mathilde

di hopeneverdies
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Era una giornata come le altre, tranne per il fatto che il sole splendeva alto in cielo, cosa che non accadeva da un pò di giorni oramai...
Mathilde era accovacciata sul suo letto, intenta a leggere un libro, come era solita fare.
Amava leggere libri di ogni genere, diceva che spesso avrebbe voluto vivere in uno di quegli strani racconti e spendere la sua vita in uno di quei posti che tanto desiderava vedere.
Quando comprava dei libri nuovi amava sempre vedere a chi l'autore li aveva dedicati, e soprattuto leggere la prima frase del racconto; diceva che dalla prima frase capiva se quel libro le sarebbe piaciuto.
Alla fine però adorava tutti i libri, e non aveva grandi preferenze.
Il primo libro che lesse fu "Il piccolo Principe", di Antoine De Saint-Exupery: se lo ricordava sempre, passo dopo passo.
Mathilde ha amato tantissimo il piccolo principe e le sue avventure.
Dentro sè, quando si sentiva triste, ripeteva spesso la frase "non si vede bene che con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi".
Riusciva a sorridere ogni volta che la ricordava, perchè lei era una di quelle che si accontentava delle piccole cose. Bastava poco per renderla felice.
Allo stesso tempo però, bastava poco per renderla triste.
Il suo carattere era difficile da comprendere, poichè cambiava umore facilmente; un attimo era felicissima, mentre l'attimo dopo scoppiava in lacrime.
Non aveva molte amiche, ma a lei andava bene così.
Diceva che gli amici sono i fratelli che ti scegli, e che si contano sulle dita della mano... Ma questa è una cosa scontata.
A lei non piacevano le banalità, voleva sempre apparire originale.
Sul suo comodino, vicino al letto, teneva sempre una sua foto insieme a suo fratello.
La guardava spesso.
Si somigliavano così poco quei due: lei era così minuta, con due grandi occhioni neri che le occupavano gran parte del volto, mentre lui aveva due grandi occhi azzurri, ed era di corporatura molto più massiccia.
Suo fratello era il suo migliore amico, anche se non voleva mai ammetterlo.
Avevano la stessa età, e di conseguenza si capivano molto di più di quanto i loro genitori potessero capirli.
Spesso era proprio lui a comparle dei libri, e lei non poteva non sorridergli.
Diceva che era il suo angelo.
Ma questo lui non lo sapeva e lei era troppo timida per ammetterlo.
Quando si sentiva giù o semplicemente quando piangeva, c'era lui lì con lei.
Lui era sempre con lei.
Quando Mathilde finì il libro che aveva tra le mani, quel giorno, non potè non piangere...
Lo faceva sempre quando finiva dei libri.
Perchè un libro poi te lo porti dentro, fa parte di te e per lei era un vero e proprio rifugio.




"Mathilde dobbiamo andare..."




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