Ogni volta che torturava o
uccideva provava un piacere perverso, che la eccitava e l'esaltava
meglio di qualsiasi droga.
Le piaceva udire quelle urla
di dolore ogni volta che utilizzava la maledizione cruciatus o quando
usava il suo coltello per affondarlo nella tenera carne delle sue
vittime.
Era ancora meglio di quando
incontrava il suo Signore, no niente era meglio dei brividi di
piacere che le invadevano il corpo quando era al cospetto di
quell'uomo che venerava come un dio.
Nessuno era come lei, nessuno
provava tanta devozione verso di lui, se glielo avesse chiesto si
sarebbe perfino uccisa per compiacerlo.
Era cresciuta con le idee
purosangue dei suoi genitori e le aveva sempre condivise.
Per questo quando quel mago
oscuro era salito al potere non aveva esitato a seguirlo, fino a
diventare la sua seguace più fedele.
Non aveva esitato ad uccidere
pur di ripulire il loro mondo dalla feccia che camminava sul suolo
magico dove abitavano da molti secoli.
Quando il Signore Oscuro
ritornò in vita dopo quattordici anni, dalla sua cella di
Azkaban, Bellatrix sapeva che presto sarebbe venuto a liberarla.
Accarezzò e baciò
il marchio impresso sul suo braccio con devozione, mentre ben presto
le sue urla di gioia si mischiarono con i tuoni che preannunciavano
un temporale in arrivo.
Iniziò a ridere
incontrollatamente come una bambina e anche se era molto stanca
iniziò a saltellare dalla contentezza. Presto le persone che
l'avevano rinchiusa lì dentro sarebbero tutte morte per mano
sua.
Finalmente il suo desiderio
si era avverato e lei avrebbe presto rivisto l'uomo che amava più
di se stessa: il suo Signore.
Appena uscita da lì
avrebbe iniziato nuovamente a macchiare le strade di sangue.
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