La via per la Terra

di MaxT
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La via per la Terra Premessa: questa flashfiction è stata estrapolata da una riscrittura, non ancora pubblicata, del primo capitolo di una mia long fiction, Profezie.
Chi ha letto la prima serie di Witch riconoscerà facilmente personaggi ed ambienti.
Questa scena è ambientata due anni e mezzo dopo l’inizio della saga, e pochi minuti prima dell’attacco di Profezie.
 
 

LA VIA PER LA TERRA


 


L’ uccellino striato di grigio ricambia lo sguardo speranzoso della ragazza che lo tiene in mano. Le trecce biondo cenere e la corona argentea si riflettono, minuscoli, nei suoi occhietti neri e gialli.
Lei gli applica un sottilissimo collare di metallo lucente. “Ecco, piccolo. Questo ti riporterà indietro. Ora vai. Rischierai la tua vita per la Luce di Meridian”.
Allunga le mani verso l’alto per farlo alzare in volo. Sopra di loro non c’è il cielo, ma le volte azzurre della sala del trono da cui Elyon regna su tutto il metamondo.
L’uccello dispiega le ali, poi svanisce in un baluginio, come un riflesso su uno stagno.
“E’ andato”, esala una donna dalla pelle di un delicato verdazzurro. Quando sono in pubblico lei è il capitano Miriadel, ma in privato Elyon continua a chiamarla mamma. “Tra poco sapremo se può tornare”.
“Dovrebbe essere questione di secondi”, aggiunge l’ancella Nagadir, una giovane con la pelle oliva e i capelli scuri raccolti all’indietro.
“Andrà bene”, rassicura la giovane regina, cercando di mascherare la sua emozione. “Ho seguito punto per punto i libri segreti”.
Immagina il volatile mentre, alla velocità del pensiero, il piccolo corpo smaterializzato viene trasferito al portale invisibile nel cielo, lo attraversa guidato dall’amuleto al suo collo e poi viene diretto verso la città alla quale lei credeva di appartenere, fino al giorno in cui il suo vero passato le è stato svelato nel modo più crudele.
Con la fantasia, Elyon segue il viaggio vertiginoso, che avrà termine quando il piccolo uccello grigio si sarà materializzato in un cielo che lui non ha mai visto prima, tra odori e suoni estranei e sagome di edifici di un altro mondo. Lo immagina mentre scende a terra, incredulo, forse pensando di sognare. Sognano, gli uccelli? Sanno cos’è un sogno?
Non importa. Questa vista non durerà a lungo: dopo pochi istanti, l’amuleto al suo collo farà svanire quelle brevi immagini, ed in un attimo il suo corpo minuto riattraverserà lo spazio in un modo che neppure lei, la Luce di Meridian, comprende veramente.
“Dovrebbe tornare ora!”.
Mentre Elyon parla, un baluginio appare sopra di loro, e subito l’uccello volteggia incredulo sotto il soffitto.
“Grande!”, esclama Nagadir con entusiasmo. “Altezza, avete avuto successo!”.
“La strada verso la Terra è di nuovo aperta!”, gioisce Elyon, mentre il volatile si posa sulla sua mano alzata. Lo avvicina al viso, per osservare il frammento di una piantina che tiene nel becco. “Erica. Da quanto tempo…”. Gli sfiora la testa con un dito, chiudendo gli occhi. “Sì. L’Oceano Atlantico! Heatherfield! Grazie, piccolo uccello, grazie”.
Sfilato il sottile collarino argenteo, Elyon si dirige verso la terrazza che, dalla sala del trono, dà una vista completa dell’antica città di Meridian.
Alza nuovamente il braccio. “Và”.
Lo guarda volare sull’ampio vallone in cui è incassata la capitale, e poi deviare a destra per dirigersi verso i boschi sull’altopiano che la sovrasta, sparendo in lontananza per tornare alla sua semplice vita da uccellino.
 





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