La
guardai ballare come sempre. Non le staccai gli occhi di dosso nemmeno
per un secondo, non mi sarei mai stancato di lei.
Avevo
preso l'abitudine di sedermi nelle ultime file, lasciavo agli altri il
divertimento di inviarle fischi di approvazione e commenti sconci.
Io
me ne restavo zitto, mentre Amy continuava imperterrita a fare quello
che per lei sembrava essere un lavoro come gli altri. Che quei balletti
poco casti le facessero mettere in tasca parecchi quattrini, era cosa
certa, ma essere una delle ballerine del Moonlight Club non poteva
considerarsi esattamente un lavoro come fare la commessa al
supermercato, fare la baby sitter o essere l'impiegata di un'azienda.
Tutt'altro...le parole 'Moonlight Club' passavano di bocca in bocca in
tutto il mondo, e non c'era una sola persona sulla faccia della Terra
che dopo averle pronunciate o soltanto ascoltate, non facesse una
smorfia parecchio eloquente, o trattenesse a stento un ghigno allusivo.
Una
discoteca? Non proprio..più che altro una sorta di teatro a
luci rosse. Una meta fissa e insostituibile per tutti i ragazzi e gli
uomini che la sera non hanno nient'altro da fare, a parte costruirsi
dettagliati film mentali con almeno un paio delle ballerine che gli
hanno allietato la serata con balletti provocanti e sguardi ammiccanti.
Secondo la stragrande maggioranza della gente, il Moonlight Club
è un posto da frequentare almeno una volta nella vita.
E
una sera mi feci abbindolare anche io da questa stupida...moda?
Chiamatela come vi pare.
Non
posso certo dire che quella fu la serata peggiore della mia vita, sarei
un'ipocrita, anche perchè devo ammettere che fu parecchio
divertente..in fondo sono un ragazzo, e il detto popolare che ho
sentito pronunciare da mia nonna tante di quelle volte, non fa
eccezione con me. La carne è debole.
Non avevo deciso di andare al Moonlight Club di mia spontanea
volontà, era stato Matt, il mio migliore amico, a
convincermi; subito dopo essere entrato mi ero sentito a disagio, non
ero abituato a quel genere di spettacoli, ma bastò che una
delle ragazze lanciasse un bacio tutt'altro che dolce nella mia
direzione, e cominciai a sciogliermi un po'. Non facevo parte di quelli
che incitavano le ballerine con fischi poco educati, o di quelli che
fumavano atteggiandosi con la gamba accavallata. Io mi godevo lo
spettacolo con la bocca aperta a pesce lesso, e Matt non era da meno.
E le guardavo a una a una, fino a quando su quella specie di palco non
restarono solo in tre. Amy era quella che ballava a sinistra, una
biondina era al centro, e un'altra ragazza dai capelli nero corvino
stava a destra; erano tutte e tre decisamente belle e con un
fisico da urlo, ma io mi soffermai su Amy semplicemente
perchè era l'unica a ballare in modo maledettamente
provocante senza giocare con i capelli, senza sbattere le ciglia come
farebbe una cerbiatta, senza sguardi seducenti e senza sorrisi, finti
come l'autografo di Brad Pitt che mia cugina tiene appeso al muro. E'
davvero convinta che sia originale, e ucciderebbe tutti se scoprisse
che glielo ha firmato suo padre..ma questa è un'altra storia.
Amy era sexy esattamente come le sue colleghe, o forse ancora di
più, proprio perchè il suo viso non trasmetteva
nulla..sembrava una bambolina.
Conoscete le barbie? Le bambine si divertono a costruirle una vita, le
fanno camminare, correre, ballare prendendole per le gambe e
azionandole...ecco, sin dalla prima volta che l'ho vista, Amy mi ha
dato l'impressione di essere una di quelle barbie, sembrava che fosse
telecomandata da qualcuno, le sue gambe lunghe e affusolate si
esibivano in mosse da capogiro, mentre il suo viso restava contratto
nella stessa espressione...inespressiva, per tutta la durata del
balletto, sembrava che avesse la mente altrove e quasi che volesse
andare via da lì il prima possibile.
Le altre due no, si vedeva che si divertivano a ballare...e io mi
incantai a guardare quella che pareva non voler comunicare niente, a
parte spettrale indifferenza. Però era bella, molto bella,
la mia barbie era bruna, e senza neanche rendersene conto, mi
stava trasmettendo molto di più di quanto
riuscissero a fare le altre due ammiccando e mordendosi il labbro.
Risultato? Guardai Amy per tutta la serata, e quella fu soltanto la
prima serata. Ma procediamo con calma.
Alla fine dello spettacolo, mi avviai verso l'uscita insieme a Matt,
lui continuava a fare commenti sulla biondina, io non ero in grado di
dire nulla; ad un certo punto si spensero tutte le luci, un blackout
che nessuno avrebbe potuto prevedere, e stonato come ero a quell'ora
della notte, in quei trenta secondi di buio, riuscii a perdere di vista
sia il mio amico, che l'uscita. Finii per ritornare nel mondo reale
attraverso una porticina secondaria, mi resi conto che ero uscito dalla
parte sbagliata e che mi trovavo sul retro del locale, cominciai a
guardarmi intorno per orientarmi, fino a quando qualcosa, o meglio,
qualcuno, non mi indusse a restare fermo e immobile lì
dov'ero.
Amy giaceva a terra, la schiena poggiata contro il muro, indossava
soltanto una camicia e portava ancora i tacchi, teneva la testa piegata
sulle ginocchia scoperte. Piangeva. Mi accorsi all'istante che si
trattava di lei, ero stato a fissarla per tutta la serata e non avrei
potuto non riconoscerla, era lei, la bambolina, e piangeva. In quel
momento non seppi che fare..insomma, non potevo mica andare a
consolarla così di punto in bianco? Girai i tacchi e mi
allontanai velocemente da lì, prima che lei si accorgesse
della mia presenza; appena arrivato a casa optai per un doccia fredda,
dopo andai dritto dritto nel letto, ma l'immagine di quella ragazza
accoccolata per terra mezza svestita mi tenne compagnia per tutta la
notte. Non chiusi occhio, e senza dire nulla a Matt, la sera dopo
tornai al Moonlight Club. Avevo bisogno di assicurarmi che stesse bene,
non sapevo nemmeno io perchè.
Non le staccai mai gli occhi di dosso, ed ebbi la stessa impressione
della sera precendente, poi, quando lo spettacolo terminò
uscii volontariamente dalla porta secondaria, e provai un tuffo al
cuore quando lo trovai di nuovo lì. Stessa posizione, stessa
camicia, stessi tacchi, e nuove lacrime.
" ei..posso aiutarti?" le domandai cautamente poggiandole una mano sul
ginocchio nudo, lei sussultò alzando il viso, non si
preoccupò di asciugare le lacrime, mi guardò per
un attimo negli occhi, mi accorsi che tremava tutta, e prima che io
potessi aggiungere altro, scappò via correndo, con i tacchi.
Quando tornai a casa, feci di tutto per non pensare a lei..in fondo che
me importava? Avevo tentato di aiutarla, lei era fuggita, avevo fatto
il mio dovere, adesso potevo semplicemente non tornare mai
più al Moonlight Club e dimeticare tutto.
Però non ce la feci, ogni volta che provavo a chiudere gli
occhi, rivedevo i suoi gonfi di lacrime.
Tornai in quel maledetto locale per la terza sera di seguito, stavo
consumando tutti i miei risparmi, unicamente per lei. Finito lo show,
la raggiunsi sul retro e provai di nuovo a chiederle cosa avesse, lei
mi riconobbe subito, quindi questa volta non si spaventò, e
quando incontrai di nuovo il suo sguardo spento, mi sentii come se
qualcuno mi avesse appena tirato un pugno nello stomaco. Amy
scappò di nuovo senza spiegazioni, e io ci ritentai il
giorno dopo.
Non mi rendevo conto del perchè lo facessi e non avevo detto
a nessuno di essere andato al Moonlight Club per quattro sere di
seguito, persino Matt mi avrebbe preso per un pervertito, ma non
riuscivo a liberarmi dell'immagine di Amy accovaciata a terra a
piangere, e non riuscivo a liberarmi nemmeno dei suoi occhi puntati nei
miei, seppur per pochissimi istanti. Mi sembrava che stesse combattendo
una guerra per conto suo, che lottasse con tutte le sue forze pur di
trattenersi dal dirmi una sola parola, e poi scappava. Stavo
impazzendo, e lo sapevo.
Fu la quinta sera che ascoltando parlare due uomini arrapati, scoprii
che Amy era tra quelle che un giorno a settimana, il
giovedì, si concedeva per un after party. Non ebbi dubbi,
decisi che l'unico modo per parlarle e magari riuscire a togliermela
dalla testa una volta per tutte, era quello.
Naturalmente l'avrei pagata senza portarmela a letto, volevo
semplicemente parlarle.. non volevo vederla piangere ancora, e allo
stesso tempo non riuscivo a trattenermi dal recarmi in quel posto e
uscire dalla parte sbagliata per vedere se stesse bene. Era una tortura.
Giovedì sera, ci ritrovammo soli in una stenza, io e lei.
Quando entrai Amy era seduta a gambe incrociate sul letto e si stava
struccando, senza smettere di fare ciò che stava facendo mi
disse di aspettare, due minuti e avremmo fatto quello per cui avevo
pagato, io non mi curai delle sue parole e mi andai a sedere sul letto
accanto a lei, quando mi guardò, mi riconobbe all'istante e
le sfuggì di mano lo specchietto. Un bel tonfo.
" Mi chiamo Harry, e sono qui soltanto per sapere se stai bene. O
meglio, so che non stai bene, e non so perchè, ma mi fa male
vederti piangere ogni sera. Voglio aiutarti" le dissi con dolcezza, lei
restò a guardarmi negli
occhi per tutto il tempo, intuii che non riusciva a reggere il mio
sguardo, mi fissava come se i miei occhi fossero la sua ancora di
salvezza e lei fosse troppo testarda
e orgogliosa per aggrapparsi.
" cosa vuoi da me? non ci conosciamo nemmeno, non ti
racconterò la mia storia" disse, non era arrabbiata,
nè aggressiva, soltanto sull'orlo delle lacrime "va via,
dimenticati di me, fà come se non mi avessi mai visto"
aggiunse spingendomi verso la porta, io avrei voluto darle ascolto, ma
in quel momento persi il senno e la baciai. Il resto è
facile immaginarlo, finii per fare quello che gli altri credevano
stessi facendo. Fu il sesso più eccitante di sempre.
Da quella sera entrai in una sorta di circolo vizioso, andavo al
Moonlight Club praticamente tutti i giovedì, soltanto per
l'after party, per chiudermi in camera con lei e farla mia ogni volta.
Era la cosa più bella e terribile che potessi fare. Scoprii
che si chiamava Amy, che aveva 20 anni come me, e che mi stavo
innamorando di lei ogni giorno di più.
La cosa andò avanti per qualche mese, tutti i
giovedì, i nostri corpi erano in perfetta sintonia e
trascorrevamo intere nottate a fare cose tutt'altro che caste..l'unico
vero problema era che io sentivo di amarla sul serio, ed ero stanco di
portarmela a letto e basta. Volevo portarla anche al ristorante, per un
cenetta romanica, volevo portarla al cinema, anche a costo di vedere un
film strappalacrime, volevo portarla al bowling e insegnarle a fare
strike, volevo portarla al mcdonald e rubarle le patatine fritte dal
piatto, volevo portarla al parco e camminare stringendole la mano,
volevo stendermi sul prato, abbracciarla e perdermi nei suoi occhi
accarezzandole i capelli, ma più di ogni altra cosa, volevo
vederla sorridere.
Sul palco non lo faceva mai, ma quando eravamo da soli in camera,
quando mi baciava il petto dopo averlo fatto, e poi si addormentava su
di me, sorrideva, e posso giurare di non aver mai visto un sorriso
più bello di quello di Amy. Solo che lo sfoderava troppo
poco spesso, e non so per quale motivo, ma credevo che lo facesse
soltanto con me. Forse le piacevo.
Un giovedì come tutti gli altri, decisi di mettere fine a
quella che sembrava essere diventata un'abitudine. Andai lo stesso da
lei, e per la prima volta, Amy si fidò di me sul serio, mi
raccontò tutto dal principio.
Ed eccoci arrivati a quello che successe quattro settimane fa. Arrivai
al Moonlight Club in ritardo, non mi interessava lo spettacolo, non mi
interessavano le altre ballerine, volevo soltanto lei. Alla fine dello
show, mentre facevo la fila per l'after party, sentii un gruppetto di
uomini parlottare tra loro, tesi l'orecchio quando mi accorsi che in
quella conversazione centravo anche io. "Saranno più di due
mesi che tento inutilmente di guadagnarmi un after party con la
brunetta, ma c'è un tizio che me la soffia tutte le volte"
esordì uno "capita anche a me la stessa cosa"
annuì un altro "ho sentito dire che è sempre lo
stesso...trascorre tutti i giovedì con lei..." si
lamentò un terzo. Io sorrisi tra me e me, perchè
era vero, e perchè non volevo che nessun'altro la sfiorasse
con un solo dito.
Quando entrai in camera, lei si gettò tra le mie braccia
immediatamente, ormai era abituata ad avermi tra i piedi, mi
baciò l'angolo delle labbra, e io avvertii una scarica
elettrica attraversare il mio corpo da capo a piedi "stanotte voglio
conoscerti meglio" le sussurrai all'orecchio, Amy mi guardò
confusa, io la baciai sulle labbra, poi sul naso, dopo sulla fronte
"che vuoi dire Harry?" domandò lei timorosa della risposta
"non ho dimenticato di averti vista piangere per quattro sere di
seguito alla fine dello show, non ho dimenticato le tue fughe rimaste
inspiegate, e sono pronto a scomettere che continui a versare lacrime
ogni sera, tranne il giovedì, perchè ci sono io
con te. Voglio soltanto sapere che cos'è che non va,
perchè non sopporto più di vederti stare male, e
non me ne andrò fino a quando non ti deciderai a fidarti di
me" ero determinato a mantenere quel proposito, Amy mi
guardò di nuovo negli occhi, si aggrappò al mio
sguardo, io le presi le mani tra le mie, le sorrisi dolcemente, e lei
crollò.
Mi trascinò sul letto, ci sedemmo tutti e due con la schiena
appoggiata alla spalliera, io le tenevo ancora le mani, e lei tremava
tutta, come la prima volta che mi aveva guardato negli occhi, mi fece
giurare e spergiurare di non dire a nessuno ciò che mi
avrebbe detto, e io l'assecondai. Poi fnalmente parlò.
"So bene che essere una ballerina del Moonlight Club non fa di me la
tipica ragazza della porta accanto, e fare ciò che sto
facendo non corrisponde di certo alla mia più grande
aspirazione per il futuro. Ho 20 anni e mi piace ballare, ma
non questo tipo di balli. La verità è che mi
piacerebbe fare qualcosa di importante, vorrei diventare una dottoressa
specializzata in pediatria, o magari un avvocato, un manager, persino
un'astronauta, se solo sognificherebbe non mettere mai più
piede in questo posto. Odio il Moonlight Club, odio il mio lavoro, e
odio me stessa per non aver saputo trovare niente di più
dignitoso che ballare mezza nuda davanti a uomini di tutte le
età..per non parlare dell'after party! Mi sento soltanto
umiliata quando gli uomini arrivano qui e si buttano su di me come
avvoltoi, il più delle volte faccio uno sforzo sovraumano
per non scappare via in lacrime...con te però è
diverso, non sei come gli altri Harry.
Non c'è un solo giorno in cui non mi senta una poco di
buono, ma lo giuro, non posso fare diversamente...quei soldi mi
servono!"
A quel punto si bloccò, come se avesse un rospo alla gola,
io la incitai a continuare stringendole di più le mani, la
sua confessione non mi aveva sorpreso più di tanto, in un
certo senso avevo capito che non andava affatto fiera di ciò
che faceva. La vidi trattenere a stento altre lacrime e capii che la
parte più difficile doveva ancora essere svelata, mai come
allora, mi sentii pronto a offrirle tutto pur di renderla felice.
" Lo sai? ho un fratello..si chiama Jake e ha soltanto otto anni" si
bloccò di nuovo, le mancava il coraggio per proseguire
"è un bambino molto vivace, e ama il calcio più
di ogni altra cosa. Cinque mesi fa gli è stata diagnosticata
una malattia irreversibile, fatico ancora a crederci e a capire cosa
sia, forse non voglio saperlo, ma quando ho sentito i dottori
confessare ai miei genitori che soltanto una certa operazione potrebbe
salvarlo da una lenta e inarrestabile paralisi, mi sono sentita in
dovere di fare qualcosa" "il mio fratellino deve diventare un
calciatore, ok? Non deve vederla nemmeno da lontano una sedia a
rotelle! E' troppo piccolo, ha troppo da vivere, per finire per
trascorrere tutta la vita su quel maledetto attrezzo!" piangeva,
versava calde lacrime senza alcuna vergogna, si vedeva che stava male
soltanto a parlarne "mi manca la mia famiglia!" urlò
gettandosi sul letto con le poche forze che le restavano, era
distrutta, e singhiozzava con la testa immersa nelle lenzuola;
l'afferai per le spalle costringendola a rimettersi seduta e poi non
provai più a resistere, la strinsi in un abbraccio convulso,
così forte come non avevo mai stretto nessuno. Amy aveva
bisogno di me, e io l'amavo.
" per quell'operazione, i medici hanno chiesto una cifra scondiserata,
altissima...mio padre lavora come ragioniere in un'azienda di piccole
dimensioni, viene pure sottopagato, mia madre ha perso la testa da
quando ha ricevuto la notizia, è caduta in depressione, i
soldi non bastano...ci vorrebbero vent'anni per accumulare
ciò che serve, e vent'anni sono troppi, la paralisi avanza
in fretta e Jake deve sottoporsi a quell'intervento il prima possibile.
Allora sono andata via di casa, ho detto ai miei di aver trovato un
lavoro redditizio in un'altra città, mi ucciderebbero se
solo sapessero che mi sono ridotta così, a ballare svestita
tutte le sere, e a vendermi una volta a settimana, per salvare mio
fratello il più in fretta possibile.
Sono cinque mesi che non torno a casa, che dico ai miei di stare bene,
e invece dormo dove mi capita, cinque mesi che piango tutte le sere
alla fine dello show, perchè io sono la prima a essere
contro ciò che faccio, ma sono anche cinque mesi che vengo
pagata profumatamente, ormai ho racimolato circa metà della
cifra richiesta, e questo significa che dovrò trascorrere
altri cinque mesi a ballare mezza nuda facendo credere alla
mia famiglia di aver ottenuto un rispettoso posto di lavoro. E come se
non bastasse, vivo con il costante dubbio che altri cinque mesi siano
troppi per Jake, non so se potrà aspettare così
tanto" mi guardò negli occhi, poi con uno scatto violento si
allontanò da me, mi spaventai.
"non voglio la pietà di nessuno, tantomeno la tua. Non ho
alternative e continuerò a fare la puttana fino a quando non
avrò raggiunto quella maledetta cifra. E non voglio che tu
ora ti senta obbligato a venire da me ogni giovedì sera solo
per aiutarmi a guadagnare di più. Te l'ho detto, non voglio
essere compatita" disse con tono fermo, gli occhi ancora rigati di
lacrime; mi avvicinai di nuovo a lei e la presi per le spalle
costringendola a guardarmi negli occhi, Amy provò a
distogliere lo sguardo, ormai ero sicuro che non riuscisse a reggerlo
senza annegarci dentro, e a me succedeva lo stesso con i suoi occhi.
"tu pensi che me l'abbia prescritto il medico di venire qui
da te ogni fottuto giovedì? Beh, se è
così ti svelo un segreto" le presi il viso tra le mani
abbassando il tono di voce "ho perso la testa per te" sussurai, non le
diedi nemmeno il tempo di riflettere, che poggiai le mie labbra sulle
sue, la baciai come se non ci fosse un domani, lei rispose a quel bacio
con la stessa passione e la stessa intensità, ci baciammo
fino a restare senza fiato "io..io ti amo Harry" poi si
gettò tra le mie braccia, io la coccolai stringendola forte,
poi la baciai di nuovo, quello tra le nostre labbra è un
incastro perfetto, me ne resi conto il primo giovedì che
misi piede in questa stanza.
Portai le mani all'altezza dei suoi fianchi mentre lei avvolgeva le
braccia intorno al mio collo, non riuscimmo a interrompere quel
contatto fino a quando non ci mancò il fiato per proseguire,
cominciai a baciarle il collo facendole il solletico e provocandole
brividi di piacere, gemiti che aveva soffocato tutte le volte che
l'avevamo fatto dietro compenso, le afferai le gambe e feci in modo che
mi circondassero il bacino, e continuai lasciarle umide scie di baci
dove mi capitava. La feci sedere sul tavolo presente in quella stanza,
le sue gambe sempre intorno al mio bacino, la baciai ancora sulle
labbra prima di chinarmi all'altezza dei suoi piedi. "mi hai colpito
sin dal primo istante, le altre ballerine ammiccavano senza sosta e tu,
sembrava che non volessi comunicare nulla, e senza saperlo, mi avevi
già trasmesso molto più di loro" le sfilai
lentamente le scarpe con il tacco "dopo sono uscito dalla parte
sbagliata e ti ho vista piangere, la prima sera sono scappato via, non
ho avuto il coraggio di chiederti cosa avessi" passai le mani sulle sue
gambe fino ad arrivare all'orlo superiore degli autoreggenti che
indossava, era ancora nelle stesse condizioni di quando aveva ballato
poco prima.
"non ho chiuso per tutta la notte, e la sera dopo sono ritornato al
Moolight Club unicamente per assicurarmi che stessi bene. Ho sbagliato
l'uscita di proposito e mi sono ritrovato davanti la stessa scena"
iniziai a giocare con gli autoreggenti "il resto della storia la sai
anche tu" sussurrai strappandoglieli via.
Tornai a baciarle il collo, le abbassai una spallina di quella specie
di tutù, la baciai sulla parte di pelle scoperta, mentre Amy
mi lasciava fare restando aggrappata al mio sguardo; poi fu lei ad
attirarmi a sè baciandomi con passione "mi sono innamorato
di te ogni giorno di più" le sussurrai a fior di labbra, lei
mi zittì portando l'indice sulla mia bocca.
"avrei voluto dirti tutta la verità nell'istante stesso in
cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi per la prima volta, quella
sera, sul retro del locale, senza nemmeno sapere il tuo nome. Ancora
non riesco a spiegarmelo, ma i tuoi occhi sembrano smeraldi incastonati
nell'oceano, e hanno avuto la capacità di ipnotizzarmi,
paralizzarmi, dillo come ti pare, sin da primo istante..non lo so, ma
quando li ho incrociati per la prima volta, mi sono sentita come se tu
potessi leggermi dentro, sono annegata nel tuo sguardo non
volendo ammettere che affondare i miei occhi nei tuoi, mi avrebbe dato
la forza per mettermi in salvo.
Ho avuto paura di dirti la verità, perchè mi
stavo innamorando di te e volevo tutto, tranne che compassione. Stasera
ti ho raccontato la mia storia perchè mi fido di te Harry"
mentre parlava le slacciai il tutù, volevo farla mia di
nuovo, stavolta con la consapevolezza che lo sarebbe stata davvero
"perchè ho perso la testa per te e non voglio più
nasconderti nulla...però ti prego... resta solo se tu lo
vuoi davvero, non farlo per dovere, per senso di colpa-" non potevo
sopportare oltre "ma lo vuoi capire che ti amo sul serio? come non ho
mai amato prima d'ora? Vuoi capire che desidero te, che voglio portarti
via da qui, voglio averti per il resto della mia vita?" le dissi con
gli occhi puntati nei suoi, lei fece scivolare il tutù per
terra, e riprendemmo a baciarci di nuovo, baci sempre più
travolgenti, colmi di desiderio.
Amy mi sbottonò la camicia e mi slacciò i
pantaloni, poco dopo mi ritrovai in boxer, lei indossava solo l'intimo
ormai, legò di nuovo le gambe intorno al mio bacino, e io
mi fiondai sulle sue labbra, le abbassai entrambe le spalline
del reggiseno baciandole ogni centimetro di pelle scoperta, lei prese a
giocare con l'elastico dei miei boxer, io le slacciai il reggiseno con
un gesto secco e il mio petto venne a contatto con il suo corpo nudo;
Amy si divertiva a torturarmi alzando e abbassando ripetutamente
l'elastico dei miei boxer a suo piacimento, e io mi stavo eccitando
sempre di più, la volevo. Ripresi a baciarla, prima sulla
fronte, poi sul naso, sulle labbra, sul collo, e scesi giù
per i seni fino ad arrivare a sotto l'ombellico, afferrai le sue
mutandine e le abbassai di poco, le lasciai un dolce bacio proprio dove
prima c'era l'elastico, poi gliele rimisi a posto, mente lei continuava
a giocare con le mie, immersi il viso nel suo ventre per baciarla
ancora, e lei mi prese la testa tra le mani, baciandomi sulle labbra.
Aveva il respiro affaticato e tratteneva a stento gemiti di puro
piacere.
Subito dopo portai le mie mani sulle sue, all'altezza dei miei boxer, e
con un gesto veloce li feci cadere a terra..non resitevo
più. Ero super eccitato, molto di più di tutte le
altre volte; Amy portò la testa all'indietro continuando a
baciarmi con passione, si fece sempre più indietro fino a
quando non salii a cavalcioni sul tavolo e su di lei, non smettendo di
baciarle il collo, e i seni, fino al ventre. Lei ribaltò le
posizioni facendomi impazzire, si mise su di me e comiciò a
muovere lentamente il bacino, in modo sexy e provocante come faceva
mentre ballava, mi stava uccidendo così; l'afferrai per i
fianchi e le tirai giù l'ultimo pezzo di biancheria, il
perizoma che mi separava dall'averla, il pezzo di stoffa
finì a terra insieme a tutto il resto, e noi due ci
ritrovammo completamente nudi, stesi su un tavolo, lei su di me.
" domani tutto questo finirà, non ci tornerai mai
più in questo posto, scapperemo sul serio, insieme, vivremo
in una stanza e consumeremo meno cibo e meno soldi possibili,
lavoreremo tutti e due, faremo gli straordinari, organizzeremo
mercatini, apriremo un'associazione di beneficenza, faremo qualunque
cosa pur di guadagnare qualcosa, purchè sia onesto e
dignitoso, e staremo insieme, sempre. Salveremo Jake, e faremo l'amore
tutte le notti"
Era una promessa, e l'avrei mantenuta a ogni costo, perchè
l'amavo e sarei arrivato in capo al mondo soltanto per vederla
sorridere. Lo meritava, avrei fatto di tutto per lei, per noi.
"qualcuno mi ha mandato un angelo dal cielo" sussurrò lei
passandosi le mani sugli occhi, l'avevo fatta commuovere.
La baciai, non avevo perso nemmeno un millesimo dell'eccitazione che
avevo due minuti prima, e lei non era da meno.
La feci mia di nuovo, lei sussurrò il mio nome mentre
incarcava la schiena e raggiungeva l'apice del piacere, restammo sul
tavolo per tutta la notte, nonostante avessimo un letto a disposizione,
era scomodo e duro stare lì e lo sapevamo tutti e due, ma su
quel letto ci avevamo fatto solo sesso tutti i giovedì,
invece sul tavolo, per la prima volta, io e Amy facemmo l'amore.
E per chi se lo stesse ancora chiedendo... l'ho mantenuta la promessa.
Siamo scappati insieme, per davvero, viviamo in una stanza tre metri
per tre, e ci arrangiamo con tutto il resto.
La mattina lavoriamo tutti e due, io da un meccanico e lei da una
parrucchiera. Il pomeriggio io faccio il commesso e lei la dog sitter.
La sera facciamo tutti e due i camerieri. Abbiamo ben tre lavori, e
nell'unico giorno libero organizziamo mercatini dell'usato con la roba
che non ci serve più, Amy ha raccontato la verità
ai suoi genitori, e quando può scappa a casa per prendere
altre cianfrusaglie. Ho conosciuto Jake, è una forza..eh si,
è il ragazzino che sta per essere salvato. Ce la faremo,
guadagnamo bene tutti e due con tre lavori che presi singolarmente non
darebbero da mangiare a nessuno, stiamo attenti agli sprechi, e
nonostante i ritmi insostenibili, tutte le notti facciamo l'amore. E'
quello, sono i nostri corpi a contatto, la somma dei battiti accelerati
del cuore, i miei occhi puntati nei suoi, i suoi sorrisi sempre
più frequenti, è il nostro amore, che ci
dà la carica, la forza per andare avanti.
E non abbiamo più sentito parlare del Moonlight Club. Io e
Amy lo ricorderemo come il luogo dove tra di noi è scoccata
una scintilla così ardente, che non si
spegnerà nemmeno con il nostro ingresso nell'altro
mondo. Brucierà per sempre, perchè noi due ci
ameremo per sempre.
Harry.
BUONGIORNO A TUTTI!
Questa è la mia prima one-shot che porta un
rating diverso dal verde o dal giallo, perciò mi farebbe
davvero piacere ricevere dei pareri, e magari anche critiche, sono
certa che mi aiuterebbero a migliorare.
Non è mia intenzione specializzarmi in questo genere di
one-shot, ci ho soltanto provato, mi sono messa alla prova.
Se dovesse funzionare, potrei ritentarci...anche se per il momento mi
trovo più a mio agio con rating meno impegnativi.
Spero tanto che vi sia piaciuta, e qualunque cosa vi passi per la
testa, non esitate a farmela sapere. :)
Vado, un bacione, a prestoooooo! ♥
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