-Capitolo
2:October-
He
was frozen sky
In
october night
Darkest
Cloud
Endless
Storm
Raining
from his heart
(October
& April by The
Rasmus)
Inutile
ammasso di noiosi umani.
Si
portò il bicchiere di vetro alle labbra, lasciandosi baciare
dal sapore del vino intrappolato in quella piccola prigione.
Guardò
la folla di persone che lo circondavano e provò il desiderio
di trapassare una ad una le loro anime, di strapparle via dai loro
corpi e di gettarle nel vuoto da cui erano originate.
Li
odiava. Non tollerava i loro
odori sgradevoli e rivoltanti, mal sopportava le loro voci troppo
numerose e assordanti, detestava il modo in cui si guardavano tra
loro, il modo in cui si parlavano e il modo in cui si comportavano.
Odiava
tutto di loro.
Spesso
si chiedeva il motivo per cui vivesse in mezzo a quelle creature;
convivere con un branco di porci era molto più gradevole e
sopportabile.
“Proibizionismo.”
annunciò Rebekah solennemente. Si guardò attorno,
accavallando le gambe, troppo nude secondo il parere del fratello, e
portandosi un bicchierino di pregiato bourbon alle labbra,
compiacendosi di quell'innata malizia che le riusciva spontanea in
ogni gesto che compiva. “Un periodo più fastidioso non
poteva capitarci, vero Nik?”
Klaus
alzò lo sguardo sulla disinibita sorella, e Rebekah bevve
velocemente, regalandogli poi un sorriso beffardo.
Il
ragazzo stava per chiederle quale epoca non fosse risultata loro
fastidiosa, anche se quella, probabilmente, le batteva tutte. Mai
prima di allora il mondo era stato capace così tanto di
schifarlo.
“Fammi
un fischio quando questo mondo vivrà un epoca adatta a noi.”
le rispose, non nascondendo l'acidità presente nella sua voce.
Lasciò
il bicchiere sul tavolo e guardò Gloria cantare sul palco; la
donna era così agghindata con piume e gioielli che la trovò
più simile ad un pavone che ad una potente strega. Era sinuosa
e accattivante; aveva una voce potente e graffiante che superava
tutti i numerosi rumori fastidiosi che quegli umani emettevano in
continuazione. Quando la sua canzone terminò, con un ultimo,
travolgente ruggito, la donna si congedò, annunciando che la
parte veramente clou della serata sarebbe presto arrivata.
Un
boato di applausi, fischi e voci che chiamavano la “leonessa”
s'innalzarono all'interno del locale, e Gloria abbandonò il
palco con eleganza, dirigendosi verso il retro del locale.
Klaus
si mostrò disinteressato; non gli importava nulla di quella
“leonessa” che tutti osannavano come fosse una
diva. Distese le braccia lungo lo schienale del divano e guardò
severamente la sorella.
La
ragazza aveva ripreso a guardare verso un punto tra la folla in mezzo
al locale, dove il giovane Stefan Salvatore stava ridacchiando
insieme con alcuni compagni di bevute. Il ragazzo si era accorto
delle attenzioni della bionda, e lanciava maliziosi sguardi nella sua
direzione, sentendosi fortemente ricambiato dalle occhiate languide
della ragazza.
Klaus
alzò gli occhi al cielo, inorridito da come la sorella fosse
solita interessarsi con troppa facilità a troppi uomini.
“Senza un uomo non puoi stare, Bekah? Ora vai dietro anche ai
novellini?” le domandò.
Rebekah
non si lasciò colpire dal tono duro del fratello; volse lo
sguardo verso lui e abbozzò un sorriso. “Nik, gli unici
non novellini che conosco siete tu, Elijah, Kol e Finn. E l'incesto
mi fa un po' ribrezzo sinceramente, sopratutto se con te.”
disse, piegò la testa da un lato e gli fece l'occhiolino.
Klaus
digrignò i denti, fortemente infastidito. Non bastava quel
locale che puzzava di alcool, fumo e umanità a
irritarlo, ci si doveva mettere anche Rebekah, con le sue continua
frecciatine.
“Perché
non ti trovi tu una giovincella invece? Dicono che la leonessa,
quella April, sia davvero una bellezza. Magari può calmarti un
po'.” disse e riprese a bere.
Klaus
sbuffò, nel momento stesso in cui le luci delle candele si
abbassarono all'arrivo imminente della promettente stella del locale.
“Sweetheart, se è abbastanza appetibile, il
massimo che posso fare è affondarle i canini nel collo.”
rispose. “Poi...una con un nome così patetico, non può
che essere una poveretta.”
Rebekah
non rispose, voltò la testa verso il palco nel momento stesso
in cui un'elegante ragazza in abito color perla, con un sorrisetto
accattivante sulle labbra rosse, raggiunse il microfono.
“Ora
puoi valutare con i tuoi occhi se è una poveretta o meno.”
proruppe, continuando a bere e muovendo il capo in direzione del
palco.
Klaus
su girò verso il palco e osservò, con fare
disinteressato, la protagonista dell'attenzione di tutti.
Avvenente
lo era e anche molto. Non molto alta, capelli lunghi e neri che
scendevano sulle sue spalle e tipici occhi da predatrice, di
quelli che facilmente catturavano gli uomini e li rendevano soggetti
alla loro bellezza.
Il
vampiro si soffermò su di loro, mentre quelli stavano
muovendosi tra la miriade di persone che April aveva di fronte. Non
erano per nulla impauriti, ma decisi, decisi a conquistare, a
confondere, rendere proprio quanto essi stessero catturando.
Eppure, c'era qualcosa in loro che colpiva Klaus: come se tutta
quella sicurezza che April ostentava senza troppa vergogna non fosse
altro che una facciata per ingannare il mondo esterno.
Quando
iniziò a cantare, il vampiro iniziò a contare i battiti
del proprio cuore.
Quello
era spento da tanto, troppo tempo, eppure a lui parve di sentirlo
tornare in vita nel momento stesso in cui quella giovane aveva aperto
bocca per dare inizio alla sua canzone. Capì perché la
chiamassero la leonessa; aveva una voce incantevole, di quelle che
potevano prenderti la mente e trasportarla il più lontano
possibile, però, quella, era allo stesso tempo forte e
ruggente, di quelle che non si potevano facilmente dimenticare.
Klaus
provò quella sensazione: il suo corpo era là, ma la sua
mente e il suo cuore arrivarono lontano, molto lontano, accompagnati
dalla potenza di quella melodia che fuoriusciva dalle labbra rosse di
April. Per un momento non provò più disprezzo per
quegli esseri umani, non sentì più quell'avversione
verso il mondo intero e vedeva e sentiva solo lei.
April
fece scorrere lo sguardo verso il punto in cui si trovava lui e,
quando i loro occhi si incontrarono, l'espressione sul viso della
giovane mutò. Impercettibilmente, ma mutò.
Il
mondo parve fermarsi in quel preciso istante.
E
fu così che il freddo di Ottobre incontrò il calore di
Aprile.
Ciao
a tutti! :D
Mi
scuso se anche questo secondo capitolo è stato corto come il
prologo, ma già dal prossimo i capitoli si prospetteranno più
lunghetti, anche se non troppo, per non annoiarvi e poiché si
tratta di un racconto particolarmente breve.
Ringrazio
infinitamente tutti coloro che hanno recensito il prologo, chi l'ha
letto silenziosamente e chi ha inserito questa storia nelle varie
cartelle.
Spero
di sentire di nuovo il vostro parere-positivo o negativo che sia-in
maniera tale da potermi rendere conto se questi primi passi che ho
mosso nel creare questa storia siano stati deludenti.
Vi
auguro di passare una buona domenica e vi ringrazio ancora per aver
letto.
Al
prossimo capitolo, un bacione!
Lelahel
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