Nove episodi

di shadowdust
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Song: Animal I have become
Artist: Three days grace
 
 
 


 



 
Episodio 20
 
 
 


 


Sento il corpo fremere.
È questa quella che chiamano vita?
Prendo forma: le ossa si compongono, i muscoli si allacciano, la pelle si tende.
È questo che si prova ad essere vivi? [È questo che significa essere liberi?]
Sento qualcosa, sensazioni. I miei occhi tremolano, palpitano per potersi aprire. Non tutto risponde già, ho bisogno di un attimo.
Suoni attutiti, lontani, risuonano come echi all'interno delle mie orecchie. Le dita iniziano a muoversi. Comincio a sentirlo. Il mio corpo.
Non avrei mai immaginato che cosa vivere potesse significare. Non avrei mai potuto immaginarlo, dalla mia prigione.
Non voglio ricordare l'agonia. Le catene. [Non ero nulla. Non esistevo.]
Le palpebre cominciano a sollevarsi. Spiragli di luce mi feriscono gli occhi. Sono forti. [Non voglio più essere nulla. Voglio essere qualcuno.]
Sento il petto ansimare, alla ricerca di qualcosa. Palpita, si agita, si contorce. Ne ho bisogno. [Io sono qualcuno.] Ora.
La bocca si apre involontariamente, aspira aria. Sento l'ossigeno trapassarmi i polmoni, con tanta violenza da farmi male. [Vivere fa male.]
Dolore. Non voglio tornare nel nulla.
Se vivere significa dolore, lo voglio. Datemi il dolore, quanto più ne potete. E datemi la vita.
Sento il mio viso contorcersi. È una sensazione strana, quella che provo.
Le labbra si increspano, mentre le spalle si sollevano a scatti. Che cos'è che mi fa agitare tanto?
Perché sento il corpo gonfiarsi, cercando di scacciare fuori qualcosa?
Alzo il viso al cielo, mentre una risata fragorosa, folle, mi percuote dentro. Oltre la pelle tirata, entro i muscoli tesi, fin nelle ossa sottili.
La sento. È mia. [Vita. E nessuno potrà più strapparmela.]
Io vivo. Io sono.
Black Mist, il numero 96.









 




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