Fanfiction - HansxShosanna
L'ego
ferito di uno splendido angelo
Shosanna lo
guardò senza riuscire a trattenere il disgusto.
Non riusciva a
capacitarsi del fatto che fosse stata in una sala con lui per l'intera
durata di un film senza scoppiare a piangere o senza cercare di
ucciderlo. Una di quelle schifezze di Goebbels, per giunta, era stata
proiettata nel suo cinema.
E adesso Hans Landa la
guardava sorridendo e lei non riusciva più a connettersi con
la realtà. Si sentiva male e era presa dalla nausea.
Sarebbe potuta svenire
da un momento all'altro. Era quel malessere spietato di
quando ci sono troppe cose che non vanno.
"Tutto bene, mein
fraulein?" Domandò lui. Nel suo sguardo c'era tutt'altro che
cattiveria o odio nei confronti di un'ebrea. Come se lui non sapesse.
In quel momento
Shosanna si rese conto di condividere qualcosa con lui.
"Oh, no. Sono solo un
po' stanca, inoltre avrò molto da fare in questi giorni."
Rispose Shosanna cercando di mantenere un'aria di naturalezza.
"Lo comprendo." Disse
Hans.
Poi riprese la sua
freddezza professionale. "Sento il dovere di parlarle in privato per
chiarire quello che non siamo riusciti a chiarire al ristorante, dato
che il tempo mancava." Sorrise.
"Certamente." Rispose
lei, dopo aver preso un respiro.
Poi si rivolse a
Goebbels, Zoller e gli altri presenti: "Vi rubo un secondo la deliziosa
mademoiselle Mimieaux."
Gli risposero che andavano in qualche caffè a bere
qualcosa e di raggiungerli dopo.
"Sicuramente
avrà un ufficio, o un posto in cui potremmo parlare..."
Disse Hans.
Shosanna
annuì; "Mi segua."
Prima che potesse
imboccare le scale lui la trattenne prendendole una mano. "Per favore,
mi dia del tu. Tutti questi ossequi servono solo a farmi sentire
vecchio."
Ma
davvero?! Dovrebbe essere lui a recitare, non Zoller. Oh, dio santo.
Non reggo più questa farsa... Tra un po' saremo soli, nel
mio ufficio... Gli altri saranno già andati in qualche
caffè a sbevazzare e... Basterebbe solo un click...
"Ecco." Shosanna
aprì la porta.
"Si sieda." Disse
Landa. Di nuovo in quel tono di innegabile superiorità che
può avere solamente un Colonnello straniero in un paese
occupato.
Da quando erano
arrivati i nazisti era sempre stato così; si comportavano
come se tutto fosse loro, disponendo dei quadri tenuti nei musei come
volevano, imponendo divieti alla popolazione francese...
Ad ogni modo, dopo
qualche minuto di esitazione e sguardi taglienti, Shosanna si sedette.
"Posso capire che
l'idea di una premiere nazista nel suo cinema non possa risultarle
più di tanto gradevole, ma in ogni caso apprezzerei il suo
aiuto."
Lei annuì.
"Prima di tutto
manderò qualcuno ad aiutarla per le decorazioni e cose di
questo tipo, ma dovrà dare anche lei una mano. È
molto importante la collaborazione, tra l'altro è una cosa
che conta molto nel Nazionalsocialismo." Continuò lui.
"Immaginò."
Si lasciò sfuggire Shosanna.
Hans Landa
scoppiò a ridere. Una risata un po' falsa e forzata... No,
lui era
falso e forzato.
In un certo senso
perverso Shosanna era attratta dal male sfumato che lui rappresentava,
eppure non poteva non provare disgusto. Non poteva non pensare a lui
come l'uomo che aveva ucciso la sua famiglia.
Il
Cacciatore di Ebrei è nel mio ufficio e io sono Shosanna
Dreyfus. Lui mi ha lasciato fuggire, ma perchè l'ha fatto?
Gli sarebbe bastato premere il grilletto, non ero neanche troppo
distante... Be', peggio per lui e peggio per il Terzo Reich. E se
Marcel mi aiuterà, finirà presto... Tutti quei
nazisti in un posto solo... Tutti quei nazisti avvolti dalle fiamme...
E Hans Landa sarebbe stato lì.
"Vieni qui." Disse
lui, tamburellando la mano sulla coscia.
"Come?" Shosanna
restò parallizzata sulla sedia.
"Non voglio forzarla a
fare nulla, mia cara. Siete solo una bellissima fanciulla..." Si
alzò.
Le prese una ciocca
bionda tra le dita. "Talmente bella che mi dispiacerebbe sprecarti...
Posso darti del tu, vero?"
Shosanna faceva fatica
a respirare, si sentiva come se la stessero torturando.
Annuì.
In un certo senso la
stava davvero torturando; lo capiva dal modo in cui Hans Landa
sorrideva. Era divertito dal suo irrigidirsi e comprendeva
completamente il dolore a cui la stava sottoponendo. Non provava
pietà, anzi ne era divertito. Anche per questo Shosanna
avrebbe voluto vederlo morto. Per la sua crudeltà gratuita,
per il fatto che uccidesse persone solo perchè gli riusciva
bene.
Le prese il volto, con
un po' di forza cercando di sradicare ogni resistenza e le loro labbra
si sfiorarono.
Quel contatto fisico
fu una tortura per Shosanna, ma aveva un retrogusto dolceamaro che Hans
percepì del tutto. La tratteneva a se con forza.
Perché lei era Shosanna Dreyfus e lui lo sapeva.
Perché pur
facendo parte dell'elité, pur essendo un Colonnello delle
SS, provava gusto nel baciare un'esemplare di quelli che chiamava
ratti.
Lei trattenne le
lacrime e in quel momento la cosa che le fece più male fu
che non riuscì ad odiarlo del tutto per quello che le stava
facendo; fu come una pugnalata nella sua più profonda
intimità, come se la stesse picchiando... Eppure lasciava
che lui la toccasse, lasciava che le sue mani scorressero sul suo
giovane corpo e mentre lei ribolliva d'odio lui si nutriva di esso.
Fino ad allora aveva
conosciuto un'intimità solo con Marcel, ma con Hans Landa
era diverso. Perché le faceva male.
Lo sguardo di lui
restò impresso negli occhi di lei come l'immagine fissa dei
cadaveri della sua famiglia. Uccisi da lui, da Hans Landa.
Avrebbe voluto piangere, ma non ci sarebbe riuscita. Nella sua mente
restava fissa l'immagine di Hans Landa senza testa, e il sangue sul
paviemento... E lei con un'ascia in mano.
"Sai... Molte poche
cose sono affascinanti come l'ego ferito di uno splendido angelo."
Sussurrò Hans Landa prendendole il mento per darle un altro
bacio crudele. Mentre le disse questo volle mantenersi freddo. Riusciva
a non farsi prendere troppo dalle emozioni quand'era con una donna. Non
era un animale, sapeva trattenersi. In fondo quel bacio non l'aveva
dato per soddisfare se stesso quanto per farla soffrire. Avrebbe anche
potuto sbatterla sul letto, legarla e farla sua. Quello le avrebbe
fatto male davvero, ma non lo fece.
Lui era freddo quanto
lo era lei, che avrebbe potuto ucciderlo ma lo stava lasciando andare
per procurargli una morte lenta e dolorosa e immersa dalle fiamme; come
lui non aveva voluto ucciderla per poter darle una fine diversa.
Perché voleva che fosse lui ad ucciderla, ma voleva farlo
con precisione. Non voleva riservarle la fine che avrebbe riservato a
qualsiasi altra ebrea.
Entrambi sapevano che
nel momento in cui Hans Landa fosse uscito dalla stanza le cose
sarebbero tornate com'erano.
Shosanna sarebbe stata
ancora più piena d'odio, e Hans sarebbe sempre stato il
Cacciatore di Ebrei.
Era una sintesi
astratta e inconfutabile della loro realtà.
Lui le
baciò la mano.
Questa volta lei lo guardò con più coraggio,
sapeva che avrebbe vinto contro quel verme, contro quel ratto.
"Au
revoir, Shosanna." Sussurrò sorridendo.
Poi chiuse la porta.
"Oh, eccoti, Hans."
Esclamò Goebbels.
Il Colonnello Landa si
sedette.
Dieter Hellstrom lo
guardò con aria interrogativa e poi
tornò a rivolgere la sua attenzione agli altri. "Devo
assolutamente raccontarvi una storiella divertente!" Disse.
Tutti annuirono
entusiasti.
"Allora...
Praticamente ad Auschwitz un bambino chiede ad un soldato
'Dov'è la mia mamma?' Sicchè il sodato alza un
dito - come si fa per sentire da che parte soffia il vento - e dice: 'A
quest'ora sarà già a Berlino'."
Tutti risero.
Fredrick Zoller
dovette sforzarsi. Una parte di lui non amava la fredda
crudeltà dei nazisti, lui amava solo Emmanuelle.
Hans Landa gli
sorrise; trovava leggermente patetico il ragazzo, ma pensava che
sarebbe potuto durare un bel po', avere una bella carriera.
Cioè,
avrebbe potuto se il "Reich Millenario" fosse durato almeno la
metà degli anni che voleva durare anzichè dieci.
Hans Landa
successivamente, aveva trovato divertente anche questo, nella sua casa
in America, senza alcun apparente peccato e con tra le braccia una
leggiadra fanciulla di Boston.
Gli era capitato di
pensare con una vena di crudeltà a Shosannna e alla triste
storia di Frederick; che come l'usignolo aveva amato tanto la rosa da
abbracciarla così forte da venir trafitto dalle spine.
Writer's
corner:
Ebbene
sì. Finalmente posso togliere il punto "scrivere una fic
Hans/Shosanna" dalla lista delle cose fa fare.
Perché
ci sono riuscita! fhdjfdkfdl. Sono troppo contenta e vi avviso che ho
scritto tutto ciò con la febbre, quindi se fa schifo ho una
giustificazione. lol.
Inoltre volevo
ringraziare tutte le magnifiche people che mi supportano sempre. Un
grazie a Rei, a Taaiga (che in questo momento si sta godendo un viaggio
in Francia),
a Laals, a Mary
Grace, a Mrs Kirkland e a tutte le meravigliose persone del popolo di
Efp (bimbeminchia escluse).
Che dire, spero
che questa fic sia riuscita e che io sia riuscita a rappresentare bene
il mio amato Hans e la stupenda Shosanna...
So... let me
know! *^*
Milioni di baci e
rose e orsetti gommosi e cloni di Herr Waltz a tutti voi! <3
Marlene
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