“Ecco, questo è l’ultimo.” sentenziò Enrico Ferri posando a
terra uno scatolone e tirando un energico sospiro di sollievo; le sue guance
erano più rosse e rotonde che mai e con addosso la sciarpa colorata e la giacca
a vento rossa sullo sfondo innevato del giardino sembrava in tutto e per tutto
uno gnomo natalizio.
“Grazie, amorre” tubò Tellu con un sorriso grato “Lukka,
prendillo tu. Ci sonno le ultime kosse per l’albero di Natalle.”
“Non posso” rispose Dieci con aria avvocatizia senza
schiodare il naso da dentro il frigo “L’albero è appannaggio di Teo.”
“Allorra, mettiti a inkartarre i regalli per zio Timo, zio
Aarto e zia Virpi.”
“I regali sono appannaggio di Marco.” rispose Dieci
imperterrito.
Tellu si decise a spazientirsi.
“E appannaggio tuo koss’è? Svuotarre il friggo primma di
cenna?”
“Sarebbe davvero un ottimo appannaggio.” approvò
garbatamente il figlio lanciandole uno dei suoi famosi sorrisi storti.
“Non provarre ad abbindollarmi” lo rimproverò Tellu, ma era
già notevolmente ammansita “Se te ne devvi starre lì senza farre niente komme
una savusilakka, almenno porta Ottello a farre un girro.”
“Lo farei, ma il vialetto è appena stato occupato dalla
macchina di Marco.”
“E hai paurra di non passarci kon il kanne? Ti rikkordo ke
Ottello non è esattamente un Pastorre Maremmanno.”
“No, è che Marco è di ritorno dalla spesa. Altre borse da
scarrozzare, mi sa…”
Come evocato dal fratello, Marco entrò dalla cucina battendo
i piedi per liberarli dalla neve, carico di borse della Coop come un moderno
Babbo Natale.
“Ciao gente.” disse laconico mentre un cappello multicolor
sbucava alle sue spalle.
“Hyvaa joulua* a tutti!” trillò una piacevole voce da sotto
il cappello, entrando in casa sulla scia di Marco.
Il viso corrucciato di Tellu si stese in un sorriso.
“Moikka**, Oleanna, entra purre!”
* * *
Oleana Odescalchi ramo Riccobono era diventata la ragazza
fissa di Marco Ferri dopo un bizzarro episodio conclusosi con una precipitosa
fuga al pronto soccorso. A quanto pareva, una sera la ragazza per qualche
oscuro motivo era sgattaiolata in casa Ferri e si era chiusa dentro il
ripostiglio delle scope, nuda come il sedere di un babbuino e con solo una
boccetta di profumo a farle compagnia; sfortunatamente ignorava il fatto che la
porta dello sgabuzzino non si aprisse dall’interno e che la stanza fosse fuori
dalla portata di orecchio della zona notte. Così la ragazza era stata ritrovata
la mattina dopo semiassiderata ed era stata portata di corsa al pronto
soccorso, avvolta in un plaid e col naso che colava muco come le cascate del
Niagara. Il risultato di quell’eccentrico avvenimento era stato un tremendo
raffreddore e la nascita di una tenera amicizia tra Marco e Oleana. Beh, forse
però tenera amicizia non era il temine che Tellu avrebbe usato per descrivere
la relazione tra quei due.
In realtà, Marco e Oleana scopavano come ricci, a qualsiasi
ora del giorno e della notte, con una lena instancabile degna dei migliori
atleti olimpici. Tellu, nonostante la tanto esibita apertura mentale nordica,
era rimasta anche lei doverosamente impressionata dalla tempra fisica
dimostrata dal figlio e da quella ragazzetta dalla faccia da volpe (almeno a
giudicare dai rumori notturni, diurni e serali che accompagnavano le sue
visite). Dopo velate sollecitazioni da parte di Enrico (“Se non vi decidete a
fare meno casino vi sbatto fuori di casa, chiaro?!?!”) Marco aveva
insonorizzato la sua camera da letto e da quel giorno la pace aveva regnato sovrana
in casa Ferri. A Tellu Oleana piaceva molto, ma con le dovute riserve: era una
ragazza graziosa, sempre allegra, intelligente, a modo suo. E poi era così
evidentemente innamorata di Marco che, da madre, non poteva sperare in niente
di meglio. Certo, c’era il trascurabile particolare che la ragazza fosse
completamente pazza e priva di qualsiasi senso morale, ma insomma… nessuno è
perfetto, no?
* * *
“Allora, ki porta Ottello a farre un girro?”
“Io no” rispose immediatamente Dieci saltando a sedere sul bancone
della cucina “L’ultima volta mi guardavano tutti male e solo alla fine del giro
ho capito che avevo usato come guinzaglio il set di torture sadomaso di Marco.”
“Me l’hai anche rovinato.” specificò il fratello maggiore
infilando anche lui la testa nel frigo senza fare una piega.
“E che ne sapevo io? Era una cosuccia carina, con i lacci di
seta… poi era di colore rosso, molto natalizio. Stava bene, no?”
“Certo. Comunque se mi dovesse servire un set sadomaso
mentre il mio è in riparazione mi darai il tuo in prestito.”
“Perché, ho anche io un set sadomaso?” chiese Dieci,
genuinamente sorpreso.
“Dovresti chiederlo alla tua ragazza” rispose Marco con un
sogghigno perverso “Magari lei lo usa.”
“Mariacarla!” tuonò Dieci con voce rombante “Abbiamo un set
sadomaso e io non ne so niente?”
Oleana, Marco e Tellu risero, più per l’idea di Mariacarla
alle prese con un set sadomaso che per la battuta in sé. Nel mentre Mariacarla
arrivò in cucina dal salotto, leggiadra, elegantissima e con l’espressione
leggermente attonita che la caratterizzava.
“Cosa succede?” chiese con la sua bella voce afona
guardandosi intorno vagamente ansiosa: da quando Oleana era diventata la
ragazza di Marco, il livello di volgarità dei discorsi in famiglia aveva subito
un brusco tracollo verticale e spesso Mariacarla doveva mascherare il suo
imbarazzo per non sembrare una puritana snob.
“Niente.” disse infatti Dieci: spiegare certe battute a
Mariacarla avrebbe comportato un inutile spreco di tempo, tanto lei non avrebbe
comunque apprezzato.
In compenso, allungò una mano e attirò a sé la ragazza,
baciandola con leggerezza sulla bocca davanti a tutti. Mariacarla arrossì, metà
di gioia e metà di imbarazzo: ancora non si era abituata alle effusioni
pubbliche di Dieci. Non che fossero plateali come quelle di Marco e Oleana
(nessuno era più plateale di loro, nemmeno John Holmes e Cicciolina), anzi
erano fin caste. Naturali. Sincere.
* * *
flashback
“Credo di doverti spiegare…” disse Mariacarla arrovellandosi
le mani: il suo bel viso era color ricotta, nonostante lo spesso strato di
trucco firmato Chanel.
Non aveva capito molto di quello che era successo: Teo le
aveva fatto una telefonata delirante in cui si prostrava in scuse e diceva che
non aveva fatto apposta (a fare che?, aveva continuato a domandare lei, ma Teo
proprio non l’aveva ascoltata); aveva macinato un gran casino di parole tra le
quali Mariacarla aveva captato i nomi di Scaturro e Verena, e quando Dieci le
aveva mandato il perentorio messaggio “devo vederti” a Mariacarla era crollato il
mondo addosso. In fondo non aveva fatto niente di male, lo sapeva bene, ma lo
stesso era conscia di aver agito di nascosto da Dieci e se qualcuno avesse
messo in giro certe voci… “Qualcuno tipo quella serpe vestita di gomma di
Verena” aveva malignato, ma subito aveva scacciato quel pensiero stupido,
perché Verena le aveva detto che non avrebbe parlato, e lei doveva fidarsi di
Verena. In fondo, faceva volontariato e poi era la ragazza di Teo…
Lo stesso quando Luca era arrivato e aveva alzato su di lei
i suoi seri occhi celesti, Mariacarla si era sentita morire.
“Credo di doverti spiegare…”
Ma Dieci, lasciandola di stucco dalla sorpresa, l’aveva
abbracciata con una dolcezza e una tenerezza assolutamente insolite per un tipo
refrattario come lui che le avevano sciolto il cuore di struggimento.
“No” aveva detto lui con voce ferma e stranamente felice
“Non c’è bisogno. Quello che c’è da sapere è che io mi fido di te, Mariacarla.”
“Cosa…?”
“Per un attimo ho avuto paura di perderti” aveva continuato
lui con la bocca contro i suoi capelli, cullandola dolcemente “Per un attimo mi
sono visto senza te… è una cosa che non voglio che succeda. Mariacarla, io ti
amo.”
Era la prima volta che glielo diceva. Lei si era sentita
così felice e così sollevata che non aveva potuto fare a meno di piangere. Si
erano baciati e abbracciati ed era stato come ritrovarsi dopo un viaggio
infinito. Da quel giorno Dieci aveva assunto un atteggiamento diverso nei suoi
confronti: non solo più affettuoso, ma come dire… più rispettoso. Dopo un bel
po’ di tempo, Mariacarla aveva azzardato una domanda, timidamente.
“Perché…? Che è successo quel giorno?”
Dieci si era limitato ad accarezzarle i capelli e a
sorriderle enigmaticamente.
“Ho solo parlato con un’amica.”
* * *
“Insomma, kui kualkunno devve portarre fuorri il kanne,
altrimenti vomiterrà ankorra sul parké, e nessunno di noi vuolle ke kuesto
succedda, verro?”
“Uffa mamma” brontolò Marco chiudendo il frigo e andando a
sedersi sul bancone di fianco a Luca “Perché non fai arrosto quel dannato topocane
così ce lo leviamo di torno?”
“Non ci sfamerebbe nemmeno una sardina anoressica.” fece
presente Oleana accoccolandosi tra le gambe di Marco.
“Ragazzi ci sonno un sakko di seddie in kuesta kassa, mi
spiegatte perkè voi siette sempre sedutti sui tavvoli?”
“Siamo troppo alti per abbassarci fino alle tue sedie
modello capanna dei sette nani.” spiegò Dieci riflessivo.
“Dai mammina non ti arrabbiare” disse una voce proveniente
dal salotto “Se serve per evitarti il Valium ce lo porto io il cane a
passeggio, va bene?”
Teo Ferri arrivò in cucina e ovviamente, la prima cosa che
fece fu ficcare la testa nel frigo in cerca di cibo: poi, masticando
alacremente qualcosa di grigiastro dall’aria inevitabilmente scandinava, si
andò a sedere sull’ultimo angolino vuoto del bancone della cucina.
“Mi spieghi dove diavolo la metti tutta la roba che mangi?”
si lamentò Oleana fissandolo invidiosa “Sei sempre dietro ruminare come un
bovino e non metti su un solo maledetto etto!”
Teo rispose facendo spallucce mentre Tellu lo scrutava
accigliata con quel misto di orgoglio e preoccupazione che caratterizza tutte
le mamme. Negli ultimi mesi il figlio minore era un po’ cambiato: portava
sempre camicie assurde e spumeggianti, ma chissà perché sembravano meno vistose
del solito. Era sempre biondo, bellissimo e magro come un chiodo ma in qualche
modo non sembrava più un canarino sgambettante; i suoi movimenti si erano fatti
leggermente più lenti, affannosi, come se gli pesasse fare tutto. Il suo
sorriso, solare e intramontabile, ora era più raro e stranamente fragile, come
il sole che sbuca a tratti da un cielo nuvoloso. Era sempre Teo, capelli al
Napalm e pantaloni epidermici, ma sembrava anche qualcosa di diverso, come se
fosse… triste.
Inutile negarlo, pensò Tellu con una stretta al petto, Teo
aveva evidentemente il cuore spezzato.
Era terribile non potere fare niente: da mamma, l’avrebbe
consolato, se Teo si fosse confidato con lei, ma lui non aveva scucito una sola
parola, mai; non poteva nemmeno dirgli di mangiare di più perché effettivamente
Teo mangiava già come un reggimento di bersaglieri. Ma anche se mangiava e
rideva e si metteva le sue assurde camicie, lo stesso non sembrava più Teo ed
era sempre triste.
“Teo, maledizione!” tuonò Enrico, il quale a sua volta aveva
notato che la magrezza del figlio aveva ormai raggiunto quella di un biafrano
autoctono “Ti devi trovare una ragazza che ti rimpolpi le ossa, chiaro?”
Ci fu un attimo di imbarazzato silenzio prima che Teo
ricominciasse a masticare, Oleana a canticchiare e Otello a waffeggiare,
ignaro: non era un bene in quella casa parlare di Teo e le ragazze. Parlare di
ragazze portava inevitabilmente a pensare a Verena Bassi dalla Clava e Teo non
parlava mai di lei. Anzi, l’argomento era stato silenziosamente bollato come
tabù all’unanimità visto che Teo, come si faceva il nome di Verena, prendeva su
e se ne usciva dalla stanza. Dovunque fosse, qualsiasi cosa stesse facendo,
alla erre di Verena era già uscito.
“A Teo le ragazze non interessano” buttò lì Dieci scambiando
un rapido e complice sguardo col gemello “Preferisce un bel panino.”
“E’ vero” rincarò la dose Marco, insolitamente protettivo “Con
la fame cronica che si ritrova, se avesse davanti Angelina Jolie probabilmente
le ficcherebbe una mela in bocca e la sbatterebbe in forno.”
Teo rise e tutti risero con lui: era una bella cosa vedere
Teo ridere. Per quanto tutti fossero concordi nel dare a lui la colpa del
Grande Casino che era successo, sentivano nostalgia per il Teo originale, lo
sgambettante ficcanaso, il malizioso canarino dallo sguardo curioso. Questo Teo
nuovo era sicuramente meno rumoroso e più riflessivo, ma anche decisamente meno
divertente.
“Beh, magari per Angelina Jolie potrei fare un’eccezione”
buttò lì Teo timidamente salottiero “Giusto il tempo di farle lasciare
l’impronta delle chiappe su una Sacher Torte prima di metterla in forno.”
“Anche per Jessica Alba faresti un’eccezione” commentò Dieci
con sicurezza “Ti ho visto smettere di masticare per tre secondi quando nel
film di ieri sera è uscita dall’acqua in costume.”
“E tu come fai a saperlo?” ribatté Teo con calma “Non stavi
inondando di bava il pavimento?”
Risero di nuovo tutti, allegramente.
“E’ il momento”, pensò Dieci e, sempre ridendo,
guardò sua madre.
Il sorriso di Tellu si smorzò.
“Sikurro?”
“Prima o poi dobbiamo farlo… è quasi Natale!”
Tellu, incerta, guardò ansiosamente Enrico. Enrico guardò
Marco. Marco guardò Oleana. Oleana guardò Mariacarla. Mariacarla guardò Dieci.
Otello waffeggiò.
“Ok. Si parte.”
* * *
“Che bella tutta questa neve” iniziò Oleana con aria
sognante “E’ così natalizia!”
“Dillo al mio gommista” borbottò Enrico rabbuiandosi “Dopo
aver gommato a nuovo la Teo-mobile, la jeep di Marco e la mia Punto è andato a
svernare alle Bahamas, quel ladro puzzoloso.”
“Ci vorrebbe un bel camino scoppiettante dove arrostire le
castagne.” propose Marco ispirato.
“Akkontentatti del termosifonne, kon voi e il kaminno kui
saremmo già andatti a fuokko da anni. Io invecce pensavvo a unna di kuelle
belle storrie natallizie ke vanno a finirre sempre benne e ti tiranno su il
moralle!”
“Tellu, a te il morale si alza perché mentre ascolti la
storia sei solita trangugiare una bottiglia intera di Vov.” le ricordò il
marito con aria paziente.
“Ho io una bella storia!” saltò su Oleana ispirata “Chi
vuole ascoltarla?”
“IO!” fecero in coro tutti quanti: Teo compreso che ancora
sorrideva.
“Questa storia, come si suol dire, è tratta da una vicenda
vera” iniziò Oleana con estrema solennità: in realtà le batteva il cuore come
un tamburo “Parla di cavalieri, d’arme e d’amori…”
“Che palle, sembri il Boiardo.” gorgogliò Teo irriverente.
“Nopea, heti!” sibilarono Dieci, Enrico e Tellu in coro.
“Sto parlando di roba seria” lo rimproverò Oleana offesa
“Gossip.”
“Oh, scusa.” sogghignò Teo e Oleana lo scusò con un regale
cenno della mano.
“C’era una volta, in un regno lontano lontano, un giovane e
bel principe… lo chiameremo X.”
“Che sforzo erculeo di fantasia” commentò Dieci “Per una
volta potremmo evitare i riferimenti alle costanti matematiche e dare
all’essere umano un nome da essere umano?”
“Calogero?” propose educatamente Enrico.
“Perchè, veniva da Siracusa?” si offese Dieci.
“OrsoMarria?” si ispirò Tellu.
“Accidenti Tellu” si schifò Enrico “E’ da tre figli fa che
tenti di rifilare quell’orrore a qualcuno!”
“Chiamiamolo Pierre!” cinguettò Mariacarla “E’ così
fashion…”
“X era un principe, mica un parrucchiere francese!” protestò
Oleana “E poi la storia è mia e se io lo voglio chiamare X o Caio Sempronio o
Trottolino Amoroso sono cazzi miei, d’accordo?”
“Chiamalo X e vai avanti, o qui facciamo notte.” decise
Dieci e Teo alzò gli occhi al cielo sorridendo indulgente, spiato di sottecchi
da Tellu.
“Dunque, avevamo il nostro buon principe X…”
“Scommetto che questo X era uno sfigato” gorgogliò Marco
“Era moro? Basso? Pustoloso?”
“Gente, deve essere una favola, non la trilogia del Signore
degli Anelli” rispose Oleana con impazienza “E poi io mica posso sapere tutto
di tutti…”
“Andiamo, Oleana” sbuffò Marco saputello “Tu sai tutto di
tutti. Se qualcuno molla una scoreggia in periferia le tue antenne sanno dirti
quanto è stata rumorosa e quanta puzza ha fatto!”
“Lo prenderò come un complimento” rispose Oleana altera “Ok,
dove eravamo? Ah, dicevamo che X era un principe bellissimo ma un po’
eccentrico.”
“Eccentrikko?”
“Sì. X era molto trendy, anche se un filino egocentrico.
Portava camicie pazzesche.”
Un attimo di silenzio invase la cucina: tutti si accertarono
accuratamente di non guardare verso Teo, comportandosi come se nemmeno fosse in
mezzo a loro, pregando che rimanesse inchiodato al suo posto, che non si
alzasse e sparisse come al solito, che permettesse loro di arrivare in fondo
una buona volta…
“Era anche tendenzialmente invadente, manipolatore per
hobby…”
“Ficcanaso per vocazione.” buttò lì Dieci con leggerezza.
“Frou frou per difetto di fabbricazione.” aggiunse Marco.
“Perrò erra molto karinno.” tentò coraggiosamente Tellu.
“E dolce, nonostante tutto.” aggiunse a sorpresa Mariacarla.
Teo si alzò per andarsene, ma Enrico lo fermò mettendogli
una mano sulla spalla.
“Aspetta.” disse piano e nella sua voce c’era quasi della
supplica.
“Conosco questa storia” rispose Teo di rimando, senza
acrimonia “So già come va a finire.”
“Forse no” ribatté Enrico molto serio “Forse questa storia
non la conosci. E come va a finire… lo decidi tu.”
Teo scambiò un lungo sguardo col padre: poi guardò la madre
che sorrise incoraggiante. Tornò a sedersi sul bancone, rigido come un manico
di scopa, e fissò lo sguardo sul frigo, imbronciato e remoto come se fosse a
una conferenza politica. Sempre meglio di una fuga, pensò Tellu e fece cenno a
Oleana di proseguire.
“In conclusione” continuò prontamente la ragazza “X
pullulava di difetti come un cane di pulci, ma alla fine era molto amato dagli
abitanti del regno…”
“Pubblico di nicchia.” spiegò Dieci esilarato e lanciò uno
sguardo profondamente allusivo a Teo.
“Perché tutti sapevano che le sue cazzate non le faceva con
cattiveria” mormorò Enrico con affetto “Dico bene?”
“Dici bene. Nonostante tutto, X era un vero autentico
principino delle favole!”
Nessuno guardò verso Teo, ma fu come se qualcuno gli avesse
puntato un faro addosso tanto era sottinteso il gesto.
“Ribadisco che doveva essere uno sfigato per forza” aggiunse
Dieci perfidamente “Me lo sento nelle ossa.”
“Non lo stai confondendo con lo stimolo alla defecazio?” si
informò educatamente Enrico ma Oleana li zittì entrambi con un gesto secco
della mano.
“Un bel giorno arrivò nel regno una nuova principessa, Y…”
Le spalle di Teo si irrigidirono appena e il suo sguardo,
fisso sul frigo, divenne leggermente vitreo.
“Possiamo chiamarla Pi Greco?” domandò Marco
precipitosamente “Almeno diamo un colpo di vita a questa messa da morto…”
“Zitto tu. Y era anche lei una ragazza, come dire,
eccentrica.”
“Completamente sciroccata sarebbe più calzante.” commentò
Dieci sottovoce.
“Premetto che conoscendo il principe X e la principessa Y
non si poteva fare a meno di notare che quei due sembravano nati per
incontrarsi e innamorarsi.”
Teo si alzò in piedi e tornò a sedersi: gli sguardi
affettuosi che si posarono su di lui erano quasi palpabili.
“Allora questa è una storia d’amore!” cinguettò Mariacarla
estasiata.
“Beh, parlare di amore con X e Y potrebbe sembrare
fantascientifico, ma sì... credo proprio che alla fine questa sia una storia
d’amore” rispose Oleana “Oh, forse non vi ho detto che il nostro buon principe
X abitava in un castello meraviglioso…”
“Con il buon re XY e la buona regina XX” sogghignò Enrico
“Così chiamati per ovvi motivi cromosomici.”
“C’era anche il buon principe reggente X2.”
aggiunse Marco.
“E il piccolo drago domestico W” mormorò Oleana dubbiosa
“Che in verità era un po’ meno buono.”
“Già” commentò Dieci “Se non ricordo male W e Y non andavano
molto d’accordo. Strano. Lui era un drago, lei una serpe, essendo entrambi
rettilofoni avrebbero dovuto capirsi…”
Teo lanciò un rapido sguardo storto al gemello che finse
bellamente di ignorarlo.
“Proseguendo la storia, c’era anche nel regno un grosso orco
cattivo… oddio, a che lettera siamo arrivati?”
“Ti conviene partire da capo e chiamarlo A.” suggerì Marco.
“A, giustissimo. Che posso dirvi di A? Grande massa corporea
associata a minima massa cerebrale: un povero e triste figuro, un violento
cresciuto tra i violenti, praticamente sposato a una causa degna del suo
portentoso livello intellettivo: era a capo della banda degli… ehm, Orchi
Rossoneri del Regno.”
“Gli Orchi Rossoneri del Regno dell’Onorevole Re Eleuterio”
declamò eccitato Enrico “In gergo, i famosi ORRORE.”
Risero tutti a parte Teo, che simulava con convinzione
l’immobilità di un blocco di granito, e Dieci.
“Gesù.” gorgogliò quest’ultimo schifato.
“Se sai fare di meglio, perché non la continui tu la
favola?” sibilò di rimando Oleana e Dieci alzò verso di lei i palmi alzati in
segno di resa “Comunque una cosa che non ho detto è nel regno abitava una
strafiga spaziale, tale damigella di corte, la donzelletta B…”
“Gran gnocca, la donzelletta B.” commentò Marco sornione.
“Grazie, amore. Ehm. Dicevamo! La donzelletta B divenne
subito amica della principessa Y. Oh, il principe X aveva anche un fratello
gemello… si chiamava Vercingetorige.”
“Ma come” si arrabbiò Dieci “Tutti avevano nomi di costanti
e al gemello fico gli rifili una schifezza così?”
“La storia è mia e io chiamo i personaggi come mi pare”
sghignazzò Oleana “E poi chi te lo dice che Vercingetorige fosse il gemello
fico?”
“Se lo sente nelle ossa, lui.” spiegò Enrico sogghignando.
“Il principe Vercingetorige era fidanzato con una bella
popolana che chiameremo C.”
“Popolana?” trasecolò Mariacarla oltraggiata.
“Beh, se applichiamo la teoria fisica che X è un principe e
B è una donzelletta, che C sia un popolana ci sta.” commentò Enrico con logica
inoppugnabile.
Oleana tossicchiò e ottenne silenzio: era arrivato il
momento delicato della storia, dove era necessario agire con molta cautela.
“Dovete sapere che i principi X e Vercingetorige erano
sempre stati molto uniti, ma anche, come dire… competitivi e rivali in amore; X
di conseguenza si era convinto di essere… ehm, un po’ cotto di C.”
Mariacarla si agitò un po’ e le orecchie di Teo si
colorarono di rosa: per il resto, nessuno mosse un muscolo, in trepidante
attesa.
“Secondo me X non era proprio innamorato” decise infine la
voce di Dieci “Era solo un po’ stronzo.”
“Invidiosetto.” rincarò la dose Enrico, comprensivo.
“Complessato” aggiunse perfidamente Marco “E cerebroleso,
naturalmente.”
“Marko!”
“Non sgridarli mamma” mormorò inaspettatamente la voce di
Teo “Hanno ragione. X era davvero stronzo, invidiosetto, complessato e anche
cerebroleso. Non ha scuse per quello che ha fatto.”
“Ma sì che le ha” rispose Dieci a sorpresa “Tutti possono
sbagliare. E poi diciamocelo, era molto facile invidiare un superfigo come
Vercingetorige.”
“Peccato che la sala delle torture del castello fosse in
ristrutturazione” commentò invece Enrico ridanciano “Sarebbe stato carino appendere
X per i pollici, che ne dite?”
Ammiccò e ottenne in risposta un pallido sorriso da parte di
Teo.
“Gente, la vostra fantasia non ha confini” lodò Marco
ammirato “Ma possiamo proseguire con la storia di X e Y? Se si innamorano,
verrà anche il momento in cui faranno sesso e non mi voglio perdere la
telecronaca!”
“Tu sei malato.” lo avvisò Dieci corrucciato.
“Scusate, devo spendere ancora qualche parola sull’orco A;
nonostante si esprimesse a malapena col linguaggio dei segni, possedeva un
libro magico per lui molto prezioso. Su questo libro magico il poveretto aveva
scritto un segreto, inconfessabile quanto assurdamente stupido… stupido per noi
che abbiamo neuroni attivi nella materia grigia. Per lui era un segreto di
vitale importanza, una cosa per cui poteva valere la pena vivere o morire. Molti
pensavano si trattasse del nome della ragazza di cui era innamorato. Sbagliavano!!
In quel libro magico A aveva scritto che in realtà non voleva più essere il
capo dei… come li abbiamo chiamati?”
“Gli ORRORE” le ricordò Dieci annoiato “Patetico!”
“Giusto! Non voleva più essere il capo degli ORRORE, perché
in realtà lui voleva fare parte dei… dei…”
“Saltellanti Cuccioli Hobbit in Ioventute della Foresta
dell’Ovest” propose Enrico (che mangiava settimane enigmistiche come fossero
caramelle) “In breve, i famosi SCHIFO!”
Risero di nuovo tutti: Marco addirittura per poco non
caracollò giù dal bancone in un accesso di risa mentre Teo, rimasto
miracolosamente serio, alzava appena i suoi laghetti celesti e sconcertati sui familiari.
“Co… cosa state dicendo?” mormorò pianissimo.
“Che nel libro magico l’orco A aveva scritto il suo segreto
e che quando il principe X rubò il libro magico, l’orco si incazzò non poco.”
“E ne aveva ben donde” rimproverò Enrico tornando serio “I
principi non dovrebbero rubare; di sicuro il re XY non sarebbe stato affatto
contento.”
“Il libro comunque andò perduto durante una furiosa
battaglia tra l’orco e il principe. In quel momento, sopraggiunse dunque la
principessa Y che salvò il principe X dall’orco A.”
“Questa storia sembra sempre di più un’equazione
matematica.” fece notare Dieci di malumore, bellamente ignorato dall’ispirata
narratrice.
“A questo punto accaddero un sacco di cose strane: la prima
cosa che successe fu che la principessa Y si prese una stratosferica e
micidiale cotta per il principe X.”
Teo alzò bruscamente la testa muto e all’erta, gli occhi blu
spalancati divenuti di un intenso color pervinca.
“Si innamorò di lui e… lo prese a sberle. Che non è proprio
il classico modo delle principesse per dimostrare il proprio interesse, lo so,
ma dovete capire che la povera Y aveva vagato a lungo per regni lontani e non
si era mai innamorata seriamente: infatti non si rese conto di quello che le
era successo, cosa che invece la donzelletta B intuì immediatamente.”
“Pensi che possiamo tornare all’orco A prima di notte?” si
spazientì Dieci e Oleana gli lanciò uno sguardo storto.
“Chissà come, l’orco A si convinse che la principessa Y
avesse il suo libro magico e minacciò di ucciderla tra mille sofferenze, o lei
o il principe X: per tenerlo buono, la principessa Y accettò l’invito a un
ballo di corte. Questo ballo era stato combinato dal principe X che, in un
assurdo attacco di ficcanasite, aveva deciso di far fidanzare il principe
Vercingetorige e la principessa Y. I motivi di un tale insano gesto, tolto il
suo interesse personale per C, non li conosceva forse nemmeno lui…”
Tentennò un secondo durante il quale le orecchie di Teo
divennero ancora più rosa.
“Io creddo ke in fondo le sue intenzionni fossero buonne” lo
difese Tellu “X trovavva la principessa Y molto interessante, ma non kapivva ke
gli interessavva per se stesso.”
“Torniamo alla famosa sera del ballo di corte, dove tutti
erano presenti…”
“Tranne il principe X2 “ commentò Marco irritato “Che
se avesse saputo cosa si perdeva, avrebbe sicuramente saltato gli allenamenti
di calcetto!”
“Al ballo l’orco A incontrò la popolana C e seppe che lei
era la figlia dello Hobbit a capo degli SCHIFO.”
“Merda” mormorò Teo folgorato, mentre evidentemente faceva
uno più uno “Scaturro, gli ultrà del Milan… e la Juve!”
“Ovviamente, A vide la cosa come una manna dal cielo! Chiese
alla popolana C…”
“Non possiamo chiamarla solo C senza l’aggettivo popolana?”
chiese Mariacarla con una smorfia addolorata.
“Ok. L’orco A chiese a C un incontro con gli SCHIFO
pregandola di mantenere la massima segretezza. Se quelli dell’ORRORE avessero
saputo del suo tradimento, l’avrebbero scotennato vivo! La pop… C accettò di
mantenere il segreto e combinò un incontro. Durante il ballo, però…”
“Io sorvolerei su quello che successe la notte del ballo”
decretò Dieci notando quanto la schiena di Teo si fosse irrigidita “Diciamo che
una nube tossica sconvolse stomaci, intestini e cervelli dei partecipanti e
tutti fecero un sacco di cazzate, compreso il drago W. Ok?”
“Spendiamo solo una dolente nota di commiato per il cruento
sacrificio dei fiori imperiali.” borbottò Enrico con una smorfia.
“Amen. Il giorno dopo il ballo, il principe X venne a sapere
dalla principessa Y che l’orco A e la p… e C si sarebbero incontrati, e subito
immaginò un incontro romantico.”
“E questo dà un’idea di quanto la sua materia grigia
puzzasse di morto.” sottolineò Dieci col sopracciglio inarcato.
“Ebbro di gelosia…”
“Ha detto ebbro?” mormorò Enrico stupefatto e Tellu gli
batté maternamente la mano sulla spalla.
“… il principe X trascinò la principessa Y nel, ehm… Bosco
dei Barboni Burbanzosi?”
“No, Abetina delle Anime Allegre!”
“Non è più bello Selva degli Stupidi Senzatetto?”
“No, Faggeto dei Furbi Felloni!”
“Uè gente, è una puntata di Paroliamo o stiamo giocando a
Scarabeo e non me ne sono accorto?” si spazientì Dieci.
“Lukka ha ragionne, andiammo avvanti!”
“Nel Bosco dei Barboni Burbanzosi X e Y colsero quasi A e C
sul fatto e si convinsero che ci fosse sotto qualcosa di losco: ma questo passò
in secondo piano quando, bevuta una pozione magica…”
“Ke pozionne?” domandò Tellu spaesata “Una delle mie
tisanne?”
“Rilassati, donna, è solo una frangia.” borbottò Enrico
tagliando corto.
“… i due si innamorarono!”
“Alleluia!” tuonò Marco felice “Si tromba finalmente?”
“Marko!!”
“Waff!” si risvegliò fin Otello, accucciato sotto il tavolo.
“No, non si tromba. Purtroppo, qui la storia diventa
melodrammatica e triste: X si rese conto di amare Y, ma non fece in tempo a
dirglielo…”
“…e a confessare a Vercingetorige la stronzata che aveva
fatto con la popolana C.” si intromise acido Dieci.
“… che successe un putiferio. Y scoprì che X amava la
popolana C.”
“Basta con questa popolana!” saltò su Mariacarla “E’
offensivo!”
“E komunkue X non amavva davverro la popolanna…”
“Ho detto niente popolana!”
“Y piantò in asso il principe X, Vercingetorige sospettò di
C, dopodichè X si accorse di aver fatto una gran cazzata e il drago W, da parte
sua, si limitò a sputare fuoco.”
“Ke kasinno.” commentò piatta Tellu fissandosi ben bene le
mani.
“Puoi ben dirlo. Fortunatamente però una fata buona fece
trovare alla principessa Y il famoso libro magico dell’orco A. Quando la
principessa lesse e capì che non c’era niente di amoroso tra l’orco e C, presa
dai rimorsi, andò dall’orco A e gli propose uno scambio.”
“Scambio?” scattò Teo drizzandosi come un fuso di colpo
interessato: da lì in poi la storia giungeva nuova anche a lui “Che scambio?”
“La principessa Y propose all’orco di fidanzarsi con lui:
così, fingendo di uscire con lei, poteva invece incontrarsi con gli hobbit
dello SCHIFO e pian piano staccarsi dai temibili orchi dell’ORRORE senza che
nessuno ci rimettesse le penne.”
“Ingegnoso.” mormorò Dieci ammirato mentre la faccia di Teo
diventava di un acceso color tamarindo.
“Volete dire che lei… che loro… cioè, che non sono mai
andati… che non si sono mai… che in realtà lei non lo ama?”
“Non è che ci volesse un ingegnere nucleare per capirlo”
sospirò Dieci con ovvietà “Solo un cerebroleso come X poteva credere che Y si
fosse davvero presa una cotta per A.”
“Ma lei aveva detto che per una poesia di Scaturro…”
“Scaturro?” domandò candidamente Oleana “Non stavamo
raccontando una favola di Esopo?”
“L’orco A aveva scritto una poesia?” chiese Dieci inarcando
un sopracciglio “Era strafatto di mascarpone, per caso?”
“Non era una poesia sua” rispose Teo riottoso “Ma Ver… ehm,
Y era convinta che lo fosse e mi sembrava che desse molta importanza alla
cosa.”
“Ma tu come fai a sapere che la poesia non era di Sc… dell’orco
A?”
Teo rimase zitto a lungo, guardandosi le mani: sembrava
stanchissimo e nello stesso tempo sveglio come un grillo.
“Mi sa che la poesia l’aveva scritta quel deficiente del
principe X” rispose alla fine con autentico dispiacere nella voce “Lui… l’aveva
scritta per C. Non infierite, per favore, era in un momento un po’ mistico.
Quel coglione non l’ha voluto dire a Y perché al momento pensava… Ah, potessi
beccarlo in tempo lo piglierei a calci in culo dal regno di XY alla terra di
Mezzo!”
“Non mi dire.” gorgogliò Dieci con gli occhi scintillanti.
“Ma perké la poverra Y rinnunciò volontarriamente all’amorre
del princippe X?” andò avanti Tellu, come se non sapesse già a menadito tutta
la storia.
“Y aveva i suoi motivi per farlo” sospirò Oleana “Primo, era
incazzata a morte col principe X; secondo, si sentiva in colpa nei confronti di
C; terzo, voleva davvero aiutare A, proprio a causa di quella famosa poesia…
lasciamo perdere. Quarto e ultimo, ma non meno importante, era davvero ora che
qualcuno desse una bella lezione a X per fargli capire che non si scherza con i
sentimenti degli altri. Comunque, per tutti questi motivi Y decise di
fidanzarsi ufficialmente con A…”
“… spezzando il kuorre di X.”
“… e anche il suo.” aggiunse Enrico.
Scese un silenzio profondo nella cucina dei Ferri,
interrotto solo dal ticchettio di un orologio a muro e dal respiro leggermente
asmatico di Otello che fissava interrogativo i padroni improvvisamente
ammutoliti.
Teo rimase ostinatamente muto, con lo sguardo fisso al
pavimento e le labbra pressate in una linea sottile: stava pensando un sacco di
cose contemporaneamente e ogni pensiero gli si rifletteva sulla faccia come in
uno specchio.
“Komme kontinnua la storria?” domandò dolcemente Tellu dopo
un bel po’ di tempo.
“Il tempo passò” rispose Oleana “L’orco A riuscì a staccarsi
dagli ORRORE, entrò negli SCHIFO e visse felice e contento nella sua caverna in
mezzo a saltellanti cuccioli hobbit come lui. La bella donzelletta B si fidanzò
con il principe X2 dando vita così alla coppia più bella del reame…”
“Nonché la più rumorosa.” specificò Enrico burbero.
“La pop… ehm, C e Vercingetorige non so bene cosa fecero,
forse andarono a comprarsi un Barbour…”
Ammiccò e Dieci le restituì una smorfia affettuosa.
“E Y?” domandò sottovoce Teo guardandosi fisso le mani
“Cos’è successo alla principessa Y?”
Oleana prese un drammatico respiro.
“La principessa, prostrata dal dolore, salì sulla torre più
alta del regno e si buttò giù.”
“Cazzate.” borbottò Dieci mentre Teo impallidiva
vistosamente e Oleana sghignazzò perversamente.
“Ok, non è vero! Ma sarebbe stata la fine ideale, adoro le
tragedie Shakespeariane. No, Y e X si persero di vista. In fondo il regno era
grande e per Y vedere X tutti i giorni e fingere di non provare niente per lui
era una vera tortura …”
“Lei non era la sola a soffrire” disse Teo con voce rauca
“Anche il principe X stava veramente da culo.”
Alzò gli occhi su di lei e Oleana non li abbassò: quelli del
giovane erano così pieni di supplica e di speranza che la ragazza suo malgrado
si commosse.
“Non saprei. Il principe X non andò mai più a cercare Y. Non
le parlò più, se la incontrava nel regno le girava le spalle e se ne andava
via. Y soffriva come un cane.”
“Che vi dicevo? Uno stronzo!” commentò Dieci trionfante.
Teo sembrò non ascoltarlo nemmeno: le sue guance erano rosa,
i suoi occhi vagavano incerti, come se cercassero qualcosa a cui aggrapparsi.
“Ma lei…” balbettò alla fine con enorme sforzo “Lei…
sembrava… e poi aveva detto che stava con quel bovino da rodeo…”
“Ha detto che stava con lui” approvò Dieci
esplicativo “Ma li hai mai visti insieme? Io mai. Gli unici a essersi
bevuti la panzana del fidanzamento sono stati il principe X e gli ORRORE.”
“Stesso livello neurale delle cimici.” spiegò Marco
saccente.
“Per la cronaca, Y non ha mai toccato A nemmeno con un
bastone.” concluse Oleana trionfante.
“Ma…” continuò a balbettare Teo “Ma…”
“E fai sta domanda, diamine.” lo rimproverò Marco
severamente.
Teo alzò gli occhi, come colto in fallo: si schiarì la voce
e sembrò timido come un bocciolo di primula sbucato dalla neve.
“Che tu sappia, la principessa Y ama ancora il principe X?”
“Uff, pensavo che non l’avresti mai chiesto.” lo rimproverò
Enrico burbero, subito sgomitato da Tellu.
Tutti si girarono verso Oleana; pendevano dalle sue labbra e
la faccia di Teo… oh, era davvero impagabile! Avrebbe pagato oro per avere una
macchina fotografica, in quel momento. Per la prima volta notò quanto uguali
fossero gli occhi di Teo, Dieci, Tellu e Marco. “Ceppo finlandese dominante”
pensò remotamente soddisfatta.
“Certo che è ancora cotta” sentenziò infine con solennità
“Che favola sarebbe sennò?”
* * *
Con sincronismo perfetto, Dieci, Mariacarla, Tellu, Enrico e
Marco si girarono a guardare Teo.
Il giovane, bocca leggermente aperta e occhio a palla, era
rimasto immobile come una statua di gesso e aveva l’aria attonita di chi si è
appena beccato una mazzata micidiale sulla nuca.
“Gesù, che faccia da sarago” commentò Dieci deluso “E’
quella l’espressione degli innamorati?”
“Tessorro, dagli tempo.” chiocciò Tellu radiosa.
“No no, secondo me è rimasto leso” gorgogliò Marco garrulo
“Mamma, fagli una tisana, presto!”
Teo si decise a sbrinarsi e girò lentamente la testa a
destra e a sinistra, come se avesse il collo montato su perni arrugginiti.
“Lei…” balbettò incerto.
“La principessa Y” lo aiutò Oleana di ottimo umore “Già. E’
innamorata, cotta, stracotta e ribollita. E’ diventata di una pesantezza
incredibile: ogni camicia che vede in vetrina con un minimo di pieghetta
comincia a frignare ricordando i volant del principe X; ogni panino che vede
apre le cateratte ricordando al fame da squalo del principe X; per strada, ad
ogni maledetta bancarella dove fanno le crepe con la Nutella si ferma a versar lacrime neanche facesse la via crucis; insomma, sembra sempre sul
punto di avere un ictus cerebrale in corso. Sinceramente nel regno non la
sopporta più nessuno!”
Teo si alzò di scatto in piedi e cominciò a saltellare in
tondo arrovellandosi le mani.
“Ma lei…” balbettava impaziente “Lei… cosa direbbe se… se…”
“Teo, la favola è finita” lo informò pazientemente Enrico
“Non è ora che muovi quella prugna secca che hai per culo e vai a parlare a
Verena?”
“Sì.” decise Teo e partì di corsa come se fosse caricato a
molla “Non posso credere che… Dio, se fosse vero… giuro mai più…”
Poi si fermò e tornò indietro, sul viso ancora
quell’espressione incredula che lo faceva sembrare un bambino davanti a un
enorme albero di Natale.
“Ma, ehm… lei dov’è adesso?”
“Patetico.” ripeté per l’ennesima volta Dieci alzando gli
occhi al cielo.
“Che tu ci creda o no, c’è solo un posto dove quella
poveraccia trova qualcuno disposta a sopportarla” gorgogliò Oleana “Indovina
dove?”
Teo, occhi celesti spalancati, meditò intensamente per
alcuni secondi. Alla fine un lento, enorme sorriso gli stirò i lineamenti,
facendolo finalmente somigliare di nuovo a un malizioso, pestifero folletto.
“Vediamo” gorgheggiò ed era come se cantasse “Il Bosco dei
Barboni Burbanzosi?”
“L’ho sempre detto io che il principe X non era così
imbecille come sembrava.” approvò Marco, ma Teo era già schizzato via alla
velocità della luce, capelli sparati e ruches al vento, inseguito dai
waffeggiamenti oltraggiati di Otello.
“Il mio kucciollo” gorgogliò Tellu con gli occhi
improvvisamente lucidi: lei e Enrico sembravano di colpo visibilmente commossi
“Pensatte ke andrà tutto benne?”
“Ma sì” la tranquillizzò Dieci “O lo perdona o lo ammazza.
In ogni caso, ce lo siamo finalmente tolto dai piedi, quella savusilakka
piagnucolante!”
“Lukka!”
“Non si preoccupi, Tellu, Luca scherza” mormorò Mariacarla
accomodante “In realtà è molto felice per Teo.”
Sorrise radiosa al fidanzato che, dopo essersi stiracchiato
con indolenza, scese dal bancone e la abbracciò ruvidamente.
“Andiamo, bambola” disse con una convincente voce da John
Wayne “Andiamo nelle segrete del castello a vedere se riusciamo a fare più
casino del principe X2 e della donzelletta B…”
“Luca!” si scandalizzò Mariacarla, precedendo d’un pelo
Tellu.
“Figliolo!” rincarò la dose Enrico severamente “Cosa dici!
Lo sai che nessuno può fare più casino di quei due…”
“Enrikko!”
“Waff!”
Oleana e Marco risero a più non posso mentre Dieci
trascinava via una imbarazzatissima Mariacarla.
“Prima o poi si sbrinerà anche lei” pronosticò Oleana quando
smise di ridere “ E comunque, mio bellissimo e infaticabile principe X2,
se Vercingetorige e la popolana C sono nelle segrete a fare gli sporcaccioni, a
me e te toccherà andare a comprare un Barbour, no?”
Marco saltò giù anche lui dal bancone e la fissò con aria
solenne.
“Guarda che il reddito del principe non ha niente a che fare
con quello della popolana” gorgogliò infine con un sorriso serafico “Al massimo
si può permettere un bourbon. E comunque il principe preferirebbe una birra.”
“Ho capito, offre la donzelletta” sospirò Oleana mentre
Marco la abbracciava e la portava fuori dalla porta “Ci vediamo dopo, gente!”
Enrico e Tellu rimasero soli nell’improvviso silenzio
interrotto dal ticchettio dell’orologio a muro.
“E così” sospirò Enrico prendendo una mano di Tellu
“Incredibile ma vero, sembra che siamo riusciti a piazzare tutti i nostri
figlioli con ottime ragazze, eh?”
“Io l’ho sempre saputto ke sarebbero statti felicci.”
rispose Tellu ma aveva una voce liquida e ansiosa che fece sorridere Enrico di
tenerezza.
“Scommetto che adesso ti senti una vecchia e inutile
ciabatta, vero?” domandò piacevolmente.
Tellu arricciò il mento come una bimba che sta per piangere
e annuì controvoglia.
“Anke tu sei vekkio e inutille. E sei anke basso e grasso
komme uno gnommo.”
“Ehi, non si parla così al re XY! Solo perché tu sei
finlandese e bellissima…”
“Amorre! Davverro pensi ankorra ke sono bellissima?”
Enrico la guardò con uno sguardo così pieno di amore che
Tellu non poté fare a meno di sospirare.
“Certo che ti trovo bellissima. E sei la mamma migliore del
mondo, anche. Magari come cuoca difetti un po’, ma nessuno è perfetto, no?”
Tellu gli tirò una fiacca sberla ridendo, poi tornò subito
seria.
“Pensi ke Teo e Verenna faranno pacce davverro?”
“Ma sì” rispose lui ottimista “Non preoccuparti di questo,
adesso. Piuttosto, volevo chiederti…”
“Sì?” domandò Tellu carezzandogli la guancia.
Il marito sorrise con insolita malizia, e per un attimo
somigliò in maniera sorprendente ai figli.
“L’hai comprata la Nutella?” domandò sornione.
“Enrikko!!”
* = Buon Natale
** = Ciao
NOTE DELL’AUTRICE:
Allora: comincio adesso e finirò il prossimo capitolo col
ringraziare la mia intramontabile, insostituibile, meravigliosa beta reader, ROMINA!!!!
Senza di te, niente di tutto questo avrebbe senso, mia cara…
Penultimo capitolo e ultima buttata di rispose singole. E’
mia abitudine ormai pubblicare l’ultimo capitolo (e cioè il prossimo) con un
ringraziamento generico a chiunque sia passato o passerà a leggere questa
storia. Quindi, con insolita commozione, scrivo a ognuno di voi un pensiero personale…
con il cuore, perchè ognuno di voi è davvero fantastico ed è un privilegio per
me avervi conosciuto.
Kokky: Mia diletta!! Sono felice di poterti
annoverare in queste ultime recensioni ad personam… ne approfitto per mandarti
un bacione e un abbraccione galattici, e un sentito GRAZIE!! Per i complimenti
e le recensioni che hai lasciato. Ti sono debitrice, speroi di poterti presto
ripagare!! Baci baci
Dance: Davvero, non potevo non scriverti una nota di
merito, piccola Dance!! La tua recensione è stata una divertentissima (e molto raffinata)
sequela di risate! Peccato non avertelo potuto dire prima… beh, sono davvero
lusingatissima e onorata di aver scritto qualcosa che ti sia piaciuto!! In
realtà, mi sono talmente divertita a scrivere di Teo e Verena che non dovrebbe
essere legale ricevere anche tanto entusiasmo in risposta… ma meglio così!! Tutti
i complimenti e i ringraziamento sono ricambiati, dolcezza!! E speriamo di
poterci scambiare qualche altra piacevolezza, prossimamente!! Ciao, a presto! P.S..
No, Moccia non piace nemmeno a me, ma lo invidio lo stesso, quanti soldi si è
fatto…
Chocolate fairy girl: Amore, cosa vuoi che ne sappia
io come si arpiona un figone biondo e finlandese? Manco so come si cucina una
savusilakka… Però accetto volentieri consigli, se impari qualcosa fammelo
sapere! Ed ora, alla mia cioccolatosa, piccola ispiratrice di nutellose
diatribe… sì, proprio a te, un saluto e un abbraccio fortissimo, nonché i miei
più sinceri ringraziamenti per il calore e la partecipazione durante questa
storia savusilakkosa!! Baci baci, a presto!!
Kyaelys: Ti prego, respira!! Non vorrei mai avere
sulla coscienza il collasso dei tuoi polmoni… e poi stai tranquilla, non ho
nessuna intenzione di far finire male la storia!! Ho io per prima bisogno di
ottimismo e allegria… sarà anche una fine banale e trita, ma che devo farci? Dopo
Ab Aeterno e quel finale schifino che la mia mente aveva partorito, dovevo
rifarmi… bilanciare il livello di zuccheri… insomma, mi hai capito!! Spero
davvero che ti sia divertita a leggere questa storia, almeno quanto io mi sono
divertita a scrivere! E grazie per avere commentato, grazie grazie grazie!!
Baci appassionati!
Aurora: Mia piccolina dal nome pieno di erre, mio virgulto…
non piangere!! Vedi che tutto va a posto? Almeno, dai, la strada è quella… sono
davvero dispiaciuta e rammaricata di averti fatto spendere tanti soldi in
Internet Point… se mi mandi l’indirizzo, ti spedisco un vaglia di rimborso!! Insieme
a tutti i miei sentiti ringraziamenti perché sei stata davvero cara e preziosa
lungo questi deliranti capitoli! Sono davvero onorata e felice di aver potuto
divertirti, almeno un po’, e spero di poter ripetere presto l’esperienza. Ti
mando un abbraccio affettuoso e sincero, mia carrissima!! A presto!!
Roby: Mio carissimo, grazie per la partecipazione
alla mia fastidiosa tonsillite... dici che devo preoccuparmi della bambolina
vodoo con una ciocca dei miei capelli che ho visto in mano a Teo? Ma no, dai:
figurati se sono in grado di creare dei personaggi così perfidi! (penso un
attimo alla Decana… uhm, meglio che vado a consultare un esorcista…). Effettivamente,
ne è passata di acqua sotto i ponti dal primo Runners: direi che ormai possiamo
considerarci vecchie spugne!! E’ anche grazie a te, mio caro, che posso dire di
aver creato tante storie piene di fantasia e divertenti. Buone non lo so, ma
gratificanti di sicuro!! Quindi un grazie più che doveroso è davvero sentito:
dai Runners in avanti, fino a Otello, da tutti noi che affolliamo questo povero
cervello bacato e atrofico, grazie!! Tanti baci e un abbraccio affettuoso, mio
caro, a presto!!
Natalie_S: Ciao, amorre…. Devo dirti che mi ha
davvero commosso questa cosa dei complimenti semi-finlandesi alle receptionist
che parlano come Tellu! Potresti mandarmi il suo numero? La faccio parlare un po’,
verso due lacrimucce malinconiche e poi metto giù. Forse riesco anche a beccarmi
della savusilakka, così! Anche con te è arrivato il momento dei saluti: ti
ringrazio per avermi lusingato, commosso e divertito con le tue recensioni. Sei
stata un tesoro e spero davvero di poterti “riacchiappare” uno di questi
giorni! Magari con una nuova storia, sperando sempre di poter scrivere qualcosa
che incontri il tuo favore. Mille baci e mille ringraziamenti ancora, dolcezza.
A presto!
Evan88: Tesoro mio, fortuna che la tua asenza non si
è protratta troppo da farti perdere questi miei saluti finali!! Ci tenevo a
ringraziarti personalmente, io e te sole (e il resto dei lettori che sbircia
con molto poco tatto… fatevi gli affari vostri, dico!!). Non ricordavo la tua
propensione per la ship Scaturro/Dieci: effettivamente, non ho sviluppato
nessun amore omo, direi che per la par condicio come minimo avrei dovuto
ventilare l’ipotesi… Spero che il finale che ho scritto ti aggradi! Comunque
fosse, anche se dovessi coprirmi di insulti (giustificati a prescindere) sappi
che sono stata davvero onorata e felice di leggere le tue recensioni e che
spero davvero di poterti risentire presto… sigh! Che tristessa i saluti!!
Balck_Moody: Mia cara!! All’immagine del tuo schizzo
di sangue dal naso tra poco cadevo dalla sedia dal ridere. Sei troppo forte,
posso dirtelo con sincerità? Ho preso nota del nome del tuo profumo, ma col
senno di poi non credo che sia quello che farà la differenza. Trovo molto più
plausibile la cosa del flauto magico (mi rifiuto di pensare che sei figa solo perché
hai ai capelli biondi… io che sono nera corvina che speranze avrei?!?!?). Il
fab frou, oltre a ringraziarti imperituramente per il nomignolo affettuoso, ti
manda a dire che ha imparato a suonare bene il clarinetto (pure lui!) e che farebbe
volentieri con te una jam session… Vabbè, io vi lascio ai vostri intrallazzi
musicali con leggero rammarico. Perché questa è l’ultima volta che posso
risponderti dicendoti che sei una savusilakka, e questo un po’ mi dispiace. Grazie
infinite per avermi deliziato con le tue recensioni, mi sono fatta un sacco di
sane risate grazie a te!! E mandandoti tanti baci e tanti sinceri auguri, spero
anche di poterti risentire… magari per sapere se hai qualche akkompagnatorre in
sovrannumero da mandare qui a svernare… Un abbraccio, sincero, Black, a
presto!!
Dicembre: Hai capito tutto, eh? Mia cara, mi dispiace
se le tue intenzioni erano diverse… ho provato, fiaccamente, a vedere cosa
sarebbe successo tra Dieci e Verena: a letto avrebbero fatto faville, lo
ammetto… ma devo dirtelo sinceramente, quei due sono troppo uguali per andare d’accordo.
Con questa perla (di Guttalax) ti lascio ai saluti finali: nonostante tu mi abbia
lasciata sola con l’annoso rompicapo della coda di rospo, ti ringrazio per aver
sempre seguito e commentato questa storia. Sono davvero onorata e felice di
aver potuto leggere le tue recensioni!! Grazie di cuore, speriamo di risentirci
presto…
Kate91: Amore mio!! Io… malefica! Ma cosa dici mai?
Io sono ponderata e giudiziosa, nonché raffinata e magra come una silfide
(BWAHAHAHAH!!! Ok, mentivo.). Spero che, alla fin fine, tu abbia perdonato la
mia doverosa perfidia e che il finale che ho scelto ti piaccia. E spero anche
di poterti presto incontrare di nuovo su questi schermi, perché già mi mancano
le recensioni che lasciavi!! Sei sempre stata carinissima e di una simpatia unica,
grazie per lo stimolo e la partecipazione! Un bacione fortissimo, a presto!
NENACHAN: Teo verrebbe anche subito a farsi coccolare
e consolare da te… posso venire anche io che mentre voi vi spupazzate a vicenda
mi butto sulla tua torta al cioccolato? Ormai, arrivati alla mia età, è quasi
meglio una sana fetta di torta che un tete à tete con un biondino bello e
sgambettante… uhm… no, effettivamente mi ricredo, ancora no! Ora, mia
carissima, i saluti: mi raccomando, studia e impegnati, ormai manca poco all’estate
e se lavori bene la passerai sicuramente più serena e allegramente! Ti
ringrazio per aver partecipato attivamente a questa storia, io e tutti i personaggi
te ne siamo grati! Speriamo anche di risentirti presto e ti inviamo un commosso
vagone di baci! A presto, ciao!!
Rik Bisini: Ops… le iniziali sbagliate!! Questa sì
che è stata una svista!! Rimedio subito correggendo le iniziali e
ringraziandoti con ammirazione per il solito e infallibile “occhio di falco”. Chissà
da dove mi è venuto fiori quel PC: forse la mia inguaribile vena informatica ha
preso il sopravvento, chissà… comunque!! Non so se il finale di questa storia
ti piacerà. Avrà forse del banale e dello scontato, e so che a te piace essere
sorpreso. Ma questa storia “terapeutica” per me aveva bisogno di un lieto fine
che è saltato fuori così. Spero che tu non me ne voglia e che continuerai a
leggere le mie schifezze… Ti ringrazio di cuore per tutto l’aiuto, l’appoggio e
la partecipazione che hai dimostrato. Un abbraccio affettuoso e un saluto a
presto!!
Piccola dea: Effettivamente, non avevo valutato che
la povera Verrena carra si era spupazzata due Ferri in due capitoli… la cosa si
traduce in poche parole, mi sovvien di dire: che culo! D’altronde, un triangolo
amoroso con due biondazzi da infarto è il mio sogno segreto dall’adolescenza. Eh,
non credo che la gente possa capire quanto sia terapeutico poter scrivere nero
su bianco le proprie perversioni mentali e trovare pure qualcuno che ti dice
che sono forti da leggere!! Il povero Teuccio, come vedi, ha avuto la sua
ricompensa. A anche io, dopotutto: grazie a voi recensori (?) ho passato lunghi
momenti di vero spasso!! Sono davvero contenta e orgogliosa di aver ricevuto
tante belle parole. E tu, piccola dea, rendi davvero onore al tuo nick! Grazie,
suloinen, per l’appoggio e le recensioni schizoidi. Speri di risentirti e di
poter di nuovo scambiare piacevolezze da pazze scatenate con te!! Baci baci
Tartis: Oh, bellissima!! Mi ero appena abituata a
farmi chiamare in un modo così piacevole e già mi tocca rinunciarci… me povera,
me tapina! E che dire della tua fine e azzeccatissima analisi? Tutto vero, my
God, tutto vero… vedi che non sono poi così originale nei miei scritti se alla
fine capite tutto di tutti! Anche a te, con triste rassegnazione, devo dire
arrivederci: proprio non mi viene niente di melodrammatico tipo “addio” o “un
dì nell’aldilà, forse…”. Uè, scherziamo?!?! Ti voglio fresca come una rosa alla
prossima storia, non mancare! Perché sei troppo forte perché possa rinunciare
alle tue recensioni da pazza scatenata. Ricambio con affetto e dedizione i baci
e gli abbracci, sono stata davvero felice onorata di annoverarti tra i lettori
di questa storiella che niente voleva se non divertire e dare un po’ di
buonumore. A presto, tesoro, ciao!
Bea_chan: Amore mio: hai capito tutto e hai così
meravigliosamente seguito la tortuosità del mio proprio pensiero che mi hai
quasi commossa. Il bacio tra Verena e Dieci era davvero quasi obbligato: perché
nessuno lo capisce? Solo io e te, contro tutti… o siamo completamente prive di
senso morale o siamo entrambe da ricovero. Comunque sia: mi dispiace che il
periodo che stai passando non sia dei più felici! Tieni duro, passerà. Volevo
ringraziarti, a questo punto, per avermi messo allegria e avermi divertito con
le tue recensioni scoppiate e fuori di testa! Sei simpaticissima e adorabile,
quasi come il mio canarino finlandese. Mi mancheranno le tue parole e i nostri
appuntamenti settimanali! Spero solo di poter replicare presto, perché le cose
belle danno sempre assuefazione e poi diventa difficile rinunciarci. Quindi, mi
auguro di risentirti presto, molto presto!! Baci e abbracci sinceri, ma belle,
ciao!
Londonlilyt: Mia carissima!! Devo dirtelo, sapendo
che presto avrò il privilegio di vederti e spupazzarti di persona, rende le
cose parecchio più facili. Non so come renderà i nostri commiati a Londra,
immagino tragicamente lacrimosi… ma non voglio pensarci adesso! Visto che sei
di ritorno da un periodo di bagordi sardi, ne approfitterò per farmi trascinare
a Londra in un qualche pub equivoco… legheremo DiDi fuori col guinzaglio e tu
mi presenterai quel benedetto barista irlandese che ormai non ne può più di
essere tanto bistrattato dal nostro immaginifico. Comunque sia, in questa sede
o dal vivo o sul forum, beccati dovunque i miei sbaciuzzi appassionati, perchè
sei fantastica, scoppiettante, rivitalizzante e positiva peggio di una crema al
botulino! Una strizzata galattica, mio tesoro, a presto!!
Lely1441: Non vorrei mai dover avere sulla coscienza
il blocco della tua crescita… a meno che tu non sia già un metro e novanta, nel
qual caso magari me ne saresti anche grata! Sai che non mi hai ancora spiegato
il significato di quel 1441 del tuo nick? Difficilmente può essere una data, a
meno che il tuo non sia davvero un bizzarro calendario… questo, ovviamente, ci
pone nella situazione di dover di nuovo conferire insieme!! Il che mi dà la speranza
di poter di nuovo usufruire della tua splendida compagnia, prossimamente. Lo
spero con tutto il cuore, perché le vostre recensioni mi mancheranno come l’aria!!
Stai nei paraggi, dolcezza, e fatti sentire presto, mi raccomando!!
Kabubi: Amore!! Il bacio tra Verena e Dieci era lì
che covava dalla prima volta che si sono visti. Almeno, così era nella mia
psiche malata! Ma era solo un bacio, niente di più: per esperienza, anche se
sei innamorato cotto come lo sono sia Dieci che Verena, lo stesso ti accorgi se
c’è attrazione fisica per qualcun altro. Che nasca e finisca lì, ovviamente, è
quello che fa la differenza col vero amore! Quindi, tra una puffbacca e l’altra,
ti mando tutti i miei saluti, i miei ringraziamenti, la mia commozione e la mia
speranza di risentirti presto! Sei stata davvero una simpatica “compagna di
viaggio”, speriamo di poter ripetere presto l’esperienza!! Un bacione, tesoro!
Killer: Mia carissima!! Sapessi quanto sto penando
nello scrivere queste ultime risposte alle vostre recensioni… mi parte un pezzetto
di cuore a ogni parola. Perché tutti siete stati così carini, così simpatici e
così “vicini” che mi sembra quasi di partire per un lungo viaggio. Spero che
questo finale di storia incontri il tuo favore, ma penso di sì ;-) E spero
anche che prima o poi ci possiamo risentire, per una nuova sotria, magari!! Nel
frattempo, ti ringrazio per tutto e ti auguro tante belle cose (soprattutto una
pioggia di canarini finlandesi, visto che sembri aver apprezzato il mio Teo…). A
presto!!!
S chan: Mia cara, con vivo rammarico ti posso
garantire che sono guarita… rammarico, ovviamente, perché sono dovuta tornare
al lavoro, pur sentendomi arrugginita e dolorante come una vecchietta
ottantenne! Eh, quanto hai ragione per quanto riguarda Teo: aveva bisogno di
una lezione… però poverino!! L’ho creato così carino che io stessa fatico a trattarlo
con imparzialità. A chi voglio darla a bere: se esistesse davvero, me lo
mangerei anche io in un sol boccone!! Tenero canarino… Che deve dire addio,
stavolta. Giunti a fine storia, non rimangono che i saluti e i ringraziamenti
per tutto l’appoggio e l’entusiasmo dimostrati. Quindi, grazie, dolcezza! Spero
di poterti di nuovo “incontrare” qui o altrove. Baci baci e auguri!!
Krisma: Amore mio, luce dei miei occhi… lungi da me l’intento
di farti soffrire volontariamente!! Spero vivamente di fare ammenda con questi
ultimi due capitoli che mi hanno divertito tantissimo e che quindi spero
divertano anche te. Credimi, ogni volta che finisce una storia chi ci sta più
male è l’autore, e cioè io: mi mancheranno da morire i commenti, le esilaranti
constatazioni di chi legge, i piacevolissimi complimenti… a ogni storia che si pubblica
si viene a creare una sorta di piccola comunità e sapere che con la parole “fine”
è l’autore stesso a far finire tutto, si diventa davvero molto tristi. Anche a
te, come agli altri, voglio inviare i miei più sentiti e sinceri ringraziamenti,
per l’appoggio dimostrato, per l’affetto, per le parole che mi hanno sempre
divertito e che ho sempre apprezzato. Ti mando col cuore tanti baci sinceri,
con la speranza di risentirti!! Anche perchè c’è da organizzare quel famoso
pullman per la Finlandia… ti conto come partecipante, vero?!?! A presto, ciao!!
_Marika_: Mia carissima!! Sappi innanzi tutto che i
complimenti più sono logorroici più fanno piacere, quindi qualsiasi variate sul
tema è ben accetta, se non agognata con tutto il cuore!! Comunque, siamo
arrivati agli sgoccioli e ormai non c’è più molto da dire… solo, sappi che le
tue recensioni sono state davvero incredibili, nonché apprezzatissime e quasi “corroboranti”.
Biondi, grazie, tesoro mio: spero di averti fatto divertire con questa storia,
almeno quanto mi sono divertita io a “conoscere” una manica di debosciati divertenti
come voi recensori. Spero davvero di risentirti presto, nel frattempo beccati
il solito impegnativo vagone di baci e abbracci e sinceri auguri per tutto
quanto. A presto!!
__Miriel__: Mia carissima!! Azz, non avevo pensato di
farmi fare una tisana da Tellu! Grazie per il consiglio, ora sì che sto meglio…
mi è uscito uno sfogo pruriginoso sulla schiena, ma la febbre è calata! Non
rispondo alla domanda perché, a quanto pare, ti sei risposta da sola… Dieci mi
ha detto di dirti che è pronto per distribuire baci simili a quello dato a
Verena a chi lo richiede, quindi se vuoi te lo mando lì un pomeriggio e poi
concludete voi. Per quanto riguarda la tua richiesta di “macchinazione” di un
nuovo lavoro, devo dire che sto già macchinando alcune storie, ne ho un paio
iniziate che però non hanno niente a che fare con Geometrie… mi piace spaziare
molti generi, sai! E a scrivere un’altra storia di adolescenti, finisce che mi
ripeto… Ok, siamo ai saluti: io e tutti i finlandesi della storia, nonché Verena,
Oleana e MC ti salutiamo con affetto e ti ringraziamo di cuore per le tue
recensioni, sempre allegre, divertenti e mai banali! Speriamo tutti di
risentirti presto… nel frattempo, ti mandiamo un vagone di baci cumulativi!! CIAO!!
Lauraroberta87: Te ne eri accorta, eh?, che la tua
risposta era più lunga delle altre? A dire il vero, non è stata la tua maschia
voce a farmi capitolare, ma il tuo ottimo MATERIALE PER CANNE, che in questa
recensione subisce la sua morte del cigno: prometto di non nominarlo più, se
non direttamente sollecitata dalla Corte. Certo, ammetto che vista dal vivo sei
anche particolarmente gnocca e se fossi omo ti avrei già invitato fuori a bere
un analcolico (visto l’effetto devastante che ha il Lambrusco sulle tue
sinapsi…). Ma non sono omo e non ti invito a uscire con me perché 1) sei troppo
giovane e 2) non beccherei un ca..o, visto che confronto a te sembro la moglie
di Nosferatu in convalescenza post diarroica… Arriviamo così ai saluti: che
dirti, bellezza, sono stata davvero contenta di averti conosciuta. So che non
finisce qui, quindi non scoppierò in lacrime… però magari passa del tempo
prima che riesca a risentirti, e questo mi fa commuovere. Quindi la tengo
corta: a presto, mio valoroso cavaliere dalla voce suadente, ci rivedremo
presto e sarà grande amore!! Un bacione, splendorre, tante belle cose!!
ReaderNotViewer: Ah, la mia sceneggiatrice
ufficiale!! Premetto che sono devastata dal dispiacere al pensiero di averti
messo in difficoltà con la nuova location… che tanto nuova non era, visto che
se non ricordo male una certa contadina ucraina è stata trasformata in
Esmeralda proprio in quella location!! E poi, dove avrei potuto sviluppare il
bacio tra Dieci e Verena? In Piazza Maggiore? Confido nella tua fantasia e se
proprio devi, magari dirotta la scena in un anfratto della scuola… dietro
l’armadio di lamiera che nascondeva il diario, per esempio! Tornando a noi:
donna, di malattie della vecchiaia c’è chi comincia a soffrirne a dodici anni,
quindi non preoccupiamoci! E poi, e conoscendoti, sarà anche vero che
strutturalmente hai qualche cedimento e che ti manca poco per essere una
vecchia ciabatta come me, ma basta che fai uno di quei tuoi sorrisi allegri e
torni in piena fase liceale! Sei una forza della natura, donna: e io come sai
ti ammiro e ti amo moltissimo. Quindi, ti mando i miei saluti, i miei abbracci,
la mia ammirazione e uno stampo di lasagne virtuali, che so che ti piacciono…
baci sinceri anche da Didi, a presto!!
Erda: Dopo aver seguito il tuo savio consiglio sul
brodo di pollo (ma mi era venuta fame, quindi del pollo ho mangiato anche la
coscia e un pezzo di petto…) mischiato al latte caldo col miele (lasciatelo
dire, tutto insieme fa schifo!! Ho dovuto condirlo col cognac…) eccomi qui, a
rispondere per l’ultima volta alle recensioni. Che dirti senza sbrodolarti
addosso calde lacrime di riconoscenza? Grazie. I commenti fanno sempre piacere,
ma con voi tutti è diverso, mi lasciate sempre dei piccoli pezzetti della
vostra vita, e questo è bellissimo! Mi sembra quasi di conoscervi davvero: e
davvero, quindi, ti mando tanti baci, tanti auguri di una vita prospera e
serena e tanti “a presto”, perché è logico che ci sentiremo di nuovo… vero?
Baci baci!!
MarzyPappy: Tesoro mio!! Brava bravissima per l’esame
(in ritardo, ma lo sai, ormai sono cronica…). Eh, il quartetto teutonico ci ha
fatto penare non poco: io avevo la febbre a 40° e deliravo peggio che in
overdose di puffbacche, DiDi piangeva calde lacrime perché il fenicottero e
soci hanno dato buca, qualcun altro riprendeva a fare l’asino… non dico chi, ma
sapendo i miei trascorsi, dovresti intuire. Insomma, per dirla alla Scaturro,
una settimana di mmmerda. Meno male che ci siete voi: che ci sei tu, bellezza
riccioluta dal sorriso contagioso!! So che io e te ci sentiremo anche una volta
che è finito Geometrie, però lo stesso un po’ mi viene il magone: i saluti non
sono il mio forte… quindi, ti mando il solito vagone di baci, accompagnato da
un sincero augurio di fortuna, amore… e tutto quello che puoi meritarti! Ciao,
tesoro, a presto!
Maharet: Mia cara, se non ci fossi tua dirmi che non
è vero che sono una vecchia ciabatta… che cara che sei!! Allora, mia novella
disoccupata, come si sta ad avere finalmente tra le mani quel foglio di carta
per cui hai sudato tanti anni? Bella soddisfazione, eh? Per me è stata la
stessa cosa la prima volta che sono riuscita a togliere dal forno uno stampo di
lasagne commestibile…Ma torniamo a noi. Essendo questa l’ultima risposta
“ufficiale” alle recensioni di “Geometrie”, ci tenevo a dirti quanto ti sia
grata e lusingata per il fatto di averti come lettrice. E poi, abbiamo
condiviso il momento della tua laurea… cioè, queste son cose che segnano!! Ti
mando quindi tanti baci e abbracci sinceri, augurandoti di raccogliere presto i
frutti di quanto hai seminato in tanti anni di studi! Arrivederci, piccola, un
bacione!!