Il mio angolo di felicità
Un angolo di felicità
Fu
accompagnato a casa da Ron e Hermione. Avrebbe potuto farcela anche da
solo, ma i suoi amici non volevano saperne di lasciarlo da solo, non
tanto per le ferite del corpo, con la magia erano completamente
rimarginate, ma per quelle dell'anima. Conoscevano Harry, sapevano che,
nonostante le sue rassicurazioni, il dolore che aveva dentro non poteva
essere sparito in così poco tempo. Non era tipo da affogare chi aveva
vicino nei propri dispiaceri, perciò decisero che bisognava
costringerlo a esternarlo. Appena
entrati, furono travolti da un gioioso Kreacher. Si propose di fagli un
the, un massaggio, preparargli un bagno e il letto per riposare, tutto in
contemporanea. Harry sorrise, contento dell'accoglienza ricevuta. "Avete
visto? Ho tutto ciò che mi serve a casa." ridacchiò. "Kreacher, per
ora mi è sufficiente un the per me e i miei amici, grazie." L'Elfo
cominciò a ballare per la stanza: Harry ricordò lo scorbutico che aveva
conosciuto appena ereditato Grimmauld Place e quasi non lo riconosceva. "Hai fatto miracoli con lui." commentò Hermione, felice che uno dei primi sostenitori del C.R.E.P.A. fosse davvero attivo. "Miracoli? Lo tratto solo come chiunque altro." si schernì Harry. "Comunque davvero sto bene, non ho bisogno di nulla." "Invece sì." intervenne Ron "Ti serve un ragazzo, qualcuno con cui passare del tempo e che ti coccoli." Harry
scosse la testa: non voleva nessun appuntamento al buio, o che i suoi
amici s'impegnassero a cercargli un compagno. L'essere stato mollato da
Seamus e aver baciato Malfoy, erano due ricordi che avrebbero
avvelenato tutto in quel momento. "Padron Harry," intervenne Kreacher "a te serve Prescelto." Tutti
osservarono l'Elfo che si avvicinava con un vassoio con il the in mano.
Harry impallidì, temendo di aver capito quello che egli intendeva. Per
fortuna i due amici, dopo averci ragionato sopra, fraintesero. "Certo, potresti chiedere a Malfoy di prestarti il braccialetto, così magari ti ritrovi con la tua anima gemella." propose Ron. Harry rise nervoso, felice che non avesse capito. "Non credo che mi piacerebbe vivere come ha fatto Draco, e senza neppure avere qualcosa da guadagnarci." "L'amore
non lo puoi considerare nulla. A proposito di Malfoy, non sai la
novità?" lo informò Hermione "Astoria Greengrass, la sua fidanzata, lo
ha lasciato e non indovinerai mai per chi." Harry ci pensò un attimo, poi scosse la testa rinunciando. "Percy,
il mio occhialuto fratellone, ha fatto innamorare di sé la fanciulla,
mentre Draco era occupato a liberarsi di quel braccialetto." raccontò
Ron, orgoglioso, come se fosse un punto d'onore di avere impalmato una
convinta Purosangue. "Percy?" ripeté Harry "Ora che ci penso,
all'ospedale mi aveva accennato di essere innamorato di una ragazza, ma
che i genitori fossero contrari. Perché si sono convinti a venire allo
scoperto proprio ora?" chiese, anche se in realtà lo poteva immaginare. "A
quanto pare sia i Greengrass che i Malfoy, spingevano perché si
sposassero al più presto." spiegò Hermione, mantenendo la calma più del
marito "Allora i due hanno preso il coraggio per la coda e si sono
decisi a uscire allo scoperto." "Come la presa Draco?" chiese Harry, preoccupato per la salute del Serpeverde. "Si
è chiuso in casa e sono due settimane che non vede nessuno." Hermione
alzò le spalle. In realtà a lei non interessava più di tanto la sua
reazione ma Harry era un ragazzo generoso, che pensava sempre per gli
altri "Credo che il fatto lo abbia sconvolto, vista la reazione, ma
allo stesso tempo non ha più voluto saperne di lei, un po' come fosse
appestata." "Probabilmente non è mai stato innamorato e ha
approfittato di ciò per togliersela dalle scatole." intervenne Ron
"Sono certo che fra qualche mese lo vedremo con un'altra ragazza e,
magari, questa volta scelta da lui."
"Come sta Draco?" chiese Andromeda, che era accompagnata dal nipotino Teddy. "Non
troppo bene, sono almeno tre settimane che si rifiuta di uscire dalla sua
stanza." sospirò la povera Narcissa. "Temo che il periodo in compagnia
di Potter abbia alterato la sua psiche e il comportamento di Astoria
gli abbia dato il colpo finale. Nessuno si aspettava qualcosa
del genere da quella ragazza." Narcissa e Andromeda avevano
recuperato i rapporti dopo la fine della guerra, anche se la donna
preferiva entrare in casa quando non c'era Lucius, del quale aveva
soggezione, o almeno invitare la sorella in casa propria. Ora erano
proprio lì, nel nido che aveva diviso con il suo Ted. "Non sono d'accordo con te, sorellina." la contrastò "All'amore non si
comanda, è questo il mio pensiero, e se è più felice così, tanto meglio
per lei. Oltretutto Draco non sembrava così preso dalla piccola
Greengrass, da rimanerne sconvolto. Certamente è successo qualcosa. In
pratica ha conosciuto tutta la popolazione inglese, sia maghi che
Babbani, potrebbe aver conosciuto qualche ragazza che lo ha attirato in
maniera particolare, o l'anima gemella che ha dovuto baciare per
liberarsi del bracciale, era proprio quella giusta e non riesce a
dimenticarla. Hai provato a chiedere a Potter?" Narcissa annuì. "Potter
non ci ha neppure voluto rivelare chi era. Ha solo detto che non era
una
persona gradita a Draco e che mio figlio non voleva si sapesse in
giro." ricordò Narcissa, soppesando quelle parole "Forse è solo
qualcuna che noi non vorremmo, ma, a questo punto, potremmo trovare un
accordo, a parte che non sia proprio indecente." Andromeda
scosse la testa e non proseguì nella discussione: non sarebbero mai
state sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguardava
quell'argomento, quindi tanto valeva chiudere lì. Però non sarebbe
stato male fare una chiacchierata con Draco. "Posso andare a vedere come sta?" chiese, poi le lasciò Teddy per il momento. Aveva bisogno di essere libera.
Bussò alla porta del ragazzo. Da dentro provennero solo borbottii indecifrabili. "Sono zia Andromeda." annunciò "Fammi entrare, ho bisogno di parlarti." Draco,
dopo un attimo d'indecisione, la fece passare. Era ancora più pallido
del solito, anche se non patito. La camera era in ordine, come fosse
passata un'orda di Elfi Domestici, perciò si sentì sollevata di vedere
che, aria triste a parte, stava bene. "Pensavo che fosse peggio. Tua madre mi ha detto che non fai entrare nessuno a sistemare." cominciò la donna. "L'ho fatto io. Con la magia non è così difficile, ed io sono un mago." puntualizzò. "Vorrei che mi raccontassi quello che è successo." proseguì. "Perché dovrei farlo con te, quando mi sono rifiutato con i miei genitori?" chiese Draco. "Perché io
ho abbandonato la mia famiglia per seguire l'amore, e potrei capirti
più di loro." Andromeda sorrideva dolcemente. Era davvero
impressionante la sua somiglianza con Bellatrix, e allo stesso tempo
l'assoluta differenza. Sentì di potersi fidare di lei, anche per quella
cosa piuttosto imbarazzante. "Zia, non sono certo che tu potresti
capire, nonostante tu lo pensi. Io non potrò mai sposarmi con la
persona che aveva scelto il braccialetto." Draco sospirò prima di
proseguire "Ho dovuto baciare un uomo." confessò alla fine imbarazzato. Andromeda allargò gli occhi con uno stupore genuino e non trattenne un'esclamazione sbalordita. "Davvero?"
poi si rese conto di avere esagerato. Aveva promesso a se stessa che
non avrebbe in alcun modo giudicato Draco e invece si era lasciata
travolgere dalla sorpresa. "Mi... Mi dispiace." cercò di recuperare
"Mi sarei aspettata tutto, tranne una cosa del genere. Non penso male
di te, ma è normale pensare che possa essere semplicemente una persona
che i tuoi non vedrebbero di buon occhio." "Lo so. Poi anche il
fatto che i miei non lo sopportano è vero, anche se hanno cominciato ad
apprezzarlo." continuò Draco, quasi convinto a rivelare tutto alla
donna. La conosceva da poco, non avendo avuto rapporti con lei fino
alla fine della guerra, ma la ammirava. Non la vedeva mai triste,
nonostante la morte di marito, figlia e genero ed era sempre pronta a
elargire a tutti consigli su ogni cosa. Forse lo faceva solo per il
bene del piccolo Teddy, ma questo non toglieva il fatto che fosse una
donna forte, che aveva fatto nella vita ciò che voleva
senza pentirsene mai. "Uh, quindi lo conoscono. Da ciò che mi
aveva detto tua madre non era rimasta una sola persona in tutta
l'Inghilterra che non avevi toccato." Andromeda cominciava a essere
curiosa. "In realtà ne era rimasta una. Nessuno di noi due aveva mai
pensato fosse necessario, almeno finché non me lo ha fatto notare. Si
tratta di Potter." Andromeda allargò la bocca e gli occhi un'altra volta. "Com'è possibile che tu e Harry siate rimasti per mesi nella stessa casa, senza sfiorarvi neppure per sbaglio?" chiese stupita. "La
settimana prima che Percy gli desse il compito di seguirmi, avevamo
litigato perché lo avevo rimproverato di avermi messo una mano sulla
spalla e così lui è stato attento a starmi ben lontano. Solo tre settimane
fa, poco prima l'attacco dei Mangiamorte, mi è venuta in mente questa
cosa e lui si è rivelato il Prescelto. Sono arrivati mentre ci stavamo,
dopo qualche ora di meditazione, baciando." "E dimmi com'è stato?" "Non
male." ricordò Draco con un sorriso. Ripensò, come aveva fatto per
tutto quel tempo, alla bocca esigente di Harry e alle sue mani che
s'infilavano dappertutto: cos'avrebbe dato per poterlo rivivere
un'altra volta! "E cosa stai aspettando a correre da lui a dirgli
tutto? Non pensare che il fatto che ti piace un uomo, cambi le cose.
Segui sempre il tuo cuore e non sbaglierai mai." Andromeda sorrise, poi
si alzò "Torno giù da Teddy, tua madre si sarà stancata di stare dietro
a quel demonietto." Uscì e tornò nel salone principale. "Sei stata su un'eternità!" esclamò Narcissa "Sei riuscita a parlargli?" La sorella annuì. "Sì." confermò "Ho anche capito perché non voleva dirvi quel nome. Suppongo anch'io che sarebbe troppo per voi." "Mi vuoi dire chi è?" Narcissa era speranzosa. "No lo deve fare lui." "E tu che gli hai consigliato?" "Di seguire il cuore." "Quindi dovremmo aspettarci qualche strano essere in questa casa?" "Dipende tutto da lui."
Draco
rimase un bel po' a rimuginare sulle parole della zia. Lei gli
consigliava di seguire il cuore e di confessare tutto a Potter, ma che
avrebbe fatto se lui l'avesse rifiutato? E i suoi genitori come l'avrebbero presa? Se
si fosse innamorato di una ragazza, avrebbe avuto qualche possibilità
che l'accettassero in famiglia, ma non era sicuro che avrebbero fatto
lo stesso con Harry. Ci pensò tutta la notte e la mattina seguente,
che era domenica, prese quel poco di coraggio che gli aveva inoculato
la zia e si diresse verso la casa di Harry, a bordo della sua scopa. L'Elfo
Domestico che doveva portargli la colazione tornò nella sala, dove
anche i signori Malfoy stavano consumando il cibo, per avvertirli
dell'assenza. "Credi che sia andato da questa fantomatica ragazza. Non so se esserne contento." "Andromeda è riuscita a scucirgli il nome e mi ha assicurato che ne saremo scontentissimi." Lucius
scosse la testa: la guerra era finita in maniera diversa da quello che
aveva sperato, ma comunque lui se l'era cavata comunque. Che fosse
quella la punizione per tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento?
Draco si presentò, sorridente, alla porta di Harry Potter. Ad aprirgli Kreacher, al quale chiese di essere annunciato. "Padron Harry!" gridò l'Elfo Domestico libero "Prescelto arrivato." Sentì Harry zittirlo, irritato, poi lo vide uscire. "Malfoy, qual buon vento?" lo apostrofò. "Non mi fai entrare?" chiese Draco. "Non
posso, ci sono Ron e Herm, ultimamente non riesco a liberarmi di loro e
Kreacher potrebbe ritirare fuori la sua balzana idea che siamo una
coppia perfetta, anzi l'ha già fatto." "Ehm, il tuo Elfo vorrebbe
che noi due ci fidanzassimo?" chiese stupito e divertito e intanto
pensava -Gli aiuti arrivano dalle parti più inaspettate.- "Già."
ammise Harry "per fortuna ancora non hanno capito cosa intende, ma se
ti facessi vedere proprio ora, non avrebbero dubbi." "Non hai
raccontato a nessuno quello che è accaduto? Beh, per quello che devo
fare, può andare bene anche qui." disse Draco, poi, s'inginocchiò e
prese una mano del moro "Harry, vuoi essere il mio ragazzo?" Il ragazzo rimase a bocca aperta e tentò di farlo ragionare. "Draco, non devi farti influenzare da quello che ha deciso quel braccialetto. Devi decidere con la tua testa." "Sono
tre settimane che non penso che a quel bacio." confessò l'altro "Se non ci
fosse stato l'attacco dei Mangiamorte, ci saremmo mai fermati? Ero
convinto che, quando fosse accaduto, avrei passato tutto il tempo a
guardarlo staccarsi. Invece non me ne sono neppure accorto e ho
maledetto con gioia quelli che ci hanno disturbato. Ti amo, Harry
Potter, e vedi di fartene una ragione." Harry, che pure aveva
pensato a quel bacio spesso, sentendo un dolore sordo in fondo
all'anima, sicuro che non l'avrebbe mai potuto ripetere, taceva, per
timore di rovinare tutto. "Potter, baciami ancora, non te ne pentirai." Harry,
che già sapeva che avrebbe avuto di che pentirsi a cedere alle lusinghe
di quel biondo tentatore, non riuscì più a resistere, lo aiutò ad
alzarsi e lo strinse fra le braccia. Appoggiò le labbra sulle sue e
cominciarono a baciarsi davanti alla porta d'entrata, senza curarsi di
essere visti. Ron e Hermione, preoccupati dalla lunga assenza di Harry, apparvero sulla soglia. "Padrone sta baciando prescelto." cantilenava intanto Kreacher, saltellando in tondo. "Oh,
ecco che intendeva il rospetto." commentò Ron "Capisco anche perché non
ne voleva parlare. Mi sa che per Harry i guai sono appena cominciati."
predisse pessimista. Hermione lo rimproverò: lei voleva la felicità del suo amico e al momento lo sembrava. |