As
de cœur
Chocolat è
più che mai decisa a impadronirsi del cuore di Pierre…
Ma se
accadesse il contrario?
Un
nuovo anime e una nuova ff…
Devo dire di averlo
cominciato a seguire più per crisi d'astinenza dai miei cartoni preferiti che
per altro, e mi sono ritrovata ad appassionarmi alle vicende delle due
streghette. La mia preferita è ovviamente Chocolat…
E
questa storia parla proprio di lei e di Pierre, il misterioso principe… Perché a
volte già la sigla ispira strane ff… ^^
1.
Prologo
-Vanilla! Robin! Duke!- gridò
Chocolat, varcando in lacrime la soglia di casa. Ma non le rispose nessuno,
nemmeno il suo famiglio, che avrebbe dovuto restarle sempre
accanto.
Nessuno.
Scivolò
lungo la parete, cadendo a terra e nascondendo il viso tra le mani: era
disperata e non sapeva davvero come uscire da quella
situazione.
-Chocolat,
cosa succede?- chiese Robin, comparendo da una porta e correndole accanto. Non
l'aveva mai vista piangere in tutti quei mesi, anzi, era arrivato a credere che
non ne fosse capace, che la sua energia e vitalità scacciassero sempre ogni
malumore.
-Robin…-
singhiozzò, abbracciandolo di slancio. Si aggrappò alla sua giacca di pelo
viola, piangendo incontrollabile.
Il
suo tutore le passò un braccio attorno alle spalle, accarezzandole i capelli
rossi e lasciandola sfogare. Vanilla era uscita pochi minuti prima con delle
compagne e Duke…chissà dov'era quel ranocchio…
-Chocolat!-
sentì esclamare alle sue spalle. In pochi balzi, la rana fu dalla sua
padroncina. –Che ti prende, piccola? Cosa le hai fatto,
Robin?
-Io?!
Io non ho fatto niente! È arrivata a casa così… Chocolat, dai,
calmati…
-È…è
stato terribile, Robin…e non ho potuto fare niente…
-Chocolat…-
mormorò l'uomo, attendendo che esaurisse le lacrime. Anche Duke riuscì a restare
in silenzio, forse troppo preoccupato per la sua amica sconvolta. Sentiva una
grande tristezza guardandola fra le braccia di Robin, tremante, il corpo scosso
dai singhiozzi. Le saltò su una spalla, restandole vicino finché il suo pianto
non si placò.
-Scusa…per
la giacca…- disse la giovane, separandosi. Sapeva quanto il mago ci
tenesse.
Ma
questi scosse la testa, asciugandole un'ultima lacrima.
-Tu
sei più importante, Chocolat. Adesso andiamo in salotto e ci prendiamo una tazza
di cioccolata calda, va bene?
La
ragazza annuì, seguendolo. Si sedette sulla poltrona, assaporando la bevanda:
era la sua preferita, ma non riusciva a risollevarle il
morale.
-Come
ti senti? Un po' meglio?
-Sì…grazie.
-Ti
va di raccontarci cos'è accaduto?
Chocolat
si portò una mano al petto, chiudendo gli occhi: quella terribile sensazione di
vuoto non accennava a diminuire, non la abbandonava.
E
partiva da lì, dove un tempo c'era il suo cuore.
-Pierre…Pierre
ha preso…il mio cristallo…