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N/A: Scritta
per 24hours_of_fun,
prompt #2 [Immagine], e per 500themes_ita,
prompt #113.
Incantevole resa.
Stubborn
love
Si
scaglia contro di lui con tutta la forza che ha –
cioè ben poca, ora che è umana.
Ed
Elijah non sa nemmeno come fa a rendersene conto, se è il
suo odore, il suo modo di muoversi, o semplicemente la disperazione nei
suoi occhi, fatto sta che capisce che Katherine è tornata
umana ancora prima che lei glielo urli in faccia, quasi per incolparlo
di quel crimine immondo perpetrato ai suoi danni.
«Guardami!
Guardami, maledizione, guarda! Sono umana!»,
grida Katherine, e nei suoi occhi risplendono lacrime di rabbia e
frustrazione.
Sopraffatto
per qualche momento, Elijah la guarda, convinto forse di poter rivedere
Katerina.
Con
gli occhi della memoria l'ha rivista spesso: bella e dolce come una
rosa ancora in boccio, con i boccoli bruni sciolti sulle spalle e
corone di fiori nei capelli, seduta in riva al fiume, con i piedi nudi
nell'acqua gelida, gli occhi semichiusi e un sorriso malizioso sulle
labbra. Quanta spensieratezza nel suo continuo offrirsi e volersi far
prendere, come un eterno gioco non più tra bambini ma non
ancora tra adulti. Quanto aveva amato quella Katerina.
Ora
la guarda, ma non la vede.
E
lei ride, isterica, cattiva, delusa. Perché sa benissimo
cosa sta cercando.
«Non
si possono riportare in vita i morti, Elijah», sibila,
sprezzante. «Non se loro non vogliono tornare
indietro.»
Quanta
verità. Katherine non ha mai vissuto di fantasmi.
Elijah
chiude gli occhi e si massaggia le tempie con la punta delle dita.
Klaus non è lontano e non deve assolutamente sapere di
Katherine. Ha già fatto due volte questa scelta, non
potrebbe sopportare di farla una terza volta.
«Cosa
vuoi da me, Katherine?», domanda quindi.
«Aiuto»,
risponde lei. «Ti ho già affidato la mia vita una
volta, ora te la sto affidando di nuovo. È l'unica cosa che
ho, ed è nelle tue mani.»
Elijah
sospira.
«Ho
troppe vite tra le mie mani, in questo momento. E con te non saprei
neanche da dove cominciare.»
A
quelle parole – che non sono proprio un invito, ma che
decisamente non sono un rifiuto - Katherine sembra calmarsi un poco.
Solo in quel momento Elijah si rende davvero conto di quanto lei
fosse spaventata. E sola. E spaventata di essere sola, per la prima
volta inerme di fronte al mondo.
Katherine
si ravvia i capelli dietro le orecchie e sorride, ed Elijah realizza
improvvisamente due cose: primo, che quello non è altro che
uno dei suoi tanti piani, e secondo, che a lui non importa affatto.
«Offrimi
un bicchiere di bourbon ed un letto», mormora Katherine, con
quella malizia ormai completamente priva di innocenza, ma comunque
seducente in un modo del tutto nuovo. «Possiamo cominciare da
lì.»
Ed
Elijah semplicemente annuisce, tendendole una mano.
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