Harry infilò una mano nella tasca destra dei pantaloni e prese le chiavi di
casa.
Salì i tre gradini che lo dividevano dalla porta di casa e,come faceva tutte
le sere ormai da tre anni,prima di infilare la chiave nella toppa si guardò
attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno.
La strada era deserta.
Privet Drive era sempre stata una strada tranquilla,anche quando era un
bambino,ma lui aveva avuto modo di accorgersene soltanto in questi anni.
Certo i suoi vicini erano sempre i soliti impiccioni di quando viveva con i
Dursley,ma soltanto se avevano un motivo...
E lui di motivi in passato gliene aveva dati parecchi:dal gonfiare la sorella
di zio Vernon come una mongolfiera e farla volare sui tetti di
Londra,all'attacco dei Dissennatori nell'estate di quasi otto anni fa.
Ma ora era acqua passata:da quando era tornato non aveva fatto altro che
cercare di rendersi invisibile,di rendersi uguale ai babbani.
E fino a quel momento sembrava esserci riuscito.
Infilò la chiava nella toppa e aprì la porta d'ingresso.
-Sono a casa!-disse entrando e richiudendosi la porta alle spalle.
Si voltò verso l'attaccapanni vicino alla porta e vi posò il cappotto la
sciarpa e ai piedi di questo mise la sua borsa ventiquattrore.
Poi restò in silenzio per alcuni istanti,finchè non sentì uno scalpettio di
piedi correre a velocità sostenuta giu' dalle scale.
-Zio Harry!-disse una voce eccitata.
Alzò lo sguardo verso le scale e sorrise vedendo il bambino fermo all'inizio
delle scale che lo guardava.
Aveva quasi quattro anni,come gli ricordava quasi ogni giorno orgoglioso e
ogni volta che Harry lo guardava sentiva una stretta al cuore.
Arthur Lupin era il figlio di Remus e Tonks Lupin,due delle persone piu'
importanti della vita di Harry,due fra le tante persone che erano scomparse per
colpa sua.
Arthur,o Teddy come lo chiamva sempre Harry malgrado le lamentele del
bambino,era la copia del padre:lo stesso volto,gli stessi capelli ribelli,e
certe volte Harry era sicuro di riuscire a scorgere già alcune delle movenze di
Remus in lui.
Da sua madre aveva ereditato i grandi e profondi occhi che lo facevano
rabbrividire ogni volta che incrociava il suo sguardo,e i suoi poteri.
Anche se era ancora molto piccolo,Harry era sicuro che Teddy avesse ereditato
la maggior parte dei poteri da sua madre,riuscendo così a scampare il pericolo
di trasformarsi in uomo-lupo come suo padre.
-Ecco il mio ragazzo!-gli disse avvicinandosi all'ultimo gradino e tenendo le
braccia verso il bambino.
Questo scese l'ultima rampa di scale e si fiondò fra le braccia
dell'uomo,ridendo.
Era il loro rituale quotidiano:ogni giorno quando Harry tornava dal
lavoro,Teddy correva ad accoglierlo e a raccontargli come aveva trascorso la
giornata.
E quel giorno non era da meno.
-Hai avuto una buona giornata?-gli domandò Harry,mettendosi Teddy su una
spalla e incamminandosi verso il salotto.
Quando era tornato a Privet Drive subito dopo la battaglia di Hogwarts,aveva
cambiato completamente l'arredamento della casa:aveva bisogno di cancellare i
brutti ricordi che quel posto gli portava alla mente e creare un'atmosfera
positiva per il piccolo Teddy.
Il salotto che prima aveva un'atmosfera soffocante dovuto al tocco
perfezionista di sua zia Petunia ora aveva l'aspetto rilassante e caldo che
aveva tanto amato nella Tana e che gli portava alla memoria tanti ricordi
felici.
Si può dire che si era ispirato quasi esclusivamente a casa Weasley per
creare la sua casa.
Si sedette sulla poltrona davanti al camino e con un colpo di bacchetta
accese il fuoco:alle volte usava ancora la magia,ma cercava di ridurne l'uso al
minimo indispensabile;in fondo ne aveva fatto a meno per undici anni,poteva
farne a meno anche adesso.
Si mise Teddy sulle ginocchia e aspettò che il bambino iniziasse a
parlare.
-Fantastica!Sono stato alla festa di Bobby e mi hanno regalato un sacco di
dolci-gli disse il bambino con gli occhi che brillavano.
Harry sorrise e annuì.
Il bambino scese dalle sue ginocchia e corse verso le scale.
-Buonasera Harry-disse una voce alle spalle dell'uomo.
Harry si alzò e si voltò in direzione della voce.
Sorrise alla vista di Miss Queen,la tata di Teddy:era una donna sui cinquanta
anni,rigorosamente maga(altrimenti come avrebbe potuto spiegare le cose strane
che succedevano in quella casa?), che si prendeva cura di Teddy,di lui e della
casa da quando erano tornati a vivere lì.
-Buonasera Miss Queen,l'ha fatta disperare oggi?-le domandò con
gentilezza.
La donna scosse il capo:Harry sapeva che anche se Tedy fosse stato una
peste,lei non l'avrebbe mai ammesso.
Adorava quel bambino e Teddy le voleva un bene immenso.
-Assolutamente,è stato un angelo...Non ha fatto che parlare di questa
festa,era veramente contento!-gli disse con un lieve sorriso sulle labbra.
Harry annuì e la seguì nell'ingresso quando la donna si avviò verso
l'attaccappanni per prendere le sue cose.
-Teddy ha già mangiato e gli ho promesso che poteva fare il bagno quando lei
tornava a casa-disse la donna infilando un braccio nel cappotto.
Harry annuì:si divertiva a fare il bagno a Teddy,anche se poi il bagno
sembrava un campo di battaglia.
-Le ho lasciato qualcosa di caldo da mangiare per questa sera-disse ancora
infilando anche l'altro braccio.
-Non doveva disturbarsi...-tentò di dire Harry.
-Sa che per me non è un disturbo-lo interruppe ovviamente,la donna.
Harry annnuì.
La donna si abbottonò i primi due bottoni del cappotto e prese la borsa.
-Teddy vieni a salutare Miss Queen-chiamò Harry rivoltò alle scale.
Subito sentirono il rumore dei piedi sulle scale,e pochi attimi dopo Teddy
era vicino a Harry.
-Ci vediamo lunedì Teddy-disse Miss Queen.
Teddy abbracciò le gambe della donna e annuì.
-Grazie per avermi portato alla festa-le disse quando si fu staccato da
lei.
Harry e la donna sorrisero,poi la donna aprì la porta e uscì in strada.
Harry e il bambino restarono alcuni istanti sulla soglia a guardarla finchè
non la videro sparire dietro l'angolo della strada e poi chiusero la porta.
Dopo aver fatto il bagno a Teddy,avergli messo il pigiama e averlo messo a
letto,Harry tornò in salotto.
Si versò due dita di whisky in un bicchiere e si sedette di nuovo nella sua
poltrona di fronte al camino.
C'erano dei giorni che si sforzava di non pensarci,altri invece decideva di
lasciar libero sfogo al suo animo masochista e dava libero sfogo ai ricordi.
SE gli avessero detto che quello sarebbe stato il suo futuro,avrebbe
sicuramente riso in faccia a chi golielo diceva.
Lui sapeva com'era il suo futuro:sapeva che avrebbe vissuto nella Londra
magica,che avrebbe avuto un lavoro da Auror e che avrebbe avuto sempre accanto
Ron e Hermione per i momenti di crisi.
E soprattutto sapeva che nel suo futuro c'era lei.
Ginny.
Sapeva che il suo futuro era con lei:si vedeva sposato con almeno quattro
figli con i capelli rossi come quelli di lei,e tutto quello che non avevano
potuto avere per la sua stupidità.
Ma poi c'era stata la battaglia...C'erano stati tutti quei morti...
E lui non aveva piu' potuto.
Come poteva tornare da lei dopo quello che era successo?
Come poteva andare da lei dopo che per colpa sua Fred era morto e sperare che
lei lo amasse?
Era colpa sua se tutte quelle persone erano morte e per questo aveva deciso
di sparire.
Liberarli della loro presenza,sperando che quelle persone che erano state
così importanti per lui, che erano quasi un altra parte di sè stesso,si
dimenticassero della sua esistenza e riprendessero la loro vita da dove
l'avevano lasciata nel momento in cui lo avevano incontrato.
Aveva abbandonato tutti:Ginny,Luna,Neville,Seamus,Ron,Hermione...
L'unico che non aveva abbandonato era stato Arthur:quel bambino aveva bisogno
di lui.
Così prima di sparire,lo aveva preso con sè e da allora gli aveva fatto da
tutore,come Sirius aveva fatto con lui(per quei pochi e preziosi anni).
Gli aveva raccontato dei suoi genitori,di chi erano e quanto erano stati
importanti per riportare la pace,portandolo anche a vedere la loro tomba.
Sapeva che poteva essere rischioso,che qualcuno poteva vederlo,ma non poteva
negare questo al piccolo Teddy.
E lui aveva capito:non c'era giorno che non lo facesse sentire amato.
Però certe sere,quando Teddy era già addormentato nel suo letto ed Harry
invece faticava a prendere sonno rigirandosi piu' volte nel suo enorme letto,lui
si chiedeva dove fosse lei,cosa stava facendo...con chi fosse.
Era sicuro che ci fosse qualcun'altro accanto a lei:una ragazza bella come
lei non poteva essere ancora sola.
E naturalmente quel pensiero,invece di aiutarlo a prendere sonno,lo faceva
rimanere insonne.
Alcune volte pensava anche a Ron ed Hermione.
Sapeva che erano insieme,se lo sentiva:quei due erano fatti per stare
insieme,anche se avevano impiegato anni per capirlo.
Li immaginava sposati,forse alla Tana,già con un bambino con i ricci di
Hermione e i capelli vermigli di Ron.
Era un pensiero quasi insostenibile da sopportare,ma sapeva che aveva fatto
la scelta giusta.
Loro stavano meglio senza di lui.
Il mattino dopo,sabato mattina,Harry si svegliò presto.
Aveva promesso a Teddy che quella mattina sarebbero andati alla biblioteca
del quartiere per prendere dei nuovi libri per il bambino.
Teddy rispetto agli altri,sapeva già leggere,grazie a Harry che glielo aveva
insegnato già l'anno precedente.
Si fece una doccia,si rasò accuratamente e poi scese in cucina per preparare
la colazione per entrambi.
Sapeva che il bambino era già sveglio perchè aveva sentito dei rumori
provenire dalla sua camera da letto,ma sapeva che non sarebbe uscito dalla
stanza finchè lui non lo avesse avvertito che la colazione era pronta.
Preparò il tè e mise a tostare il pane,poi versò il latte nel bicchiere di
Sesame Street(il preferito di Teddy)e preparò i cereali per entrambi.
Nello stesso istante in cui il tostapane fece il suo rumore caratteristico
per avvertirlo che il pane era pronto,Teddy comparve sulla soglia della
cucina.
-Buongiorno!Mi chiedevo dov'eri finito-gli disse Harry,posando il pane al
centro del tavolo.
Teddy lo guardò con aria interrogativa.
-Non avevi detto che volevi aiutarmi a preparare la colazione?-gli ricordò
l'uomo con un sorriso sulle labbra.
Il bambino alzò le spalle e si avviò verso la sua sedia,un pò piu' alta
rispetto alle altre.
-Lo sai che non volevo farlo veramente-gli disse prendendo una fetta di pane
dal piatto.
Harry rise e si mise a sedere di fronte a lui.
Per alcuni minuti fecero colazione in silenzio,rubandosi reciprocamente le
cose dal piatto come facevano sempre durante il week-end.
-Appena hai finito,va a vestirti-gli disse Harry bevendo un'ultimo sorso dal
suo te.
-Posso scegliere tutti i libri che voglio?-domandò il bambino.
Harry gli tolse un Cheerios rimastogli sulla guancia destra e annuì.
-Puoi prendere fino a sei libri-gli disse.
Teddy finì di bere il suo latte in un unico sorso e scese velocemente dalla
sua sedia,correndo verso le scale.
Harry sistemò le stoviglie nella lavastoviglie e poi seguì il bambino al
piano di sopra:sbirciò nella stanza di Teddy e lo vide mentre si infilava i
pantaloni,poi si diresse verso la sua camera per aprire le tende e far entrare
il sole.
Andò in bagno e si diede un'ultima controllata nello specchio prima di andare
di nuovo nel corridoio che divideva le due stanze.
-TEddy guarda che sto andando via!-disse avviandosi verso le scale.
-Ho fatto,sto arrivando zio Harry!-disse Teddy fiondandosi fuori dalla sua
stanza.
Aveva la canottiera fuori dai pantaloni e il colletto della camicia dentro il
maglione.
Harry rise e lo sistemò,cercando anche di dare una sistemata ai capelli
ribelli del bambino,ma invano.
Scesero le scale,e dopo aver preso le chiavi di casa e della macchina
uscirono in strada.
Dopo neanche un quarto d'ora erano davanti alla biblioteca.
Harry chiuse la macchina ed inserì l'antifurto,poi prese per mano Teddy che
iniziò a trascinarlo verso l'entrata della biblioteca.
-Muoviti,mi sembri una lumaca!-gli disse il bambino trascinandolo dentro.
Harry rise continuò a farsi trascinare dal bambino,finchè non andò a sbattere
contro una donna che stava uscendo.
-Mi scusi...Non l'avevo vista-si scusò alzando lo sguardo sulla donna.
Quando incontrò il viso della donna,si bloccò:non poteva essere successo
veramente.
-Harry sei...Sei proprio tu?-gli domandò la donna guardandolo con evidente
sorpresa.
Lui deglutì a vuoto,sentendo un nodo stringergli la gola:doveva saperlo che
quello era il suo territorio!si rimproverò.
Lei lo stava ancora guardando,in attesa di una risposta e dal suo sguardo,lui
capì che neanche lei credeva a quello che stava accadendo.
Doveva dire qualcosa...già,ma cosa?
Sospirò e incontrò di nuovo i suoi occhi,lasciandosi scappare un piccolo
sorriso.
-Ciao Hermione...Come stai?-gli disse alla fine.