DREAM
OF MY DREAMS
PREFAZIONE.
Correva.
Correva e i polmoni le
scoppiavano.
Correva, i polmoni le
scoppiavano e la strada per il bosco non le era mai sembrata così
lunga.
Voleva che quelle persone
smettessero di inseguirla armate di pietre, voleva che smettessero di
urlarle “strega” e “mostro” ad ogni passo.
Lei non aveva fatto niente.
Aveva solamente seguito il suo
istinto e, ora, il bambino che abitava nella capanna vicino alla sua
respirava ancora.
Non aveva fatto nulla di male,
ma nessuno prima di lei era riuscito a curarlo. E l’avevano
accusata di stregoneria.
E la magia, in quel periodo,
faceva paura, perché attirava i guai più disparati.
Inciampò. E praticamente
immediatamente sentì le prime pietre colpirle la schiena, poi
alcune braccia robuste la fecero alzare, stringendole il braccio
talmente forte da farla gemere.
* * *
Non era una buona idea, Gabrielle Chease lo
sapeva bene.
Lei era stata
chiarissima sul fatto che non voleva che si avvicinasse più a
suo figlio eppure, quando aveva scoperto che andava da Granny tutte
le mattine assieme alla sua vera mamma, non poteva fare a meno di
andarlo a trovare. Si raccoglieva i capelli rossi e si metteva un
cappuccio che nascondeva in parte la sua identità.
Quella mattina, si sedette al suo solito
tavolo, quello più vicino alla porta e che dava sulle vetrate,
e ordinò a Ruby una cioccolata calda, ideale durante quel
freddo.
La cameriera le sorrise e sparì dietro
al bancone.
Gabrielle era uscita un paio di volte con Ruby,
Mary Margaret e Ashley e le aveva trovate davvero molto simpatiche e
divertenti. Sfortunatamente, lei abitava dall’altra parte della
città e la gestione della sua erboristeria la costringeva a
ore ed ore di duro lavoro e pochissimo svago.
Lei non aveva molte amiche e sicuramente non ne
aveva di vere.
Guardò il bambino da dietro un giornale.
Dio, si sentiva così tanto una stalker,
ma proprio non riusciva a separarsi da quel bambino, così
dolce e intelligente, saggio e maturo; era come una reminescenza, un
altro bambino con gli stessi occhi scuri, in un’altra vita.
Gabrielle scosse la testa e cacciò dalla
sua mente quel deja-vù con forza: ci mancava solo la pazzia,
aggiunta a tutte le sue strane qualità, non ultima quella di
tenere il cappuccio in un luogo chiuso.
Bevve la sua cioccolata calda lentamente,
stando attenta a non scottarsi la lingua, pensando che no, non si
sarebbe dovuta trovare lì. Se lei l’avesse
saputo…
Fece un sospiro e guardò l’orologio:
era tardi, doveva andare ad aprire l’erboristeria. Si alzò
e lasciò i soldi sul tavolino, sapendo che Ruby li avrebbe
visti e presi.
Diede un’ultima occhiata ad Henry, prima
di avviarsi verso l’uscita.
Stava aprendo la porta quando la voce la fermò.
-Gabrielle!-
Angolino
dell'autrice: Ciao a tutti,
conoscenti e non. Dunque, questa volta sono qui con una long che,
spero, non sarà nemmeno l’ultima. Come avrete
sicuramente capito, le parti a inizio capitolo in corsivo sono i
flashback, mentre quelle a carattere normale sono ambientate a
Storybrooke.
Questa storiellina è nata così,
senza un perché: tuttavia, dato che adoro stravolgere le
storie originali e aggiungere nuovi personaggi, ho provato questo
piccolo esperimento.
Insomma, ora come ora più di tanto non
posso rivelare dato che siamo solo al prologo, ma spero seguirete la
mia storia e mi diciate la vostra opinione!
A proposito: io sono un’amante delle
immagini a inizio capitolo, quindi ve ne ritroverete parecchie ;) In
questa fic, l’attrice che “interpreta” Gabrielle è
Molly Quinn, Alexis Castle, per chi conoscesse la serie.
Un bacione,
°°Sami°°
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