Uomo d'onore.
Uomo d'onore.
“La
famiglia è potere Klaus! Amore e
lealtà… Questo è potere! E’
questo che
ci siamo giurati migliaia di anni fa, prima che la vita distruggesse
quel poco di umanità’ che ti era rimasta, prima
che l’ego, la rabbia,
la paranoia…. Creassero la persona che ho davanti, qualcuno
che a
stento riconosco come mio fratello.”
Ero pronto all'idea di uccidere mio fratello; questa sera
sarà
una notte di sangue. Ho atteso a lungo questo giorno, il giorno in cui
avrei visto Niklaus implorare la mia pietà, poco prima di
strappargli il cuore e lasciarlo morente su quell'altare di sangue da
lui creato. Ucciderò mio fratello, sangue del mio sangue,
colui
che senza rimpianto ha distrutto la mia famiglia, colui che ha deciso
di farmi vivere in solitudine per l'eternità.
L'ora è arrivata, abbiamo una strega potente, ma non
abbastanza
per poter uccidere Niklaus da sola, servirà il mio aiuto,
sarò io a finirlo. Ci stiamo precipitando nel luogo in cui
Klaus
sta spezzando la maledizione, al nostro arrivo Elena era già
morta, diventerà una vampira e non perdonerà mai
Damon
per questo. La strega ha compiuto il suo dovere, Klaus è in
fin
di vita e adesso è mio compito privarlo di essa.
In pochi istanti fui dinanzi a lui gli trapanai il petto con una mano
afferrando il suo cuore che ormai stava cessando di battere. -Non
uccidermi! Non ho disperso la nostra famiglia in mare, sono al sicuro,
se mi uccidi non li troverai mai.- implorò Nik. Avevo dato
la
mia parola a Elena che lo avrei ucciso, ma adesso avevo bisogno di lui
per recuparare la mia famiglia. -Mi dispiace.- dissi rivolgendomi verso
Stefan che lanciò un urlo, ma in pochi istanti io sparii
portando con me mio fratello.
¤
Niklaus si trasformò in licantropo, diede sfogo a tutti i
suoi
anni da lupo repressi compiendo una vera e proprio strage di cui io
feci sparire le tracce, rimase un lincantropo per tre giorni. Quando
riprese le sue sembianze umane parlammo del patto che in un certo senso
avevano stretto, lui ne approfittò per farmi presente che
ormai,
anche se avessi voluto, sarebbe stato impossibile ucciderlo.
Poco mi importava di mio fratello, quel fratello che ancora stentavo a
riconoscere, dopo millenni. L'unica cosa che volevo realmente era
trovare la mia famiglia e vivere una vita felice con loro, si,
perché per me la mia famiglia era più importante di qualsiasi altra cosa.
Tornammo a Mistyc Falls e Nik mi invitò a seguirlo a casa di
Alaric Satzman, professore nonchè tutore di Elena dopo la
morte
di Jenna. Una volta entrati in casa, notai Katerina che tirava a
sè Stefan, mostrando a Nik chi era passato a trovarlo. -Ho
bisogno di parlare con te, si tratta di mio fratello.- disse Stefan
quasi implorante, doveva essere un problema piuttosto grave per
spingersi verso Klaus. -Per ora non posso, prima devo occuparmi del
mio, ho un patto da rispettare.- furono le ultime parole che sentii
pronunciare a mio fratello, poi il buio calò nei miei occhi.
¤
Buio,
solo buio; dove mi trovavo? Nik mi aveva ucciso? Ma dov'era la mia
famiglia?. Non riuscivo a distinguere nulla, intorno a me regnava solo
l'oscurità. Che idiota, come ho potuto fidarmi di colui che
ha
ucciso la mia famiglia?. Avrei tanto voluto le risposte alle
mie
domande, ma in quell'attimo sapevo che nessuno avrebbe potuto
fornirmele, avrei vissuto nel buoio per sempre. Nessuno mi avrebbe
salvato, Nik era un'ibrido adesso, nessuno avrebbe osato sfidarlo come
nessuno avrebbe potuto ucciderlo.
Il vuoto mi fluttuava intorno, fissavo il nulla, c'ero solo io, immerso
in questo mondo oscuro, immerso nel nulla. Avrei voluto urlare, ma in
quel momento, anche la mia voce, come il resto svanì.
I giorni passavano, e la mia anima continuava a vagare
nell'oscurità.
Un flashback si impossessò velocemente della mia mente e in
quelle condizione mi limitai ad assecondarlo.
Vidi Katerina; colei che in un tempo remoto riuscì a farmi
credere nell'amore, illudendomi.
La rividi lì, seduta su una panca ad aspettare Nik, io mi
avvicinai a lei, intrattenendola un paio di minuti, ma quando Nik fu
arrivato, lei svanì con lui, non preoccupandosi del fatto
che
io, ero la per lei.
Io l'amavo e forse non ho mai smesso di amarla.
Le sue parole continuavano a rimbombare nella mia testa, come un
sussurro, un sussurro doloroso.
“Questo
è troppo triste da accettare, mio signore. Se smettiamo di
credere nell'amore, per cosa dovremmo vivere?.”
Katerina Petrova.
Il flashback svanì di colpo e sentii il mio cuore battere
lentamente, respiravo a fatica, qualcuno aveva estratto il pugnale.
Qualcuno così ingenuo da mettersi contro Niklaus (?)
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