Questa è una storia d'amore
Questa è una storia d’amore che come tutte comincia e finisce.
Lui
e lei si sono incontrati quando avevano ventitré anni. Lui si
laureava in Lettere Antiche, lei capiva cosa provare a fare.
Voleva scrivere, lei, buttar fuori le cose, lui le ha detto
“perché, credi che gli altri no?”. Lei si è
incazzata quando lui le ha spiegato “gli artisti non vogliono,
gli artisti fanno”, perché pensava che avesse ragione. Lui
pensava di essere in torto, perché un sogno non ce
l’aveva. Lei piangeva di gioia col bianco e nero sfocato anni
Venti, lui e i pomeriggi a cercarle una bibliografia estesa su
Tarantino.
“Ma fa cagare. Uno migliore non ce lo avevi?”
Lui le chiedeva che cazzo girasse per l’università se
la triennale l’aveva già presa, lei non aveva capito
dove portassero tutti quei libri, lui “vuoi davvero un
arrivo?”, lei “sì”, lui “no”.
Lei il caffè ristretto, lui il cappuccio. Lei gli occhi rotti, lui non capiva da cosa.
Lei un giorno gli ha detto “ti amo”, lui le ha chiesto
perché e avrebbe voluto capirlo davvero. Lei non sapeva se fosse
per sempre, a lui per sempre stava sul culo e preferiva ogni giorno da capo. Lei lo guardava. Lui che l’amava.
Lei “ho bisogno persone che mi dicano cose, che colpa ne ho
se le trovo nei libri?”, lui e la sua fede laica in un drogato
che si è sparato in testa. Lei cercava lavoro non volendone
trovare nessuno, lui che pensava che fosse bellissima.
“E senza un soldo.”
“Bellissima.”
Lui scriveva una tesi sugli dèi, lei faceva la segretaria.
Lei e il suo primo appartamento, lui “domani dimentico
tutto, ma adesso se non ci fossi tu qui ti costruirei pezzo a pezzo,
fino ai capelli, fino al respiro”, lei che la vita era stata
fatta per quei minuti. Lei e la sua amica che davano nomi ai figli da
fare, lui e la birra perché era felice.
Lei e gli impegni.
Lui e il lavoro.
Lui e lei e le scuse.
Lui e lei i vaffanculo.
“Devi fare qualcosa a questo mondo.”
“Devo capire se ha un senso il mondo.”
Lui e le settimane a mangiarsi le unghie senza chiamarla. Lei e le corse senza motivo sotto casa sua. Lei e how I wish you were here e lo aveva di fianco, loro a squarciagola, comunque, di notte.
Lei che una mattina si sveglia e non lo ama più. Fran.
Lui “chiudiamola
qua”, perché dovrebbe bastare dirlo. Lei “va
bene”. Lei e il tornare sui suoi passi. Più volte. Lei che
“dimmi che è la cosa giusta da fare”, lui non lo sa.
Lui che è immaturo come tutti gli altri. Lui che la incontra per strada e preferisce cambiar marciapiede.
Lei che anni dopo stapperà il profumo che si metteva quando
usciva con lui e scoppierà a piangere perché non pensava
che dell’amore si ricordasse il naso, lui che la rivede mentre
abbassa un finestrino in curva. Di tutta una vita. Un finestrino e una
curva.
A quelli che vivono di notte. A
lui e lei che un giorno si innamoreranno di qualcun altro e
ricominceranno da capo, a loro che penseranno di essere stati uno
sbaglio, il libro che nessuno scriverà mai.
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