Gli rivolsi due sguardi,
ecco cosa mi colse impreparato
dal quotidian torpore;
una fulminea occhiata,
una di troppo.
Così la vidi,
impetuosa e sfuggente,
vuota e maligna,
con un ghigno fisso
sul suo volto scarno,
di sentimenti, al di fuori
dell’ odio per la vita,
ormai a lei sfuggita.
Mi guardò e mi capì,
lesse i miei pensieri,
li ripudiò così come
il cattivo padrone
fa col povero cane
che scappa, non sapendo
che poi dovrà ritornare.
Così fa lei,
prima ci lascia andare
e poi ci rivuole,
solo e per sempre per lei.
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