Scintilla
La torcia scura, tanto vicino al suo viso da sentirsi bruciare,
le ferisce gli occhi con la sua violenta luminosità.
Danza crudele come
una fata maligna.
A Yao piaceva il rosso, simbolo di prosperità.
Era il colore del fuoco che baluginava nei bracieri dorati dove profumati
incensi salivano fino alle dimore celesti degli dei
Era color di passione, vivido come le perfide fiamme quando inghiottivano le case
lignee del villaggio, senza che nessuno potesse fermarle.
Era danza benigna di scintille se rischiarava una notte di festa, illuminando gentile i ballerini e i loro ventagli di carta di riso.
La giovane avvertiva un calore nel petto se il cinese guidava i suoi movimenti nel tendere l’arco, prima che una freccia dalla punta infuocata disegnasse nell’aria un arco di luce.
Il fuoco le scaldava le mani nelle sere d’inverno, inginocchiata di fronte a un bollitore, con le mani giunte in grembo, e profumava di tempi antichi.
La torcia si muove attorno al
suo corpo e le fiamme, sorelle birichine che si adornano nell’oro, le
lambiscono le pelle candida.
E poi fu un altro fuoco, fu il colore della guerra a riflettersi sul mare.
“Mi sono svegliata, Yao.
Non è più
un sogno”
Note:
Ultimo capitolo della raccolta!
In Cina il rosso è un colore di buon augurio, tanto che i regali dovrebbero sempre avere un fiocco di questo colore. Ho cercato anche di trasmettere la doppia natura, ora positiva, ora negativa, del fuoco. Se una fiamma viene avvicinata troppo agli occhi si rischia di diventare ciechi (a Sakura non succede, per fortuna).
L’ultima frase si riferisce al momento in cui il Giappone si rende indipendente dalla Cina. Sakura si è finalmente svegliata.
Ringrazio MartinaBea per avermi consigliato la coppia e perché legge sempre le mie bozze.
Ringrazio anche Clepsamia per le sue graditissime recensioni
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