Nulla è destinato a durare per sempre

di PervincaViola
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Nulla è destinato a durare per sempre




Nella luce bluastra del crepuscolo si innalzarono le prime note della canzone del Distretto. Rue amava quel momento: significava tornare a casa, giocare con le sue sorelle più piccole, mangiare una piccola pagnotta insieme alla sua famiglia.
Significava trotterellare sui sentieri sterrati che si snodavano in mezzo alla campagna, immersa nell'odore di terra bagnata e nell'aroma di fieno appena tagliato, tra le persone stanche che come lei rientravano da una dura giornata passata nei campi, eppure che avevano ancora l'energia e la voglia necessarie per canticchiare delle note a bassa voce.
Per Rue cantare era un piacere senza uguali, e tutti le dicevano che nel farlo aveva un talento speciale. Persino Thresh, quel ragazzino dal fisico possente che tanto la intimidiva, persino lui una volta le aveva fatto i complimenti, un po' imbarazzato. Arrossì leggermente, quella sera, al ricordo degli occhi scuri che la fissavano, mentre vezzeggiava un piccolo animaletto.
Tra le mani unite a coppa, infatti, Rue stringeva una farfalla dalle ali colorate nei toni dell'arancione intenso screziato di nero, con qualche piccola chiazza bianca sul contorno di esse.
«È così bella...» mormorò affascinata, accarezzando la morbida peluria del corpo dell'insetto. Un'anziana donna, che camminava faticosamente proprio accanto a lei, annuì intenerita e una domanda spontanea sgorgò dalla gola di Rue.
«Vivrà per sempre?»
Glielo aveva domandato con la spassionata e fragile ingenuità di una bambina di soli otto anni. La vecchia sorrise con dolcezza e un centinaio di rughe si fecero spazio sul viso cotto dal sole e segnato da un tempo impietoso. Esitò un attimo appena, le labbra secche socchiuse e le sopracciglia aggrottate, alla muta ricerca delle parole giuste per spiegarle che niente può essere eterno, che ogni cosa ha una fine.
«No, Rue, no» sospirò infine, con una nota di malinconia nella voce, «Tutto muore, prima o poi. Nulla dura per sempre. È il corso naturale della vita».
Le si avvicinò e iniziò a passarle con delicatezza una mano tra i capelli ricci e crespi, come per rassicurarla.
«Ma tu non devi pensarci, cara. Hai ancora tutta la vita davanti a te» la rincuorò.
Lasciando volare via la farfalla, la bambina sorrise incerta, del tutto ignara della piega che avrebbero preso gli eventi.


 
Niente dura per sempre; Rue l'avrebbe imparato a sue spese.
 








 

Angolino della Vì:
Sì, anche se non mi piace Rue ho scritto su di lei. Infatti è una Flash senza pretese, scritta col solo intento di avere un'immagine di Rue prima degli Hunger Games.
E niente, mi farebbero piacere delle recensioni Cx
Un bacio




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