Doppio giro all'inferno.

di misslittlesun95
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Doppio giro all'inferno.

Prologo.

Torino, 2013

Dopo un primo squillo il campanello di casa ne fece un altro parecchio prolungato, facendo capire a Viola due cose.
La prima era che, probabilmente, non si trattava di uno scherzo né di qualcuno che avrebbe perso facilmente le speranze di farsi aprire, sicuro per un motivo o per un altro che la giovane si trovasse all'interno.
La seconda era che chiunque si trovasse dall'altra parte della porta di certo non aveva conosciuto Viola negli ultimi sei mesi della sua vita, da quando cioè aveva lasciato Parma e si era trasferita a Torino.
Perché tutte le persone che la frequentavano in quel periodo sapevano benissimo di come non fosse il caso di andarla a trovare la sera, quando era stanca per la giornata trascorsa oltre che per ciò che stava passando, e l'unico che invece le recava gioia visitandola in quegli orari aveva le chiavi del piccolo bilocale, proprio per evitare che muovendosi da una parte all'altra si sforzasse più del dovuto.
Però, a quanto pareva, non poteva dare colpa all'inaspettato ospite della fatica, perché per lei in quel momento di ciò si trattava, che stava facendo.
Rapidamente, o almeno così le parve, si avvolse il capo calvo in un foulard e andò ad aprire, appoggiandosi alle pareti per evitare di cadere in terra.
Quando si trovò davanti al visitatore inatteso per poco non si sentì male, ma non di certo per le sue condizioni di salute alquanto precarie.

Suo fratello Vittorio, che come tutti i suoi cari e amici non vedeva da sei mesi, era lì, e la sua espressione incredula si specchiava perfettamente in quella di Viola. 





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