HO CEDUTO AL
CALORE DEI TUOI OCCHI (by ChocoCat.EFP)
La stava aspettando,
frustrato, in un angolo buio di un piccolo pub di Hogsmeade.
Giocherellava con un
bicchiere vuoto, le mani tremanti per il nervoso.
Quando vide San Potter
entrare con i suoi fedeli si calcò bene il cappuccio
sulla testa.
Era meglio tenersi
nascosto. Li vide lanciargli un’occhiata curiosa, poi scegliere un tavolo e
ordinare da bere.
Era particolarmente
snervato, come accadeva spesso ormai durante le sue uscite a Hogsmeade.
Intravide il proprio
riflesso nella finestra accanto a se e si vergognò della propria espressione
tormentata. Poi sentendo Lenticchia ridere sguaiatamente – maledetto
cretino- si accertò di non essere riconoscibile. Nella
sua foga, si tolse persino l’anello di Serpeverde che portava all’anulare
destro.
Quando finalmente la
ragazza arrivò, anche senza vederla in volto ne riconobbe la presenza.
Il suo profumo, il suo modo
di camminare misero i suoi sensi all’erta.
Si sedette di fronte a lui
e fece per abbassare il proprio cappuccio, ma lui silenziosamente le fece cenno
di no; non poté impedire nel rimetterlo a posto che una cascata di capelli
castani sbucasse attorno al suo collo.
Malfoy avvertì lo sguardo
di Potter passare da lui alla ragazza, e l’angoscia lo prese per la gola.
“Dannazione,
stai più attenta!”
Con un gesto secco della
mano chiamò l’oste che avanzò verso di loro sciabattando svogliatamente; ordinò
che fossero portate due Burrobirre il più rapidamente possibile; ciò che arrivò
alle orecchie della ragazza non era altro che un ringhio sordo e ricco di
disprezzo malcelato.
“Malfoy,
per tutti i Gargoyle, metti via quella bacchetta!”
“Tu
lascia fare a me.”
“Che
cosa, sentiamo? Io non credo proprio che…”
“Shh!”
Non appena tornò l’oste, il
ragazzo gli prese i boccali di mano e li mise da parte, schizzando il legno del
tavolo con la loro schiuma bianca. Si guardò attorno per un attimo, in un lampo
d’occhi grigi, poi versò della polvere e qualche goccia di un liquido scuro e
denso nelle bevande.
“Bevi.”
“Cosa? Ma se non so nemmeno…”
“Ti fidi
di me?”
La guardava con insistenza,
quasi febbrilmente, traboccante di sentimenti che non aveva mai provato prima.
Non poteva scorgerne gli occhi, la frangia riccioluta li copriva ed essa stessa
era nascosta dal cappuccio; eppure lo desiderava ardentemente, lo voleva a tal
punto da incontrarla in mezzo alla gente, quasi a volersi illudere di potersi
comportare con lei come se fosse una ragazza normale, una ragazza adatta a lui,
quando invece non lo era affatto.
Una volta accantonati il
riserbo, il pregiudizio, le paure, perfino bere un boccale di Polisucco solo per poter alzare gli occhi su di lei in un pub gremito
diventa cosa facile; il cuore improvvisamente batte più forte, e l’impossibile
diventa possibile:
“Ti fidi
di me, Hermione?”
Lei prese il boccale a due
mani, senza alzare il volto, e bevve un gran sorso.