Capitolo 1
Capitolo
1
(William)
“Ci
pensi tesorino mio, tra cinque settimane ci sposiamo!” mi dice
Nathalie, seduta sulle mie ginocchia. Accidenti quanto pesa! Sembra
magra, ma tra bustini contenitivi iper-resistenti e silicone in quasi
tutto il corpo ha un peso considerevole.
Questo
matrimonio non mi entusiasma molto, ma se voglio fare carriera dovrò
sopportare questo mostro per il resto della vita. Perché il
padre, non che mio capo, mi ha già avvertito che se mi azzardo
a divorziare mi toglierà fino all’ultimo centesimo che
ho. E, diciamolo, non navigo nell’oro, semmai nei debiti!
Poi non
posso gettare tutto a monte solo perché la mia fidanzata, più
grande di me di tre anni, sembra una barbie versione gigante! Ho
faticato troppo per arrivare fino a questo punto. Io voglio sposarla.
Intendiamoci, non siamo innamorati l’uno dell’altra: io
voglio lei perché così, finalmente, potrò avere
una posizione all’interno del mondo degli affari; le vuole me
perché sono il suo piccolo schiavetto e chiudo sempre un
occhio su tutte le corna che mi ha fatto. Anche se probabilmente
gliene ho fatte di più io.
“Si
amore mio, non vedo l’ora!” commento, cerco di sembrare
il più entusiasta possibile. Lei mi guarda con disappunto.
“Se
lo dici con quel tono da funerale mio padre non ti crederà mai
tesoruccio!” mi dice.
Questa è
una scena che proviamo ogni giorno: non volgiamo che il signor
Mitchelson si accorga che tra noi non c’è per nulla
amore, per ciò ci esercitiamo con le frasi romantiche e le
sdolcinatezze.
“Scusa,
ma questo non mi sembra un dialogo molto sensato! Quale coppia di
innamorati parla così?”
Lei sbuffa
e alza gli occhi al cielo e, grazie a questo, si alza in piedi, stavo
per gridare pietà.
“Adesso
devo scappare! Pedro mi aspetta!” squittisce.
“Si,
va bene. Ci vediamo dopo. Ricordati alle sette dobbiamo essere a cena
con tuo padre!”
“Sì
tranquillo! Mamma mia come sei noioso! Ciao!” saluta ed esce
dal mio appartamento.
Pedro è
uno dei suoi tanti “amichetti”
con cui si diverte. Forse è anche quello più
simpatico. È capitato, infatti, molte volte che uno di loro si
dovesse fermare da me per un po’ di tempo, così che lei
lo potesse vedere. Senza alcun dubbio gli altri erano tutti dei gran
rompiscatole.
Guardo
distrattamente l’ora: le tre e venti. Detesto il periodo di
ferie! Ho fin troppo tempo libero, che potrei benissimo sfruttare per
lavorare.
Mi metto
seduto davanti al mio tavolo da lavoro. Forse riesco a portarmi un
po’ avanti con il progetto per il nuovo prodotto che ci hanno
assegnato.
Prendo un
figlio bianco, una matita e un righello ed inizio, sicuro, a
tracciare delle linee. Amo il mio lavoro più di qualunque cosa
al mondo. Il capo mi ha sempre detto che sono il miglior ingegnere
che abbia mai lavorato per lui.
Fin dai
tempi delle elementari gli insegnanti mi hanno sempre lodato per il
mio talento. Anche all’università, mi sono laureato con
il massimo dei voti.
Il mio
scopo è quello di affermarmi saldamente nel crudele mondo
degli affari. Esco ogni tanto con gli amici, questo sì, ma non
voglio altre distrazioni. Come l’amore per esempio: ho sempre
lasciato tutte le ragazze che ho avuto perché mi impedivano di
spiccare il volo verso la vetta di questa montagna chiamata lavoro.
Mia madre è disperata, perché ormai a ventotto anni non
sono ancora sposato. Sono l’ultimo dei suoi tre figli. Mia
sorella e mio fratello sono già sposati da tempo ed hanno dei
figli, mentre io non ci penso a diventare padre. Per carità:
altre distrazioni! È anche per far felice lei che sposo
Nathalie. Ovviamente mia madre non è a conoscenza del vero
motivo per cui ho deciso di sposarla, ed è meglio così:
lei è felice ed anch’io lo sarò presto.
Il
progetto sta iniziando a prendere forma, se continuo così avrò
finito prima delle sei ed avrò tutto il tempo per prepararmi
alla cena di stasera.
Non mi
piace ingannare in questo modo le persone che ho intorno, ma è
l’unico per poter arrivare alla meta che mi sono fissato.
Niente rimorsi perciò, quelli sono per chi si arrende!
Mio padre
mi ha sempre ripetuto che i miei fratelli hanno preso da mamma:
troppo sentimentali per avere successo nella vita; mentre io ero un
vero Harrison! Con la testa più dura dell’acciaio. Se
avevo in mente qualcosa, niente e nessuno poteva impedirmi di
realizzarla. Purtroppo papà è morto di cancro quando
avevo appena iniziato l’università. In pochi mesi la
malattia ce lo ha portato via. Se mi vedesse ora sarebbe fiero di me
e del lavoro che sto facendo.
Tutto
quello che ho realizzato, e che realizzerò, sarà per
lui, per renderlo orgoglioso di suo figlio.
Basta! Non
devo distrarmi in questo momento. Mio padre mi insulterebbe se mi
vedesse perdere tempo invece di concentrarmi su di un progetto che
potrebbe determinare un’ulteriore svolta alla mia carriera.
Ancora
pochi ritocchi e sarà finito. Non era molto complicato: si
trattava solamente di creare un nuovo modello di radiosveglia. Anche
un bambino ci sarebbe riuscito.
L’impresa
in cui lavoro si occupa di molti settori, tutti molto diversi tra
loro. Alcune volte mi capitano progetto davvero impegnativi e,
secondo il mio parere, molto più intriganti. Altre volte,
invece come in questo caso, riceviamo delle proposte ridicole; il
lavoro, però, è comunque lavoro e deve essere svolto
nel miglior modo e con poco dispendio economico ed energetico. Un
buon rapporto efficacia/efficienza insomma.
Il lavoro
è finito… accendo la tv, forse c’è
qualcosa di interessante… macché! Il solito
telegiornale. Forse dicono come sta andando la borsa…
Domenica
8 aprile alle ore quattro e trenta circa di mattina un altro giovane
lascia prematuramente questo mondo.
Come al
solito… ragazzi che escono, fanno baldoria ubriacandosi e
uccidono qualcuno per strada. Che fine farà il mondo se i
ragazzetti pensano solo ed esclusivamente a divertirsi, anziché
al loro futuro?
Una
settimana fa moriva, in un locale della città, il neo
amministratore delegato della Charles Michael Ldt a causa di una
rovinosa caduta.
Derek
Palmer, affermano le autorità mediche, sarebbe morto sul
colpo. Il giovane non aveva ancora compiuto trentatré anni.
Ed ora
passiamo alla politica…
Decido di
spegnere.
Avevo
sentito dire che nella Charles Michael
ci sarebbe stata presto la nomina di un nuovo
amministratore delegato. E avevo anche già sentito nominare
Palmer. Pare sia sempre stato uno stacanovista. Aveva lavorato in
molte ditte diverse, sempre facendo raggiungere il massimo del
profitto. Il suo nome era molto noto nel settore affaristico. Non
avrei mai pensato che potesse fare una fine tanto… poco
dignitosa! So bene che non si dovrebbe parlare male dei morti,
specialmente se non si conoscono, ma morire in quel modo…
doveva essere proprio ubriaco!
Dopo tutta
la fatica che si fa per ottenere una posizione di tale rilievo…
non si può rovinare tutto per una serata di baldoria con gli
amici! È inaudito.
Guardo
l’orologio. Sono le diciotto e quarantacinque… meglio
che inizi a prepararmi per la grande recita di stasera.
N.d.A.:
Ciao a tutti!^.^ Sono sempre io, MangaMania, dopo un po' di tempo ho
cambiato il nick... ho voluto dare una svolta alle cose^.*
Questa
storia l'avevo in mente da un po', so che è scritta in modo
davvero ridicolo, ma se riuscirà a strapparvi anche sono un
piccolo sorriso avrà svolto la sua missione ^.^ Spero che vi
piaccia e che la seguirete. Scusate sempre i soliti errori
immancabili nelle mie storie -.-' e la scrittura infantile...
Grazie
a chi ha letto il primo capitolo!!^.^ Un bacione SoGi92!!
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