A sterps of love - Cap. 1
Questo capitolo parla di Scarlett e Mario :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli.
Capitolo 1
<< Ehi piedi d’anatra, sei troppo lenta a correre! >>
Scarlett una bambina
con poco più di dieci anni, sapeva che non era veloce a correre,
non lo era mai stata. Per questo motivo quando le chiedevano se voleva
partecipare a qualche gara scolastica rifiutava sempre. Lo sapeva, non
c’era bisogno che il suo vicino di casa, un ragazzino dai capelli
biondo cenere con gli occhi sul verde scuro, glielo ricordasse sempre
ogni volta che tornavano a casa dopo aver finito le lezioni scolastiche.
Roteando gli occhi
cercò di accelerare ma non c’era nulla da fare. Quel
marmocchio spavaldo come lo chiama lei, poco più grandi di lei
con l’età, era più veloce e agile in tutti i sensi.
Quando arrivò
sotto il cancelletto di casa sua, Scarlett si piegò sulle
ginocchia e prese quanta più aria possibile cercando di far
tornare il suo respiro normale. Quando si ricompose, alzò lo
sguardo e lo vide proprio lì. Sul cancello di casa sua,
appoggiato con la schiena alla ringhiera, braccia incrociate al petto,
gambe incrociate e il suo solito ghigno da spavaldo. Non aveva affatto
l’aria di aver corso, anzi sembrava fosse appena uscito da casa.
<< Ma come fai!?
>> sbuffò Scarlett incrociando le braccia al petto per non
urlare ai quattro venti che lo odiava quando faceva così.
<< Mi alleno! E
poi a me piace correre. >> fece spallucce il ragazzo scostandosi
dal cancello per lasciarla entrare. Scarlett fece una piccola smorfia e
lo superò senza dire altro.
<< Ci vediamo oggi pomeriggio anatroccolo? >> beffeggiò il ragazzino ridacchiando.
<< Non oggi
marmocchio. >> fece la linguaccia lei indietreggiando verso la
porta di casa sua. Il ragazzo di fronte a lei la guardò triste e
chiese il motivo e lei gli rispose: << Ho danza oggi pomeriggio,
devo allenarmi per il saggio.. >> fece spallucce la ragazza con
un mezzo sorriso.
Il ragazzo le sorrise
dolcemente come solo lui sapeva fare e con un cenno di capo si
allontanò in direzione di casa sua poco più distante da
quella della compagna.
Scarlett entrò
in casa senza troppi preamboli e quando si chiuse la porta alle spalle,
il suo cuore prese a martellarle in petto forte. Le succedeva sempre
quando lo salutava. All’inizio non ci pensava e incolpava il
fatto che lo odiasse per il suo comportamento. Poi le guance
diventavano sempre più rosse pensando al suo sorriso e dovette
ammettere a se stessa che la verità era un’altra. Si era
presa una cotta per il suo vicino di casa, e il suo migliore amico dai
tempi dell’asilo!
Mario
percorse l’ultimo tratto di strada correndo e tenendo ben stretto
il suo skateboard sotto braccio poiché quella parte di strada
era brecciata e
le ruote si sarebbero potute rompere. Percorreva spesso quella strada e
arrivò a quello che da fuori poteva sembrare un comune
capannone, in realtà però dentro vi era un vero e proprio
istituto di danza classica.
C’erano alcuni
scatoloni appoggiati al muro, lui era alto ma quelli gli furono utili
per alzarsi ancora di più e porsi verso la finestra che dava
dentro la sala da ballo dove Scarlett si allenava quasi tutti i
pomeriggi.
Era un posto isolato
lì nessuno poteva vederlo, nessuno avrebbe mai visto che stava
spiando Scarlett mentre si allenava, neanche la ragazza stessa.
La finestra era
semiaperta e con una leggera spinta riuscì ad aprirla
maggiormente e quindi anche a sentire cosa dicessero nella sala. Come
ogni pomeriggio che Scarlett si allenava, con lei c’erano altre
tre ragazze e l’insegnante di danza. La signora Wood. Una vecchia
megera scorbutica e acida, magra come uno stecchino e dai capelli
grigio-bianco che raccoglieva sempre in uno chignon perfetto,
impeccabile.
Non gli aveva fatto nulla di cattivo quella vecchia, ma a Mario non piaceva e basta.
<< Scarlett
stiamo lavorando da un’ora su questi passi e tu sbagli ogni
santissima volta!! >> gridò la signora Wood alla ragazza
che si accasciò a terra per la stanchezza. Ma nonostante tutto,
la vecchia non cercò di aiutarla ad alzare, anzi continuò
a rimproverarla.
<<
All’inizio pensavo fosse colpa del tuo compagno. Ma Michael non
sbaglia i passi, sei tu che sei un nulla facente!! >> E
portandosi due dita alla congiuntura del naso, chiuse gli occhi e si
massaggiò.
<< Ragazze per
oggi abbiamo finito. Potete andare. Alla prossima settima! >>
parlò la vecchia alle ragazze poi rivolse uno sguardo a Scarlett
e aggiunse: << E tu.. ti conviene allenarti duro se vuoi avere il
ruolo di protagonista nel balletto. >>
Le ragazze e la
signora Wood uscirono dall’istituto dopo pochi minuti, Scarlett
invece si accasciò a terra e chiuse gli occhi.
Entrambi i ragazzi
conoscevano Nicolas, il signore anziano che aveva il compito di
chiudere l’istituto quando tutti se ne fossero andati
perciò i due ragazzi non avevano timore a rimanere chiusi
dentro. Mario entrò nell’istituto e dopo essersi scambiato
uno sguardo con Nicolas, si avvicinò verso la sala dov’era
Scarlett. Qualche passo prima di entrare Mario udì una musica
soft provenire dalla sala e sbirciando vide Scarlett riscaldare i
muscoli prima di iniziare a riprendere l’allenamento. Mario la
vedeva ogni sera rimanere e continuare ad allenarsi da sola ma non era
mai entrato fin nella sala insieme a lei.
Quando Scarlett
alzò lo sguardo verso lo specchio di fronte a lei, vide alle sue
spalle una figura che conosceva bene. Era Mario.
Si alzò di scatto e si ritrovarono faccia a faccia.
<< Ehi. >>
salutò la ragazza mentre il cuore le martellava forte in petto,
lui le sorrise senza dire una parola e prima di aggiungere altro
Scarlett abbassò il volume della musica.
<< Che.. cosa ci fai qui? >> domandò Scarlett incontrando i suoi occhi. Si stava agitando per nulla. Datti una calmata Scarlett!!
<< Ti stavo
guardando. In realtà lo faccio ogni pomeriggio quando ti alleni.
Da lì. >> indicò lui la finestra da dove la
guardava.
Scarlett si fece
paonazza per l’imbarazzo e non poté credere a quello che
aveva udito. Come poteva dirle che la spiava ogni volta che lei si
allenava?
<< Grazie tante.
Adesso non riuscirò più a concludere molto sapendo che tu
mi spii! >> borbottò la ragazza accigliata.
Lui rise
fragorosamente e si avvicinò a lei posando lo skateboard ai suoi
piedi. Scarlett rimase dov’era osservandolo.
<< Sta tranquilla anatroccolo, questo è l’ultimo pomeriggio che ti guardo. >>
<< Perché dici questo? >>
<< Perché
i miei si vogliono trasferire a Las Vegas, parto tra qualche giorno..
>> La voce di Mario si abbassò quasi in un sussurro per la
tristezza di quelle parole.
<< Quindi non
verrai a vedere il saggio questo sabato? >> deglutì
Scarlett sperando in cuor suo che la risposta non fosse negativa.
Perché Mario c’era sempre stata per lei durante i saggi.
Lei era così agitata che non riusciva a calmarsi e solo Mario,
solo lui, era in grado di farla ridere e non pensare a
nient’altro che a dare il meglio sul palco.
<< Certo che ci
sarò, non posso mancarmi una tua caduta davanti a tutte quelle
persone! >> ridacchiò il ragazzo e anche lei sorrise
dandogli una leggera spinta sulla spalla. Ma c’era comunque
tristezza nell’aria per quella notizia inaspettata e Mario se ne
accorse, così decise di cambiare argomento.
<< Allora anatroccolo, come mai quella vecchia megera urlava tanto prima? >>
<< Perché sbaglio un passaggio.. >>.
<< Quale? Forse posso aiutarti! >> disse serio lui.
<< Ma tu odio la danza classica! >> parlò Scarlett sorpresa quando Mario si offrì di aiutarla.
<< E la odio
ancora, credimi. E’ roba da femminucce, ma per te questa volta
farò un’eccezione. >> sorrise il ragazzo portando le
mani ai fianchi.
<< D’accordo. >>
<< Allora dimmi
cosa devo fare. >> cominciò serio. Era così sicuro
di potercela fare che Scarlett stava quasi per ridere, divertita per
quella scena.
<< Tu non devi
fare granché. Devi solo prendermi e sollevarmi in aria senza
farmi cadere. >> aggiunse lei con nonchalance e Mario
sbatté più volte le palpebre sorpreso e aggiunse:
<< Roba di niente in pratica! >>
Scarlett rise e dopo qualche piccolo stiramento di muscoli, lei gli spiegò dove avrebbe dovuto afferrarla per alzarla.
Ci voleva una piccola
corsetta prima che la afferrasse e più volte poco prima che
Mario la prendesse, lui urlava STOP-STOP perché non era sicuro
di potercela fare. Ci volle qualche minuto, poi finalmente, Mario
riuscì a sollevarla del tutto e Scarlett stupita di non aver
perso l’equilibrio per quei pochissimi secondi sorrise e
aggiunse: << Ci siamo riusci.. >> Ma la frase si
bloccò a mezz’aria perché Mario perse le forze e la
lasciò cadere sul suo corpo. Così entrambi si ritrovarono sdraiati sul pavimento a ridere. Lui sotto e lei sopra.
Certo Mario non era
pratico, non era allenato a sollevare in aria ragazze per un
determinato tempo, ma sapeva che ci sarebbero riuscito. Era un
ragazzino per nulla minuto e fragile, anzi tutto il contrario, era
leggermente più alto di lei e anche con quei pochi muscoli che
si stavano sviluppando, era comunque un ragazzo forte. << Io lo
sapevo!! >> rise la ragazza.
<< Cosa? Che ti avrei fatto cadere? >> rise anche lui tenendola stretta a sé.
Senza dargli retta
Scarlett continuò la frase e aggiunse: << Michael non
riesce a tenermi è troppo fragile! Tu sei riuscito a tenermi per
sette secondi esatti.. ma siamo caduti perché anche tu sei
fragile. >> sorrise divertita la ragazza guardandolo diritto
negli occhi.
<< Beh sono
contento per te anatroccolo, ma io .. non sono fragile! >>
spiegò il ragazzo facendole il solletico.
<< Ok. Ok. Hai
ragione non sei fragile.. >> rise lei scostandosi dal ragazzo per
allontanarsi e poi aggiunse: << .. sei una pappa-molla! >>
e iniziando a correre sapendo che lui prima o poi l’avrebbe
acchiappata, afferrò il suo zaino e uscì
dall’istituto salutando Nicolas in fretta.
Quando arrivarono
sotto casa di Scarlett i due ragazzi stavano ancora sorridendo, anche
se avevano il fiato corto. Ma quel momento di felicità
durò poco. Scarlett stirò le labbra e abbassò lo
sguardo ripensando al fatto che il suo migliore amico di sempre, la sua
spalla, se ne sarebbe andato.
<< Ehi piccolina,
non fare così! >> la consolò Mario prendendole il
mento con due dita per incontrare il suo sguardo. << Sai che
torno a trovarti per le vacanze. Mi vedrai ancora in giro a darti
fastidio.. >> ammiccò il ragazzo e riuscì a
strapparle un sorriso, anche se una piccola lacrima rigò il
volto di Scarlett.
Mario la strinse a
sé e lei nascose il volto nel suo petto, lasciando che le
lacrime continuassero a scendere silenziose e bagnandogli la maglietta.
<< Mi mancherai,
spavaldo che non sei altro! Ti vorrò sempre bene! >> disse
Scarlett tirandogli un piccolo pugno sul petto mentre cercava di
fermare quelle lacrime che scendevano imperterrite.
<< Anche tu mi
mancherai, piccolina. Ti vorrò sempre bene anch’io.
>> concluse Mario lasciandole un bacio sulla fronte prima di
allontanarsi da lei e asciugarle le lacrime con i pollici. Più
la chiamava “piccolina” e più lei non riusciva a
lasciarlo andare. Non era la prima volta che la chiamava così
anzi, lo diceva spesso soprattutto quand’era triste e sapeva che
la faceva arrabbiare quel nomignolo perché lei odiava essere
chiamata piccolina.
<< Dai
anatroccolo! Lo sai che questo non è un addio! Ci
rincontreremo.. magari a Las Vegas e quando mi rincontrerai sarà
come rivedere il tuo incubo peggiore! >> ammiccò divertito
il ragazzo tornando quello di sempre e cercando di farla ridere per
un’ultima volta.
O il migliore.. pensò Scarlett sorridendo. E
quando ti rincontrerò sarà come vedere un anatroccolo
sbocciato in un magnifico cigno ed è allora che mi
metterò in mostra sperando una buona volta che i tuoi occhi mi
guardino come guardi le altre ragazze che consideri più mature
per stare con un quindicenne!
Riuscito nel suo
intendo, ovvero farla sorridere almeno per un’ultima volta prima
di voltarsi e andare via, Mario la lasciò lì e senza
voltarsi si avviò verso casa sua. Le sarebbe mancata quella
ragazzina che più volte gli aveva fatto battere il cuore come se
fosse un uomo totalmente innamorato. Perché partendo non
lasciava solo la sua migliore amica, la sua aiutante nei complotti..
lì lasciava lei, Scarlett e con lei qualcosa di molto più
importante.
Era
a Las Vegas ormai da qualche giorno. Scarlett aveva lasciato Londra
quasi a malincuore, ma doveva partire per imparare ancora di
più. Aveva abbandonato la danza classica quando aveva dodici
anni, continuava a ballarla certo ma adesso si dedicava anche ad altri
balli come quelli di coppia, balli di gruppo. Il suo sogno era aprire
una scuola di danza tutta sua, magari a Londra, dov’era cresciuta
e per farlo voleva conoscere tutti i generi di ballo possibili. Era
partita per Las Vegas oltre che alla sua scuola di ballo anche con una
delle sue amiche più strette che aveva conosciuto iniziando a
ballare balli lisci, come il tango, quello che le piaceva di più
tra tutti. Diane era la sua compagna e insieme frequentavano lo stesso
corso di balli lisci mentre il suo fedele compagno dai tempi della
danza classica era sempre lui. Michael. Il ragazzo che alla fine quel
sabato sera di moltissimi anni prima, al saggio di danza classica, per
fortuna l’aveva afferrata bene senza farla cadere, anche se la
presa non era stata delle migliori. Con il tempo aveva imparato ad
avere una presa forte e adesso riusciva a sollevarla con molta
facilità.
Si trovavano nella sala da ballo per i soliti
allenamenti in tutto erano tre coppie che si allenavano quel
pomeriggio. Lei e Michael, Diane e Simon e un’altra coppia
più anziana rispetto a loro. Stavano
facendo i loro riscaldamenti quotidiani con della musica come
sottofondo quando Diane parlò: << Non l’hai ancora
visto? >>
<< Chi? >> sollevò il capo Scarlett non capendo cosa volesse dire l’amica.
<< Come chi? Il
ragazzo che ti ha abbandonato il giorno del saggio di fine anno quando
avevi dieci anni! >> alzò un po’ la voce Diane
rimproverandola quasi.
Si stava riferendo al
suo migliore amico, alla sua spalla, il suo aiutante. Lui che la faceva
sempre ridere quand’era nervosa e quando era triste. Mario.
Scarlett distolse lo
sguardo da Diane che la osservava attentamente e scosse il capo in
segno negativo, con un’espressione cupa in volto.
Non aveva più
sue notizie da anni ormai. Erano riusciti a mantenersi in contatto per
quasi due anni e poi tutto si era interrotto. Il fuso orario e i
chilometri di mare che li separavano, rendevano la comunicazione
impossibile. Riuscivano a sentirsi solo durante le feste, ma anche
quello durò poco.
Non sapeva
perché non si era presentato al saggio quel sabato sera di
dodici anni prima. Glielo aveva promesso. Il loro era un rituale, lui
riusciva a superare la sicurezza con una scusa e si presentava dietro
le quinte per rassicurarla ma quella sera non si presentò. Era
andato tutto liscio come sempre ma avrebbe voluto comunque il suo
appoggio.. e lui non si era presentato.
<< Sì
beh, ormai fa parte del passato. Non ci sentiamo da tantissimi anni.
Non so se abita ancora a Las Vegas o si è trasferito da qualche
altra parte, non so che lavoro fa.. non so nulla di lui! >>
parlò Scarlett assumendo un tono serio e deciso ma sapeva di non
esserci riuscita perché Diane le rivolse un sorriso rassicurante.
Fortuna che quel momento terminò lì. La coppia di anziani decisi a ballare aprirono
le danze e così Scarlett si avvicinò a Michael e
iniziarono ad allenarsi sulle note di un tango argentino.
<<
Siamo davvero felici di averla qui signor Stevens. >> Si
presentò una signora sulla cinquantina stringendogli la mano.
Era arrivato a Las Vegas qualche ora prima per una questione di lavoro.
Era tornato nella città dove si era trasferito da ragazzino. Era
diventato un fotografo famoso, lavorava a Londra e pubblicava le sue
foto sulle migliori riviste e sui migliori siti del mondo. Viaggiava
spesso ma dopo essere tornato a vivere a Londra, dov’era
cresciuto da bambino, non aveva più messo piede a Las Vegas.
Adesso era lì e ci sarebbe rimasto per
ben due mesi e mezzo. Oltre a vagare per la città immortalando
tutta la sua bellezza in ogni singolo scatto, Mario avrebbe dovuto
anche lavorare per una scuola di ballo e scattare alcune foto per
pubblicizzare la scuola.
<< Avete una
scuola molto grande. >> costatò Mario girando per i
corridoi e osservando le singole aree di ballo.
<< Oh sì,
ma contiamo su di lei per delle ottime fotografie. >>
ammiccò la donna conducendolo in altre stanze poi aggiunse:
<< Ora le mostro i ragazzi che principalmente deve fotografare.
Sono ottimi ballerini, i più bravi direi, molti ragazzini in
questo istituto li ammirano e vorrebbero diventare come loro.. hanno la
loro popolarità anche al di fuori della scuola e scattando
principalmente foto a loro, che poi pubblicheremo sulla nostra pagina
.. beh forse l’anno prossimo le iscrizioni aumenteranno. >>
annuì decisa la donna portandolo verso le ultime stanze.
<< In questo
momento si stanno allenando ma penso che riusciremo a rubarli qualche
minuto per le presentazioni. >> disse la donna avvicinandosi alla
porta dove proveniva un suono quasi melodioso. Mario annuì e
aspettò che la donna aprì la porta e finalmente vi
entrarono.
Le tre coppie che
erano nella stanza non lo notarono erano presi nel loro ballo, ma la
prima figura che fu evidente del ragazzo fu una.
Gli rivolgeva le spalle ed era di fronte al suo compagno di ballo.
<< Cosa stanno ballando? >> domandò con un sussurro Mario alla donna.
<< È un tango argentino.. >>
I due ragazzi che
stavano ballando poco prima si avvicinarono all’angolo per
lasciare lo spazio all’ultima coppia. Mario li osservava
affascinato dai movimenti leggiadri dei due ragazzi. Lui non ne capiva
molto di danza pur avendo frequentato per qualche anno balli di coppia,
anche se controvoglia sotto costrizione della madre che tanto ci
teneva, e per quel poco che aveva fatto, capì che i due ragazzi
che aveva di fronte erano dei veri professionisti. L’avevano nel
sangue quel ballo, il ritmo, la musica, tutto. I movimenti della donna
erano così sensuali che gli rizzarono i peli dietro la nuca e
anche qualcos’altro in quel momento. Ondeggiava quei fianchi
vicino al ventre del ragazzo che solo una fidanzata poteva fare vicino
al suo compagno. Così come le mani del ragazzo percorsero il suo
corpo con tanta sensualità che l’aria intorno a Mario si
stava surriscaldando. Era tutto così sensuale che a ogni singolo
momento gli veniva voglia di prendere la macchina fotografica e
immortalare la scena.
E anche l’ultima
coppia finì di ballare e ancora un po’ ansante la ragazza
si avvicinò allo stereo e abbassò la musica.
Scarlett voltandosi
vide chi stava disturbando il loro allenamento e i suoi occhi
incontrarono quelli del ragazzo che gli era di fronte e spalancò
la bocca non credendo a ciò che stava vedendo.
La reazione del ragazzo fu la medesima.
Entrambi non potevano credere a quello che stavano vedendo e a chi avevano l’uno di fronte l’altro.
<< Ragazzi siete magnifici come sempre! >> batté euforica le mani
la donna che era al fianco di Mario. La donna raggiunse le altre coppie
per congratularsi ma i due ragazzi rimasero lì dov’erano a
fissarsi senza dire neanche una parola.
<< Tu? >> fiatò Scarlett con gli occhi che le brillavano.
Per Mario fu un bene
che a parlare fosse lei per prima perché non sapeva davvero che
cosa dire, come comportarsi. Lo avrebbe abbracciato per la
felicità o gli avrebbe tirato un grosso pugno in faccia per non
essersi presentato al saggio dodici anni prima?
Decisamente la seconda, pensò Mario triste sapendo in cuor suo che se lo meritava.
<< Bene ragazzi
prima che ve ne andiate volevo solo informarvi che il signor Stevens
rimarrà qui con noi per qualche giorno per scattarvi delle foto
che verranno pubblicate sulla nostra pagina per pubblicizzare la
scuola. Voi continuerete ad allenarvi come sempre solo che da domani in
poi avrete anche il signor Stevens che vi terrà compagnia.
>>
Il tuo incubo peggiore.. pensò Scarlett con un sorriso amaro. Le aveva lasciato quasi una sentenza quella sera.Congratulazioni Mario sei riuscito nel tuo intento!
<<
Bene ragazzi ora siete liberi di ritirarvi. Con lei Signor Stevens per
oggi abbiamo finito, può iniziare il suo lavoro domani
pomeriggio alle tre in punto. >>
Mario annuì sorridente facendo capire alla donna che aveva
afferrato. Tutti i ragazzi che erano nella sala uscirono mentre
Scarlett stava ancora finendo di prendere le sue cose. Quando tutti
uscirono Mario chiuse la porta alle sue spalle e si voltò verso
la ragazza.
<< Ciao anatroccolo. >> parlò lui con quel tono che
a Scarlett vennero i brividi sulla pelle. Non lo pronunciò
affatto come un insulto o con sfacciataggine come faceva sempre da
piccolo quando la chiamava in quel modo. In quel momento il suo tono
era dolce e melodioso con una voce profonda.
<< Solo perché da piccola ho interpretato il brutto
anatroccolo a scuola, questo non significa che tu debba chiamarmi
ancora così! >> sbuffò Scarlett voltandosi verso il
ragazzo.
<< Ti da fastidio? >> domandò lui alzando le sopracciglia sorridente.
<< Beh.. sì. >> annuì Scarlett seria incrociando le braccia al petto.
<< D’accordo, non ti chiamo più così. Promesso.. piccolina. >> sorrise lui pronunciando l’altro nomignolo che tanto le dava sui nervi.
Scarlett roteò
gli occhi esasperata. Non era cambiato affatto, il solito marmocchio
spavaldo che aveva conosciuto anni prima se lo ritrovava adesso, solo
più altro, più muscoloso e più.. affascinante.
Scarlett scosse il
capo per quello che aveva pensato e iniziò a camminare per
uscire dalla stanza ma quando arrivò vicino a lui, intenta a
superarlo, Mario le afferrò il braccio e la bloccò,
posizionandosi dietro di lei.
<< Ehi
perché fai così? Non mi dirai che sei arrabbiata con me
perché non mi sono presentato a quel saggio? >> chiese il
ragazzo curioso afferrandole i fianchi con entrambe le mani.
Non la riconosceva
affatto. Il volto era quello di sempre, ma il corpo della ragazza era
totalmente cambiato, pieno di curve e forme. Aveva un top a bretelle
larghe e una culottes per danzare che lasciava intravedere tutte le
curve dei glutei. Era una bomba sexy e inoltre vederla ballare in quel
modo così sensuale lo aveva eccitato da morire.
Scarlett si voltò di scatto con gli occhi lucidi e uno sguardo arrabbiato.
<< Me lo avevi promesso! >> disse puntandogli l’indice contro il petto minacciosa.
<< E’
vero.. ma i miei non mi lasciavano venire, il giorno dopo sarei dovuto
partire subito e non avevo via libera. >> mentì Mario. In
realtà poteva andare al saggio, i suoi genitori sapevano
quand’era importante la sua presenza per Scarlett ma lui aveva
deciso di non andarci perché quella sarebbe stata l’ultima
sera che l’avrebbe vista e sapeva che vedendola non sarebbe
più voluto partire.
<< Ormai
è passato.. sono qui adesso e ci resterò per un bel
po’ di tempo. >> ammiccò il ragazzo prendendole il
volto con le mani, lei sorrise imbarazzata e quindi lui
continuò: << Perché non ceniamo insieme stasera,
come ai vecchi tempi, parliamo di tutti questi anni e di cosa
c’è capitato di tanto imbarazzante.. ci stai? >>
Scarlett annuì sorridente e poi disse divertita: << Proprio il mio incubo peggiore. >>
Mario rise
fragorosamente e aggiunse: << Te l’avevo promesso che ci
saremmo incontrati a Las Vegas prima o poi. >> ammiccò lui
stringendola a sé e circondandole una vita con braccio.
Quello che Scarlett si domandava era.. si sarebbe presentata all’invito di Mario?
NOTE FINALI
Buon pomeriggio ragazze :D eccomi tornata anche con l’ultima mini
storia dei personaggi secondari di Falling in love! :D Scarlett e Mario
^^
Per i due ragazzuoli avevo in mente di fare qualcosa di diverso non il
solito primo incontro che ti cambia la vita, ma qualcosa che legasse i
due ragazzi da sempre e quindi mi è venuta in mente l’idea
di farli migliori amici da sempre anche se poi come capita alcune volte
uno dei due parte e le comunicazioni vengono troncate.. ma per Scarlett
e Mario non è finita qui ;D spero di avervi incuriosite almeno
un po’ e per chi vorrà lasciarmi il suo pensiero io sono sempre a disposizione, se vi va ovvio ;)
Grazie in anticipo a tutte le ragazze che leggeranno la storia e a chi
lascerà una piccola recensione ^^ vi mando un bacio
Betta <3
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