NDA:
Eccomi
qui con l’ennesima long, una storia originale. Come per le
altre non prometto
affatto di finirla, ma a questa storia in particolare ci tengo molto,
quindi chissà.
>w<
Per le altre storie invece non vi preoccupate, ho i capitoli
quasi pronti! Pazientate ancora un pochino, per favore, ho appena
finito gli
esami e mi devo un attimo riprendere! xD
Allego anche un disegnino che ho fatto sui due protagonisti, a mo' di
copertina. Il titolo significa Diavolo x Angelo.
VIVA L'ORIGINALITA'.
Bene, e ora buona lettura a tutti!
Elena
Megami
Akuma x Mitsukai
Esiste una leggenda, vecchia come il mondo,
Tramandata nei secoli tra le creature del
Paradiso e
quelle dell’Immondo.
Essa stabilisce che se un Servo
dell’Inferno
Riuscisse a rubare il cuore di un Figlio del
Padreterno
Gli sarebbe data la possibilità di
reincarnarsi
E verso un’altra vita incamminarsi.
Analogamente accadrebbe a uno Spirito Celeste
che
riuscisse nell’intento
Di donare a un Demonio Maligno un animo nobile
e attento.
Ma tale leggenda è rimasta leggenda
Perché chiunque ha tentato
è andato incontro a una fine
orrenda.
Morte e rovina la speranza di un nuovo
principio ha
portato
Senza che nessuno della leggenda capisse il
vero
significato.
Angeli e Demoni continuarono così
il loro diverso cammino
Finché dei due Eletti non si
compì il destino.
Questa è la storia di una leggenda
che leggenda smise di
essere
A causa o per merito dell’amore che
cominciò a crescere.
A voi la scelta, a voi il giudizio,
Questo della storia è
l’inizio...
Prefazione
L’aria
della
notte era gelida, il vento sferzante.
Ormai
era
talmente tardi, o talmente presto, che neanche un’anima viva
camminava per le
strade di quella città grigia e buia. Poche ore
più tardi sarebbe arrivata
l’alba a tingere di rosso e oro i palazzi e le case, ma in
quel momento di
fredda solitudine, tutto il mondo gli apparteneva.
I suoi
passi
pesanti calpestarono con forza il marciapiede, senza il minimo riguardo
per il
sonno dei senzatetto nascosti tra i vicoli, che si stringevano nelle
coperte in
cerca di un calore che non li avrebbe mai confortati.
Una
folata lo
fece rabbrividire. Strinse i pugni nelle tasche della sua inseparabile
giacca
di pelle. Doveva continuare a muoversi, o sarebbe morto assiderato.
Trattenne
a
stento un sorriso per l’ironia di quel pensiero.
Smossa
dalla
brezza notturna, sentì una lattina rotolare per terra
davanti a lui, e in
lontananza, un gatto miagolare il suo disappunto per chissà
cosa. La luce di un
lampione tremolò come se messa soggezione dal suo passaggio.
Stava
aspettando.
La
pazienza non
era la sua più grande virtù, se di qualche
virtù poteva definirsi dotato.
Eppure aveva imparato ad aspettare, nell’arco
dell’anno che aveva passato a
compiere il suo dovere in quel luogo triste e dimenticato dal Dio di
cui non
era alle dipendenze.
Stava
aspettando
un segno, qualsiasi cosa. Dentro di lui sentiva che ormai il tempo era
giunto.
Non sapeva spiegarsi quella sensazione che non aveva mai avvertito
prima, era
come una specie di stretta al petto, ma era sicuro di quel che
significava: cambiamento.
La sua
cosiddetta missione in quella città grigia era finita. Dove
lo avrebbe condotto
ora il vento?
Chiuse
gli
occhi, sollevò la testa verso cielo d’ombra. Una
strana euforia si impadronì di
lui, e gli venne l’improvvisa voglia di cantare. Era tutto il
giorno che aveva
in mente il motivetto di una canzone sentita chissà dove, e
il silenzio della
notte non lo avrebbe certo fermato. Ma non fece neanche tempo a
prendere fiato
che qualcosa gli sfiorò il viso come una carezza.
Sollevò
una mano
intirizzita, appena in tempo per afferrare il volantino spiegazzato di
un
qualche evento che si sarebbe tenuto di lì a pochi giorni, o
che forse era già
avvenuto da un pezzo. Stava per accartocciarlo e gettarlo via, quando
poche
parole, stilate con un tratto ordinato sul retro del foglio,
catturarono la sua
attenzione.
Accademia
Artistica Gordon, Tessalia, Principato di Verne
E
nell’esatto
istante in cui le lesse, seppe di aver trovato la sua destinazione.
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