Following the waves of your heart

di JoyStark91
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 Che la giornata non sarebbe stata cosa Makoto se ne rese subito conto non appena apri’ le persiane della camera da letto.
Era ancora notte, mancava un’ora per l’alba però lo scuro era già meno fitto.
Meno fitto, ma quel che bastava per vedere il cielo coperto da dense nuvole d’acqua e, oltre la striscia della spiaggia, il mare gonfio.
Agitato da folate brevi e fredde che provocavano miriadi di piccole onde ricoperte da bianca schiuma.
Guardò fuori, sconsolato, ma pensò che una nota positiva in quella giornata poteva esserci.
Una doccia veloce, si vestì in fretta e corse.
Da lui.
 
 
 Un’aroma delizioso lo condusse dentro.
Pesce affumicato, condito con limone e verdura, ed olio.
Nonostante avesse già mangiato, gli tornò appetito.
 << Ho di nuovo fame, Haruka…>>
 E stava per dire “Tutta colpa tua.”
L’altro, vestito solo con il costume per gli allenamenti, si girò appena ed osservò il gigante che aveva per amico. Tutto quel che aveva da dire lo disse con
Lo sguardo, il resto lo mugugnò.
 << Pur’io…>> e fece cenno di sedersi.
Makoto obbedi’ con un sorriso.
Haruka, suo amico da anni, era di poche parole ma buone.
E la mattina prima di uscire, ne riservava il meno possibile.
 << Ancora pesce per colazione, eh? Tua nonna non ti lascia altro, Haru? >>
 << Si, certo. Ma a me il pesce piace. Io amo il pesce. >> E s’accorse solo dopo di aver dato un bruttissimo spunto all’amico.
Amico che di battute idiote ne faceva pure troppe.
 A Makoto questo non sfuggi’. << Quindi ho delle speranze. >>.
<< …Di morire, sicuramente. >>.
<< Solo dopo aver fatto alcune cosucce. Come...fare l'amore. >>.
Al ragazzo dai capelli corvini sfuggi’ un gemito da animale ferito. << Cosa..?>>.
Ad intendere, Haruka aveva inteso benissimo.
Ma Makoto prosegui’. << L'a-amore. Sai...certe cose...fra due persone che si...amano...e...>>.
<< So’ cos’è, idiota. >> Molto in teoria, vista la sua poca esperienza in campo.
<< Vo....vogliamo provare insieme? >> Propose il gigante buono con una tenerezza disarmante. O quasi.
Al che Haruka, un po’ per l’imbarazzo, un po’ perché a sentire quelle idiozie non riusciva a cuocere bene il pesce, spense il fuoco, abbandonò un momento quel che stava facendo e gli mollò un pugno direttamente sullo stomaco.
<< ...! >> Al gigante mancò il fiato e s’accasciò a terra, dolorante.
<< Ah...Haru...perchè..? Non sai nemmeno...se..se faccio cosi schifo a letto...>> Decisamente voleva morire.
Haruka non s’impietosì neanche per un momento. E continuò a dargli dei calci.
<< Pietà! Potrei ancora fare figli..! >>.
 Solo allora Haruka si fermò, ma non la sua rabbia ed il suo imbarazzo <<… Sei un coglione , dileguati. >>.
Ripiegandosi su se stesso, il moro riusci’ solo a sussurraredelle scuse.
Il ragazzo dalla chioma corvina non si scompose. << Tsk. >>.
E  si voltò, schioccando le labbra e incamminandosi per andarsene. Non voleva restare lì un minuto di più.
<< Sigh...a me piaci cosi tanto…>>.
A quelle parole, Haruka arrossi’ violentemente,  ringhiando e voltandosi verso il colpevole.
<< Devo prenderti di nuovo a schiaffi?? >>.
Makoto, il gigante che ora sembrava più un cucciolo spaventato rispose. << N-no...non...per favore..>>.
<< Allora smettila di dire cazzate! >>.
 << Ma non sono cazzate! E' la verità…>>. << E' cosi...è..>>
Le gote di Haruka presero sempre più una tonalità rosso rubino in netto contrasto con la sua carnagione chiara.  << Allora vuoi farmi arrabbiare sul serio. >> .
<< Non sto mentendo..! mi piaci da sempre, Haruka...>>
Il delfino, com’era definito Haruka,  avvampò tutto d'un tratto , strizzando gli occhi e tirando il busto all'indietro.
<<...I-Inizi a stancarmi con le tue frottole! O...-O stai zitto o te le suono sul serio! >>
Non poteva farci niente, era introverso, e ciò lo portava ad essere anche un po’ scontroso.
Mako parse non farci caso, si mise anzi in ginocchio e lo tirò per le braccia verso di sè. << Preferirei...mi dessi dei baci...>> Carezzò il petto nudo dell’amico, posandoci appena le labbra.
Quello stesso amico sgranò gli occhi quando si sentì tirare a quel modo da quelle braccia calde.
Fissò il vuoto davanti a sé , si sentì immobilizzato a quelle parole e a quei tocchi. 
Nel suo petto partì un tonfo.
<< T-Tu... sei impazzito. Te lo scordi , bastardo. >>.
Digrignò a denti stretti, afferrandogli violentemente i capelli castani tra le dita e tirandoglieli.
<< Haru...>> . Gli occhi socchiusi, le gote arrossate, anche Makoto era sempre più in imbarazzo.
Non pensò tanto al suo tirarlo per i capelli, tant’era preso.
<< Non ti piaccio nemmeno un po' ?>>.
Pigolò, prima baciare ancora quel petto morbido e soffermarsi sui capezzoli e vicino poi la clavicola.
Ad Haruka questi tocchi fecero quasi paura, non sapeva spiegarsi il perché.
Piccoli brividi scossero tutto il suo corpo nei punti dove l'altro lo baciava a e lo accarezzava.
... Quella domanda. 
Le mani si fermarono sulle spalle dell'altro , decise ad allontanarlo via da sé ed a opporgli resistenza. 
...Che gli prendeva all'improvviso?
<<... T-...Ti ho detto di smetterla , dannazione! >>.
Il delfino non gli aveva risposto, quindi non sapeva che pensare al riguardo. 
Ma sentiva quanto l'altro fosse spaventato e non insistette.
Lo guardò, cercò il suo sguardo poi prese e baciò le sue mani.
<< Scusami...davvero...non volevo farti star male...>>.
Quando incrociò quei occhi dolci e verdi, Haruka si tranquillizzò appena. 
Il suo cuore... poteva finire di battere all'impazzata. 
Si lasciò stringere le mani ed abbassò il proprio sguardo imbarazzato ed orgoglioso verso un punto indefinito a terra.
<< Non... fare quelle cose. >>
 Mormorò a stento , sempre più orgoglioso.
Dal canto suo, Makoto non smise di osservarlo, mentre si calmava pian piano.
Lo riempì di coccole, quasi a scusarsi di esser stato cosi rude.
Carezzò una guancia dell'amico, e posò la fronte sulla sua.
<< ...No...non se non lo vorrai...>>.
Tutte quelle carezze e quelle coccole. Haruka non era affatto abituato. 
Sapeva com'era fatto l'altro , conosceva bene la sua tenerezza. Possibile che ancora adesso faticava ad abituarsi ad essa?
Poteva sentire il suo respiro da così vicino. I suoi occhi scivolarono di nuovo a terra , imbarazzati da tutto il frastuono che gli stava provocando il suo cervello e quei pensieri. 
Si sentiva così dannatamente vulnerabile quando gli stava vicino.
 << Sarà... meglio per te , allora. >>
Più tranquillo, Makoto pensò a godersi di quegli attimi insieme, felice anche solo di quelli.
Ancora altre coccole, dolci come quelle di un fidanzato vero e proprio poi chiese.
<< Vorrei farmi perdonare...dimmi cosa posso fare, Haru. >>.
Ad Haruka quelle carezze facevano sentire un certo disagio...
Eppure non gli davano fastidio. Era il suo orgoglio che lo faceva reagire in quel modo. 
A quella richiesta il tipico broncio del delfino comparve sul suo volto. <<... La settimana prossima riaprono l'Acquapark. >> borbottò scontroso.
Gli stava dando un'opportunità.
Non poteva crederci...ed era troppo, troppo felice che faticava a nasconderlo.
<>.
Promise con un sorriso e si alzò, prendendolo in braccio. << Vuoi riposarti un po'? >>
Haruka alzò gli occhi verso di lui quando lo vide così improvvisamente raggiante e pieno di felicità.
Bastava così poco per fargli cambiare umore?
Ma ben presto anche quello del moro cambiò quando si senti sollevato da terra.
<< EHI---! Cosa diavolo stai facendo?! >>.
Ringhiò, agitandosi a quell'improvvisa presa.
<< Uh? Pensavo fossi stanco..>>
Era sincero, assolutamente sincero.
E per poco non si prese una gomitata cosi decise di metterlo delicatamente giù.
L’altro per tutto ringraziamento, lo guardò storto. << So camminare da solo! >>.
<< Scusami, hai ragione. >> E lo seguì, sorridendo. << Sai che..>>
<< Cosa? >>.
<< … Sei bellissimo? >>.
 
Makoto fischiettò da finto innocente.
<< Avevi detto che l’avresti fatta finita! >> urlò l’altro, pestandogli un piede.
La vittima si trattenne dal dire qualcosa per il dolore, disse solo << Hai…ragione, scusami. >>
<< ... Tsk. >> ed Haruka aprì la porta della sua camera, avvicinandosi al letto e vi si fiondò sopra.
L’amico  invece si fermò a guardarlo dalla porta, sorridendo.
Entrò poi piano solo per un bacio leggero su una guancia.
<< Dormi bene, Haru. >>
Come se volesse obbedire, il delfino provò a rilassarsi e chiuse gli occhi.
... In effetti era davvero stanco. La scuola , l'allenamento dei giorni scorsi…per non parlare delle lotte furiose che affrontava con Makoto. Tutto ciò portava a stancarlo tantissimo. 
Sentì i passi dell'altro , non riaprì gli occhi pur avvertendo quella presenza. Sentì le sue labbra calde schioccargli un dolce bacio sulle guance e poi pronunciare quelle parole. 
Gli si scaldò il petto , si rannicchiò improvvisamente su se stesso nascondendo il volto nel cuscino e toccandosi con la mano il punto dove l'altro lo aveva baciato.
<< …grazie…>>  Mormorò a stento , ancora ficcato con la testa nel cuscino.
Fortuna che quel giorno non avevano lezione. Haruka avrebbe potuto riposarsi quanto voleva.
Makoto rimase ancora un po' a guardarlo, sereno. Avrebbe voluto restare li' con lui, dormire abbracciati ma sarebbe stato troppo per l’amico.
 
Si spostò in salotto, guardò fuori la finestra.
Si poteva vedere in lontananza il mare.
Ingrossato, ancor più di prima.
Ingrossato, le acque in subbuglio.
Come il suo cuore.

 
 
 




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