Always
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"Augusta, prendi Neville. Frank e io vi copriremo la fuga." disse Alice, quasi scortese nella concitazione del momento. "Potreste
avere bisogno del mio aiuto." sbottò la matrona, che si sentiva messa
da parte, come un giocattolo vecchio. "E poi potrebbero inseguirci lo
stesso." "Lo farebbero se venissimo anche noi." intervenne Frank,
anche lui con tono serio e deciso "Vogliono noi, lo sappiamo, non
faranno caso alla vostra sparizione se non in un secondo tempo. Devi
andare alla base degli Auror e chiedere aiuto." Augusta vide gli sguardi convinti del suo amato figlio e della sua dolce nuora e capì che non avrebbe potuto fare altrimenti. "Farò
come volete voi però cercate di non farvi uccidere." li pregò la donna,
era la prima volta che Frank la sentiva usare un tono così dimesso. "Ti
prometto che faremo del nostro meglio." Il sorriso di Frank non la
rincuorò molto ma s'infilò nel camino e si ritrovò nel retrobottega del
pub 'Testa di Porco', dove incontrò Aberforth Silente e con lui si
diresse immediatamente dagli Auror.
La
casa, che rimasta senza protezione Auror dopo la fine di Voldemort, aveva
dei semplici incantesimi di protezione che prima o poi sarebbero
svaniti a causa degli attacchi dei Mangiamorte. Apparivano impazziti, la sconfitta del loro signore, che sembrava immortale, aveva
sconvolto le loro menti, succubi di quell'uomo. "Alice, mi dispiace." le disse il marito prendendole la mano. "E perché?" chiese lei. "Se avessi scelto un altro uomo non saresti nei guai." mormorò lui, come se si sentisse in colpa. Alice era stupita. Possibile che Frank non capisse che non avrebbe voluto essere da nessun'altra parte? "Ti ho sposato per sempre, e non voglio viverti lontano." ribatté lei "Meglio combattere e morire conte, che vivere senza." Si abbracciarono stretti, come se fosse l'ultima volta. "E se dovesse succederci qualcosa prima dell'arrivo degli Auror? Che ne sarà di Neville?" chiese l'uomo. "Sono
certa che tua madre farà un ottimo lavoro... come ha fatto con te." il
sorriso tenero che rivolse al marito gli scaldò il cuore. Ad un certo punto si accorsero che le difese della casa erano cadute. "Prepariamoci." dissero quasi all'unisono.
Frank
e Alice avevano mantenuto la promessa, non si erano fatti uccidere.
Mentre osservava i corpi dei congiunti ciondolare senza meta e senza
una vera e propria volontà, Augusta si chiese cosa sarebbe successo se
non avesse ubbidito agli ordini della nuora, i primi che avesse mai osato
dargli, e anche gli ultimi. Forse
anche lei sarebbe stata lì accanto a loro, o sarebbe morta, per non
parlare della fine che avrebbe fatto il piccolo Neville, se non avesse
ubbidito. Ora
Neville non era più piccolo, anzi era un grande eroe, ed ebbe la
sensazione di vedere Alice sorridere durante il racconto delle gesta
del figlio. "Credo che tu abbia avuto le traveggole, nonna." disse Neville "Anche a me piacerebbe ma è impossibile." Sì,
forse era vero, si era immaginata tutto, ma l'idea che avessero capito
la rincuorava. Come la sensazione che, nell'oblio, riuscissero a comunicare
tra di loro, per ora e per sempre uniti.
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