Racconti della Luna pallida d’Agosto

di meiousetsuna
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                       Capitolo 10) Un essere nato uomo, un essere nato gatto*
Genere: Fantasy, Romantico

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Il primo quarto** brillava nel cielo apparentemente così nero da poter affermare che non c’era differenza tra ammirarlo e osservare, proverbialmente, la stessa Luna in un pozzo.
Questo valeva per la limitata vista umana, perché Momotarō distingueva ogni sfumatura di blu cobalto, viola, l’argento tenue e prezioso della luce dell’astro misterioso.
L’aria era calda e un lieve profumo di gelsomino aleggiava nel vento; ma il fine odorato del gatto era inebriato da un vortice di fragranze, da quello dell’erba calpestata, ai metalli presenti nella terra fertile, all’odore muschiato degli animali che popolavano quel regno fatto di piccole cose.
Momoko sedeva nel prato, un po’ spaventata ma decisa a seguire l’istinto che gridava prepotentemente che non aveva mai preso una decisione più buona in tutta la sua vita.

I felini erano disposti in cerchio intorno alla donna, la Damiyo accovacciata di fronte di lei.
“Noi ti diamo gli occhi della Notte, per vedere oltre le apparenze, distinguere il bene dal male, per scrutare i segreti della Natura; da oggi guarderai senza pregiudizio”.
La litania dei gatti era in perfetto unisono.
“Ricevi nove vite, perché ognuna sia vissuta con dignità giorno dopo giorno: quando la sabbia della tua clessidra sarà discesa fino all’ultimo granello, ti unirai alla Grande Anima del Gatto Celeste; rendici fieri di te, brilla sulla sua fronte come la più fulgida delle stelle”.
Qualcosa nella persona di Momoko cominciò a vibrare, come se fosse attraversata da ondate di elettricità che le facevano percepire ogni atomo del suo corpo slegarsi da quelli vicini, eseguendo una danza primitiva, cercando di riorganizzarsi secondo uno schema differente.
“Ti doniamo l’agilità per fuggire dai nemici, la bellezza per ispirare i poeti, la grazia per camminare come se volassi, l’eleganza per suscitare stupore in chi non credeva più a nulla”.

Momotarō  si espresse per ultimo, col mantra dei suoi compagni che formava un sottofondo per le sue parole.
“Ti offro il mio cuore fedele, la mia forza per proteggerti, le mie fusa per cullare i tuoi sogni”.
Avvicinatosi, attese che lei si abbassasse fino a permettergli di posarle una zampina proprio sul cuore; mentre gli occhi della giovane si assottigliavano brillando nell’oscurità e la sua bocca diveniva un piccolo triangolo rosa, Suzuko le pose una domanda.
“Come vuoi essere conosciuta, quando si narrerà la tua storia?”
Il mio nome è Fumi’*** fu l’ultimo pensiero cosciente prima di precipitare in un sonno fatato.

“Ma cosa succede?” Un passante si avvicinò alla folla assiepata davanti al ‘Kibi Dango’.
“C’è la polizia nel ristorante… ieri mattina il cuoco e l’aiutante sono arrivati, ma di Momoko-san non c’era traccia! Non è partita, non manca nulla da casa, sospettano un rapimento. Sai – l’uomo sussurrò malignamente all’ altro – pare che avesse a che fare con dei tipi loschi, non hanno ritrovato il timbro**** col suo nome”.
Nel giardino, un gatto rosato con vicino una gattina dal manto bruno e una macchia rosea a forma di impronta sul petto, si scambiarono un’occhiata divertita.
“Frrrrrr!” Disse lei, con la nuova voce che l’Amore le aveva donato.

* un essere nato uomo/ un essere nato gatto/camminano insieme/ sulla via rugiadosa (antico haiku)
** Sono quindi passate tre settimane dall’inizio, è ancora Agosto, il mese magico
*** Fumi, vuol dire appunto ‘Storia’
**** In Giappone tutti hanno un timbro (anche 100 anni fa) con tutti i dati, come se fosse insieme la nostra carta di identità, codice fiscale, partita IVA, etc…

FINE

Iansom, margheritanikolaevna, Juunanasai, Sayuri Narajima, Baldr, Lelahel ; grazie infinite per la vostra presenza qui! Momotaro e Momoko/Fumi vi ringraziano con me, sperando di ritrovarvi presto! Grazie naturalmente alle buone lettrici silenziose che hanno seguito i 10 capitoli! E mi raccomando...

 

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