It's your fucking nightmare

di Lonely soul
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It's you fucking nightmare



 

 

"Viviamo in un mondo imperfetto.
Viviao in un mondo marcio.
Viviamo in un mondo che nonostante abbia toccato il fondo sembra aver preso una pala, per cominciare a scavare.
Io mi chiamo Cassandra, e tanto per confermare la mia ipotesi mi trovo nel sottosuolo, in una sporca, lurida e puzzolente metropolitana.
I posti a sedere immediatamente vicini a me sono vuoti, e lo sono anche quelli attorno alle altre persone.
Gli uomini tendono a sedersi a minimo un sedile di differenza gli uni dagli  altri.
Tutti sono chiusi nella loro piccola individualità… Chi legge il giornale, chi legge un libro, chi ascolta la musica con le cuffiette, chi fa più di una cosa di  queste insieme.
Animale sociale?
Ma non fatemi ridere, l’uomo è l’animale più solo che abbia mai messo zampa sulla faccia della Terra.
Non ho scelto io di essere un’umana, ma adesso mi trovo nelle stesse patetiche condizioni di tutti questi esseri umani che mi circondano.
Sola…
E triste…”

 
 
Driiiiiiiiiin Driiiiiiin
-Maledetto, demoniaco arnese rumoroso!- Cassandra diede una bottarella sulla parte superiore della sua sveglia per metterla  a tacere, odiava doversi svegliare.
Si mise a sedere sul letto mentre cercava di ordinare quella matassa di capelli biondi spettinati in una coda. Guardò fuori dalla finestra, ancora pioggia. Sospirò.
-Maledetto mondo, quanto ti odio.
Con una fatica disumana si alzò dal letto e andò a prepararsi per la giornata di lavoro che l’aspettava.
Mentre stava in metro ripensò al sogno bellissimo che aveva fatto quella notte, e sul suo viso triste apparve un piccolo sorriso.
Era piccola, nella casa dei suoi, quando erano ancora con lei entrambi. Stava giocando nel salone con la sua sorellona mentre la madre stirava la sua camicetta rosa e il padre metteva a posto i vestiti già piegati e stirati.
Nel sogno i suoi genitori sembravano così felici di stare insieme… Chi l’avrebbe mai detto che alla fine le cose sarebbero andate così come erano andate…
La voce registrata della metro le ricordò che doveva scendere a quella fermata, fermando i suoi pensieri, solo per il momento.
Chiusa nel suo ufficio, col suo computer di ultima generazione davanti agli occhi, Cassandra non riusciva a pensare ad altro che al suo sogno. Era così bello, così armonioso, così… Surreale.
Ma la verità si fece largo nei suoi pensieri e violentemente cancellò l’immagine perfetta che quel sogno aveva creato nella sua mente.
Le urla di sua madre e suo padre, i pianti di sua sorella che se ne andò di casa non appena raggiunta la maggiore età e di conseguenza il suo rimanere senza alleati in quella casa che ormai era la sua prigione.
Violentemente le urla di rabbia di sua madre si trasformarono in urla di orrore, e la casa dei suoi ricordi lasciò spazio alle macerie e alla cenere.
Come aveva fatto lei, appena adolescente, a salvarsi dall’incendio appiccato dal suo stesso padre? Con quale criterio, lei, era sopravvissuta a sua madre?
Erano passati solo 4 anni e il ricordo bruciava ancora nella sua psiche turbata,  una lacrima lottò con la sua forza di volontà per poter nascere.

“Mi chiedo a cosa serva tutto questo…
Viviamo consapevoli che dobbiamo morire, e alla nostra morte sarà come se non fossimo mai vissuti.
Una vita umana è così insignificante.. E’ cosi inutile nel complesso…
Se scomparissi da un momento all’altro questo mondo continuerebbe a girare come se niente fosse successo e le uniche persone che se ne renderebbero conto sarebbero quelle a me vicine..
Alla loro morte, cosa sarà rimasto di me? Nemmeno un ricordo…
Mi chiedo solo…
Se tutto questo…
Abbia un senso…”



 
-Cassandra? Cassandra svegliati!-
La voce di Clarissa risuona nella mente della sorellina, e questa apre gli occhi.
-Cla… Clarissa? Che ci fai tu qui?-
-Dove dovrei essere, se non al tuo fianco? Ti sei persa tutto il film!
Cassandra si guarda intorno, nella sala sono ormai rimaste solo lei e sua sorella, sul grande schermo stanno ancora passando i titoli di coda.
-Perché.. perché siamo qui?- Chiede allora la ragazza stupefatta.
-Perché siamo in un sogno.
-In un sogno?-
-Si, il tuo corpo è ancora nel tuo letto… Stai dormendo. Dove vogliamo andare ora?-
-Cosa?-

-Ti ho chiesto dove vogliamo andare. Possiamo andare ovunque vogliamo, in un battito di ciglia. Possiamo starci quanto vogliamo, il tempo è così indefinito nel mondo dei sogni… Siamo libere.-
-Voglio… Voglio tornare nella nostra casa, da mamma e papà…-
Clarissa prende la mano della sorellina e la guarda intensamente negli occhi. Cassandra è come ipnotizzata, e non riesce a distogliere il suo sguardo da quegli occhi verdi che tanto aveva amato, tanto da non accorgersi che il mondo attorno a loro sta cambiando, e la sala cinematografica lascia il posto ad un ampio salone.
-Finalmente siete tornate! La mamma ha preparato i biscotti, sentite che profumino?-
Victor, suo padre, se ne sta seduto sulla poltrona, a leggere il giornale.
Cassandra annusa l’aria. Niente vodka. Niente rum. Niente sambuca. Niente martini. Niente alcol, sono quel dolcissimo odore di impasto appena infornato, di cioccolato, di buono.
-Ah, finalmente siete tornate! Com’era il film?- La mamma si pulisce le mani sul grembiule sporco di farina.
-Cassandra ha dormito per tutto il tempo!-
Nella casa risuona la risata allegra, di una famiglia felice.


-Clarissa… Non voglio tornare a casa mia…- Dice Cassandra, una volta ricevuto il bacio della buona notte e rimboccate le coperte, sola nella stanza insieme a sua sorella.
-Ma tu sei a casa- Le risponde quella, con un sorriso.
-Sai a cosa mi riferisco… io voglio… rimanere qui, con te, con la mamma, con il papà… Voglio… Voglio che questo duri per sempre…- La ragazzina scoppia a piangere.
-Cass! Cass! E’ tutto a posto!-
-No! Non è tutto a posto. Tra poco mi sveglierò e tutto questo sarà sparito… Mamma sarà morta, papà sarà in prigione e tu sarai lontana chilometri e chilometri da me… Non ci parliamo da cinque anni… non ci vediamo da cinque anni…
-Se vuoi, io posso farti rimanere qui in eterno, ma devi volerlo davvero, lo vuoi?-
-Si! Si lo voglio!-
-Dammi la tua mano, allora.-
Nelle mani di Clarissa compare un ago. Con questo la ragazza fa un piccolo foro sul polpastrello dell’indice della mano destra della sorellina.
-Scrivi il tuo nome su questo- Le dice poi, passandole un contratto –Qui c’è scritto che starai con me in eterno. Che rinunci al mondo reale, e ti rifugi nel mondo dei sogni per stare con me.-
Senza pensarci un attimo Cassandra scrive il suo nome sul foglio e abbraccia la sorella ritrovata.



“ I giorni passano così veloci e lieti in questo mondo.
Non mi sento sola… C’è la mia famiglia con me.
Non mi sento triste, al contrario provo una gioia mai provata prima.
Qui il tempo è indefinito, e le disgrazie non accadono… Vivrò qui in eterno, con la mia famiglia.”

 
-Cassandra, sei felice qui?-
-Si… Ti amo tanto, Cla…-
-Ti amo anche io sorellina, sei quanto di più prezioso la vita mi abbia mai donato e…
e non ce la faccio a vivere senza di te, quindi ti prego, torna da me! Ho bisogno di te… non lasciarmi anche tu… ti prego… Ti prego…-
-Cla… Clarissa? Ma che dici? Io sono qui con te…-

Bip… bip…

-Che ho detto che non va?- Clarissa sembra stupita, i suoi immensi occhioni guardano la sorellina un po’ preoccupati.
-Io… io sono con te… Non ho bisogno di tornare, sono qui… Non ti lascerò mai…
-Lo so… Cassandra, sei sicura di stare bene? Vuoi che torniamo a casa? La mamma ti misurerà la febbre e ti darà qualcosa di fresco da bere… O magari è solo il sole che ti ha cotto il cervello- La ragazzina ride…
Possibile che Cassandra si sia immaginata tutto?
-Sorellona… Che ne è del mio corpo reale, ora che sono qui?
-Perché ti interessa?- Clarissa si rabbuia un attimo.
-Che ne è del mio corpo? Sono scomparsa? Sono ancora nel mio letto? Quanto tempo è passato?-
-Io… io non capisco… il tempo è relativo… sei tu che decidi quanto tempo è passato… Siamo nel tuo sogno…- La ragazza è sempre più scura in volto, e i suoi occhi brillano di una strana luce… sarà il sole a dar loro quella leggera sfumatura rossa?

-Clarissa… parlo del mondo reale… che ne è del mio corpo?- Cassandra prova a prendere la mano della sorella, ma quel contatto la porta lontana…

Biiiip Biiip

-La prego… la scongiuro, mi dica dottore, si sveglierà?- E’ la voce di Clarissa… E’ così distante…-
-Non glie lo so dire, signorina… Ormai sono due anni che le sue condizioni sembrano stabili…-

Il contatto tra le due sorelle è breve, e Clarissa si scansa.
-Cla? Che sta succedendo?-
Nessuna risposta. Clarissa guarda a terra.
-Cla? Rispondimi ti prego, ho bisogno di sapere!
Cassandra cerca di alzare il viso della sorella, cercando il suo sguardo.
Ma ciò che trova non sono gli splendidi occhi verdi della sorella.
Ciò che trova non ha nulla di umano e il dolce viso della sorella ha lasciato il posto ad una maschera orribile, con lunghi denti aguzzi e gli occhi piccoli, infossati e rossi.
-Tu non hai più contatti con quel mondo! Tu appartieni a me!- Risponde quell’essere.
Il piccolo corpicino di Clarissa si deforma, i suoi vestitini cominciano ad essere stretti e si stracciano.
-Cosa… Cosa sei tu? Che ne è del mio sogno?-
-Questo è il mondo dei dormienti, mia cara, e non è formato solo da sogni!
-Cosa ho fatto? Cosa ho fatto?-
-Mi hai donato la tua anima per l’eternità… ed io… la divorerò pezzo dopo pezzo… lentamente… Dimmi Cassandra, ricordi l’incendio?

-L’incendio? Quale incendio? Di cosa stai parlando?-

Biiiiiiiiip Biiiiiiiip
Biiiiiiiiiiiip biiiiiiiiiiiip



-Cosa succede, dottore?- Clarissa tornò subito accanto al letto della sorella, le prese la mano.
-Ci sono degli stimoli… Sua sorella sta cercando di svegliarsi.-
il corpo di Cassandra si irrigidì di colpo, ma subito dopo si rilassò di nuovo.
Clarissa strinse più forte la presa sulla mando della sorellina, e una lacrima le attraversò il volto.
 
-Davvero non te lo ricordi più?- Il demone scoppia in una fragorosa, spaventosa risata mentre la sua stazza continua a crescere e litri e litri di bava putrida escono dalle sue fauci, schiantandosi a terra vicino ai piedi di Cassandra, creando ampie voragini. – I tuoi ricordi appartengono a me! Ormai non esisti più!-

-Ti prego, torna da me sorellina! Non abbandonarmi come ha fatto la mamma… Ti prego, ho bisogno di te.-

-L’incendio… l’incendio dove è morta la mamma!- Il ricordo torna piano piano a far parte di Cassandra. Sente le urla della madre, i pompieri che la rassicurano, il rumore delle pompe d’acqua che cercano di domare le fiamme…

-Dottore mi aiuti! La prego mi dica cosa devo fare!- Ormai Clarissa era in un bagno di lacrime. – Non voglio perdere anche lei… Non lo sopporterei!

-Devo tornare da Clarissa! Non posso rimanere qui!-
-Hai firmato un contratto, ricordi? Tu rimarrai qui per l’eternità!-
-No! Io ho firmato un contratto, rimarrò con Clarissa per l’eternità! Questo diceva il contratto! Che rifiutavo il mondo reale per rimanere con Clarissa in eterno, ma tu non sei Clarissa! Clarissa è lì, nel mondo dei vivi e mi aspetta! Mi chiama! Non rimarrò mai qui con te! Mai!-

Così dicendo la ragazza si butta in una delle voragini create attorno a lei.

“Clarissa… Clarissa sto tornando da te.
Perdonami… perdonami per la mia stupidità… Perdonami per la mia debolezza”







 

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IL MIO ANGOLETTO


Ciao a tutti… Stavolta voglio solo dare delle piccole delucidazioni sulla mia storia.
1) Lo stile di scrittura
Ho usato tre diversi stili di scrittura per dividere i pensieri di Cassandra, il mondo reale e il mondo dei sogni ( o meglio dei dormienti). Lo preciso perché alla fine questa scelta è stata necessaria, altrimenti sarebbe stato un bel casino ( anzi, non sono nemmeno sicura che così non lo sia XD ) con l’alternarsi e il fondersi del mondo dei sogni e della realtà.
2) I tempi verbali.
No, non sono una capra che non sa rispettare i tempi verbali. La storia è scritta al passato ( come mio solito) e faccio uso del passato remoto. Ma nel mondo dei sogni, dove il tempo è relativo, ho deciso di scrivere tutto al presente, in quanto non è definibile un futuro e un passato.
3) Il finale
Ho lasciato volutamente il finale così, perché, nel caso non si fosse capito, Cassandra è finita in coma e non mi sono sentita di dare una risposta a Clarissa. Io non ho mai provato un’esperienza simile e non conosco nessuno in coma. Quindi non mi sono sentita né di stroncare le speranze altrui nè di coltivarne di impossibili… Decidete voi se Cassandra ne uscirà o meno.
Detto ciò posso anche dileguarmi,
Ciao ciao
P.S. Il titolo l’ho preso  da una canzone degli Avenged Sevenfold… Perché? Perché mi piacciono, tutto qui XD
 
 

 




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