c
•Cocco e
marzapane•
"E quindi se al posto di x e y, mettessi i
numeri 15 e 50, succederebbe...?"
La frase della DeStefani resta sospesa
nell'aria, ad aleggiare fastidiosa, insinuandosi nelle orecchie dei poveri
alunni che, disperati, tentano di trovare un attimo di silenzio per lasciare i
pensieri vagare da altre parti, attraversare i muri della scuola, volare nello
spazio, nel cielo...ma niente da fare, la DeStefani è famosa nella scuola per
essere praticamente l'unica professoressa che tiene la bocca aperta dal primo
secondo in cui entra in classe fino all'ultimo in cui esce.
Tenta di
insegnare la "matematica pura". Queste
sono le sue testuali parole.
Ma l'unico ad ascoltarla, probabilmente, è il
cestino della spazzatura.
"...quindi, Giolitti? Ce lo spiegeresti
tu?"
Valeria si scuote all'improvviso nel banco e bruscamente ritorna alla
realtà, come se una pioggia fredda fosse appena penetrata dal soffitto e
l'avesse investita in pieno.
"Ehm..." comincia a dire, squadrando la lavagna
con una rapida occhiata per capire a che domanda dovesse
rispondere.
"Lasciamo perdere" la rimprovera la DeStefani. "Mi ero accorta
che eri disattenta. Non farti più beccare distratta, altrimenti ti interrogo
immediatamente."
Valeria abbassa lentamente lo sguardo e sospira.
La
DeStefani continua a fissarla, e aggiunge:
"Il tempo di disperarsi per i
ragazzi va dalle dieci e trenta alle dieci e quaranta...e poi continua dopo
l'una e dieci."
Qualche risatina si leva da punti indistinti della classe, ma
per Valeria è un colpo basso, una pugnalata nello stomaco.
E' davvero così
semplice capire che soffre per amore? Che ha sofferto per amore, soffre per
amore e soffrirà per amore.
Mmm...che tristezza. Non si prospetta un futuro
per niente buono!
Tutto per colpa di quel ragazzo, quel bellissimo diavolo, che le ha rubato il cuore, gliel'ha
strappato via senza chiedere il permesso e senza farsi problemi...e lei ora non
sa più come riprenderselo. Probabilmente lo terrà lui... per sempre.
Il
problema è che lui, questo famoso lui,
Nicola, è fidanzato.
Oh, sì, fidanzato e decisamente innamorato, a
quanto pare.
Sono quattro anni che Valeria lo mangia con gli occhi, che
quando lo vede il cuore le esplode in petto, le gambe le tremano, le guance
arrossiscono...
Sono quattro anni che Nicola sa che Valeria è innamorata di
lui, quattro anni che la prende in giro, che ride con i suoi amici, che le fa i
dispetti, che la fa soffrire...
Sono quattro anni che Nicola e Veronica, la
sua ragazza, sono fidanzati.
E sono quattro anni che Valeria
piange.
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!!!!!
Oh
campanella, mia campanella!!!* Finalmente il tuo suono illumina i volti di tutti
i ragazzi disperati.
La DeStefani conclude la lezione con le ultime parole
famose:
"E ricordatevi che quella che cerco di insegnarvi io è matematica pura."
50 centesimi
scivolano tra le rotelle e gli ingranaggi della macchinetta delle bevande, con
il solito CLANG.
Il dito di Valeria pigia "cappuccino" e vede il bicchiere
color nocciola scendere e cominciare a riempirsi.
"Vale, tutto a posto?
Sembravi strana nell'ora della DeStefi."
Margherita, la sua migliore amica,
le si avvicina. Come al solito, capisce tutto al volo. Con un solo
sguardo.
"Lascia stare, Marghe. Lo sai...è sempre il solito" risponde triste
Valeria.
"E' sempre per Nicola."
Non è una domanda, quella di Margherita.
E' un'affermazione. Si passa una mano tra i lunghi capelli biondi e guarda
preoccupata l'amica.
"Senti...io non so che fare. Non so che fare per farti
stare meglio...sei innamorata di uno stronzo, ecco tutto. Il problema è che,
quando si è innamorati, non ci si può staccare a comando. E' una cosa che devi
continuare a sopportare, Vale..."
Valeria annuisce e prende il bicchiere di
cappuccino. Con il cucchiaino raccoglie la schiuma e ne assapora sulle labbra la
morbidezza.
"Ciao Vale...ho capito che qualcosa non va."
E' arrivata anche
Simona, l'altra grande amica di Valeria.
E' grazie alle sue amiche che la
ragazza continua ad andare avanti. E' grazie a loro che ogni tanto riesce a
sorridere, a divertirsi, a lasciarsi alle spalle la tristezza e la solitudine.
Non potrebbe vivere senza di loro.
"Sì...Nicola" sospira Valeria, chiudendo
gli occhi.
Simona abbassa tristemente lo sguardo e poi scambia un'occhiata
fugace e malinconica con Margherita: sono entrambe preoccupate per
l'amica.
Le tre ragazze si prendono sottobraccio e cominciano a passeggiare
per i corridoi. Valeria ha il cuore in gola: in qualunque momento potrebbe
spuntare fuori lui...
E infatti.
Girano l'angolo davanti all'aula magna e
due figure avanzano verso di loro.
Uno è alto, magro, dagli occhi verde
chiaro dolcissimi e ricci capelli castani, color del pane. L'altra è leggermente
più bassa e un po' più robusta, dai capelli neri dritti, lunghi fino alle
spalle, e gli occhi color carbone.
Si tengono per mano.
Appena Nicola si
accorge di Valeria, un ghigno malvagio gli attraversa il volto e stringe
Veronica a sé. Nel momento stesso in cui Valeria gli passa talmente vicino da
avvertire, con un brivido, la manica della sua maglietta sul suo braccio nudo,
Nicola si avvinghia a Veronica e si bloccano in mezzo al corridoio, scambiandosi
un bacio appassionato.
Valeria deglutisce e tenta di trattenere le lacrime.
Getta in un cestino il bicchiere di cappuccino, ancora pieno; si stacca dalle
sue amiche e corre rapida in bagno, ignorando i richiami di Simona e Margherita.
Si chiude la porta alle spalle e si appoggia al lavandino.
E' scossa dai
tremiti.
Apre il rubinetto e ascolta, nel silenzio, lo scroscio dell'acqua
che scorre, mentre gli occhi umidi rilasciano tristemente le lacrime amare che
le rigano, imperterrite, il volto.
Finalmente, dopo ore intrise di
noia, suona la campanella dell'ultima ora.
Branchi di ragazzi si fiondano
saltando e gridando fuori dalla porta, felici di poter tornare a casa a
rilassarsi, finché non fosse arrivato il momento di mettersi nuovamente a
studiare.
Valeria scende velocemente le scale, mischiandosi tra la folla e
cercando di non farsi raggiungere dalle sue amiche; non ha nessuna voglia di
parlare con loro in questo momento, perché sa che ricorrerebbero subito a quello
che, da anni, era diventato il loro passatempo preferito: insultare Nicola fino
allo sfinimento. Nonostante tutto, non serviva a farla stare meglio. Anzi, la
faceva solo riflettere inutilmente sul perché
si fosse innamorata di un tale stronzo.
E sono ormai quattro anni che
non trova una risposta.
"Vale, ti prego, aspettaci!" grida la voce di
Simona.
Valeria sospira e si volta, avvilita.
"Va bene"
borbotta.
Margherita e Simona si fermano davanti a lei, senza fiato per la
corsa.
"Senti, lo sai bene che Nicola è un..." comincia Margherita, ma
Valeria sbotta, infastidita:
"Lo so benissimo che cos'è, non c'è bisogno che
me lo ripeti ogni santo giorno. Credi che se ne avessi il potere non smetterei
di amarlo? Lo farei, eccome, e anche subito. Solo che madre natura mi ha fatta
nascere una comune mortale...e, da comune mortale, questo potere non lo
trovo."
"Ok, ho già capito; andiamo a mangiare insieme nel bar di Roberto,
così ci facciamo una bella chiacchierata e poi un po' di shopping" propone
Simona con aria complice.
In quel momento, Valeria riceve uno scappellotto e
si volta furiosa: ovviamente, si ritrova faccia a faccia con Nicola, che scoppia
in una risata fragorosa e, dietro di lui, due suoi amici la guardano e
ridacchiano.
Margherita fa in tempo a sbraitare "Stronzi...!", che già si
sono confusi tra il resto degli studenti.
Valeria abbassa la testa.
"No,
Simo, non mi va la proposta; me ne vado a casa, scusate."
Le amiche capiscono
che vuole essere lasciata in pace; così la guardano attraversare il portone e
uscire nel cortile, da sola, alla luce del sole.
Appena Valeria arriva a
casa, consuma un pranzo leggero con un po' di carne e insalata; dopodiché sfugge
ai richiami della sorella maggiore ("Valeeeeeeeee!!! I miei trucchi,
dannazione!") e si chiude nella camera.
Si butta sul letto e prende l'iPod
dal comodino. Infila le cuffie grigio metalizzato nelle orecchie e fa partire la
prima canzone. E' "Sere nere" di Tiziano Ferro.
Chiude gli occhi e le compare
il volto ghignante di Nicola, bellissimo ma dannato, stronzo e
impossibile.
Lentamente ricorda la prima volta che l'ha visto.
Lei,
piccola, spaesata e innocente undicenne; lui, simpatico, carino e popolare
dodicenne.
Il primo giorno delle scuole medie Valeria lo ricorda come fosse
ieri: ricorda ogni emozione, ogni pensiero, ogni sguardo.
Ricorda come,
uscendo in corridoio nell'intervallo, fosse andata a sbattere contro un
ragazzino piccolo, magro e pallido, dagli occhi acquosi. Ricorda di avergli
chiesto scusa una quarantina di volte, finché alle spalle di costui era comparso
questo ragazzino dal volto meraviglioso, angelico ma allo stesso tempo furbo.
Ricorda quanto aveva ossservato in ogni minimo dettaglio quei ricci color pane,
e ricorda di come si fosse persa in quegli occhi verde chiaro, splendidi e
unici.
"Che fai, Michele, già ci provi con una tipa?"
Erano uscite quelle
parole dalla bocca perfetta di Nicola, quasi una melodia alle orecchie della
povera ragazzina imbarazzata.
Il ragazzetto basso aveva borbottato qualcosa
distrattamente e poi era corso via, continuando a parlare da solo.
Nicola le
aveva sorriso e le aveva fatto l'occhiolino.
"Bevenuta! Sono
Nicola."
"P-piacere, Valeria."
La ragazza aveva sentito le gambe
sciogliersi di fronte al comportamento del giovane, ma aveva tentato lo stesso
di mantenere la calma.
I giorni seguenti, aveva cominciato a studiarlo e a
pedinarlo. Lo osservava di nascosto, dietro un angolo, oppure si appostava
davanti alla sua classe fingendo di chiacchierare con Margherita.
Finché,
quella piovosa mattina di aprile, aveva visto Nicola che teneva per mano una
ragazza dai tratti perfetti.
Veronica, la figlia della professoressa di
matematica della sezione di Valeria.
Lo stesso giorno, un amico di Nicola
aveva origliato la triste conversazione tra Valeria e Margherita, ed era andato
immediatamente a riferirlo a Nicola.
Da lì erano cominciate le prese in giro,
gli scherzi, i dispetti.
Da lì Valeria aveva cominciato ad entrare nel
vortice dell'amore non ricambiato.
Aveva cominciato a soffrire veramente, a
desiderare di essere un'altra persona.
E, soprattutto, aveva imparato cosa
significasse versare continuamente lacrime di amara disperazione.
La
mattina del giorno dopo, Valeria entra a scuola seguita da Margherita.
"Hai
studiato storia, Vale?"
"Sì..." mente la ragazza. In realtà ha passato tutto
il pomeriggio a pensare a lui...ma non ha voglia di ammetterlo.
Durante la
lezione di storia, Valeria fortunatamente non viene interrogata. Dopodiché passa
un'altra ora con la testa fra le nuvole mentre la DeStefani parte con la sua
matematica pura.
E il suono della campanella risveglia ogni giovane
anima...
"Forza Simo, muoviti, dobbiamo scendere al bar prima che ci sia
troppa coda!" sbraita Valeria.
Trascinandosi a vicenda, le tre amiche corrono
nei corridoi e riescono a prendere appena in tempo tre croissant alla marmellata
di albicocche.
Valeria si volta e fa per tornare in classe, quando una voce
alle sue spalle la blocca.
"Buongiorno, signorina."
Sente le gambe tremare
e vorrebbe sprofondare nel pavimento e non riemergere più. E' stato Nicola a
parlare, con voce leggermente seccata.
"Che diavolo vuoi?" domanda Valeria,
con voce spezzata.
"Senti..." comincia lui, in imbarazzo. Fa un sospiro
profondo e continua, tentando di essere gentile: "So che sono quattro anni che
mi fai il filo...e vorrei darti una possibilità. Veronica è ammalata e non saprà
niente, ma volevo proporti di uscire con me oggi pomeriggio. Per essere buono,
sai" si affretta ad aggiungere.
Valeria non crede alle sue orecchie, mentre
Simona e Margherita trattengono il fiato.
Ma la ragazza si sente presa in
giro.
"Non voglio la tua compassione" borbotta e si gira per
andarsene.
"Ma no" la trattiene Nicola. "Veramente, mi piacerebbe darti una
possibilità...anche se io, ovviamente, amo Veronica, ma vorrei che tu fossi un
po' alla pari con lei."
Valeria deglutisce. Non può accettare. Gli sguardi
delle sue amiche le fanno capire che sarebbe una vera polla se cadesse nella
"trappola".
"Ok, incontriamoci davanti alla piazza della Chiesa alle
quattro."
Senza lasciare al ragazzo il tempo di rispondere, si fionda su per
le scale e raggiunge la sua classe, mentre Simona e Margherita arrancano dietro
di lei.
Niente da fare.
E' proprio una polla.
"Oh, ragazze,
accidenti, che diavolo mi metto?!?!?"
Simona alza gli occhi al cielo e fruga
ancora un po' nell'armadio.
"Tu non avresti dovuto accettare, chiaro? Quanto
scommetti che domani Nicola ti prenderà in giro coi suoi amici in mezzo al
corridoio?" la rimprovera Margherita.
"E' un idiota, un idiota patentato.
Spero non ti abbia giocato un brutto tiro..." continua Simona.
Valeria
sospira e crolla sul letto.
"Avete ragione...e per questo non merita di
vedere il meglio di me."
Si alza, prende una t-shirt bianca piuttosto anonima
e un paio di jeans strappati. Si veste, mentre le due amiche la guardano in
silenzio.
Poi dà un'occhiata all'orologio azzurro appeso al muro: le quattro
meno dieci.
"Devo andare" annuncia, baciando sulle guance Simona e
Margherita.
Queste ultime, osservandola ancora uscire dalla stanza,
preferiscono non dirle che, nonstante abbia tentato di essere scialba, bruttina
e disinteressata, è lo stesso una bellissima ragazza.
E non capiscono come
farà Nicola a resisterle.
Il cuore le batte all'impazzata, mentre
pensa a mille cose contemporaneamente.
Cosa deve fare?
Come si deve
comportare?
Che atteggiamento deve assumere?
Dove andranno?
Di cosa
parleranno?
Dovrà guardarlo in adorazione o fingere
disinteresse?
Merda...che caspita le era passato per la testa nel momento in
cui aveva accettato l'invito?
Dannato carattere impulsivo.
Giunge alla
piazza in perfetto orario e nota, con un nodo alla gola, che Nicola è già
lì.
E' seduto su una panchina di legno scuro e si erge in tutta la sua
bellezza, baciato dal sole.
Valeria, tremante, gli si avvicina.
"Ciao" lo
saluta in un sussurro.
"Ciao" risponde lui, senza molto entusiasmo. Si alza e
con la testa le fa cenno di seguirlo.
"Andiamo a mangiare un gelato, ti
va?"
"Certo."
Camminano in silenzio: lei, bella, dolce e imbarazzata; lui,
bello, dannato e distratto.
"Veronica ha preso l'influenza" attacca a
dire.
Valeria sente gli occhi bruciarle, ma finge interesse.
"Ah...mi
dispiace."
Nicola si volta a guardarla con occhi sgranati.
"Cosa significa
che ti dispiace?"
"Ehm...secondo te?"
Il ragazzo pare
confuso.
"Cioè...ti dispiace davvero che Veronica sia ammalata??"
Valeria
resta un attimo in silenzio.
"No" risponde poi, decisa e sincera.
E, per
la prima volta, può dire di aver fatto ridere di gusto Nicola.
Dopo un po' si
fermano davanti alla gelateria "Il Paradiso di Dante" e aspettano pazientemente
che arrivi il loro turno.
"Un cono con cioccolato e limone" ordina per primo
il ragazzo.
Dov'è finita la galanteria? si chiede Valeria, ma decide di
chiudere un occhio.
Dopo aver servito Nicola, la ragazza sorride al
gelataio.
"Anche per me un cono, grazie...al cocco e
marzapane."
Incredibilmente, Valeria si accorge che Nicola la sta fissando
stupefatto.
"Cosa c'è?" gli domanda, agitata.
"N...n-niente" boccheggia
lui.
Si siedono ai tavolini color prugna, all'aperto, e chiacchierano
amichevolmente.
Ma Valeria non riesce a notare quanto sia diverso, ora, il
modo in cui Nicola la guarda e la ascolta.
Arrivano, verso le sei
di sera, davanti al portone dell'appartamento della ragazza.
Lei si ferma,
imbarazzata.
"Grazie della giornata" comincia, rossa in volto. "Sono stata
bene. Ehm...ci si vede a scuola."
Con lo sguardo basso, si volta e infila la
chiave nella serratura...quando sente una mano calda toccarle il
braccio.
Girandosi di scatto, vede il viso perfetto di Nicola avvicinarsi
pericolosamente.
Non capisce più nulla, è tutto una massa confusa di
emozioni.
"Che stai facendo?" riesce a sussurrare.
"Ho capito una cosa,
oggi pomeriggio" risponde piano Nicola. Il suo respiro solletica il viso di
Valeria.
"C-che cosa?"
"Ho capito che è te che
voglio."
"C-come?"
Nicola sospira, ma sorride.
"Non è una cosa che
posso spiegare...ma tu sei speciale. E, soprattutto, Veronica avrebbe mangiato
un cono alla fragola e alla vaniglia."
Valeria non capisce il senso di questa
frase, ma non può parlare...perchè la bocca di Nicola comincia a muoversi con
delicatezza sulla sua, dentro la sua,
mentre con la mano le accarezza il viso, con dolcezza, semplicità,
purezza.
Valeria ha gli occhi chiusi, non pensa a niente se non alla bellezza
di quel viso dodicenne che, nella sua mente, le sorrideva per la prima
volta.
Dopo quella che pare un'infinità, Nicola si scosta.
Entrambi
sorridono e lui avvicina la bocca al suo orecchio.
"Oh, dimenticavo...io
adoro il cocco e il
marzapane."
Valeria è appoggiata al lavandino bianco latte del
bagno di casa sua e si guarda allo specchio.
Sta piangendo.
Ormai è
diventata talmente un'abitudine che non ci fa caso.
Ma le sue lacrime non
sono più lacrime di amara disperazione...sono lacrime di incredibile
felicità.
**
E' tanto
tempo che le tre amiche hanno finito il liceo.
E' tanto tempo che Valeria ha
preso la propria strada, è andata in una scuola diversa da quella delle
altre.
E' tanto tempo che Simona e Margherita non le parlano più, non la
incontrano più.
E' tanto tempo che vorrebbero sue notizie.
Ma, nonostante
tutto, durante alcune giornate soleggiate d'estate o di primavera, possono
ancora vederla sorridere con il ragazzo che sempre ha amato, seduta a quel
rotondo tavolino color prugna.
*copiato dalla frase "Oh capitano, mio capitano!"
del film L'attimo fuggente.
Ed ecco qui questa pazza One-Shot! Non
chiedetemi dove ho trovato l'idea, non chiedetemi spiegazione sul fatto di
questo incredibile amore nato da gusti del gelato...perché non avrete una
risposta, perchè deve essere tutto lasciato in sospeso, lasciato senza una
spiegazione vera...vi lascio credere che sia una stupidaggine, e probabilmente
lo è davveroXDXD... Ma voglio lasciarvi anche credere, come lo credo io, che
l'amore non abbia mai biosgno di spiegazioni.
Spero
commenterete, anche giudizi negativi, se volete^^
Mille
baci...
•LilyGlover•
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