Un inutile groviglio di paglia e stracci

di Cinziart_96
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Un’inutile groviglio di paglia e stracci

Il ragazzo era in piedi, appoggiato alla parete del muro.
Pioveva e le gocce d’acqua si infrangevano sui suoi capelli con insistenza, tentando di bagnarlo sempre di più, e sempre più in profondità. Un rivolo d’acqua gli scendeva dal mento, percorreva il collo chiaro e si tuffava nella sciarpa rossa, completamente fradicia.
Ma lui non ci badava.
Lentamente abbassò lo sguardo sui suoi stivaletti in cuoio, permettendo alla pioggia di bagnargli anche la schiena, passando dal colletto della giacca. Un brivido lo colse di sorpresa ma non si mosse, voleva trovare un modo per riuscire a sistemare ogni cosa. Una volta per tutte.
Quel futuro… era sbagliato. Lui lo sapeva bene.
Non doveva andare così, ma la maggior parte dei segni si erano avverati e lui non sapeva come porvi rimedio.
Le idee erano vaghe e instabili.
Barcollavano ogni volta che Merlino cercava di convincersi che una di quelle era la soluzione. Cadevano. Si rompevano. E lui sprofondava nello sconforto.
Finalmente alzò la testa, osservando il suo padrone.
Era lì da mezz’ora quasi, sotto la pioggia battente, ad assestare colpi furiosi a un manichino.
Stoccata, affondo, stoccata.
Colpiva con rabbia, senza pensare.
A ogni colpo la paglia usciva dal sacco in tela messo al posto della pancia del fantoccio. Era quasi strano vedere Artù in quello stato.
Affondo, rovescio, stoccata.
Merlino avrebbe preferito trovare anche lui qualcosa da fare, piuttosto che vedere il principe assestare fendenti a quell’ammasso di stracci e paglia bagnati.
Eppure ancora era lì a guardare la lama affondare e ritirarsi dal bersaglio.
Era incantato. Non riusciva a pensare e la testa sembrava un macigno di piombo.
Avrebbe tanto voluto parlagli.
Digli che era un mago e che per tutto questo tempo era stato lui a salvagli la vita. Voleva sentigli dire che ora non doveva più preoccuparsi di nulla perché ora era il re di Camelot e tutto sarebbe andato bene.
Scosse la testa, e dalla punta dei capelli si staccarono piccole gocce d’acqua.
“Che idiota. Non posso diglielo”.
Questa volta vide Artù abbassare la spada e allontanarsi di un poco dal fantoccio.
Con un silenzioso scatto di rabbia si avventò sul nemico un’ultima volta.
La testa del manichino cadde a terra con un tonfo sordo.
“Perché non potevo essere io quello stupido groviglio di paglia bagato?”
 
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Note Autore:
Ebbene, ecco il mio biglietto di ingresso nel mondo di Merlin! Ho scoperto da poco questa serie, ma me ne sono già innamorata. ^_^
Ho voluto descrivere una piccola scena della puntata “La caverna di cristallo” perché mi ha davvero colpito molto. Anche l’ambientazione, la pioggia, i colori grigi e tetri… Mi è piaciuta, ecco tutto.
Spero solo di non essere risultata noiosa.
Grazie a tutti quelli che sono passati a leggere e recensire. Mi fa molto piacere sapere cosa ne pensate. :D
 
Un abbraccio
Gallifrey_96




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