"(L'usignolo)
In mille fogge il suo cantar distingue / e trasforma una lingua in
mille lingue"
L'Adone
– G. Marino
Angelo è di
turno, quella sera. Katherine sta bevendo gratis ma più beve,
più le risulta difficile imbucare le palle nel biliardo. Il
collo fa male, Marcel si è guardato bene dal guarirla. Conosce
la storia. Sa cosa ha fatto.
“Piano,
disgraziata... finirai per vomitare sul panno e poi sarà un
casino pulirlo.”
“Gli affaracci
tuoi mai, eh? Riempilo.” Katherine indica il bicchierino sul
bancone, si aggrappa alla stecca puntata a terra, scola il whisky e
fa una smorfia.
“Perché
continui ad ordinarlo se non ti piace?”
“Non so cos'altro
bere.”
“Ti devi fidare
dei baristi. Loro sanno sempre cos'è meglio, in certe
occasioni.”
Angelo le riempie un
bicchiere d'acqua. Katherine lo fa fuori lentamente.
“Gira una certa
voce, ragazza. Si dice che Klaus ti abbia venduto a Marcel per
un'informazione e una stecca di sigarette.”
“Le persone
quando non sanno inventano” lo blocca, repentina. “Fatti
i cazzi tuoi se vuoi vivere a lungo.” Katherine avanza fra la
folla scansando un vampiro e la sua preda, abbassa gli occhi sulla
punta delle scarpe, aggira una seconda coppia e si ferma di fronte un
completo scuro. Elijah non l'ha vista ma ci metterà poco ad
accorgersi di lei. E' sempre così. Uno la mette nei guai,
l'altro la salva. Katherine torna al tavolo da biliardo. Si china a
calcolare la traiettoria. “Mi stai fra i piedi.”
“Sono venuto per
riportarti a casa.”
Katherine tira la
stecca sul panno, scombinando le sorti della partita. Non avrebbe mai
vinto. “E chi ti ha chiesto di riportarmi a casa, Elijah?”
***
“Tutta tua.”
Klaus si domanda come
abbia fatta a trovarla in così breve tempo. Riconosce la donna
che Sophie gli aveva assicurato essere 'ultra-fidata' e una virgola
d'odio si estende alla brunetta. Non si ribella e non sembra temere
per la propria vita. Klaus l'agguanta per la gola, stringendo forte.
“Che cosa volevi farci con mio figlio, strega?”
“U-ccider-rlo...”
Risposta pessima da
dare ad un padre ansioso.
Il corpo viene lasciato
in mezzo alla strada a monito per le altre streghe. Che Sophie impari
ad scegliersi le amicizie! “Ci facciamo un goccio?”
“Vorrei tanto,
amico... ma il piacere chiama.”
Il piacere
biondo che risponde al nome di Camille? Klaus sorride, comprensivo,
ma per un attimo si pente di aver agito tanto impulsivamente. Poteva
interrogarla. E torturarla. Bah, quel che è fatto è
fatto. “Come si sta comportando il mio regalo?”
Marcel lo trascina per
strada, diretto al suo appuntamento. “E' fatta di fuoco e
testardaggine ma ha un sapore squisito.”
Klaus gli cammina di
fianco senza mutare espressione. Il locale è gremito. Il
vampiro la cerca con lo sguardo fra la folla. Marcel attira la sua
attenzione con un colpetto alla spalla.
“Quell'idea di
avvelenare la riserva idrica con la verbena non la posso tollerare,
amico...”
Avvelenare... cosa?
Klaus mantiene la sua facciata imperturbabile. “Te l'ha detto,
eh?”
“La tua donnina
sarà anche fatta d'acciaio ma basta pungolarla nel modo giusto
per farla cantare come un usignolo.”
“Ha cantato?”
“Una melodia
splendida tutta la notte.” Il vampiro allunga la mano e stringe
quella di Klaus, quasi gelida. “Pace fatta, amico? Forza, datti
da fare. Sei in riserva. Scegli quella che vuoi, stasera offro io.”
***
“Sto bene dove
sto. Sono in vacanza, spesata interamente da Marcel.” Katherine
tira indietro i capelli, rivelando un largo cerotto color carne sul
collo. Elijah le blocca il polso, fissando la ferita. Katherine si
divincola con uno strattone. “Non è niente. L'avevo
messo in conto.”
Katherine calcola tutte
le possibilità ma fa sempre gli stessi errori. “Per
quanto tempo ancora continuerai a farti massacrare da lui?”
“Problemi, Kath?”
Elijah devia lo sguardo
alle sue spalle. Lascia ricadere la cortina di capelli sulla spalla
della donna e fissa sfacciatamente i miserabili che hanno osato
interromperli. Katherine è pallida ma trova la forza di
reagire: lo spinge verso la porta di servizio, spalancata su un
vicolo umido al riparo da sguardi indiscreti. “Non peggiorare
la mia situazione!”
Elijah non è uno
da liquidare. Si assicura di agganciarla per bene, prima di fare un
passo all'esterno. “Ora te ne torni a casa e non metti più
piede a New Orleans.”
E' esattamente quello
che vorrebbe fare. Katherine sospira, arresa. “Non cercare di
soggiogarmi, non funziona...”
Un altro vampiro ha già
steso il suo volere su di lei. La novità lo urta oltremodo.
L'umidità della
notte le cala addosso di colpo. Katherine si stringe nelle spalle.
“Ti devi fidare di me.”
La donna chiude la
porta antincendio e si dirige verso il bagno. Una volta al suo
interno, digita un messaggio che finisce nel cellulare di Hayley: sta
aspettando pazientemente da più di tre ore. Appena legge le
istruzioni, affida il bambino a Sophie.
“Andrà
tutto bene. Ho esteso la protezione. Sei coperta.”
La ragazza annuisce,
fissando lo sguardo sul piccoletto. “Ci conto.”
***
Klaus è furioso
e affamato, ma sollazzarsi con le ignare ospiti di Marcel non lo
interessa più di tanto. Cerca Katherine fra la folla, la
scorge all'uscita dal bagno e la punta come un falco, fermandosi a
due metri di distanza, in tempo per scorgere la sua espressione
preoccupata e vagamente impaurita. Ha appena raccolto la stecca
quando un camminatore notturno l'afferra, voltandola su se stessa.
Qualsiasi cosa le stia dicendo, ha il potere di farla sbiancare. Non
può tollerarlo. Klaus ansima di rabbia e i canini gli
feriscono il labbro inferiore.
***
C'è troppo
movimento, quella sera. Non sta bruciando nessun palazzo, eppure c'è
un camion dei pompieri che sta sfilando sulla via principale. Il
criptico messaggio di Hayley diceva solo di farsi trovarsi pronto
all'angolo di Bourbon Street. E di portare un impermeabile. La
testa della ragazza balena fuori dal finestrino del camion, quando lo
affianca. Gli fa cenno di salire. Il vampiro obbedisce senza fiatare.
“Mike, Roger,
Flint” elenca velocemente. “Alcuni ragazzi del branco.”
“Per branco
intendi...”
“Il mio
branco.”
“Perché
abbiamo fatto salire il vampiro? Non poteva camminare?”
“Lui è a
posto.”
“Se tu sei qui e
Klaus dentro a cospirare... chi sta con Mikeal?”
“Sophie.”
“Questo è
meglio non farglielo sapere.”
“E' in terra
consacrata. Nessun vampiro può mettere piede al cimitero.”
Hayley sospira, leggendo il messaggio. “Tyler e i suoi sono
dentro. Gli hanno impresso il timbro. Appena trova Katherine,
entriamo in azione.”
“Dovrà
darle una botta in testa per convincerla a venire via. Marcel l'ha
soggiogata.”
Hayley lo guarda e si
umetta le labbra. “Katherine deve svolgere un compito ben
preciso... ma non è stato Marcel a soggiogarla...”
Oh, bene! Sentiva che
centrava il fratello! Gli tengono nascoste un mucchio di cose, quei
due!
***
Katherine si insacca
nelle spalle, cercando di sfuggire al morso del vampiro che non deve
essere stato avvisato dai compagni della 'dispensa speciale' di
Marcel. Ha cercato di fargli notare l'assenza del timbro sulla mano
ma con la sua vocetta flebile e miagolante paura non ha potuto fare
granché. La stecca del biliardo cade fra i piedi, rischiando
di farla inciampare. Il cellulare le ronza in tasca, segno che Hayley
sta muovendosi con tutto il branco. I lupi mannari stanno per
invadere il Quartiere Francese e le streghe si riapproprieranno della
loro città dopo quasi cento anni di segregazione.
La modalità
salvavita entra in azione anche stavolta, a discapito di tutti
gli scenari che hanno creato e tutte le vie d'uscita che hanno
progettato: Katherine afferra una bottiglia di birra semivuota,
scaricandola sulla testa del vampiro che perde il vantaggio e la
lascia andare. Ottenebrata dal panico, va fino in fondo. Il rumore è
orribile. La sensazione da dimenticare. Il vetro scheggiato penetra
nella carne tenera del collo con una facilità disarmante, il
sangue dell'uomo le inonda il polso e il calore la costringe a
tirarsi indietro. Il notturno resiste, poi cade in terra e una pozza
di sangue si allarga sotto di lui. Katherine fissa il mozzicone di
bottiglia e rabbrividisce fino alla cima dei capelli. Non l'avevano
calcolata, non avevano...
“L'hai fatta
grossa, ragazza.”
Marcel! Katherine
stacca a fatica lo sguardo dal pavimento. “Non è morto.
Non ho infranto alcuna regola!” esclama in preda ad una crisi
di nervi. Il suo volto si accartoccia in un'espressione di dolore che
fatica a mascherare. Non ha bisogno di recitare, ha davvero paura
stavolta. Ora che succede, come ne esce?!
“Quell'idiota ti
ha mancato di rispetto violando un ordine che tu stesso avevi appena
emanato.”
Klaus si avvicina,
bisbigliando all'orecchio del vampiro. Marcel ascolta la versione, la
guarda e fissa il corpo esanime. Una contrazione e il notturno torna
in vita, svegliandosi come un ubriaco che non capisce bene dove si
trovi e con chi.
Marcel si abbassa sulle
gambe, celando uno sbuffo. “E' vero, Stef? Hai cercato di
morderla?”
L'uomo lo guarda, batte
le palpebre e fissa la figuretta in piedi davanti a lui. “Quella
troietta mi ha aggredito!”
Katherine sente l'ira
accecarla. Carica un calcione e lo abbatte contro il mento dell'uomo
che finisce di nuovo a terra. Klaus l'afferra saldamente, intimandole
di stare buona.
“Lasciami! Non ho
finito con quello stronzo, lasciami!”
“Ti spezzo il
collo se non la smetti” sibila nel suo orecchio, tirandole una
ciocca di capelli.
La mescolanza di
solletico e dolore le anestetizza parte del viso. La sensazione corre
in tutto il corpo, irrigidendo le areole. Sconcertata da una reazione
fuori luogo, Katherine abbassa il tono, congiungendo le braccia sul
seno. “Lui mi ha aggredito ed io mi sono difesa. Siamo pari!”
“Non è
così facile, mia cara.”
Marcel si rialza,
infilando le mani in tasca e sorridendo. “Stef avrà la
sua punizione avendo contravvenuto ad un mio ordine, ma nessun umano
azzarda un comportamento simile in casa mia.”
Katherine lo fissa,
stringendo le palpebre. “Se uno stronzo cerca di mordermi e
violentarmi, io gli spezzo il collo e gli strappo i testicoli, umano
o vampiro!”
Marcel alza le
sopracciglia, guardando Klaus che la trattiene con presa ferrea,
riempiendola di lividi.
“E così
che tratti i miei regali?” Klaus parla lentamente,
lasciando andare la donna.
Marcel dondola sulle
gambe, nervoso. “L'ho accettata per rispetto del mio sire, ma
non sono certo della sua utilità nella comunità...”
“Le tue parole mi
rattristano” sussurra, avvicinandosi. “Mettiamoci una
pietra sopra. Hanno avuto il loro scambio di opinioni. L'orgoglio
guarirà col tempo.”
“Col tempo...
già...” mormora guardando il notturno colpevole
dell'aggressione. “Portatelo al Giardino.”
Cos'è, il
Giardino? Katherine resta in silenzio, poco discosta da Klaus
che si volta in quel momento e le manda il cuore in gola.
“Chiedi scusa per
il tuo comportamento.”
Lei deve
chiedere scusa?! Gli occhi di Katherine fiammeggiano. “Sono
dispiaciuta” mormora con voce atona e falsa. “Sono
dispiaciuta di non averlo ammazzato con quella stecca da biliardo!”
esclama provocando l'ira di Klaus che l'afferra, stringendola forte
la gola.
“Tu hai bisogno
di un po' di disciplina, dolcezza.”
Non respira... stringe
troppo... Katherine annaspa, chiedendosi perché stiano
abbassando le luci. Cos'è, la serata karaoke? Perché
hanno smesso tutti di parlare?
***
Bel posticino. Pieno di
vampiri.
I licantropi che
accompagnano Tyler si allargano a raggiera, studiando la
conformazione del locale. Gli piacciono quelle scale che portano al
piano superiore, è un punto strategico niente male, ma c'è
un brutto ceffo a guardia del privè. Non vede Katherine da
nessuna parte e neppure Klaus è dove dovrebbe essere.
Defilarsi è tipico di Katherine ma il vampiro ama essere al
centro dell'attenzione e non vorrà perdersi la disfatta
dell'usurpatore. Il ritardo comincia a farsi sentire... oh, cazzo! Il
licantropo deve costringersi a non mostrare sorpresa, ma è
praticamente impossibile dal momento che Klaus sta trascinando il
corpo esanime di Katherine, trattenendolo per il bavero della giacca.
Klaus gli getta un'occhiata annoiata e Tyler si affretta a digitare
un sms nel telefono.
***
“Il piano è
saltato.”
Hayley legge il
messaggio ad alta voce ma è perplessa. Tyler non spiega i
motivi ma la notizia giunge lo stesso su uno dei cellulari dei
ragazzi del branco.
“Sembra che
qualcuno abbia sgozzato un vampiro e che quel qualcuno abbia fatto a
sua volta una brutta fine.”
“Due in meno.”
“Per vostra
informazione, non è letale.” Elijah osserva l'entrata
del locale. C'è un discreto via vai ma la folla si apre al
passaggio di tre uomini, uno dei quali in pessime condizioni.
“Guarda.”
Hayley lo colpisce
piano col gomito, indicando la coppia che avanza: un sacco di patate
ha più grazia della donna svenuta. Klaus apre la portiera
inferiore del SUV e ce la scarica dentro, salendo in macchina.
“Non so cosa è
successo ma non rinuncio al piano. Se non lo facciamo stasera,
dovremo aspettare un'altra luna piena col rischio di essere
scoperti.”
“Non rinunciamo,
andiamo avanti.” Elijah smonta elegantemente dal camion.
“Prenderò io il posto di Klaus, avvisa il licantropo.”
Hayley annuisce, poi si
affaccia dal finestrino. Esita, umettando le labbra più volte.
“So di parlare al fratello intelligente... però sta
attento, ok?”
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