Why do you read so much?

di Stria93
(/viewuser.php?uid=319287)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


why

Erano trascorse due settimane da quel fatidico giorno in cui Rumpelstiltkin aveva mostrato a Belle la grande biblioteca del Castello Oscuro.
Da allora la ragazza si dava molto da fare per terminare le faccende il più in fretta possibile e ritagliarsi così un po' di tempo libero che puntualmente trascorreva rinchiusa in quella grande stanza circolare, a sfogliare un libro dopo l'altro, a gettarsi a capofitto tra le pagine fruscianti e ingiallite dal tempo che aspettavano solo qualcuno a cui narrare le storie in esse custodite.
Più di una volta al folletto era capitato di passare interi minuti appoggiato allo stipite della porta ad osservare Belle mentre leggeva. All'inizio le scoccava solo qualche occhiata fugace e distoglieva subito lo sguardo per non essere sorpreso a fissarla, ma non c'era pericolo che lei potesse accorgersene perchè in quei momenti era talmente assorta che tutto ciò che la circondava sembrava scomparire, ad eccezione del libro che maneggiava con cura e attenzione.
Certo, Rumpelstiltskin sapeva della grande passione che la giovane nutriva verso ogni genere di lettura, ma si stupiva sempre di come delle semplici parole nere e scolorite, vergate su fogli di pergamena chissà quanto tempo prima, potessero suscitare tante reazioni diverse nella sua domestica: capitava spesso che ella sorridesse, divertita da qualche passo particolarmente comico della vicenda, in altre occasioni invece tratteneva il respiro e si poteva scorgere sul suo viso l'ansia e l'aspettativa per ciò che sarebbe accaduto nella pagina successiva, a volte il Signore Oscuro aveva perfino notato alcune lacrime sgorgare piano e silenziosamente dai suoi occhi celesti.

Quella sera l'orologio stava battendo i dodici rintocchi che annunciavano la mezzanotte quando Rumpelstiltskin si alzò dall'arcolaio, si stiracchiò davanti ai resti morenti del fuoco nel camino e si diresse al piano di sopra, incamminandosi distrattamente verso la sua camera.
Come sempre il Castello Oscuro era avvolto nel silenzio più totale, così denso che si sarebbe quasi potuto toccare con mano. Tutto sembrava perfettamente normale e in ordine, ma mentre percorreva il lungo corridoio, qualcosa attrasse la sua attenzione: l'interno della biblioteca era ancora fiocamente illuminato dalla luce tremula di qualche candela posta sul tavolo che gettava ombre scure sulle pareti di pietra.
Il folletto sbuffò: la sua domestica aveva di nuovo dimenticato di spegnere le fiammelle prima di ritirarsi nella sua cella per la notte. Eppure gliel'aveva raccomandato un'infinità di volte: sarebbe bastata una leggera folata di vento e il fuoco incustodito di qualche candela in un locale colmo di libri avrebbe potuto trasformarsi in pochi secondi in un incendio di proporzioni spaventose; considerando poi l'amore della ragazza per i tesori di carta che si trovavano in quella stanza si sarebbe aspettato un comportamento più responsabile.
Quando varcò la soglia però, vide Belle rannicchiata sulla poltrona accanto alla finestra; ovviamente aveva gli occhi incollati a uno dei tanti volumi che dimoravano sugli scaffali.
Lei non si accorse della sua presenza fino a quando il Signore Oscuro non parlò con la sua voce dal timbro così particolare: - Pensavo che fossi già a letto da un po', dearie. - La rimproverò.
La giovane scattò in piedi spaventata e il libro le cadde di mano, finendo sul pavimento con un lieve tonfo.
- Rumpelstiltskin! Avete intenzione di spaventarmi a morte?! - Esclamò portandosi una mano al petto.
Il folletto rispose con stizza: - Non è certo colpa mia se ogni volta che apri un libro ti estranei dal mondo, dearie. Scommetto che eri talmente presa da chissà quale avventura che non ti sei nemmeno accorta che è mezzanotte passata. -
Sul volto della giovane comparve un'espressione sorpresa: in effetti non aveva neanche udito i possenti rintocchi dell'orologio.
Osservò le candele, ormai quasi consumate del tutto: erano ore che stava in biblioteca a leggere ma le parevano essere trascorsi solo pochi minuti.
- Forza, dearie, va' a dormire. Non tollererò un solo minuto di ritardo domani mattina, specialmente se a causa di questo. - Disse indicando il libro a terra.
Belle si chinò a raccoglierlo con delicatezza, poi soffiò via la polvere dalla copertina e sistemò con cura le pagine che si erano leggermente stropicciate.
Il Signore Oscuro iniziò a spazientirsi: come si permetteva di ignorarlo?! Prestava più attenzioni a quel volume che a lui: il suo padrone!
- Mi hai sentito, dearie? - Cercò di suonare calmo ma il suo tono tradiva tutto il disappunto per il comportamento della giovane.
Belle alzò di nuovo gli occhi su di lui e annuì: - Sì, Rumpelstiltskin, vi ho ascoltato. Vi prego, mi mancano poche pagine per finire questo capitolo, poi vi prometto che andrò subito a letto e domani sarò puntuale. -
Il folletto venne colpito dal suo sguardo supplichevole e per un attimo sentì svanire misteriosamente tutto il fastidio di poco prima.
- Per favore. - La ragazza rincarò la dose, approfittando del suo momento di indecisione.
Alla fine il Signore Oscuro sospirò e si massaggiò le tempie con aria stanca e rassegnata: - E va bene, dearie, va bene. Ma guai a te se domani non sarai nella sala dell'arcolaio a servirmi la colazione alle otto in punto. -
Belle gli sorrise raggiante: - Non temete. Grazie! -
Rumpelstiltskin scosse la testa e tornò a dirigersi verso la sua camera: certo che quella principessina era davvero uno strano tipo, e per di più il suo sorriso era riuscito a rabbonirlo.
Ti stai rammollendo vecchio mio. Sono bastati un paio di occhioni azzurri e qualche battito di ciglia per farti cedere. Pensò mentre si spogliava e si stendeva nel grande letto a baldacchino, tra le lenzuola di seta.

Belle sbadigliò per l'ennesima volta, ma quella storia era troppo avvincente e non poteva smettere di leggere proprio ora che essa entrava nel vivo.
Aveva promesso a Rumpelstiltskin che avrebbe solo terminato il capitolo, ma in realtà si era spinta ben oltre, incapace di resistere al richiamo seducente delle parole fitte e sinuose che le stavano regalando tante emozioni.
Avrebbe letto ancora solo un' altra pagina, solo una e poi sarebbe andata a dormire.

Il Signore Oscuro si svegliò di soprassalto, reduce da uno dei soliti incubi che ogni tanto tornavano a tormentarlo, come dei vecchi amici.
Fuori dalla finestra si scorgevano ancora le stelle della notte, anche se l'orizzonte iniziava a schiarire e a tingersi di un timido rosa pallido.
Era molto presto e Rumpelstiltskin imprecò sottovoce rigirandosi nel letto e cercando di riprendere sonno.
Dopo mezz'ora passata a fissare il soffitto della camera però, il folletto decise che c'erano modi decisamente più utili di impiegare il suo tempo, così si alzò, si vestì e uscì dalla stanza.
Quando passò davanti alla biblioteca udì un leggero mugolio provenire dall'interno.
Si bloccò davanti all'entrata: un sospetto iniziò a farsi strada nella sua mente, e venne confermato quando trovò la sua domestica addormentata sulla poltrona.
La ragazza si era raggomitolata come un gatto e risultava quasi buffa in quella posizione.
Il folletto non poteva crederci: Belle aveva passato l'intera notte in quella stanza e gli aveva disubbidito deliberatamente, continuando a leggere ben oltre ciò che lui le aveva concesso.
Si avvicinò alla poltrona con l'intento di svegliarla in malo modo e darle una bella strigliata, quando avvertì qualcosa sotto il suo stivale.
Abbassò lo sguardo e notò il libro che la sua domestica stava leggendo la sera prima: doveva esserle caduto nel sonno.
Lo raccolse da terra e studiò la copertina splendidamente illustrata, poi iniziò a sfogliarlo distrattamente, leggendo di tanto in tanto qualche riga.
Nulla di nuovo: quella storia parlava di un amore contrastato, di intrighi, duelli, avventure e mistero. Non poteva aspettarsi niente di meno da Belle.
Proprio in quel momento la giovane si destò, stropicciandosi gli occhi gonfi di sonno e affaticati dal tanto leggere della notte appena trascorsa.
Quando si guardò intorno e vide il Signore Oscuro in piedi davanti a lei, il suo volto sbiancò all'istante e sparì ogni traccia di sonnolenza: - R..Rumpelstiltskin! Io...posso spiegarvi... - La sua voce suonò come un pigolio spaventato.
Il folletto incrociò le braccia al petto e la guardò negli occhi severamente: - Ti ascolto, dearie. -
Belle si morse il labbro: c'era ben poco da spiegare in realtà, la situazione era fin troppo eloquente ed era palese che gli avesse disubbidito.
- Mi dispiace, volevo davvero arrivare solo alla fine del capitolo, ma non sono riuscita a resistere. Ad ogni pagina diventava sempre più difficile fermarmi. Non succederà più, ve lo prometto. -
Rumpelstiltskin rimase lì immobile ad osservarla per alcuni interminabili minuti: di nuovo si sentiva confuso e incerto sul da farsi.
Se fino a pochi attimi prima era deciso a svegliare rudemente la ragazza e a sgridarla per bene, ora non ne era più così sicuro; osservava l'espressione impaurita di lei e cercava di pensare a come comportarsi.
Non riusciva a capire come quel libro avesse potuto spingerla a lottare contro il sonno fino allo sfinimento. Cosa ci trovava in quelle storie?
Qualche tempo prima Belle gli aveva domandato perchè egli lavorasse tanto all'arcolaio; be', ora aveva lui una domanda simile da porgerle.
- Perchè leggi per tutto questo tempo? - Le parole gli salirono spontanee alle labbra e il suo tono di voce lasciava trasparire la sincera curiosità che le animava.
La giovane lo guardò sorpresa e perplessa: si aspettava di ricevere una lavata di capo e forse anche una punizione, non certo una domanda sul perchè amasse tanto leggere.
Rumpelstiltskin fece un gesto secco con la mano, indicando i numerosi scaffali che li circondavano e arrivavano fino al soffitto: - Insomma, cos'hanno da offrirti questi vecchi libri polverosi? Cosa ti spinge a rintanarti quassù ogni volta che hai un momento libero? -
La ragazza corrugò la fronte e soppesò a lungo la risposta.
Alla fine sorrise e si rivolse di nuovo al Signore Oscuro: - I libri amano tutti coloro che li aprono, offrono protezione e amicizia senza pretendere nulla in cambio. Non ti abbandonano mai, nemmeno quando li maltratti.* - Mentre parlava, accarezzava dolcemente il dorso rigido del volume e Rumpelstiltskin notò il suo sguardo limpido velarsi di tristezza mista a qualcos'altro...nostalgia forse? Era dunque per questo che Belle si rifugiava nei suoi amici di carta e inchiostro? Per lenire il dolore della lontananza dalla sua famiglia?
Offrono protezione e amicizia senza pretendere nulla in cambio. Inaspettatamente il folletto sentì montare dentro di sé una strana sensazione di gelosia e senso di colpa: la giovane preferiva ricercare protezione e amicizia in vecchie parole scritte da sconosciuti piuttosto che in lui, ma in fondo come poteva darle torto?
Doveva essere rimasto a lungo perso in quelle constatazioni, a fissare il vuoto con espressione indecifrabile, perchè ad un tratto Belle si schiarì timidamente la voce, richiamando la sua attenzione.
- Ehm...allora non avete intenzione di punirmi? - Chiese con voce sottile e vagamente speranzosa.
- Per questa volta farò finta di nulla, ma non voglio più che passi la notte in biblioteca a leggere. -
La ragazza annuì, sollevata.
Rumpelstiltskin distolse lo sguardo e finse di osservare un punto indistinto fuori dalla finestra.
- Puoi portare qualche libro nella tua cella, se vuoi. -
La giovane non potè credere alle proprie orecchie: - Cosa? -
Lui fece un gesto d'impazienza: - Almeno non passerai più la notte a zonzo per il castello e io non rischierò di trovarti addormentata in qualche angolo di prima mattina. -
A quel punto Belle avrebbe voluto buttargli le braccia al collo ma si limitò ad avvicinarglisi sorridendo.
- Vi ringrazio, è molto importante per me. -
- Ora vai nelle cucine a preparare la colazione, dearie. - Ordinò secco – E non addormentarti per le scale. - Aggiunse ghignando quando la giovane cercò di dissimulare un potente sbadiglio.
Lei rise e uscì dalla biblioteca, lasciandolo solo.
Rumpelstiltskin allora si afflosciò sulla poltrona con un sospiro.
Eh sì, dearie. Stai proprio diventando un rammollito. Tra poco potrai fare degna concorrenza a quell'idiota di Charming.



* Cornelia Funke, Cuore d'inchiostro


Da Stria93: Ciao a tutti! Nota breve breve: di solito preferisco non inserire citazioni prese da altre opere, ma ho trovato quella di Cuore d'inchiostro assolutamente splendida e perfetta per Belle e per la situazione che volevo descrivere.
Grazie a tutti coloro che leggeranno e mi lasceranno il loro parere. :)





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2101300