La forza del perdono

di kk549210
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LA FORZA DEL PERDONO
 
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NdA: Il finale di “With or without you” era volutamente aperto. Questo nuovo racconto, sua naturale continuazione, chiarisce i punti rimasti in sospeso. Ora Sarah si trova a dover sciogliere antichi nodi che le opprimono l’anima e che rischiano di mettere in crisi non solo lei, ma la sua intera famiglia. Ringrazio in anticipo tutte le lettrici (e i lettori) della loro cortese attenzione.
 
 
  
-Complimenti, carissima! Siamo fieri di te! – disse Harriet abbracciando la sua cara Mattie.
-Ecco un regalo che ti servirà di ispirazione! – fece Bud offrendole un pacco con un vistoso fiocco rosso.
-Grazie, SuperBud! Che cos’è? Non mi dire che è la collezione completa di “Star Trek”… - rise felice e soddisfatta la ragazza.
-Noo – le rispose il capitano Roberts con un sorriso intrigante.
-Se fosse stato per lui, ti avrebbe regalato anche la spada laser di Luke Skywalker – soggiunse Harriet in vena di scherzi.
Mattie scartò il regalo. Il modellino in scala di uno Stearman, giallo come quello di suo padre.
-È fantastico! Grazie!
-Almeno questo non vola. – commentò Tony – Così non mi costringerà a fare capriole pericolose tra le nuvole!
-Non sai cosa ti perdi – gli disse Bud, memore delle sue avventure giovanili a bordo dell’aeroplano di nonno Rabb.
-Brava, Mattie! – le disse AJ dandole un bacetto. Nonostante la sua nuova passione per la medicina, Mattie rimaneva pur sempre il suo primo amore.
James, Nicki e Paul si assiepavano intorno alla neolaureata, anche loro fieri di avere in famiglia una ragazza così brillante. Un inventiere, come diceva Maria, quando parlava tutta orgogliosa della sua sorellona. I quattro Roberts, dopo avere sbaciucchiato a dovere Mattie, si unirono a Sarah e ai loro cuginetti al tavolo dei bambini per una partita di domino, messa a duro rischio da Gabriel che lesto lesto cercava di afferrare le tessere e di farle volare via.
Il Mc Murphy’s era addobbato a puntino e la musica si diffondeva gradevolmente a medio volume. Harm e Sarah avevano deciso di affittarlo per la festa di laurea di Mattie. In fondo, quello era un luogo tanto familiare, sia per loro che per gli amici. La sede di tanti momenti di relax e di gaia convivialità. L’atmosfera era molto gioiosa e giovani e adulti si mescolavano con grande spontaneità e naturalezza.  Gran parte dei compagni di corso dell’MIT erano molto affascinati dal vecchio AJ, che deposte le due stelle aveva acquisito un nuovo spirito di bonaria cordialità. Non proprio tutti, però.
-Ciao! Ti ricordi me? – chiese una biondina semisvestita avvicinandosi al bancone, dove Harm stava prendendo una birra.
 “Ah, rieccola! Ma almeno questa volta ha azzeccato un vestito di stagione… Fa un caldo!” pensò lui, sperando che la ragazza, a distanza di due anni, avesse un po’ calmato i suoi bollenti spiriti.
-Ah sì, all’MIT… Ciao. – le rispose con un tono cordiale ma neutro, per evitare di gettare benzina sul fuoco.
-Non siamo mai stati presentati. – disse lei ammiccando -  Io sono Lizzy.
“Ci risiamo! Ma almeno questo è un luogo pubblico… non dovrei correre rischi…” rimuginò tra sé lui, porgendole la mano.
-Harm.
-Piacere, Harm. Tanto piacere – fece Lizzy con un tono che non prometteva nulla di buono – Sai che non sei male nemmeno in borghese?
“Accidenti alla buona educazione! Non avrei mai dovuto stringerle la mano… ora questa polipa non mi lascia più!”
-Un ordinario padre di famiglia… - disse Harm un po’ brusco, sottraendo la mano alla ragazza che si stava allargando inopportunamente e indicando la semplice polo nera e i jeans che indossava.
-E io che speravo di vederti con l’uniforme bianca… “No, adesso mi rivende quel vecchio adagio dell’uniforme  estiva e delle ali d’oro… quando ero giovane, sì che mi faceva gioco… ma alla mia età, che palle..” … sai cosa si dice dei piloti della Marina in uniforme bianca?
-Papà… sono stanca! E Gabo ha mal di pancia… - piagnucolò Maria mettendosi tra i due e indicando la mamma che si avvicinava con il bambino in braccio.
“Bello l’amore mio! Mi ha salvato dalla piovra… promossa nostromo, seduta stante”
Harm la prese in braccio e le diede un tenero bacetto. Sia per ringraziarla del tempestivo soccorso sia per stornare le cattive intenzioni della ex compagna di stanza di Mattie. Chissà che l’immagine del paterfamilias non riuscisse a cancellare quella affascinantemente pericolosa del Top Gun pensionato.
-Quanti dolci ha mangiato questo maialino?  - disse il padre accarezzando sulla pancia il piccolo che aveva il broncio colpevolmente incorniciato da sbaffi di crema pasticcera – Gabo, tesorino. Lo sai che non devi ingozzarti di bignè. Ti fanno venire male al pancino.
-Dodi bibè – brontolò Gabriel che non sopportava l’idea che una voluttuosa scorpacciata si fosse trasformata in un acuto dolore.
-Scusa, dobbiamo andare  - fece Harm sganciandosi finalmente dai tentacoli di Lizzy.
-Ciao, grazie per essere venuta a festeggiare la nostra Mattie – si congedò Sarah con un sorriso di circostanza.
La famiglia Rabb uscì dal pub.
-Non è necessario che torni anche tu, Harm – gli disse la moglie quando ebbero caricato i bambini in auto – Ce la faccio da sola.
-Ma Gabo ha il mal di pancia… - protestò lui. Non aveva la benché minima intenzione di rientrare da Mc Murphy’s e di essere arpionato di nuovo dalla seduttrice dell’MIT.
-Due carezze, un po’ di camomilla e passa tutto. E non vorrei che Mattie ci rimanesse male, se ci vede andare via tutti e due…
-Allora vado via io, rimani tu…
-Non fare storie – replicò Sarah un po’ irritata – Puoi sempre tornare con Bud o con AJ…
-C’è una biondina, una ragazzotta che mi punta… Dai, amore, fammi scappare…
-Una biondina? Proprio il tuo tipo – disse la moglie con un sorriso sarcastico. Chiuse con violenza la portiera e partì sgommando.
Harm rimase sul marciapiede attonito e un po’ spaventato. Il tono di Sarah gli era sembrato strano e insolito. Non era più da lei fare una scenata di gelosia. Dopo la terapia con il dottor Benjamin e soprattutto dall’arrivo dei bambini era sempre stata serena ed equilibrata. Ora non gli restava che ritornare sui suoi passi e rientrare nel locale. Per fortuna sulla porta si imbatté in Frank che era uscito a fumare e si intrattenne con lui.
-Bella festa, Harm. Sono molto felice per Mattie. Se l’è meritata proprio – disse il patrigno.
-Eh già. Ha lavorato davvero sodo in questi anni… Frank, ti posso chiedere un piacere?
-Certo, figliolo.
-Aiutami a liberarmi da una compagna di Mattie… mi si era letteralmente attaccata addosso e temo proprio che torni alla carica, se torno là dentro da solo.
-Due minuti e finisco. Oneri e onori della bellezza, caro Harm. Non puoi pensare di andartene in giro con quella carrozzeria e di non essere notato – e ridendo gli diede un’affettuosa pacca sulla spalla.




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