
Ma
perché dovevo avere una sorella che mi metteva sempre in
imbarazzo?
Tirai fuori il mio borsone in mezzo agli altri e controllai dov'era
quello di Emma. Glielo porsi, mi aveva raggiunto subito, e guardai la
baita che ci avrebbe ospitato. Era bella, sembrava molto rustica e mi
ritrovai ad immaginare la reazione di Ilaria. Gli sarebbe piaciuta un
sacco. Sbuffai esasperato e presi il telefono per vedere se mi aveva
risposto all'ultimo messaggio che gli avevo inviato. Ma il telefono
non prendeva. Uffa, ci mancava solo questa, il telefono non prendeva
qui!
*********
Emma
Il
telefono non prendeva! Ero quasi disperata quando quelli della
reception confermarono quello di cui tutti noi ci stavamo
più o meno
lamentando. Il telefono non prendeva se non in piazza ed era a dieci
minuti da qui ma potevamo usare il telefono della reception anche se
le chiamate sarebbero state a nostro carico.
Va
bene, avrei trovato il modo di sentirlo il più possibile
comunque.
La piazza non era lontana e magari ci saremo stati comunque.
Già
questo pomeriggio in programma c'era il fare un giro in paese,
l'avrei sentito all'ora.
Andammo
tutti in camera e fui contentissima che le stanze erano solo con due
letti, così mi ritrovai in camera con Noemi. Ania era
simpatica, o
almeno vedevo che si sforzava un po' di esserlo, ma averla attaccato
ogni secondo non era una cosa esattamente piacevole.
Poggiai
il mio trolley sul letto e guardai Noemi che aveva già
aperto il suo
e si era messo a cercare qualcosa.
-Hai
dimenticato qualcosa?- domandai.
-No,
ricordo di averlo messo. Ah, infatti, eccolo qui- e tirò
fuori un
vestito di lana bianco davvero bello.
-Ti
posso chiedere che intenzioni hai? Vuoi far innamorare parecchi
ragazzi?- la ripresi scherzando.
Lei
guardò il vestito all'improvviso, seria.
Restammo
in silenzio per un po', mentre lei si cambiava.
Quando
si girò per guardarsi nel grande specchio nell'armadio gli
feci i
complimenti e lei tornò a sorridere. Io la guardai
interrogativa
però, non riuscivo a capirla.
-Lo
so che mi sto comportando in modo strano ma... non lo so
perché lo
sto facendo- borbottò triste.
Io
mi alzai e l'abbracciai di slancio.
-L'amore
fa fare cose assurde, lo so. Pensa, io sto uscendo completamente
pazza!- tentai di consolarla.
-A
questo proposito, non mi hai detto niente di ieri sera. Cosa avete
fatto tu e Federico?- chiese curiosa con un sorriso malizioso.
Io
arrossì di botto.
-Mi
prenderesti in giro fino alla fine dei tempi se te lo dicessi.
-No,
dai, e cosa avrai mai fatto? Dai, ora non puoi più non
parlare,
sputa il rospo!!!!-
********
Ilaria
-E
ha riso per quanto?-
-Una
ventina di minuti buoni. Non gli racconterò più
niente a quella
ragazza- sbuffò Emma e risi immaginando la scena.
-Povera
te. Ma piuttosto l'hai già sentito a lui?- domandai curiosa.
-Sì.
Gli ho telefonato prima, mentre tu eri al telefono con mio fratello-
io sorrisi.
-Tuo
fratello è la persona più dolce del mondo, lo
sai? Mi ha detto che
sembra tutto bruttissimo senza di me lì- e il mio cuore si
sciolse
come al solito quando pensavo a lui.
-Bene,
posso aggiungere anche sdolcinato alla lista dei difetti di Simon- lo
prese in giro.
-Non
ci provare, a me va benissimo così. E Federico che ti ha
detto?-
-Che
lo sapeva che il telefono non prendeva molto lì,
c'è un suo amico
che abita qui e ha sempre difficoltà a sentirlo!- mi rispose
piuttosto sintetica.
-E
poi?-
-Niente!
Ha chiuso quasi subito perché lavorava- sembrava delusa,
giustamente.
-E
ora quando lo sentirai di nuovo?-
-Immagino
domani, non so... probabilmente ci sentiremo di più io e te
che lui
e io. Vedendolo da questo punto di vista penso sia stato meglio che
non mi sia lasciata andare ieri sera, me ne sarei pentita un sacco
sentendolo così lontano- mi confidò.
-Non
dire così, se aveva da fare non poteva fare altrimenti. Ci
scommetto
che ora si sta tormentando perché vorrebbe essere
lì, così come lo
sto facendo anch'io!-
*******
Federico
-Che
fai questo week end imbecille?- domandai a Alex.
-Pensavo
di scendere da te, c'è qualche festa interessante?-
-No,
niente, quindi stai casa e aspettami, ok?-
-E
come mai vuoi venire in questo posto isolato che hai sempre
snobbato?-
-Perché
c'è una persona che voglio venire a trovare. Fa il
compleanno e gli
voglio organizzare una sorpresa-
***
Ilaria
Secondo
giorno senza Simon e dovevano anche scegliere le parti per il
balletto. Cavolo, cavolo, cavolo! Se ci fosse stato lui gli avrei
chiesto di accompagnarmi, stare ad aspettare mentre entravamo uno per
uno in aula non era per niente una cosa facile. Per fortuna che con
me c'era almeno Laura.
-Mamma
mia che ansia per una cosa che poi sarà inutile.
Finirò ad
abbassare e alzare il sipario, ne sono certa- sbuffai.
-Ilaria
smettila, non ti sottovalutare così tanto. Sei una ballerina
fantastica e non te ne rendi neanche conto, vedrai che avrai una
bellissima parte. Piuttosto preoccupati per me, io si che
finirò a
fare un albero o un lampione!- si schernì lei sorridendomi
incoraggiante.
-Certo
Laura, se tu fai il palo io cosa farò mai, un cespuglio? Tu
sei
molto più brava di me e non dimenticare una cosa
importantissima che
ti distingue da me!-
-Quale
scusa?-
-L'altezza!
Io sono una nana, non dimenticarlo stangona!- e ridemmo tutte e due.
Quando
le risate si spensero mi guardai in giro ed esclamai:
-Ma
hai visto quanta gente c'è? E io che pensavo che avesse
selezionato
solo poche persone speciali- dissi un po' infastidita. Insomma,
pensavo fosse un offerta più unica che rara.
-C'è
tanta gente ma alla fine saremo solo un quarto di tutti questi. E poi
non sono solo persone della nostra scuola. Ce ne sono un sacco che
lei ha pregato di venire da fuori, alcuni sono anche famosi. Per
esempio quel ragazzo lì…- e mi persi nei mille
nomi che mi nominò.
Devo ammettere che per amare il ballo ero stata davvero fuori da
questo mondo per troppo tempo, non conoscevo nessuno di quelli che mi
indicò, con solo qualche eccezione. Quando entrai ero sempre
più
convinta che mi sarei ritrovata a muovere il sipario dietro le
quinte!
***
Simon
-E
meno male che ti aspettavi di non ricevere neanche una parte! Sei
quasi disgustosa!- scherzai tra le risate.
-Guarda
che me la potrei prendere! Comunque ne sono davvero sorpresa, potevo
aspettarmi qualsiasi parte ma non quello della protagonista, mai e
poi mai! Ma so perché ha scelto me, o almeno l'ho capito
dopo aver
visto chi faceva il protagonista maschile-
-Perché?-
chiesi accigliato, decisamente seccato che ci fosse un protagonista
maschile di fianco a lei.
-È
un ballerino molto bravo ma è piuttosto basso, quindi per
non farlo
sfigurare non gli avrebbero mai potuto mettere altro che me, la
più
nana di tutti! Incredibile come la mia altezza per una volta mi abbia
avvantaggiata invece che sminuita!- e ne era davvero sorpresa.
-E
chi ti dice che non è successo il contrario? Magari volevano
te e
hanno scelto uno non troppo alto per non farti sfigurare- gli feci
notare l'altra possibilità!
-Ah
ah ah! Non farmi ridere Simon, meglio. Sono contentissima di sentirti
comunque, anche se temo che tu non debba essere in piazza a quest'ora
ma di sicuro a fare qualcos'altro. Non ti starai mettendo nei guai
per me, per caso?-
-Noooo,
per niente. L'attività del pomeriggio sarebbe stata visitare
un
museo di qualche tipo ed io mi sono solo allontanato un attimo,
nessuno si è accorto di niente, tranquilla. E ora torno
comunque,
fingendo di essere sempre stato lì- dissi con
tranquillità.
-Allora
vai, dai. Ci sentiamo stasera? Riesci a sgattaiolare fuori un altra
volta?- mi chiese quasi con apprensione.
-Non
usare quel tono sennò vengo di corsa da te, chiaro. E penso
di
esserci stasera-
-Ti
devo mancare tanto allora- notò quasi gongolante.
La
schernì.
-Troppo
sicura di te piccola, non va bene. Diciamo che non vedo l'ora di
tornare a casa, qui fa un freddo cane-
-Se
fossi qui ti meriteresti come minimo un pugno! Ciao amore-
-A
dopo-
***
Domenico
Ok,
stavo decisamente sclerando. Ma perché si comportava
così? Per due
giorni mi aveva del tutto scansato e ignorato e oggi stava flirtando
con quel tizio? Se si aspettava che sarei corso da lei a fare il
geloso se lo scordava, non avevo intenzione visto come si stava
comportando. Avevo sbagliato a illudermi, semplice. Aveva fatto
quello che faceva sempre con gli uomini, quello che del resto facevo
io prima con le ragazze. Basta, dovevo concentrarmi su quello che
stavo facendo, cioè tentare di sciare. Non era il caso di
distrarmi,
potevo cadere e rompermi un osso, speriamo non proprio quello del
collo.
In
quel momento mi raggiunse Simon. Lui era già attaccato da
un'ora
alla sua tavola e faceva strillare le ragazzine di ammirazione con
discese e acrobazie da maestro.
-Allora
Domenico, come va'?- mi domandò togliendosi gli occhiali da
scii.
-Sono
caduto solo una volta per fortuna. Ma non mi sento a mio agio, non
potrò conquistare nessuno andando in giro su questi cosi-
scherzai
indicando gli scii.
-Aspetta
stasera, se non sbaglio ci sarà una specie di festa al
ristorante e
con un po' di fortuna potremmo riuscire a partecipare col permesso
dei prof. So che i rappresentanti sono andati già a fargli
la
richiesta. E anche se non abbiamo il permesso, chi è che ci
ferma,
giusto?- sghignazzò lui e io risposi allo stesso modo.
-Noi
andremo sicuramente e ci divertiremo fino allo sfinimento-.
Sì,
meglio tornare alla vita di prima.
******
Simon
Sai,
non sono sicura che Ilaria sarebbe contenta di sapere che stai
andando ad una festa?
Oh,
finiscila. Non ho intenzione di fare altro che ballare un po' e bere
qualcosa con gli altri. Non tradirei Ilaria neanche con una top
model. E comunque con questo vuoi dirmi che non viene perché
il tuo
Renzi non approverebbe?
No,
non mi piacciono le feste, lo sai. In più voglio essere
riposata e
tranquilla domani visto che andremo in giro per visitare il paese e
la grotta.
Capisco,
beh, allora buon riposo! Io vado, se hai bisogno sai come
contattarmi! E la lasciai sola sul divano.
Non
mi piaceva rivederla così asociale, se ci fosse stata Ilaria
l'avrebbe sicuramente travolta con la sua allegria.
A
questo proposito, dovevo ricordarmi di chiamarla stasera.
*********
Emma
No,
Ilaria non sarebbe stata sicuramente contenta di vederlo andare
vestito così ad una festa. Lo guardai andare via e cercai di
farmi i
miei affari, ricominciando a leggere. Era una delle miei situazioni
ideali, un salotto quasi del tutto vuoto, un divano caldo e comodo,
un libro bellissimo in mano e il caminetto acceso di fronte a me.
Quanto amavo il camino!
Un
flash mi colse di sorpresa e alzai lo sguardo appena in tempo per
vedere abbassare la macchina fotografica a Lorenzo e sorridermi.
-Ci
avrei giurato che non saresti andata alla festa. Ti sei davvero
trovata un bel posto per leggere- mi disse.
-Sì,
in effetti è davvero un bel posto. E tu come mai non vai? Ci
saranno
tante cose da fotografare!- gli chiesi incuriosita. Era anche vestito
piuttosto bene, segno che la sua intenzione era quella.
-Ci
sono già passato ma c'è troppa confusione. Qui si
sta molto meglio-
e mi fissò piuttosto intensamente. Forse era la situazione
particolare, quell'atmosfera che prima era rilassata e ora
leggermente elettrica, forse proprio il suo sguardo strano ma iniziai
a sentirmi a disagio.
Bisognava
trovare qualche argomento per parlare.
-Hai
fatto qualche bella foto in questi due giorni?- mi illuminai
riuscendo a trovarlo.
-Sì,
un paio. Vuoi vederle?- e detto questo accese la macchina e mi si
avvicinò tranquillo. La sua tranquillità mi fece
acquietare,
insomma, eravamo amici niente di più. Che male c'era a stare
vicini
su un divano da soli e con davanti a noi un caminetto acceso
bellissimo.
Ok,
detto così poteva sembrare chissà cosa, ma non lo
era
assolutamente, l'importante è che lo sapevamo noi, giusto?
Giusto!
Restammo
a parlare del più e del meno per un po', contenta che
nonostante
tutto riuscissimo a parlare di nuovo senza problemi. L'importante era
non lasciare che il silenzio diventasse inquietante. Verso le dieci e
mezza decisi di andare a letto e mi alzai per andare nella mia
stanza.
-Ti
accompagno! Anche io vado a letto- disse seguendomi.
Ci
salutammo sulla soglia della porta della mia stanza e la cosa si fece
di nuovo imbarazzante, ma per fortuna si limitò a salutarmi
con la
mano, non si avvicinò minimamente, cosa che comunque non gli
avrei
permesso.
********
Simon
-Sono
contenta che hai acconsentito a fare questa passeggiata, la luna
rende questo paesaggio fantastico, non trovi?- Ania mi sorrise
stringendosi nel suo cappotto con la pelliccia. Non sapevo
perché
aveva acconsentito ad uscire, forse perché volevo una
boccata
d'aria. La sala dove c'era la festa era troppo piena e mi ero sentito
quasi senza aria. Ma sapevo che non era solo questo. C'era una
ragazza prima che mi aveva sorriso e che assomigliava molto a Ilaria,
non troppo, ma per un attimo avevo seriamente pensato fosse lei. E
avevo risposto al sorriso. Cosa che mi aveva in un certo senso
destabilizzato. Cosa ti prende Simon, basta incontrare una ragazza
simile a lei e perdi la testa? Così avevo deciso da
principio di
uscire un attimo e Ania mi aveva più o meno seguito, in
realtà.
Anche se secondo lei sembrava quasi fossimo usciti insieme. Questo
poteva essere un problema, quella ragazza era un po' troppo equivoca
per i miei gusti.
-Simon,
mi stai ascoltando?-
-Stavo
riflettendo su una cosa. Che stavi dicendo?-
-Che
sembra tutto molto romantico qui- ma il suo tono era decisamente
seccato, evidentemente era infastidita e non poco dal fatto che non
gli avessi dato retta.
-Senti
Ania, forse dovremmo mettere fine a questa situazione. Io sto con
Ilaria, ok? È piuttosto fastidioso che approfitti di
qualsiasi
momento per provarci. E giusto per la cronaca non saresti il mio
tipo- forse fui troppo brutale, Emma mi avrebbe sicuramente ricordato
cosa voleva dire avere un po' di tatto, ma non me ne importava
troppo.
-Scusami,
tu il mio tipo invece lo sei. In più sento che in te
c'è qualcosa
di speciale, così come in tua sorella-
La
guardai accigliato.
-Cosa
intendi?-
-Non
ne parlo spesso ma anch'io sono particolare e per questo non mi trovo
spesso con la gente. Mi mostro spavalda, punto sulla bellezza,
perché
così mi sento accettata- rivelò in un sussurro
guardandomi negli
occhi.
-Sei
particolare? Mi stai forse dicendo che sei pazza?- cercai di
sdrammatizzare.
-Mi
prometti di non dirlo a nessuno?- mi domandò avvicinandosi
pericolosamente a me.
-Se
non è una cosa illegale-
Lei
mi sorrise e poi si abbassò per prendere un po' di neve tra
le mani.
Con mia sorpresa la fece galleggiare in aria e concentrandosi
cercò
di dargli la forma di una palla.
Emma!!!
Cosa
c'è?
Ho
trovato un'altra persona magica!
Cosa?
Chi?????
Ania!
Non
fare idiozie, non dire niente di noi e fai finta di essere
più
sorpreso possibile.
Ma
perché? Insomma, anche lei è come noi!
Non
ti fidare Simon. Non lo fare, potrebbe essere una trappola. Ho un
brutto presentimento, torna subito qua con una scusa.
Sentì
la sua inquietudine e quella strana sensazione di essere...
osservati. Mi girai di scatto verso il bosco, con la sensazione che
ci fosse qualcuno lì. Presi la mano di Ania e la fermai.
-È
un gioco di prestigio davvero ingenioso, devo ammetterlo, ma non mi
incanti. Io non credo alla magia, non sono più un bambino.
In più
torniamo dentro? Fa un po' troppo freddo, non trovi?- avevo cercato
di essere più convincente possibile ma sapevo che non lo ero
stato
abbastanza. Non era la reazione giusta ma non potevo fingere quello
che non capivo. Sicuramente avevo fatto una cosa però, la
persona
che mi seguiva sapevo che l'avevo visto.
***
Domenico
Basta,
non potevo sopportare ancora per molto la visione di lei che ballava
con quell'idiota.
-Senti,
non mi va più di stare qui...- iniziai a dire a Maria, una
ragazza
simpatica con cui avevo ballato e bevuto un po' e che ora mi stava
parlando di qualcosa a cui non avevo dato attenzione.
Lei
mi guardò stupita ma poi sorrise furba.
-Se
vuoi andiamo in un altro posto più... appartato!- mi propose
e capì
che non ero stato molto chiaro nelle mie intenzioni.
-No,
cioè, intendo che voglio proprio andare a riposare. Grazie
comunque,
in un altra occasione mi sarebbe davvero piaciuto stare con te- e non
mentivo. Maria era una ragazza davvero bella, di quelle che prima di
rendermi conto di cosa provavo per Noemi mi sarei fatto senza molti
scrupoli.
Ma
ora non ne avevo proprio voglia. Facciamo che iniziavo a rifare il
bastardo dal giorno dopo?
Lei
parve offesa ma mi salutò e scomparve, probabilmente pronta
a
trovare qualcun altro con cui divertirsi un po'.
Mi
guardai intorno cercando gli altri ma non li vidi, neanche Simon.
Chissà dove si erano cacciati. Non mi rimaneva che andare in
bagno e
poi tornare in camera.
Finì
in un sorso la mia bibita e poi andai facendomi spazio tra la folla.
*******
Noemi
Non
lo vedevo più. Ma dove si era cacciato? Possibile che fosse
con
quell'oca da qualche parte? Mi staccai di dosso Kyle, che mi
guardò
accigliato.
-Dove
vai baby?- chiese con il suo strano accento straniero.
-In
bagno- dissi senza dargli attenzione e partì alla sua
ricerca.
Perché avevo fatto così tanto l'idiota?
Perché ero andata a
spingerlo tra le braccia di qualcun'altra? Oh Dio, avevo bisogno di
un bravo psicologo, uno molto bravo però per potermi capire.
L'idea
che baciasse anche solo un altra ragazza dopo tutto quello che
avevamo fatto mi uccideva quasi, non doveva farlo, non poteva. Io
avevo solo flirtato con quell'idiota e ancora meglio non avevo
intenzione di farci niente, come poteva lui sentirsi in diritto di
stringere qualcun altro al posto mio? Di baciare qualcun'altra, di
stringerla a se, di accarezzarla, di.... ah, avevo quasi voglia di
urlare dalla frustrazione. Non trovandolo in sala decisi di provare
il tutto per tutto ed entrai nel bagno degli uomini. E lo trovai a
lavarsi le mani.
*******
Domenico
Fui
investito da una furia vestita di blu. Fu solo perché
riconobbi
quelle labbra, quel sapore, quelle mani che mi arruffavano i capelli
e me li tiravano nel disperato tentativo di avvicinarmi ancora di
più
a lei che non la respinsi subito. Le mie mani si poggiarono sui suoi
fianchi e mi lasciai baciare, ma non risposi al bacio.
No,
non poteva spuntare dal nulla e pensare di trovarmi come un cane
felice e scodinzolante per il suo ritorno. Strinsi la mascella con
rabbia e la staccai da me guardandola negli occhi. Anche lei era
arrabbiata, cosa che non riuscì a capire e che mi confuse,
abbastanza da reagire diversamente quando si avventò di
nuovo sulle
mie labbra. Risposi al bacio, un bacio feroce, arrabbiato come noi,
che sfiorava quasi la violenza. Tentai di ragionare nuovamente,
bloccai le mie mani che stavano scendendo dalla loro posizione sulla
schiena di Noemi, ma poi sentì le sue che mi slacciavano la
cintura,
che mi sfilavano la camicia dai pantaloni...
La
presi per i polsi e la bloccai, inchiodandola con la schiena contro
il muro. Ansimavamo e ci guardavamo in cagnesco.
-Voglio
una spiegazione, ora e subito- dissi.
-Ti
voglio, tu sei mio e di nessun'altra. Avrei voluto staccare tutti i
capelli a quella cretina che ti si è appiccicata addosso e
quando
non ti ho visto temevo te ne fossi andato con lei-
-Cosa
ti sarebbe interessato? Non mi sembra che negli ultimi tempi mi hai
calcolato molto. Ti sei appiccicata a quel bamboccione da stamattina,
perché non avrei dovuto fare lo stesso?-
-Perché
sei mio-
-Tuo?
E le mille volte che ti ho cercato? Quante mie chiamate o messaggi
hai ignorato cavolo, quanto mi hai fatto penare in questi giorni.
Pensi di poter decretare che sono tuo dopo che mi tratti
così. Non
sono un oggetto e neanche un cane, quindi smettila di trattarmi
così!
E guardami dannazione!- la scossi violentemente, al limite della
sopportazione visto che lei aveva abbassato lo sguardo a terra.
-Non
ti considero un oggetto- sussurrò.
-Mi
stai trattando così però. Ti stai comportando
come una bambina a
cui hanno toccato il proprio giocattolo- l'accusai.
-E
tu pensi di essere più maturo di me? Hai fatto il galletto
con
quella ragazza solo perché io stavo ballando con quello,
vero?- mi accusò a sua volta.
-E
tu perché mi hai ignorato, trattato così e ora
rivendichi questa
pretesa assurda su di me?-
-Perché
io ti amo- me lo sputò quasi in faccia, furiosa, con un tono
leggermente isterico e vicino alle lacrime.
All'improvviso
mi resi conto che forse gli stavo stringendo troppo forte i polsi,
avevo i pugni bianchi. La lasciai libera per poi guardarla gelido.
-E
tu fai così quando ami una persona, la lasci? Non dare per
scontato
però che le persone ritornino da te- e voltandomi
uscì dal bagno.
*******
Emma
Ero
angosciata a aspettai con trepidazione che Simon tornasse. Uscii
dalla mia stanza con il pensiero di aspettarlo ma invece mi trovai
sorpresa il professor Neri davanti alla porta. Sobbalzai spaventata e
poi mi resi conto che gli altri se n'erano usciti senza permesso e
che lui mi guardava con una faccia che non prometteva niente di
buono.
-Lei
ha idea di dove siano i suoi compagni?-
-Non
sono nelle loro stanze?- feci la finta tonta.
-No.
La sua compagna di stanza?-
-Si
sta facendo un bagno. Vuole forse controllare?- pregai mentalmente
che Noemi non spuntasse dal corridoio proprio in questo momento e non
abbassai lo sguardo.
-Quindi
se scendessi sotto, alla festa che ha organizzato l'albergo, non
troverei i suoi compagni probabilmente a bere alcolici?-
-Non
ne ho idea. Non sono la balia di nessuno, dovrebbe essere lei a
sorvegliarli, non io- risposi con un tono più impertinente
di quanto
dovessi, probabilmente.
-Signorina
Wilson ancora non riesco a capire perché le sto tanto
antipatico.
Lei è una studentessa brillante, non dovremmo per forza
essere
contro. Potremmo giocare allo stesso gioco, lo sa?- lo guardai male,
anzi malissimo.
-Mettermi
contro i miei amici per avere agevolazioni di cui non ho bisogno non
mi sembra un'idea geniale. E ora mi scusi ma è tardi e vado
a letto,
buonanotte- e gli chiusi la porta in faccia. Che incredibile...
******
Stefano
...stronza.
Neanche gli avessi chiesto di venire a letto con me. Ma non
è che
aveva capito quello? Ok, stavo perdendo la concentrazione e non era
il caso. Ma una cosa era sicura, non potevo contare sul cercare di
stargli simpatico. E non potevo contare neanche chissà
quanto su
quella stupida di Ania che doveva fare il suo lavoro ma lo stava
facendo malissimo. Insomma, entrare nelle grazie di quell'idiota
rosso doveva essere una bazzecola per lei e invece cosa faceva?
Perdeva tempo inutilmente.
Lo
sapevo che dovevo puntare sulla bionda, ma non era venuta alla gita
dannazione. Lei era più malleabile, sarei riuscito a
metterla in
difficoltà facilmente e sarebbe arrivato subito Simon a
salvarla
mostrando a tutti i suoi poteri. Se non riuscivo a incastrarli ero
spacciato.
***
Domenico
Il
freddo mi stringeva il cuore in una morsa inesorabile.
Avevo
fatto bene, non poteva trattarmi così, questa era una cosa
da
mettere in chiaro. Ma allora perché avevo una dannata voglia
di
voltarmi e baciarla appassionatamente, di farla mia subito
fregandomene del fatto che eravamo nel bagno degli uomini? Mi
incamminai verso la scala che mi avrebbe portato alla mia stanza
quando realizzai che mi aveva detto davvero che mi amava. Stupido,
stupido, stupido!!! Mi voltai per tornare indietro e me la trovai
davanti. Aveva gli occhi rossi, segno che qualche lacrima era scesa
ma era stata cacciata da mani rabbiose, e rimase stupita anche lei di
trovarmi davanti a se.
-Niente
più ignorarmi, ok?-dissi spezzando il silenzio che era duro
come una
lastra di ghiaccio.
-La
prossima volta cercherò di parlare- promise.
E
la strinsi subito a me baciandola con forza. Ci dimenticammo che
eravamo in un corridoio, che c'erano migliaia di persone intorno a
noi, più professori che se ci avessero visti ci avrebbero
messo in
punizione. No, quello che contava e averla tra le mie braccia e avere
la consapevolezza che lei mi amava!
***
***
Ed ecco il nuovo capitolo! chiedo
ancora scusa per il ritardo ma questo è un brutto periodo,
pieno di esami che sto davvero penando a preparare. ne ho fatto uno
terribile e ne devo fare ancora altri due nel giro di due settimane...
se uscirò viva da questa sessione estiva vi
porterò sicuramente il nuovo capitolo! scusatemi se sono
sintentica ma devo ritornare a studiare, un ringraziamento a tutti
quelli che leggeranno. temo di non avere il tempo di ringraziarti a
parte Rosaly per la tua ultima recensione quindi lo faccio brevemente
qui. grazie, un bacio immenso e alla prossima!!!!!!!
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