Ciao a tutti!
Era tanto tempi
che non scrivevo una Draco/Hermione, anche se questa è molto diversa da quelle
che si trovano in giro! Ho provato a mantenere i nostri due personaggi IC ai
limiti del possibile, spero + che vi piaccia! Questa storia è chiamata
familiarmente come “dram”. Mentre la scrivevo, le mie
amiche chiedevano “come va la dram?”, che è anche il
mio nomignolo, quindi mi piace particolarmente!
Dedico questa storia alla mia
nuovissima e fantastica beta, _Eterea_, che mi ha
sopportata mentre scrivevo questa storia, quando cominciavo a delirare per
mancanza di ispirazione o per nuove idee che non sapevo come descrivere!
Spero vi piaccia!
Un bacio
Dram
Draco/Hermione: “Lo sai perché siamo bloccati qui,
Granger? Perché
sei una rompipluffe! E lo sai perché non mi fai mangiare quelle Merendine? Non
perché mi potrebbero far male, ma perché sei una rompipluffe babbana! Oh. “
Hermione tamburellava con le dita sul banco. L’indice e il
medio battevano veloci, con un rumore ritmico e incredibilmente rapido. Nello
stesso momento, mentre sbuffava ad intervalli regolari, muoveva le gambe
pestando il tallone sul pavimento, come se si stesse preparando a scattare in
piedi e a cominciare una corsa.
Gli occhi continuavano a scrutare la stanza, ma fingeva
comunque di sfogliare il libro di Trasfigurazione Avanzata con la mano destra. La
ragazza era un insieme di rumori piuttosto irritanti, e non ci volle molto perché
Draco Malfoy alzasse lo sguardo, esasperato.
- Per Merlino, Granger, piantala! Mi dai i nervi! –
Hermione non smise di battere freneticamente il tallone
sul pavimento, ma mise le mani sul banco, aperte, rifilando un’occhiataccia al
ragazzo steso a terra. Draco Malfoy si era messo lontano – molto lontano – da
lei.
- A me invece serve a distenderli,
i nervi! E poi non mi importa nulla, Malfoy, sono troppo agitata per pensare a
te! – disse, enfatizzando il tono saccente. – Se non l’hai notato, siamo chiusi
in una…-
- …in una Morgana di aula di Trasfigurazione, Porco
Weasley. – annuì Malfoy, distendendo le gambe. Lui, inizialmente (parola che
qui significa “da quando, in maniera molto stupida, era rimasto chiuso insieme ad una Grifondoro in
un’aula di Trasfigurazione, materia che peraltro odiava anche”) aveva fatto
voto di silenzio, appoggiandosi al muro con fare molto provocatorio; dopo poco meno di un’ora era scivolato a terra,
cercando di non farsi notare dalla Granger, e ovviamente non riuscendoci.
Si era poi lamentato a gran voce della scomodità della parete, a cui ormai era
appoggiato solo con le spalle e la nuca.
Hermione invece era rimasta seduta al suo posto,
circondata dai libri che aveva tirato fuori dalla sua borsa e, a parte le urla
all’inizio, quando si erano resi conto che erano rimasti chiusi dentro, il
successivo periodo di panico e qualche insulto smozzicato, non aveva parlato
molto.
Al commento estremamente irritante di Malfoy, Hermione
aveva ricominciato a tamburellare sul banco, facendo violenza su se stessa per
non rispondere in difesa del suo amico.
- Si può essere tanto stupidi? – sbottò
invece, avvicinando la sedia al banco. Guardò diffidente Malfoy, che si
stiracchiava soddisfatto. Erano rimasti a debita distanza tutto il tempo.
L’orrore di qualsiasi contatto fisico andava a braccetto con il silenzio
ostinato e un po’ bambinesco, dopo l’eccessiva vicinanza di pochi minuti prima,
quando quasi Schiantavano la porta (e tentando, senza nascondersi più di tanto,
di Schiantare l’altro) per provare ad uscire.
- Hai ragione, Granger. E dire
che i Grifonpolli continuano a dire in giro che sei la più brillante del nostro
anno. – La schernì lui, facendola arrossire di rabbia.
- Ci sei anche tu in quest’aula, brutto idiota! –
Draco sbuffò – Idiota
me lo aspettavo da te, Mezzosangue, ma brutto
è una cosa su cui non posso sorvolare. E poi è stata tutta colpa tua! Ah, ma
quando sapranno di questa stupida regola della chiusura delle aule a
mezzogiorno, io…-
- Tu cosa? – lo provocò Hermione, appoggiandosi allo
schienale della sedia, - E’ una regola più che ovvia, i professori hanno preso
provvedimenti, visto che diversi studenti le usano per i loro…- arrossì di
botto e abbassò la voce di un’ottava. - …incontri privati. –
Il ragazzo puntò il dito verso Hermione – Ovvia, ma non
giusta! Converrai con me, Granger, che questa cosa ha messo tutti in
difficoltà! Mi ha rovinato la piazza. Stupidi professori frustrati…e io ho
FAME! –
Nel medesimo istante lo stomaco di Hermione brontolò, e
Malfoy spostò il dito dalla faccia di Hermione alla pancia.
- E il tuo corpo è d’accordo, Granger – esclamò trionfante.
Forse si accorse solo dopo di quanto potesse sembrare equivoca in un diverso
contesto quella frase, ma non disse nulla.
Hermione divenne paonazza e incrociò le braccia,
nascondendo la vita.
- Brutto stupido, non pensi che si accorgeranno della nostra
assenza e verranno a prenderci? – quasi urlò, cercando di tornare di un colore
che non fosse bordeaux. Per il nervoso ricominciò a tamburellare con le dita
sul banco, più velocemente di prima.
Malfoy si tappò le orecchie, fulminandola.
- Credevo avessimo già deciso che brutto non è l’aggettivo adatto a me, Dentona, e comunque la vuoi smettere? Mi stai facendo impazzire,
per Merlino! – Anche questa frase in effetti poteva
venir fraintesa facilmente, ma entrambi sorvolarono sui vari doppi sensi,
troppo impegnati ad augurare all’altro la morte per mano di un Vermicolo.
- E poi…- aggiunse il ragazzo, subito dopo – ora sono
tutti a pranzo. Io di solito mangio al centro della tavolata, così da essere
sempre al centro dell’attenzione. Ma oggi avevo detto a Nott che sarei rimasto
in camera, mentre tu, cara Granger, hai una voce così squillante che ti ha
sentito anche Salazar Serpeverde sotto terra, che dicevi allo Sfregiato…- Draco
si interruppe per fare una smorfia disgustata - …che avresti mangiato velocemente
per poi andare nella vostra orrenda Sala Comune. –
Hermione avrebbe voluto prendere le difese di Harry, ma
era così stupita che Malfoy sapesse anche ascoltare, che lasciò perdere. Si
riprese in fretta, comunque.
- Beh, si tratta comunque di una questione di poche ore,
Malfoy! Sicuramente Nott o qualcun altro si accorgerà della tua assenza, e ti
cercheranno! E non
appena Harry e Ron non mi vedranno in Sala Comune si preoccuperanno! – disse,
cercando di apparire ragionevole. Draco scosse la testa, esasperato.
- Granger, noi non rimbocchiamo le coperte dei ragazzini
del primo anno come fate voi. Theodore non si preoccuperà affatto! Crederà che
io sia in qualche posto appartato con una ragazza. – il ragazzo guardò Hermione
con una smorfia
- Cosa non del tutto lontana della verità, ammettendo per
assurdo che tu lo sia. – Hermione non fece in tempo a ribattere che lui
continuò – E poi, Granger, quegli Snasi strafatti di Inchiostro Cambiacolore
che tu ti ostini a chiamare amici…Beh, non so come dirlo, ho paura di ferire i
tuoi sentimenti. –
Dopo un secondo Draco ghignò, scuotendo la testa. – No,
aspetta. Non è vero. La verità è che sono stupidi. Crederanno che tu sia in
Biblioteca, e guarda un po’? Dubito che ci entreranno per cercarti. Ci hai
pensato? –
Hermione rimase in silenzio. Era indispettita dalla
supponenza di Malfoy, sembrava quasi lui, quello intelligente. Era così seccata
che si dimenticò di urlargli contro per aver offeso per l’ennesima volta le
proprietà morfologiche dei suoi migliori amici.
- Se ne renderanno conto stasera, dannazione! – sbottò,
alzandosi in piedi di scatto.
A Draco bastò una parola per gettarla nello sconforto più
totale.
- Quidditch. –
- Gli allenamenti, Porco Merlino! –
Lei aveva sempre odiato il Quidditch, senza una ragione
alcuna. Adesso però ce l’aveva, quel fantomatico
motivo. Quello sport da esibizionisti l’aveva chiusa in un’aula con Draco
Malfoy.
Ora
posso avercela con il Quidditch, Ronald? O pensi che sia ancora perché perdo?
Hermione si mise le mani fra i capelli, sconfortata. Poi
si girò verso Draco.
- E tu… come puoi stare così tranquillo, sdraiato lì a
terra? – ringhiò, i capelli se possibile ancora più crespi. Draco la guardò,
confuso.
- A stare in piedi mi stanco. –
Hermione avrebbe voluto ucciderlo. Ma in realtà sapeva che
Malfoy aveva ragione. La squadra di quel maledetto Quidditch (visto che non lo
odiava solo perché non riusciva neanche a stare in equilibrio su una scopa?!) di Grifondoro, tra cui Harry e Ron, avrebbe attraversato
la Sala Comune
senza una parola. I suoi amici sarebbero entrati in stanza e buttati sui letti.
“E la cena?” avrebbe chiesto qualcuno. Nessun
problema,
pensò Hermione cupa. Aveva regalato loro tutti quei dolci lei stessa, dopo la
prima uscita dell’anno ad Hogsmeade. Quindi Harry e Ron, con le divise
inzaccherate di fango, non avrebbero pensato più a nulla, né a farsi una
doccia, né a scendere giù a cena, né – cosa ben più importante – a ripassare
per il giorno dopo.
- Conclusione – disse Draco, lamentoso – Dovremo rimanere
qui sino alle otto di domani mattina. Io ti odio già. E ho fame. –
Hermione alzò gli occhi al cielo con un sospiro.
“Non è
passata neanche un’ora.”
Era passato un mese dalla sera in cui la professoressa
McGranitt aveva dato le nuove disposizioni. Ovviamente non aveva parlato di affari notturni, ma a giudicare dal
lieve colorito rosato che avevano preso le sue guance rugose era di quello che
parlava quando nominò le “misure di sicurezza convenzionali al movimento
antilibertinaggio”. I professori erano riusciti a stilare un orario delle
lezioni che permettesse di chiudere le aule a mezzogiorno in punto, mentre le
ultime due ore di lezione si sarebbero svolte fuori, con materie come Volo,
Cura delle Creature Magiche, Erbologia, o anche dimostrazioni pratiche, o semplicemente le ore di buco. Solo le aule
dedicate all’Astronomia e Divinazione, oltre ovviamente alla Biblioteca,
sarebbero state esentate.
Sulle prime nessuno degli studenti era rimasto
particolarmente colpito dalle nuove “misure di sicurezza convenzionali al
movimento antilibertinaggio”, ma anzi una folla di studenti maliziosi aveva
fatto da sfondo ridacchiante al discorso della professoressa. Poi, però, circa
una settimana dopo gli studenti più…attivi, si costrinsero a ricredersi a
proposito della gravità della situazione.
Studenti come Malfoy, che vagava da giorni per i corridoi
come un’anima in pena, lamentandosi non troppo saltuariamente. Studenti come
Blaise Zabini, che aveva inaugurato come nuovo privé la sua stanza di dormitorio, buttando fuori a pedate Tiger,
Goyle e il fratello minore di Flitt senza tante cerimonie. O studenti come Fred
e George, che avevano fatto un patto con la professoressa Cooman, che cedeva
loro un paio di notti a settimana in cambio di foto compromettenti di Arthur
Weasley.
- Hai provato con l’alohomora?-
chiese Hermione, sconfortata. Erano passate tre ore, e la ragazza aveva
abbandonato la sedia per unire due banchi e sdraiarcisi sopra, usato la borsa
di cuoio come cuscino. Aveva la divisa sporca di inchiostro, perché Malfoy si
era divertito tirandole le piume, e i capelli legati con il cravattino
Grifondoro. L’insieme faceva pensare ad una persona che si era scordata come si
richiamasse il Nottetempo e attendesse invano su un marciapiede.
Draco, una volta urlato a sufficienza del fatto che il
pavimento fosse di una scomodità imperdonabile, si era seduto a gambe
incrociate sulla cattedra, scrivendo con i gessetti qualcosa come “Potty Puzza” e “Weasley ha le pulci” e anche qualcosa tipo “Sono un gran figo”, ma poi lo aveva cancellato quando Hermione gli
aveva riso in faccia.
- Certo che ho provato con l’alohomora, Mezzosangue, non sono stupido, sai? – disse Draco,
piccato. Hermione lo guardò sorniona.
- Ho i miei dubbi. –
Draco buttò a terra i gessetti, furente.
- Ehi, ho solo un paio di problemi con Trasfigurazione, ma non è colpa mia!
Quella tifa per voi Grifonpolli! -
-
Parli proprio tu? Il professor Piton ha una foto della Tavolata
di voi Serpeverde sula testiera del letto! – rispose allibita Hermione, ma Draco già non l’ascoltava più. Era impegnato
nel disegnare un grande cuore sulla lavagna.
Hermione, contrariamente alla sua natura estremamente
curiosa, non voleva sapere.
Cinque minuti dopo un Malfoy deliziato le tirava i
gessetti per attirare la sua attenzione.
- Ehi, Granger? Granger? Mezzosangue? –
- Malfoy, vuoi uno Schiantesimo tra i denti? –
- Guarda! Guarda la mia creazione! –
La lavagna presentava un enorme cuore, e delle parole
spiccavano in una grafia molto elaborata.
- Weasel&Potty
Presto Sposi?! –
Draco la guardò comprensivo.
- Non ti è arrivato l’invito, eh? –
- Per Godric RosaBronzo. –
Harry e Ron si erano avvicinati al banco di Hermione,
tutti ballonzolanti. Era l’ultima ora di lezione della mattina, e le occhiaie
che li avevano accompagnati dalle sette di quel mattino erano magicamente
scomparse alla prospettiva del pranzo.
- Andiamo, Hermione? Ho una fame da lupi…- aveva detto Ron
massaggiandosi lo stomaco. Hermione aveva sorriso assorta, scuotendo la testa.
- Ragazzi, andate senza di me. Devo finire di scrivere
l’ultimo appunto per la
Trasfigurazione dei Rettili d’Acqua, mi ci vorrà un po’,
credo. –
- Sei sicura? Se vuoi ti aspettiamo. – aveva risposto
Harry premuroso, ignorando completamente la faccia pallida di Ron a quelle
parole.
- Scherzi? Ronald ne morirebbe! –
- Ok, allora buon pranzo, Hermione! –
Hermione aveva ricominciato a scrivere fitto sulla
pergamena. Draco Malfoy era rimasto poco lontano a finire di riempire la borsa,
e aveva ascoltato attentamente.
Il tempo che la professoressa McGranitt lasciasse l’aula,
che Malfoy aveva puntato la bacchetta contro la pergamena di Hermione.
- Incendio! -
- Oh Merlino! Aguamenti, Aguamenti
maledizione! –
Il risultato era una pergamena slavata e bruciacchiata.
Inutilizzabile. Hermione si era girata furibonda, stringendo il foglio di
pergamena tra le mani.
- Malfoy, se ti prendo non avrò bisogno della bacchetta
per ammazzarti! –
- Tremo di paura, Granger! – l’aveva presa in giro lui,
mantenendosi comunque a debita distanza.
- Guarda, un Ippogrifo dietro di
te! –
- DOVE? –
Hermione aveva riso, compiaciuta, e Draco era quasi
arrossito di rabbia.
- Maledette bestiacce. Granger, vuoi che la tua borsa vada
a fuoco? –
- Malfoy, vuoi che i tuoi capelli diventino rossi? –
La porta si chiuse di botto.
Hermione impallidì.
- Ti prego, dimmi che non si è chiusa. – sussurrò Draco
orripilato.
- Vediamo chi arriva prima alla porta per urlarci contro?-
- Mangia la mia polvere. -
Avevano passato la successiva mezz’ora ad urlare e a
battere i pugni contro lo stipite.
Invano.
- Granger? – mugolò
Draco, steso a terra a pancia in giù.
Hermione digrignò i denti e cerco di non tirargli addosso qualcosa. Era la sesta o settima volta che la
chiamava, fondamentalmente per la noia.
C’era stata la volta in cui le aveva chiesto qual era
l’incantesimo per rendere intelligenti Tiger e Goyle. La volta in cui aveva cantato“Perché Weasley è il nostro re” a
squarciagola, dopo aver presentato pomposamente la propria magistrale
interpretazione. E la volta in cui le aveva chiesto se quella era una parrucca
o quei capelli erano proprio suoi. Il
resto delle volte canticchiava i vari soprannomi che le aveva affibbiato, in
varie tonalità.
Sembrava proprio che non riuscisse a stare zitto.
Hermione aveva rinunciato a ribattere alle sue frecciatine
già dopo la prima ora.
Quel ragazzo, oltre ad essere insopportabile, era
sfiancante.
- Cosa vuoi, specie di incrocio tra essere umano e furetto
ippogrifobo?- chiese
stancamente la ragazza. Malfoy alzò la testa, piccato.
- Piantala, Mezzosangue, questa è
una cosa seria! –
- Cosa vuoi? –
- Ho fame. Granger, devi fare qualcosa, o io…-
- Malfoy, io non ci posso fare nulla! –
Draco puntò il dito verso la borsa della compagna, con un
cenno della mano. Sul viso aveva una smorfia stanca, come se avesse passato le
ultime tre ore a correre, invece che a poltrire.
- Controlla nella tua borsa da secchioni, e vedi se hai da
mangiare! Sbrigati, o morirò qui, su questo duro pavimento! – gemette. Aveva i
pantaloni impolverati e la camicia sgualcita, ma erano passate ormai diverse
ore da che erano rimasti bloccati nell’aula, ragion per cui era arrivato
finalmente il momento della “Sopravvivenza,
nonostante sia antiestetico”.
Hermione afferrò alla cieca la tracolla e, sempre ad occhi
chiusi, tastò all’interno della borsa.
Spalancò gli occhi, speranzosa.
- Ehi, Malfoy! Mi sono portata una boccetta di succo di
zucca e un paio di…ma che ci fanno delle Merendine Marinare qui? Forse Ginny mi
ha…–
- Dai qua, Granger! –
Draco scattò in piedi e si avvicinò alla ragazza.
Fame. Fame. Fame.
Hermione allontanò la busta di Merendine, severa.
- Malfoy, no! Anzitutto non so da dove vengano, quindi
sono pericolose, e poi non puoi mangiarle! Guarda questi Torroni, ti farebbero
sanguinare, e queste altre cose , qui, vomitare, oppure…Malfoy, non se ne parla! –
- Lo senti il mio stomaco? Non ho mangiato oggi! A Malfoy
Manor non saltavo mai un pasto, non so le tue abitudini, piccola bigotta! I
miei genitori sono Purosangue, controllano la mia alimentazione! –
Draco provò di nuovo ad afferrare la busta,
ma Hermione lo fronteggiò, altezzosa.
- Anche i Babbani fanno crescere in modo sano i propri
figli. Comunque, Malfoy, non pensarci neanche. No. Tu non mangerai queste
caramelle. –
Draco abbassò le braccia, seccato. Poi guardò la Granger, che ancora teneva
fuori dalla sua portata la busta di Merendine. Porco Godric,
si sentiva come WeasleyOcchioVacuo e PottyPotty. La Granger doveva trattarli
così, quando loro volevano copiare un compito.
- Rompipluffe. –
- Piantala! – lo rimbeccò Hermione. Malfoy incrociò le
braccia e le voltò le spalle.
- Rompipluffe Babbana. Ecco. –
Hermione era sempre stata una buona ascoltatrice. Dava
consigli, aveva sempre aiutato il suo migliore amico, Harry, e aveva fatto in modo
che Ronald capisse un minimo di psicologia femminile.
Ma con Malfoy era impossibile sopravvivere, ascoltandolo.
Così aveva azionato la sua unica arma di difesa.
Annuire. Non
sorridere. Annuire e basta.
Scuotere la testa, nel caso.
E così, mentre Draco Malfoy combatteva la noia tessendo le
proprie lodi, Hermione era crollata a sedere per terra, sopra al suo mantello.
Ad occhi chiusi, sopportava gli sproloqui del Serpeverde iperattivo.
Ma perché non faceva come al solito e la ignorava?
- La verità, Granger è che io sono immensamente superiore
a Potter. I motivi sono vari, mi aspetto che tu voglia ascoltarli con
attenzione e zelo! –
Hermione annuì meccanicamente.
…Merlino,
perché ho detto sì?
- Potresti prendere
appunti come fai sempre, e tirar fuori il tuo essere irritante e…- Draco ci
pensò su – rompipluffe. E scriverai come titolo “Io, con la
mia presenza, ho fatto morire di fame Draco Malfoy, causando un grande vuoto
nella comunità magica. Sono, pertanto, un’assassina”.
–
Titolo conciso, non c’è che dire.
- Passiamo ai motivi per cui io sono meglio di Potter. Prima
di tutto sono più bello. Tutta questione di fascino. E’ assolutamente palese. –
Hermione strinse le labbra e provò ad annuire.
- Poi sono molto più intelligente. Io emano intelligenza. Le persone diventano intelligenti guardandomi,
inalando l’aura intorno a me. Un’aura che si rigenera quando mangio, cosa che
non sto facendo, e sai perché, Granger? –
Hermione annuì, ma Draco la ignorò, piccato.
- Perché sei una rompipluffe, Porco Godric! –
Ma che
avrò fatto di male?
- Ma non parliamo di te, in fondo sei
poco importante. Parliamo del fatto che io ho una villa. Io ho Malfoy
Manor. Potter ce l’ha una villa? No? Io sì. Ho un autentico maniero. Ah, e la sai una cosa? Neanche Weasley
ha una villa. Neanche tu ce l’hai, Granger. –
Hermione scosse la testa, con fare comprensivo.
Merlino,
salvami.
- Ma andiamo avanti. C’è da dire che io sono anche
incredibilmente più spiritoso. E so fare le imitazioni! Ricordi quando ti imitavo
e facevo finta che eri un castoro? –
Hermione annuì, un gesto piuttosto seccato, stavolta.
- E ti ricordi quando imitavo Potty che sveniva con una
femminuccia? E quando facevo Weasley che provava a parare una pluf…-
- Malfoy, perché non stai zitto? –
Draco tacque. Poi la guardò male.
- Perché mi annoio. E parlare mi fa passare la fame. E non
sto parlando con te, Mezzosangue, ma con me! Sono un ascoltatore molto più
brillante e comprensivo. E a dirla tutta sto anche in astinenza. –
Hermione arrossì di botto, per poi sbiancare.
- Scusa, ma q-questo cosa…cosa…-
- Era solo per dirtelo. Ora compiangimi. E accusa la McGranitt filopolla di avermi rovinato la vita!
E la piazza. –
Una
volta non ho fatto i compiti di Divinazione…questo è karma.
- Quello che intendo dire, Malfoy, è che tu sei un idiota!
La verità è che avresti anche potuto fare a meno di bruciarmi i miei appunti di
Trasfigurazione! Ecco! Il tuo piacere personale, in mancanza di ragazze
che…sbavano per te e…e usano queste aule per Morganasacosa, è dare fastidio a me! – sproloquiava Hermione
camminando avanti e indietro per l’aula, mentre Malfoy arrotolava il mantello a
mo’ di cuscino e ci si appoggiava stancamente. Draco non aveva afferrato bene
l’esatto momento in cui LEI avesse preso per le pluffe il discorso. Fatto stava
che in pochi secondi la
Granger aveva ribaltato completamente le virtù che si era –
giustamente, ovviamente, prevedibilmente – attribuito. Dopo diversi minuti,
durante i quali aveva provato ad inserirsi nel discorso (se, per “inserirsi nel
discorso” uno intende “scagliare vari
Silencio senza successo”) si era così, non molto educatamente, impegnato ad
ignorarla, per cercare invece una posizione abbastanza comoda per farsi una dormita.
- …Malfoy, mi stai ascoltando? – chiese ad un certo punto
Hermione, fermandosi esattamente dove lui si era coricato. Draco aveva impilato
due sedie per renderle alte come il banco su cui si era steso, e le stava
usando come poggiapiedi.
- No. – rispose lui, gli occhi ostinatamente chiusi.
- E invece dovresti! Perché non ascolti di più la
professoressa McGranitt e cerchi di prestare più attenzione alle persone che
parlano? Potresti leggere di più. Potresti non insultare più la gente e
comportarti come essere immensamente superiore sulla faccia della terra! Potresti
coltivare delle amicizie che non siano quei bestioni di Tiger e Goyle o quella...Parkinson. –
- Granger. Io non giudico le tue amicizie. –
Draco aprì gli occhi, per poi ritrovarsi davanti
all’occhiata accusatoria di Hermione.
- Sì invece! –
- Hai ragione, lo faccio. Non me ne frega niente. Dacci un
taglio, Granger. –
Quella ragazza gli faceva venire mal di testa solo a
starci accanto, figurarsi se parlava anche.
Hermione si mise le mani sui fianchi e fece un passo
avanti.
E ricominciò a parlare.
Certo.
“Dacci un taglio, Granger”? La
Granger non ci dava un taglio. Lei doveva rompere i bolidi.
Anche in una situazione come quella, in cui lui non aveva un cuscino, aveva
fame e doveva restare chiuso in un’aula con una Grifondoro amica di PottyIoHoUnaCicatriceTuNoGnèGnè.
La
Granger aveva questo spasmodico bisogno di attenzione che
non aveva riscontrato in nessun altro.
E lo sta
dicendo Draco Malfoy, eh.
Draco mise il mantello a mo’ di coperta e si preparò
nuovamente ad ignorarla.
- Non puoi screditarmi così,
Malfoy! Non puoi dire che non te ne frega niente e basta! Cosa vuoi fare?
Rimanere in silenzio lì come se niente fosse? Dobbiamo trovare una soluzione!
Devo uscire di qui. Devo dire ad Harry e Ron che devono studiare! Merlino,
anche io devo studiare! Ho un programma di studi che non deve essere…-
Draco chiuse gli occhi e decise che avrebbe dormito per un
po’. Era tardo pomeriggio, e lui aveva intenzione di sfinire la sua compagna di
sventure tutta la sera perché aveva fame. Ragion per cui aveva bisogno di
essere riposato.
O almeno, quella era la sua intenzione iniziale.
Poi la
Granger lo ferì profondamente.
- Harry
e Ron sono cento volte meglio di un brutto spocchioso finto biondo come te. -
Draco spalancò gli occhi e fissò stranito la ragazza che
lo guardava a braccia incrociate.
Quella insulsa Grifondoro aveva fatto diversi errori in
quella frase.
PottyIoHoUnIppogrifoPeluche e
WeasleySonoAnchePeggioDiPotty …migliori di lui?
Ovviamente no. E gli sembrava di averlo già spiegato alla
Granger.
Punto secondo. Lui non era spocchioso in alcun modo.
Condivideva l’aria con la Granger senza lamentarsi
troppo. Lui la stava sopportando.
Inoltre i suoi capelli erano naturali. Naturali. Splendenti come un Lumos. Un segno della sua nobiltà
d’animo e di sangue, ovviamente.
Finto biondo, diceva lei. Tsk.
E poi…poi…
- Granger, io non sono brutto!
Ma che razza di gusto estetico hai?! –
- Potremmo far esplodere l’aula! – aveva detto con occhi
spiritati Draco, già preparandosi a scagliare un incantesimo,
ma Hermione gli aveva fatto volare di mano la bacchetta.
- Starai scherzando, Malfoy! Potrebbe crollarci addosso il soffitto, o peggio, potremmo essere espulsi per
una cosa del genere! -
- Beh, facciamo rumore, facciamo qualcosa! Io in questo
posto con te non ci sto! – Draco era corso a recuperare la bacchetta,
puntandola contro Hermione.
Avevano passato diversi minuti ad urlare contro la porta e
a battere pugni. Poi si erano resi conto che era inutile. L’aula di
Trasfigurazione, trovandosi al quarto piano, era in un semplice corridoio di
passaggio. La Sala Grande
si trovava al Piano Terra. Nei Sotterranei c’era la Casa di Serpeverde, Nelle
torri quelle di Corvonero e Grifondoro, e vicino alle cucine la Casa di Tassorosso. Tutte
erano quindi ben lontane dall’aula, e per questo non ci giravano molti
studenti. Il numero era poi drasticamente diminuito con le Misure di Sicurezza
della Filopolla, a detta di Draco. Gli insegnanti, poi, avevano un’ala del
castello riservata a loro, che guarda caso si trovava dalla parte opposta a
dove si trovava invece l’aula di Trasfigurazione.
- Posa quella bacchetta, Malfoy. Non farò un duello con te
in questo posto solo per farci ritrovare! Potrei ferirti gravemente! – disse la
ragazza, alzando tuttavia la bacchetta, come se non fosse convinta delle sue
stesse parole.
…Dopotutto
che male può fare un piccolo Schiantesimo?
- Alohomora!
Alohofottutomora! – gridava come un ossesso Draco, mentre Hermione cercava
di ritrovare un temperamento compassionevole nella sua coscienza.
- Malfoy, sfonda la porta a spallate. Gli incantesimi non
funzionano. – aveva detto Hermione con calma.
…Io non
sono Harry o Ron. Io ho un temperamento compassionevole e coscienzioso.
Draco l’aveva guardata con tanto d’occhi.
- Ehi, Granger, quella col fisico da Babbano dei lavori
pesanti sei tu! Avanti, fatti sotto! –
…Io non
tirerò un pugno a Draco Malfoy, non tirerò un pugno a…
- Forza, pelle coriacea! –
Io lo
uccido.
- Malfoy, io non farò i lavori pesanti perché tu ti
comporti da FEMMINUCCIA! -
- …Io non sono una…Ah, fatti da parte, ti farò vedere come
i Purosangue sono ancora superiori ai Mezzosangue filobabbani come te! – aveva
urlato il ragazzo, fumante di rabbia.
Psicologia
inversa. Che pollo.
Poi Draco si era lanciato contro la porta. Che conseguì
una vittoria schiacciante. Draco si lamentò per i successivi venti minuti dei
lividi che quella “portadallamadreignota” gli aveva fatto.
Ora di cena. E loro avevano a malapena una boccetta di
succo di zucca, che fortunatamente potevano bere a sazietà grazie
all’Incantesimo di Rabbocco. Le Merendine Marinare erano al sicuro nella borsa
di Hermione, e anche Draco, dopo che la ragazza gli aveva raccontato di quando
Percy aveva ingerito per sbaglio una Pasticca Vomitosa, aveva perso quasi ogni
attrazione per quel cibo.
- Malfoy, nel mondo dei Maghi, come viene considerato
l’antropofagismo? –
- Credo che il Mago sarebbe condannato ad Azkaban per
qualche anno. Perché? –
…Posso
sopravvivere a qualche stupido Dissennatore.
- No…- disse Hermione scuotendo la testa - ….niente. –
Passarono qualche minuto in silenzio. Poi Draco si voltò
lentamente verso Hermione, guardandola inorridito.
- …Granger. Vuoi…MANGIARMI?! –
- Ma cosa dici, Malfoy, era una
domanda così! –
- E poi sarei io quello che impazzisce per la fame, eh?! Fatti sotto, Mezzosangue! Ti ucciderò con la mia Purosanguissima magia! –
- Bene, Draco Malfoy. Non avrò bisogno della bacchetta per
umiliarti! –
I due scattarono in piedi,
Hermione a mani nude e l’altro pronto a Schiantarla.
Poi, dopo un intenso attimo di silenzio, entrambi
crollarono a terra.
- Ho troppa fame per tirarti un pugno. –
- Ne ho troppa anche per alzare un braccio. –
Draco guardò Hermione, diffidente.
- Comunque non finisce qui. Volevi mangiarmi,
Porco Weasley! –
La ragazza fece una smorfia. – Credimi, no. Magrolino e
scialbo come sei hai perso ogni attrattiva. –
-
Ehi! Io sono sicuramente più commestibile di te, sei troppo annacquata! –
Per
Merlino, la fame ci stronca, proprio…
- Malfoy? – chiamò Hermione, atterrita.
Draco aprì gli occhi a fatica e la guardò, assonnato.
- Mmh? Granger, ma che ti sei messa in testa?! – chiese, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.
Hermione aveva preso il cravattino Grifondoro e lo aveva
legato sulla fronte per tenere lontani i capelli dagli occhi così da riuscire a
leggere meglio. Un’abitudine radicata in lei da qualche anno. Solo Harry e Ron
sapevano di questa cosa, visto che lei usava farlo solo nella sua camera o in
loro compagnia.
- Guarda che è molto comodo! – si mise subito sulla
difensiva lei. – Tiene lontani i capelli, e poi mi aiuta a concentrarmi! –
Draco inclinò la testa e la guardò. Poi si guardò i pantaloni spiegazzati e la
camicia impolverata con le maniche arrotolate sino ai gomiti.
- Non posso dirti nulla, guarda come sono conciato. –
disse con una smorfia il ragazzo.
- Comunque ho un problema. – disse Hermione, agitandosi
nervosamente.
- Se sei stanca della vita posso aiutarti io! Veloce e
indolore, promesso! – si offrì immediatamente Draco, guardandola con
aspettativa. Hermione dovette seriamente controllarsi per non tirargli uno
scappellotto come faceva con Ron.
- E’ importante, Malfoy! Io…devo andare alla toilette. – disse tutto d’un fiato,
cercando di non arrossire.
Draco inarcò un sopracciglio.
- Ma qui non c’è. – disse scrollando le spalle. Hermione
lo fulminò.
- Certo che sei proprio un genio, quando ti ci metti! Come
faccio?! –
- Potresti aprire la finestra e..-
- SCORDATELO, BRUTTO PERVERTITO
IDIOTA! –
- Bene, allora cerca di non pensarci! –
Hermione scosse la testa e si sedette sulla sua borsa,
cercando di pensare alla ricerca di Pozioni da portare per l’indomani. Come da contesto, le proprietà della Pietra
di Luna in questo caso non sono utili alla preparazione della…
- Plic. Ploc. Plic. Ploc. Goccia. Acqua. Rubinetto.
Lavandino. Vasca da bagno. Acqua che scorre…swiiishh…un
bel fiumiciattolo. Un laghetto. Oceano. Onde. Tsunami! UN’AUTENTICA CASCATA,
GRANGER! WOOOOOSH! –
- Stupeficium! –
- Per GodricHoUnaCottaSegretaPerSalazar! Ci dev’essere un
modo per uscire! Queste non sono Misure di Sicurezza serie! Ah, ma quando si
saprà nella mia famiglia…-
- Godric aveva una cotta segreta per Salazar?! Non c’è scritto in Storia
di Hogwarts! –
Draco aveva scosso la testa, esasperato.
- Granger, andiamo, è palese. O ci credi davvero alla “Competitività
fra Case”? Tutta tensione sessuale repressa PostFondazione…Merlino, quanto si
vede che hai vissuto tra i Babbani…-
Hermione aveva inarcato un sopracciglio e non aveva
risposto, ma dalla sua bacchetta erano sprizzate un paio di scintille. Questo
era bastato perché Malfoy decidesse che sì, era decisamente ora di smetterla di
punzecchiare un Grifondoro armato.
- Dai, Granger, spremi il
cervellino. -
- Niente spallate alla porta perché ti vengono i lividi,
non possiamo far saltare l’aula…- stava dicendo Hermione,guardandosi
intorno, quando il suo sguardo e quello di Draco era caduto sulla parete
opposta a dove si trovavano.
- FINESTRA! SALVI! – aveva gridato Draco, scattando e
andando ad aprire la salvezza.
Entrambi poi avevano guardato giù, sporgendosi.
E si erano tirati indietro, lentamente, in silenzio.
- Non ci avevo pensato. – aveva ammesso Draco, non
staccando gli occhi dalla terra verdeggiante, una settantina di metri più in
basso. Hermione aveva appoggiato una mano al muro con un sorriso nervoso.
- Bene, Malfoy. Sono molto fiera della tua decisione. Vai
pure. –
Draco l’aveva guardata.
- Dove dovrei andare, scusa? –
- Beh, giù, no? –
- …Sì, Granger, oltre ad essere Mezzosangue mi sei
diventata anche scema. –
- Ma che sarà mai! Un saltino! –
- UN SALTINO?! Saranno trecento
metri, morirò! –
- Esagerato…-
- Esagerato un par di boccini, Granger. Mi sfracellerò! Il
mio viso, il mio corpo…ne risentiranno! Vai tu, che non ci tieni a queste cose!
In fondo sei tu quella poco utile alla società magica. – aveva annuito Draco
convinto. Hermione si costringeva a pensare che no, non era una buona idea quella di
trasformarlo in uno Snaso.
- Va bene, va bene. Non salterà nessuno. Ma abbiamo una
bacchetta, no? Dai, richiama la tua scopa, così ce ne andiamo! – aveva detto,
illuminandosi in viso. Draco aveva subito estratto la bacchetta.
- Accio! – aveva
urlato speranzoso.
Niente.
Un po’ meno esaltato, Draco aveva riprovato, agitando con
più decisione la bacchetta.
- Accio! –
Ancora niente.
- Se vai a Incantesimi come vai a Trasfigurazione faremo
sera…-
- Granger, ti hanno mai detto che quando stai zitta riduci
il mio istinto omicida? –
Hermione aveva alzato le mani, divertita.
- Accio, accio,
ACCIO! Granger, questa bacchetta non funziona. – si era poi girato
tranquillo verso la ragazza, che aveva sospirato.
- Impugni la bacchetta come se fosse un mestolo, non stai
facendo una torta! Per di più sbagli movimento! Devi prima fare un cerchio, e poi puntarla
verso l’alto! –
- Granger, se dici un’altra parola giuro che ti Schianto. –
- Ok, va bene, ci penso io! – aveva detto Hermione decisa.
Impugnando la bacchetta l’aveva puntata verso la finestra.
- Accio Nimbus di
Malfoy! –
Niente.
Hermione aveva guardato stizzita la sua bacchetta, e aveva
riprovato sotto lo sguardo divertito di Draco.
- Una grande prova di maestria. –
- Oh, sta zitto! Non capisco proprio perché fa così! –
- Beh, quali potrebbero essere le ragioni? – aveva chiesto
Draco sedendosi su un banco.
Hermione ci aveva pensato su, rigirandosi la bacchetta fra
le dita.
- Beh, potrebbe essere sbagliato il movimento, ma questo è
un incantesimo da quarto anno, ed è abbastanza facile, non ho fatto errori.
Anche la pronuncia era esatta, con la cadenza sulla seconda vocale da
destra…gli incantesimi non funzionano quando c’è un Incantesimo di Blocco, ma
qui è improbabile. In fondo questa è un’aula di Trasfigurazione, devono aver
incantato solo la porta. L’unico altro motivo che mi viene in mente è la scarsa
sicurezza del mago nei riguardi della magia, ovvero il non voler compiere sino in
fondo l’incantesim…oh. –
Hermione aveva guardato orripilata Draco.
- Mi stai dicendo che vorresti rimanere chiusa in
quest’aula con me? Sono lusingato, Granger, ma davvero, non sei il mio tipo. –
aveva subito messo in chiaro lui, mettendo le mani davanti a sé.
- Non sto dicendo che voglio rimanere qui. Sto dicendo che
io soffro di vertigini. E ho paura di volare. –
- …Porco Weasley. –
- Dici che dovrei riprovare con la finestra? – chiese
Hermione, mettendo da parte un’altra pagina di appunti. Aveva riscritto tutto
sui Rettili d’Acqua, ma aveva deciso di anticiparsi i compiti assegnati per il
mese successivo. Draco mugolò qualcosa e trafficò con qualcosa sulla sua
faccia.
Si era messo vicino alla cattedra, in un angolo buio, così
che Hermione riuscisse a vedere solo la figura china.
- Mmh? Cosa? No, Granger, non ci riuscirai mai. – rispose
velocemente il ragazzo, senza voltarsi.
Hermione era già sul punto di rispondere a tono quando
notò che Draco stava facendo qualcosa di davvero strano. Aveva abbandonato il
mantello su un banco e aveva le mani alzati all’altezza della fronte, e
armeggiava con un…nastro?
- Malfoy, girati! – esclamò lei, cercando di non mettersi
a ridere.
- Che? No, Granger! – rispose subito lui, il volto ancora
in ombra.
- Va bene! – Hermione saltò giù dal banco e si avvicinò a
Draco, scuotendo la testa. Alla luce della luna (erano passate ore da che gli
studenti avevano cenato, probabilmente, e avevano anche trovato il modo di liberarsi. Hermione non aveva mai amato la magia come in quel
momento) costrinse Draco a voltarsi.
Il ragazzo stava armeggiando tanto col suo cravattino
Serpeverde. Erano diversi minuti che provava ad imitare
la Granger,
ma il risultato era l’inquietante somiglianza con la fascia per capelli di una
contadina dell’ottocento. Hermione si morse forte le labbra per non scoppiargli
a ridere in faccia.
Draco si toccò il cravattino e fece una smorfia
- Beh? Che hai da guardare? L’hai detto tu che tiene
all’indietro i capelli, e io questo mese non ho avuto il tempo di tagliarli, ok?! Non giudicarmi, Granger, sono un umano anche io, anche se
superiore perché Purosangue, e soprattutto sono un umano che sta da
interminabili ore in tua compagnia! –
Hermione fece un sorrisetto – Tranquillo, Malfoy, non ti
giudico. E’ davvero comodo metterlo così! –
Draco si toccò ancora la fronte e studiò la fascia della
compagna.
- L’ho messo come il tuo? Va bene? Non ho un’aria
ridicola, vero? –
Hermione gli voltò le spalle e tornò al suo banco,
cercando disperatamente di non far tremare la voce.
- Non sei mai stato più attraente, credimi. –
- Granger, io mi annoio. – esclamò Draco. Era passata
circa un’ora, ed Hermione aveva passato il tempo schioccando le dita e battendo
il tallone a terra. Draco la stava odiando. E gli stava venendo mal di testa.
- Dormi. – rispose laconica lei, guardando la finestra.
Lui si avvicinò alla ragazza gattonando.
- Non ci riesco, e sai perché? Perché mi dai i nervi! – ringhiò, schioccando un paio di volte le
dita come dimostrazione. – E per di più, indovina? Sto morendo di fame. -
Hermione sospirò - E va bene. Trova un gioco da fare
mentre io cerco di trovare un modo per annullare gli effetti delle Merendine
Marinare. –
Le parole della ragazza fecero brontolare lo stomaco già
provato di Draco.
- Davvero? – chiese Draco, illuminandosi. Poi cercò di
riprendere contegno. – Cioè, volevo dire…E perché non ci hai pensato prima, Granger? – borbottò, sedendosi accanto alla ragazza.
Girò il cravattino e i capelli gli si arruffarono ancora di più,
ma Hermione pensò che fosse meglio non avvertirlo.
Mentre disponeva le Merendine su un banco Draco cominciò a
parlare.
- Scacchi dei Maghi. –
Certo,
così perdo anche contro Draco Malfoy e posso puntarmi la bacchetta alla testa.
- No. Gobbiglie? –
Che
mente applicata, Granger. Così oltre ad avere fame e ad annoiarmi, mi copro
anche di Puzzalinfa.
- Scordatelo. Quidditch! –
- …Fai sul serio? – chiese Hermione, fermandosi per un
momento con gli Incantesimi non Verbali.
Draco scrollò le spalle.
- Mi pareva un’idea carina. –
- Le hai le Carte da Gioco Autorimescolanti? –
- Sì, Granger, aspetta, le tiro fuori dai miei capelli. –
disse Draco sarcastico.
- Ho sempre pensato che fosse una parrucca e in realtà
nascondessero qualcosa. -
- Ehi, e una partita a Spara Schiocco? –
- Anche peggio degli Scacchi dei Maghi! -
Hermione lo ignorò. Una delle merendine Marinare esplose
silenziosamente.
Merlino,
i gemelli sono stati davvero bravi, maledizione.
- Potremmo scambiarci le figurine di Cioccorane…- propose
stancamente Draco, voltando la testa verso la Granger, che scosse la
testa.
- Non faccio collezione. Ah, lasciamo perdere queste cose.
– sbottò, spingendo da parte i dolciumi. Si inginocchiò vicino a Draco e si
coprì con il mantello. Erano entrambi seduti sotto la finestra, così che
potessero vedere qualcosa alla luce della luna.
- Ehi, la sai la leggenda della Stamberga Strillante? –
chiese ad un certo punto Hermione. Un’idea macabra le sfiorò la mente, e
neanche il suo spirito Grifondoro la fermò. in quel momento era troppo stanca
per avere una moralità.
Draco si alzò su un gomito e la guardò interessato.
- Non è la casa vicino ad Hogsmeade dove si diceva si
sentissero grida strazianti? – chiese.
Hermione sorrise.
- Già, sì. La gente dice così, dice che c’è un fantasma.
La verità è che quel posto è popolato dai Vampiri dell’Albania. Me l’ha detto la McGranitt. In fondo ad
Hogsmeade nessuno si meraviglia se sparisce qualcuno, tutti pensano che sia un
reduce della testa di Porco, no? Sai, le risse…e
invece…guarda verso il Platano. Riesci a vedere sotto? E’ un passaggio diretto
per la Stamberga. C’è
una striscia più scura, sulla corteccia. E’ sangue rappreso, quelli dell’ultimo
mese. Ecco spiegate le urla… – disse.
Draco avvicinò il viso al vetro, controvoglia. Ovviamente
non si vedeva nulla, era notte fonda, eppure forse una parte più ombrosa…
- Granger, non prendermi in giro. – disse Draco, cercando
di controllare la voce.
- Ma guarda che è vero! Dovresti incontrare i Centauri,
una volta o l’altra. Ti confermerebbero tutto! Certo, alcuni sono rimasti
feriti dallo scontro con i Lupi Mannari la settimana scorsa, ma… -
- Lupi Mannari? – chiese Draco sbarrando gli occhi.
- Paura, Malfoy? –
- Mezzosangue, tu vaneggi. Io non ho paura! – disse lui
risentito. Una folata di vento fece vibrare i vetri delle finestre e Draco
sobbalzò. Hermione scoppiò a ridere.
- Attento, Malfoy, non metterti troppo vicino alla
finestra, una Banshee potrebbe arrivare e rapirti, per poi portarti nella
caverna oltre Hogsmeade…-
- Me la pagherai, se succede davvero. – borbottò lui,
stringendosi di più nel suo mantello. Il cravattino verde e argento si allentò
impercettibilmente.
- Serpeverde. Sensibile alle storie dell’orrore
dalla Fondazione. – ghignò Hermione appoggiandosi alla parete sotto la finestra
con un sospiro soddisfatto. Erano incredibilmente vicini, spalla a spalla, ma
nessuno dei due ci fece troppo caso. In fondo erano più di dodici ore che
convivevano.
- Secondo te c’è un posto dove trasferirmi per un po’ per
i miei incontri? –
Hermione arrossì – Perché dovrei saperlo,
Malfoy? –
- Non ne ho idea, sei tu
l’amichetta del cuore di
PottyHoUnaRelazioneConLaMcGranittPerQuestoNonMiMettonoInPunizione. – scrollò le
spalle lui.
- Non saprei dirti…E’ contro le regole, Malfoy. E Harry
non ha una relazione con la
Professoressa. Hai una mente deviata!–
- Andiamo, Granger, hai violato più regole tu di tutti gli
studenti del tuo anno messi insieme. E poi non so se tu hai visto che sguardi
si lanciavano all’ultima lezione…Weasley dovrebbe esserne geloso. –
- Mente deviata, altroché! –
- Io lo so che tu un posto per me ce l’hai! – insisté
testardo Malfoy – Se me lo dici…non ti prendo più in giro! – disse, annuendo convinto.
Hermione lo guardò scettica.
- Malfoy. –
- Va bene, ti prometto qualcosa di possibile…Non ti prendo
più in giro per tutto il tempo in cui staremo qui! –
- Mancano cinque ore alle otto! – protestò Hermione. Draco
la guardò.
- E quindi? –
- …Affare fatto. Ci sarebbe un posto…Conosci la Stanza delle Necessità? –
Alle sette del mattino, Argus Gazza e l’inseparabile Mrs
Purr cominciavano il giro delle aule, per pulire le lavagne, rifornirle di
gessetti e se era necessario pulire il pavimento. Nel giro di due ore
solitamente Argus finiva le aule principali e cominciava i corridoi, per finire
poi la giornata pulendo le serre. Il tutto accompagnato da insulti smozzicati
agli studenti incivili e convinte
dichiarazioni d’amore alla gatta, che ricambiava facendo le fusa.
Alle sette e venti di quella mattina, il Custode si recò
strascicando i piedi al quarto piano, masticando tra i denti commenti sulle
possibili torture che avrebbe tanto
voluto provare sui gemelli Weasley, accidenti a loro, Argus posò una mano sulla
maniglia e la girò, e la porta si aprì senza problemi. La professoressa
McGranitt -
accidenti a lei, che non gli faceva appendere per i pollici quel Pix – aveva
incantato le aule perché si aprissero, la mattina, solo al tocco dei Professori
e di, appunto, Argus.
Argus vide i due giovani, appoggiati l’uno all’altra che
dormivano profondamente. Cinque minuti dopo la scoperta, Argus Gazza urlava per
i corridoi a proposito di studenti fuori
dai dormitori.
La
Professoressa McGranitt, alle
sette e ventisette di quella stessa mattina, spalancò la porta dell’aula,
trascinandosi dietro Harry Potter e Ronald Weasley, che erano stati buttati giù
dal letto dalla professoressa. Fu così che Harry Potter e Ronald Weasley,
scarmigliati e ancora molto assonnati, si ritrovarono davanti una scena che mai,
mai avrebbero voluto vedere.
Hermione era appoggiata alla spalla di Draco Malfoy – Cosa Merlino ci faceva Hermione insieme a
Draco Malfoy? Stava fraternizzando col nemico?! –
e dormiva profondamente. Il cravattino Serpeverde, durante il sonno, si era
sciolto dalla fronte di Draco ed era caduto sulla fronte di Hermione, ma da
dove si trovavano i due Grifondoro sembrava proprio
che la ragazza avesse usato la cravatta Serpeverde per fasciarsi la fronte come
al suo solito. Questo fece venire un mezzo infarto a Ron.
Inoltre la camicia sgualcita e sbottonata di Malfoy – Non avrebbero voluto ripetersi, ma cosa
Merlino ci faceva Hermione insieme a Draco Malfoy?!
– la gonna spiegazzata di Hermione e i capelli scompigliati di entrambi non
aiutava la situazione.
- Signorina Granger! Signor Malfoy! – esclamò la Professoressa
McGranitt, scandalizzata.
Entrambi aprirono gli occhi, confusi. Hermione sbadigliò e
si passò una mano fra i capelli, mentre Draco si stiracchiava. Solo dopo si
accorsero degli sguardi che, scioccati, seguivano ogni loro movimento. Entrambi
scattarono in piedi, e il cravattino Serpeverde cadde a terra dalla fronte di
Hermione. Tutti seguirono la caduta, poi Hermione alzò lo sguardo verso i suoi
amici.
- Porco Weasley! – si lasciò sfuggire senza pensarci,
prima di tapparsi la bocca con entrambe le mani. Harry e Ron spalancarono la
bocca. Draco scoppiò a ridere.
- Oh, Granger, questa è la cosa più carina che tu abbia
mai detto! –
Venne opportunamente spiegato tutto, nei minimi dettagli.
Mentre Hermione spiegava com’erano andate le cose, Draco ci tenne a
sottolineare alcuni punti fondamentali (come la mancanza di cibo), lamentandosene ripetutamente.
Harry e Ron, dopo aver controllato che stesse bene, che
non fosse ferita e che tutti i suoi neuroni non fossero esplosi causa la
prolungata vicinanza con Malfoy, la portarono alla torre. Draco andò
direttamente in Sala Grande, con un solo pensiero in testa.
Cibo.
Passarono alcuni giorni, e tutto era tornato alla
normalità. Ogni aula venne provvista di un Campanello Incantato, collegato
direttamente all’Ufficio del Preside, nel caso la cosa si fosse ripetuta.
Esattamente tre giorni dopo Hermione, tornata alla
routine, chiacchierava con Ginny a proposito di strane Merendine Marinare
Clandestine. Ad un certo punto, con la coda dell’occhio, la ragazza vide Draco
Malfoy che si alzava dal tavolo di Serpeverde e si avvicinava a quello
Grifondoro.
- Ciao Granger! –
- Ciao Malfoy. – rispose stranita Hermione al ragazzo
stranamente allegro e rilassato.
- Volevo ringraziarti! E’ solo grazie a te se adesso ho
riscoperto le gioie del sesso! – esclamò Draco, ben attento al far arrivare le
parole ad Harry e Ron. Hermione arrossì e lo guardo di Ginny si fece tanto attento
da sembrare famelico.
- Ehm…Malfoy…-
- Vuoi vedere come ho arredato la Stanza delle Necessità? –
chiese lui, stavolta senza omrba di malizia. Sembrava solo genuinamente
contento e soddisfatto.
Harry e Ron svennero.