Premessa dell'autrice:
Questa è una storia un po' particolare in quanto è un crossover tra Tru Calling e una storia originale, il romanzo horror che sto scrivendo. Spero che la storia sia leggibile anche da chi non conosce il romanzo, in caso non esitate a chiedere. A fine storia posterò un breve riassunto di quello che è necessario sapere del romanzo per capire la fanfic
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Tru Davies entrò nella sala mortuaria e guardò tristemente i due corpi coperti dal lenzuolo.
- Chi sono? -
- L'uomo era un professore, lei invece era la moglie, li hanno trovati massacrati nella loro casa.
Secondo la polizia si tratta dell'attacco di una bestia feroce. -
Tru abbassò uno dei due lenzuoli per scoprire il corpo dell'uomo e sospirò.
- Era giovane... -
Davis sfilò il portafogli dalla tasca dell'uomo e guardò i documenti.
- Aveva trenta anni. Aylward Dewayne, un nome insolito.
-Poveretto, un vicino di casa ha detto alla polizia che di solito tornava a casa più tardi, verso l'ora in
cui hanno trovato i corpi. C'erano dei fiori, - Intervenne il ragazzo che aveva portato i cadaveri. -
deve essere tornato prima per fare una sorpresa alla moglie. Se non lo avesse fatto forse sarebbe
vivo. -
Tru fissò il volto dell'uomo, sfigurato da uno squarcio che gli attraversava mezza faccia e attese per
qualche secondo, trattenendo leggermente il respiro, ma non successe nulla, il cadavere rimase
immobile.
La ragazza guardò l'altro lenzuolo, a disagio nel notare l'innaturalezza delle forme coperte dal telo e
Davis scosse lentamente la testa.
- Se vuoi ci penso io, non è un bello spettacolo. E' stata fatta letteralmente a pezzi, in confronto il
marito è stato fortunato. -
Tru sospirò di nuovo, ma la sua mano si mosse per abbassare il lenzuolo.
La scena che si presentò ai suoi occhi era peggio di quanto potesse immaginare, ma la testa della
ragazza conservava ancora parte della bellezza che doveva aver avuto in vita.
- Mina Lowell. - Davis lesse il foglio che accompagnava il cadavere. - Ventotto anni. -
Tru annuì e si accinse a coprire di nuovo i due corpi, quando le palpebre della donna morta si
aprirono di scatto rivelando due occhi di un azzurro intenso.
- Ho bisogno di te. Aiutami! - Sussurrò e Tru percepì la strana sensazione che provava ogni volta
che un giorno si "riavvolgeva".
Tru si svegliò di colpo e prese subito il telefono per avvisare Davis di quello che era successo, poi si
vestì in fretta e corse all'obitorio. Doveva fare qualche ricerca per trovare l'indirizzo delle persone
da aiutare e capire cosa le avesse uccise.
- Uccisi da una bestia feroce eh? -
- Avresti dovuto vederli, Davis. Cioè, li hai visti, ma non puoi ricordartene. Non era normale, non
riesco a immaginare che animale possa provocare ferite del genere. -
- Puoi descrivermele? -
- Lei era completamente smembrata, il corpo del marito invece era abbastanza integro, aveva due
ferite visibili: uno squarcio sul viso e sette solchi paralleli profondi sul torace. Sembravano quasi i
graffi di un gatto, ma troppo grandi perché potessero appartenere a un qualsiasi felino. -
- E poi nessuna belva feroce ha sette artigli... Non mi piace, Tru, potrebbe essere pericoloso. -
- Lo so, ma devo aiutarli. -
- Stai attenta, Tru. L'animale che li ha uccisi potrebbe farti del male. -
Harrison Davies scorse la sorella che stava uscendo in fretta dall'obitorio e la raggiunse.
- Ciao sorellina. - Disse in tono eccessivamente affettuoso che avrebbe fatto capire subito a Tru che
il fratello voleva chiederle qualcosa, probabilmente soldi per giocare ai cavalli, anche se non lo
avesse saputo dal giorno prima..
- No. E comunque perderesti. -
Harrison la fisso per un attimo, interdetto, poi capì.
- Giorno riavvolto? -
- Si. Oggi pomeriggio un professore e sua moglie verranno fatti a pezzi da una bestia feroce. Devi
aiutarmi, Harrison. Io vado a parlare con lui, tu vai a casa dalla moglie e cerca di trovare un modo
per farla uscire di casa e tenerla lontana finché non saremo sicuri che non corrono più rischi. -
- E come faccio a convincerla? Penserà che sono un delinquente che vuole allontanarla per rubare in
casa! -
- Inventati qualcosa, ho fiducia nelle tue doti di bugiardo, ma fai in fretta. Non abbiamo molto
tempo, secondo il rapporto della polizia, sono stati uccisi verso mezzogiorno. -
Aylward Dewayne fissò ancora una volta la lettera che annunciava che finalmente sarebbe diventato
professore universitario in uno dei migliori college e sorrise pensando a quanto sarebbe stata
contenta Mina.
Non vedeva l'ora di correre a casa a dirglielo e poi avrebbero passato la sera intera a festeggiare. Per
la prima volta le ore di lezione del pomeriggio gli pesavano e si chiese se prendere una mezza
giornata di ferie sarebbe stata una buona idea. Era una notizia troppo incredibile per non correre
subito dalla moglie.
Si decise. Mise i compiti in classe nella cartella di pelle e prese la giacca. In quel momento fu
fermato dal bussare alla porta dell'aula e vide una ragazza che lo guardava.
- Si, posso aiutarti? -
Tru lo fissò per qualche secondo: era molto diverso da come lo aveva visto sul tavolo dell'obitorio.
Senza lo squarcio che gli attraversava il viso, Tru poteva rendersi conto di quanto fosse affascinante
quell'uomo, della vitalità che vedeva brillare in quegli occhi di un verde intenso, e della felicità che
traspariva dai suoi lineamenti. Nel trovarselo davanti, la ragazza faticava a credere che entro poche
ore sarebbe stato disteso sul gelido tavolo dell'obitorio con un'espressione di orrore negli occhi
sbarrati.
- Buongiorno, professore. Mi chiamo Tru Davies e mi chiedevo se potesse darmi una mano. Sono
stata appena trasferita in questa scuola e in presidenza mi hanno consigliato di rivolgermi a uno
degli insegnanti. -
- Sei una nuova studentessa? -
- Si, dell'ultimo anno. Ho perso qualche anno per motivi familiari, ma stavolta spero di riuscire a
diplomarmi, solo che mi sento un po' spaesata dopo tanto tempo che non frequento la scuola e mi
chiedevo se lei non potesse aiutarmi. -
Aylward la guardò un po' a disagio.
- Veramente pensavo di prendermi il pomeriggio libero... Vorrei andare a casa da mia moglie. -
- Come mai? Ci sono problemi? -
Aylward non sembrò disturbato da quella curiosità e le rivolse un sorriso.
- No, anzi tutto il contrario! Guarda qui. - Disse porgendole la lettera.
- Congratulazioni professore! Deve essere molto felice. -
- Lo sono. Capisci perché voglio correre da mia moglie? Anzi grazie! -
- Per cosa? -
L'uomo sorrise un po' imbarazzato.
- Morivo dalla voglia di dirlo a qualcuno, ora che l'ho detto a te inizia a sembrare reale. - Confessò
ridacchiando.
- Scusa se non posso aiutarti, potresti chiedere all'insegnante di matematica, so che anche lei lavora
oggi pomeriggio. -
Tru si disse che doveva fermarlo a tutti i costi e tentò una mossa azzardata, ricordando una donna
dall'aria acida che aveva incrociato entrando a scuola.
- Oh, chiedere aiuto a quella strega? - Disse con aria delusa.
Aylward Dewayne la sorprese scoppiando a ridere.
- Tu si che sei diretta, signorina Davies. Però non hai tutti i torti, non vorrei passare nemmeno io un
intero pomeriggio con quella donna. -
- Non può aiutarmi lei? - Gli chiese con aria supplichevole e una scintilla di speranza le si accese
nel cuore nel vedere che lo sguardo del professore era combattuto tra il desiderio di andare a casa e
la gentilezza nei suoi confronti. Gli dispiaceva non aiutarla, era chiaro. E Tru batté su quel tasto
finché il professore capitolò con un sorriso.
- E va bene, ma dovrai consigliarmi un posto carino dove poter portare Mina per festeggiare. -
Tru gli sorrise. - Affare fatto. -
Il demone attese nell'ombra: era stato sul punto di entrare nella casa delle sue vittime, ma un umano
lo aveva preceduto andando a bussare alla porta.
La creatura infernale si sentiva ribollire il sangue e provò l'impulso di uccidere anche quel biondino
ma si trattenne pensando alla punizione che lo avrebbe aspettato se avesse mandato all'aria tutto.
Aveva ordini precisi: uccidere i due genitori e prendere la piccola umana, se gli umani si fossero
ribellati, poteva contare sull'aiuto dell'altro demone. Guardò il compagno con una smorfia
accorgendosi che stava spolpando l'osso di un bambino, per poi ingoiarlo intero. Non che non
approvasse quella dieta, ma quel cretino avrebbe dovuto evitare di attirare l'attenzione e rapire e
mangiare il primo bambino che aveva trovato non era certo il modo migliore. Ma forse era meglio
così. Gli ordini erano quelli di non far del male alla piccola e a pancia piena quel grassone idiota
avrebbe avuto meno tentazioni.
Il demone guardò il ragazzo che aveva bussato alla porta e decise di attendere: poteva essere un
potenziale testimone e dovevano farsi notare il meno possibile.
Imprecò sottovoce nel vedere la sua vittima predestinata che usciva di casa con la bambina e
seguiva lo sconosciuto, poi si disse che non importava. Prima o poi sarebbero rientrate. E allora non
avrebbero avuto scampo.
Mina spinse il passeggino di Lenora lungo il marciapiedi chiedendosi se seguire i consigli di quello
sconosciuto fosse una follia. Quello che le aveva detto era assolutamente assurdo, ma l'aveva
inquietata. E se fosse stato un malintenzionato che voleva farla allontanare da casa per poterla
derubare? Ma i suoi occhi erano stati sinceri e Mina era quasi certa che non fosse una cattiva
persona. E quello che le aveva detto era risultato spaventosamente esatto. Quel ragazzo prima aveva
tentato di allontanarla con una scusa abbastanza patetica, poi le aveva confessato che sua sorella
aveva avuto una specie di visione del futuro e in quel momento i suoi occhi erano diventati
incredibilmente sinceri. Secondo la sorella di quel ragazzo, se lei e Lenora fossero rimaste a casa,
sarebbe successo qualcosa di orribile a lei e a Ward. Poi Harrison le aveva riferito un paio di
avvenimenti che la sorella aveva previsto e puntualmente si erano verificati.
Era impressionante.
Mina si chiese cosa fare, forse avrebbe dovuto andare a scuola, da Ward, ma se lui avesse voluto
andare a casa a controllare che fosse tutto a posto e gli fosse successo qualcosa?
- Vuole andare a mangiare qualcosa, signora Dewayne? Tru mi ha detto che succederà verso le
due.-
Entrarono in un pub e ordinarono alcuni tramezzini e del the. Harrison guardò la tv accesa dietro il
bancone e trasalì: una tigre era fuggita dal circo quella mattina e stava seminando il panico. Un
bambino che stava giocando incustodito nel giardino di casa era sparito e si sospettava che fosse
stato aggredito dalla belva feroce.
Mina notò il suo sguardo inorridito.
- Si tratta di quello? La cosa orribile che ci succederà, intendo. -
Harrison annuì.
Mina non rispose, ma guardò in silenzio lo schermo con un brivido ed entrambi rimasero in attesa di
ulteriori notizie.
Un paio di ore dopo, la tv annunciò che la tigre era stata catturata mentre vagava senza meta e
riportata al circo da cui proveniva. Harrison riaccompagnò Mina a casa e si congedò da lei.
Tornò all'obitorio quasi contemporaneamente a Tru, entrambi soddisfatti di come erano andate le
cose e Davis li accolse allegramente, sollevato che tutto si fosse risolto per il meglio.
Il demone attese che Mina rientrasse, poi fece un cenno al suo compagno ed entrambi le saltarono
addosso ringhiando.
La bambina iniziò a piangere e la donna le gridò di scappare, ma l'altro demone le staccò la testa dal
corpo con una zampata, per poi continuare a infierire sul cadavere, mentre lui prese la piccola.
- Resta qui, aspetta il marito e uccidi anche lui. - Comandò al compagno e si allontanò con la
bambina.
Tru entrò nell'ufficio di Davis. Si sentiva serena e piena di ottimismo, ma l'espressione del suo capo
la pietrificò.
- Cosa è successo? - Chiese avvicinandosi al tavolo per guardare il giornale che Davis stava
leggendo.
Rimase immobile a guardare la pagina e le due foto sotto ai titoli. "Giovane donna massacrata nella
propria casa. Grave il marito, nessuna traccia della figlia."
- Non è possibile! Avevano catturato la tigre! Non doveva succedere! -
- Hai fatto il possibile, Tru. Non potevi immaginarlo. -
Tru chinò la testa, tristemente.
- Mi aveva chiesto aiuto, avrei dovuto salvarla. -
- Lui è vivo, ieri avevano portato qui entrambi. -
- Lei è...? -
Davis annuì.
- L'hanno portata stanotte, qualche ora dopo che te ne sei andata... -
Tru gli volse le spalle, dirigendosi alla sala mortuaria, aprì la cella frigorifera e scostò il lenzuolo
dal viso di Mina.
"Chiedimelo ancora, ti prego." Pensò disperatamente, ma stavolta il corpo rimase immobile.
- Forse ti aveva chiesto aiuto per lui. - Disse Davis a bassa voce, raggiungendola. - Sul giornale c'è
scritto che è ferito e sotto shock, ma se la caverà. -
Tru annuì. Il pensiero della felicità che aveva visto negli occhi di Aylward Dewayne il giorno prima
la colpiva dolorosamente. Era tanto innamorato della moglie e aveva trovato quella scena orribile ad
aspettarlo a casa... Qualunque cosa fosse stato a massacrare la donna, lui l'aveva combattuta e
probabilmente messa in fuga, così era scritto sul giornale, ma Tru faticava a immaginare una
persona tanto gentile che affrontava una belva o un maniaco omicida.
Se lo avesse rivisto, che espressione avrebbe avuto negli occhi?
Tru decise che preferiva non saperlo.
Con un sospiro ricoprì il corpo di Mina e chiuse la cella frigorifera.
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Note dell'autrice
Nel mio romanzo, Aylward Dewayne è uno dei protagonisti ed è un cacciatore di demoni.
Quattordici anni prima dei fatti narrati la sua famiglia è stata distrutta: Mina, sua moglie, viene uccisa da un demone e sua figlia rapita.
Tornando a casa scopre il massacro e un altro demone lo attacca per ucciderlo, ma Aylward reagisce e lo ammazza.
Il corpo del mostro si riduce in cenere lasciando cadere a terra alcune ossa di bambino e Aylward crede che siano quelle della figlia.
Da quel giorno inizierà a cacciare i demoni per vendicare la sua famiglia. |