Non Posso Fare A Meno Di Te
Per
primissima cosa premetto che questa è la mia prima fanfic su
HunterxHunter. Se state leggendo qui, significa che siete stati
attratti dall'introduzione. Non mi resta che augurarvi una buona
lettura. Poi, se mai, se vi è piaciuta, o anche se no,
potete lasciarmi una recensione per aiutare a migliorarmi! ^_^ Allora,
buona lettura!
Ringrazio DI CUORE la mia amica Kurama93 per avermi consigliato ogni
tanto cosa scrivere! Tvttb, Lau-chan!
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La
prima volta che ti vidi sentii il cuore sobbalzare.
Ma
non per lo stesso motivo di ora, no.
Ho
avuto una immensa paura di te e del tuo potere, quella volta.
[Chi
sei, oh principe?]
Non
scorderò mai il momento in cui i tuoi occhi incrociarono i
miei.
Secondi
interminabili.
I
battiti del cuore così lenti che ebbi paura che stessi
morendo
a causa di quel tuo sguardo.
[Non
di certo chi ti aspettavi.]
Poi
un brivido mi attraversò la schiena, mi bloccò le
gambe, mi
impedì qualsiasi movimento.
Se
no sarei scappato velocemente lontano da te e dai tuoi occhi.
Non
capisco ancora il motivo, però da allora le occasioni in cui
ci intravedevamo, seppur superficiali, aumentarono a dismisura.
[E
perché, allora, sei qui?]
Giravo
lo sguardo ed eccoti, accucciato a terra a giocare con le
tue carte, i capelli lucidi mai fuori posto, la pelle chiarissima che
risplendeva come producesse luce propria.
Ed
è proprio per questi assidui incontri che cominciai ad
osservarti con più interesse.
Dopo
tutto non sei un tipo che si vede tutti i giorni.
[Perché
nessuno è perfetto.]
Era
come se qualcosa dentro al mio petto diventasse sempre più
pesante.
Ti
vedevo, e non desideravo altro che avvicinarmi per parlarti.
La
curiosità di un bambino a volte batte la paura.
[Ma
io aspettavo il mio principe azzurro!]
Però
all’ultimo momento, quando mancava quel piccolo non so che,
ecco che indietreggiavo e cambiavo strada.
Non
riuscivo neppure a mantenere alto lo sguardo, quando i
nostri occhi si incrociavano distrattamente.
Come
pretendevo di poterti parlare?
[E
lui non arriverà.]
E
così ci rinunciai, a volerti avvicinare.
Potevo
vivere solo guardandoti da lontano.
Avevo
solo bisogno che la tua immagine non smettesse mai di
aleggiarmi nella mente.
[E
perché? Nelle fiabe arriva sempre!]
Poi
però, improvvisamente, senza che neanche me ne accorgessi,
sono cresciuto.
E’
stato così facile capire il perché di quella mia
dipendenza
da te, in quell’attimo.
Però
era strano per me provare quel…sentimento…
[Lo
so. Ma le fiabe sono solo il frutto di una fantasia.]
Inizialmente
lo chiamai solamente attrazione.
Dopo
tutto non ti avevo mai parlato apertamente.
Ti
avevo semplicemente osservato, e osservato, e osservato.
[A
me piace immaginare. Un bel principe biondo…]
Ma
la cosa si mutò velocemente, senza alcuna pausa tra questo e
quello.
Mi
ritrovai a camminare in giro cercandoti quasi fossi il mio
ossigeno vitale che mi era stato tolto forzatamente.
E
quando ti vedevo sorridevo, sospiravo e tornavo sui miei
passi, pronto per trattenere il fiato fino al nostro seguente incontro.
[…con
gli occhi azzurri e sempre bellissimo.]
In
quei giorni ti fissavo, seduto al tuo tavolino, con il tuo
gelato davanti e l’aria annoiata.
Chi
aspettavi?, mi chiedevo.
Forse
me?, ma scuotevo la testa rassegnato.
[Già.
Immaginare è bello. Ma la realtà…]
Ed
ora, proprio come in quelle occasioni, osservo il tuo bel
viso illuminato.
Le
tue dita giocano distrattamente con il cucchiaino del gelato
finito.
I
tuoi occhi viaggiano qua e là per il locale.
[…non
è tutta rose e fiori.]
Ora,
in realtà, so che la mia è una semplice ossessione.
Diavolo,
NON POSSO fare a meno di te!
Sento
il fiato sparirmi dai polmoni quando non ti guardo.
[Perché, allora,
non ti rifugi anche tu nell’immaginazione?]
15.25
Perché
ora ti alzi?
Di
solito rimani fino alle 16…
[Perché
nell’immaginazione vedrei solo il tuo viso.]
P-Perché
ora…ti avvicini?!
Dio
mio, non fare un altro passo!
Ti
prego, non infrangere la regola della distanza o non potrò
fare altro che fissarti!
[Il…Il
mio viso?!]
“Ciao.”
Sorridi tu, sedendoti di fronte a me, nella sedia vuota.
Io
spalanco gli occhi con stupore misto a imbarazzo.
“C-Ciao…”
Balbetto poi, abbassando gli occhi e comincio a
torcermi le mani dall’inquietudine.
[Già.
Quindi mi sono detto…]
“Stai
aspettando qualcuno, per caso?” Continui tu.
Non
mi aspettavo che la tua voce fosse
così…così…melodiosa.
“N-no.
Nessuno.” Rispondo, cercando inutilmente di alzare lo
sguardo.
[…perché
immaginarlo quando posso VEDERLO?]
“Allora,
come ti chiami?” Una domanda così banale, ma non
ho
quasi la forza di risponderti.
“G-Gon.”
Balbetto con la voce mozzata dall’emozione.
Poi
alzo lo sguardo e incrocio i tuoi piccoli occhi chiari.
[…I…Io…]
“Allora,
Gon. Perché stai qui tutto solo ogni giorno?”
chiedi, e
poggiando il gomito sul tavolo, ti sporgi un po’ verso di me.
Così
vicino che io mi sento costretto a spingermi contro al
poggia schiena della sedia.
“…io…non
ho nulla da fare…ecco…”
[Che
c’è? Non mi vuoi come tuo principe?]
Sorridi
enigmatico, assottigliando gli occhi e provocandomi un
brivido lungo la spina dorsale.
Poi
il tuo odore sembra prendere possesso del mio naso,
invadendolo completamente e fissandosi bene nella mia mente.
Assomiglia
molto all’odore dolce dei lamponi.
[Ecco,
il fatto è che tu non sei proprio un principe azzurro.]
Un
odore indescrivibilmente zuccherato, rassicurante, eppure
talmente lieve che anche io lo percepisco appena.
Mi
ricorda molto il vento che passa tra gli alberi di una fitta
boscaglia, che avvolge in un tenero abbraccio, per poi sfuggire di
nuovo per
voler essere ricatturato.
Si,
proprio come anni fa nel bosco attorno a casa…
[Continui,
quindi, a volerti nascondere nella fantasia?]
Con
lo sguardo imbambolato torno alla realtà, distogliendo
però
di nuovo gli occhi dalla vergogna: diavolo, chissà che
faccia stupida che
avevo, mentre pensavo.
Possibile
che, pur questo suo odore trasmetta tranquillità, io
sia così agitato e sulle spine?
“C’è
forse qualcosa che non va, Gon?” dici, facendo una lunga
prima di sussurrare il mio nome.
[E’
divertente, però.]
Io
sobbalzo, alzando il viso imporporato sulle guance.
“P-perché?
N-no, è…è tutto ok. Sì
sì, è proprio tutto ok!”
Esclamo, forse più per convincere me stesso che te, che
sorridi di nuovo con
quelle labbra sottili che quasi non si vedono.
“Sei
proprio un tipo curioso, Gon.”
[Forse
hai solo paura della realtà.]
E
ti avvicini ancora di più, tanto che sento il tuo respiro
posarsi sottile sul mio viso, facendomi ribollire di imbarazzo.
“Si,
proprio curioso.” Ripeti.
E
ridi leggermente, assottigliando gli occhi un’altra volta.
[Io
non ho paura della realtà!]
Vedo
poi il tuo viso avvicinarsi ulteriormente a me, di pochi
centimetri.
“GON!
GON, DOVE SEI?!” Urla la voce di Killua da lontano.
Tu,
sorridi e piano ti allontani da me, alzandoti dalla sedia
con lentezza.
[Perché
allora non la accetti?]
“Ci
vediamo, allora, Gon.” Dici in un soffio e, senza che il
sorriso ti sparisca dalle labbra, ti giri e te ne vai.
In
men che non si dica arriva al tavolo Killua, trafelato, con
il respiro alterato dalla corsa.
Però…
che cosa intendevi con curioso?
[Perché…perché
nella realtà non va tutto come si vuole.]
“Gon!
Cosa cavolo ci fai qui? Lo sai da quanto tempo è che ti
cerco?”
Curioso?
Dannazione,
sei stato a cinque centimetri da me. Cinque
centimetri, e mi dici curioso?!
[E’
normale che sia così. Anche il mondo non è
perfetto!]
Sento
un fastidioso calore alle guance.
Senza
rendermene conto ignoro totalmente Killua che sta cercando
di capire se sono sonnambulo oppure se dormo con gli occhi aperti e lo
sguardo
fisso.
Curioso…guarda
che anche tu lo sei, non credere!
[Ci
ho provato, a vivere nella realtà…]
“Gon,
ci sei?”
Una
mano ondeggiata di fronte ai miei occhi.
Scuoto
la testa tornando momentaneamente alla realtà e fisso
Killua di fronte a me.
[…ma
non ci sono mai riuscito]
Allora
mi alzo dalla seggiola.
“Andiamo?”
Chiedo a lui con un sorriso a trentadue denti in
faccia e una gran voglia di correre per calmare tutto quel pieno di
sensazioni
che ho accumulato in questo lungo periodo.
Poi,
mentre usciamo dal locale mi giro di nuovo verso il mio
tavolino.
[Se
vuoi posso aiutarti io.]
Perché
sento che c’è qualcosa che non va…?
[L-lo
faresti?]
Oh
no! Non gli ho nemmeno chiesto come si chiama! Diamine!
[Certamente…Dopo
tutto tu sei il mio bambino Curioso.]
[Mano
Nella Mano, Il Principe E Il Giovane Se Ne Andarono. E Vissero Per
Sempre
Felici E Contenti... Certo, Questa è Una Fiaba... Ma Chi Lo
Dice Che Vivere
Nella Realtà E’ Sempre Doloroso E Difficile?]
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