“Jack…”
Una voce risuonava nella sua testa.
Lo chiamava.
Si mosse nel sonno, con un senso di inquietudine.
“…Jack…”
la voce si affievoliva.
“Chi sei?” chiese nel sonno, ma non ricevette
nessuna risposta.
Si svegliò pian piano mosso da un presentimento, si
alzò e si massaggiò il collo indolenzito e i
capelli bianchi e candidi. Cercò di aprire le palpebre, ma
non ci riuscì per via del sonno.
Cercò con la mano il bastone e quando lo trovò si
tranquillizzò, lo prese e si adormentò,
dimenticandosi del sogno e dormendo tranquillo grazie
all’omino dei sogni…
Stava succededo qualcosa nel mondo, qualcosa che ancora non riusciva a
spiegarsi.
Il vecchio con la barba guardava il globo da oltre un ora, osservando
le luci non più luminose e vive, ma flebili e tremolanti.
“Hmm…” rimuginava da molto tempo, ma le
luci non smettevano di tremolare. Proprio non riusciva a spiegarsi il
perché.
Il suo primo pensiero fu che potesse trattarsi ancora del suo nemico
numero uno, Pitch Black, così chiese aiuto
all’uomo della Luna ma non ricevette risposta.
Così dopo un'altra lunga riflessione, decise che
era giunto il momento di richiamare i suoi colleghi.
Premette la maniglia e il globo s’illuminò di
colori che si espansero oltre la sua enorme casa sui ghiacciai e
proseguì il suo viaggio verso l’intero pianeta.
“Ah, sei qui Nord!” esclamò il ragazzo
dai capelli bianchi avanzando con aria ancora assonnata.
“Bensvegliato Jack!” lo salutò
l’omone ritornando allegro vedendolo.
“Ma che…” iniziò a chiedere
il ragazzo notando lo strano comportamento delle luci avvicinandosi al
grande globo, poi si voltò verso Nord che fece cenno di non
sapere cosa stesse succedendo.
“Pitch??” chiese allarmato.
“No, non credo.” Disse avvcinandosi al globo.
“Nord, tutto bene?” chiese Jack notando la sua
strana andatura.
“Si certo, mi sento piuttosto stanco
ultimamente…”
“Non sarà la vecchiaia che avanza?”
scherzò il ragazzo.
“Ha ha. Scherza quanto vuoi, io intanto vado ad aspettare
ospiti!” disse avviandosi alla porta.
“Vieni?”
“Mi dispiace, ma ho un impegno!”
“Impegno?”
“L’inverno è alle porte ed è
arrivata l’ora che io entri in scena!”disse mentre
si sgranchiva le braccia, poi spalancò la grande finestra
dello studio di Babbo Natale e si tuffò fuori in picchiata
lanciando un urlo di gioia, e piccoli fiocchi di neve iniziarono a
volteggiare nell’aria, mentre Nord lo guardava volare via
sorridendo.