Since
Always
Sarebbe
molto romantico, dire che Harry e Louis dopo aver assistito al loro
matrimonio tornarono nel loro tempo felici e emozionati; ma non fu
così, perché vinti dalla curiosità
decisero di andare ancora
avanti nel tempo.
Approdarono
nel 2026, e lo scienziato che venne ad accoglierli sorrise loro con
gratitudine: “mi avete reso famoso!”
ringraziò. “Quindi,
datemi il vostro telecomando e apporterò una modifica ai
circuiti.”
Aprì
lo sportellino, mettendo in bella vista tutte le particelle che
componevano quella piccola, eppure complicatissima apparecchiatura, e
dopo aver aggiunto un filo e aver avvitato una minuscola vite,
spiegò
loro che adesso il telecomando poteva portarli ovunque volessero.
Stavolta fu Harry a sorridere, grato, e anche Louis
ringraziò prima
di dire ad alta voce il luogo in cui voleva arrivare ed essere
trasportato, insieme ad Harry, in un batter d'occhio a casa loro.
Si
ritrovarono davanti a un'enorme villa, la cui insegna dorata accanto
al grande cancello davanti all'abitazione recitava: Tomlinson-Styles.
Louis
suonò al citofono. “Chi è?”
chiese quella che, inconfondibile
anche attraverso il suono elettronico, era la voce di Harry.
“Siamo...voi”
ridacchiò quello del passato, e la voce di Louis del
presente in
sottofondo esclamò “ce ne stavamo quasi
dimenticando!” prima che
il cancello si aprisse e i due li lasciassero entrare.
Si
diressero alla porta, trovando ad accoglierli loro due poco
più che
trentenni; nascosta dietro alle gambe di Louis, c'era una bambina che
li fissava ingenuamente.
Genitori,
riuscirono solo a realizzare Harry e Louis del passato prima di
immobilizzarsi lungo il vialetto.
“Avanti,
non statevene lì impalati!” sorrise il
più adulto, facendo loro
segno di avvicinarsi. Si rivolse alla bambina nascosta dietro di lui:
“tesoro, quelli sono papà Louis e papà
Harry tredici anni fa.”
“Fatti
vedere, principessa” la incitò dolcemente Harry,
prima che quella
si sporgesse appena oltre le gambe del genitori e salutasse
timidamente.
“Ciao”
rispose Harry del passato senza fiato, avvicinandosi a lei con gli
occhi che brillavano e con un sorriso enorme sulle labbra.
“Come-
come ti chiami, piccola?”
La
bambina guardò i genitori, cercando la loro approvazione,
poi tornò
a puntare gli occhioni azzurri su di lui e ostentò un
sorriso
timido.
“Roxanne
Gemma Tomlinson Styles” recitò alla perfezione. E,
nel momento in
cui la bambina pronunciò il nome di sua sorella maggiore,
Harry
sgranò gli occhi.
Perché,
adesso che ci faceva caso, Roxanne somigliava tantissimo
a sé
stesso e a Louis. Come se fosse la loro figlia naturale.
Harry
sollevò subito il viso, cercando gli occhi di Louis del
futuro per
trovarci dentro delle spiegazioni; quello, più maturo e meno
incline
agli scherzi, gli sorrise rassicurante.
“Vi
spiegheremo tutto davanti a una bella tazza di the” propose,
“che
ne dite?”
E
Harry, decisamente, si era appena innamorato di Louis per la seconda
volta.
*****
Roxanne
si trovava giusto a pochi metri da loro, ad accarezzare il micetto
bianco che le faceva teneramente le fusa; Louis sorrideva
automaticamente ogni volta che la guardava, mentre sé stesso
del
futuro raccontava della nascita di loro figlia.
“Volevamo
una bambina che avesse il nostro sangue” spiegò,
mentre Harry del
passato lo fissava come ipnotizzato, “perciò, dopo
averci pensato
per tre anni dal nostro matrimonio, abbiamo deciso di realizzare le
idee che avevamo in testa.”
“Gemma
l'ha fatta nascere” continuò Harry al posto suo,
sorridendo. “Non
le ho mai voluto così tanto bene come in quel momento,
quando ha
acconsentito.”
“Io
sono il padre naturale” raccontò ancora Louis, e
Harry del passato
si sentì morire di felicità all'idea di una
bambina che avesse il
suo patrimonio genetico -occhi azzurri, come i suoi, lei ha
gli
occhi di Louis dentro agli occhi- , “ma Roxanne ha
inaspettatamente ereditato gran parte delle caratteristiche di Harry,
anziché di Gemma.”
“L'avete
visto anche voi” ridacchiò Harry;
“è timida, dolcissima e...”
Si
voltò verso la sua bambina, distraendola dai giochi.
“Tesoro, fa'
un bel sorriso!”
Sua
figlia eseguì, divertita da quella solita domanda; e mise in
mostra
due adorabili fossette agli angoli delle labbra.
“È
perfetta” sospirò l'Harry più giovane,
con aria quasi sognante e
felice, dannatamente felice.
“Eccome”
conciliò il suo ragazzo. La fissarono in silenzio per
qualche
secondo, poi Louis del passato si schiarì la voce.
“Sapevate
che saremmo arrivati, quindi?” domandò,
perché aveva delle
domande da fare e perché, pensò con un sorriso,
di tempo per
fissare sua figlia ne avrebbe avuto tantissimo nel futuro.
“Sì”
annuì Harry del presente, con un sorriso. “Ce lo
ricordavamo,
aspettavamo solo voi.”
“Ma
vi eravate dimenticati il giorno esatto” rise Harry del
passato,
ricordando la conversazione al citofono. Louis ammise che era vero,
ridendo.
“E
quand'è...” Louis abbassò di poco la
voce, a quella domanda, “che
avete fatto coming out?”
Harry
e Louis del presente si guardarono un secondo negli occhi, prima di
tornare a guardarli e a sorridere tranquillamente.
“Prima
di quello che pensate, ragazzi” concluse il più
giovane. “E
sarà...bellissimo.”
Allora
Roxanne si avvicinò, posando le manine morbide sulle
ginocchia dei
due futuri genitori e scrutandoli con attenzione.
“Voi
due siete proprio uguali ai papà”
decretò infine.
“Anche
tu lo sei” commentò Louis, intenerito. Harry la
sollevò da sotto
gli incavi delle spalle, mettendola seduta sulle sue cosce e rivolta
per metà a lui e per metà a Louis.
“Sei
bellissima!” si complimentò, facendola arrossire.
“È perché ho
le fossette e gli occhi azzurri” spiegò la
bambina, con l'aria di
chi aveva sentito quella frase talmente tante volte da averla
imparata a memoria, “la zia Gemma me lo dice
sempre.”
Harry
sorrise nel vedere che, nonostante lui non fosse il suo padre
naturale, sua figlia lo considerasse ugualmente come tale.
“E
zia Gemma? Ha dei bambini?” le chiese, curioso. Lei
annuì con
entusiasmo.
“Ho
tre cugini simpaticissimi!” raccontò.
“Anche i figli di zia
Lottie sono divertenti” proseguì, imbronciandosi,
“ma sono anche
antipatici, certe volte.”
Si
guardò intorno con aria sospettosa, prima di sussurrare:
“papà
Harry ha detto di non dirlo a nessuno” bisbigliò,
“ma mi ha
spiegato che tutti i Tomlinson sono sfacciati e dispettosi.”
Harry
scoppiò a ridere, e anche Louis non poté
trattenere qualche risata.
Quella
bambina, decisamente, era la cosa più bella che avessero mai
visto.
E,
anche se non era ancora nata, la figlia migliore che potessero
sperare di avere.
*****
Si
erano appena teletrasportati nuovamente all'interno dell'armadio
dello scienziato, decisi a ritornare a casa nel loro tempo, quando
Louis fermò repentinamente Harry dal digitare la data in
questione
sul telecomando.
“Che
succede, Lou?” chiese il ragazzo, interdetto. Louis sorrise
furbo,
digitò una data e solo qualche secondo dopo aprì
le ante del
mobile, uscendone, appena arrivati in un nuovo tempo.
“Devo
assolutamente fare una cosa!” spiegò, prima di
andare a sbattere
contro la porta chiusa della stanza che si aprì
improvvisamente.
Harry
non rise soltanto perché davanti a loro c'era poco
più che un
ragazzino.
“Ladri!”
esclamò questi, prima di afferrare un grande volume di
scienze dalla
scrivania e tirarlo in testa ad Harry.
Louis
si alzò subito in piedi -era caduto dopo l'impatto con la
porta- e
si schermò davanti al suo ragazzo.
“Calmati!”
gli intimò, prendendogli il volume di mano.
“Veniamo dal 2013, e
siamo qui grazie alla tua macchina del tempo.”
Il
futuro scienziato li fissò basito, poi si riscosse.
“Davvero?”
domandò con un filo di voce. Harry annuì con un
sorriso.
“Quindi...”
continuò il ragazzino, cauto, “non siete
ladri?”
“Siamo
cantanti famosi a livello mondiale, non credo proprio che ci daremo
mai al crimine” ridacchiò Louis.
“E
da dove siete usciti?” proseguì lui, curioso.
“Dal
tuo armadio” rise Harry. “Letteralmente.”
“Allora
non lo sposterò mai di lì” promise il
ragazzo. “Posso vedere
con cosa...”
Si
fermò, per poi scuotere la testa e “no!”
urlare, facendo
sobbalzare i due, “devo capire da solo! Andate, avanti, prima
che
cambi idea” e li spinse fuori dalla stanza.
Harry
e Louis si lanciarono un'occhiata confusa e divertita, poi si
teletrasportarono.
*****
Anne,
di almeno vent'anni più giovane, era seduta su una tovaglia
da pic
nic in mezzo all'erba, in un'assolata giornata di primavera.
Harry
la notò subito; bellissima, allegra e solare, mentre
chiacchierava
con Gemma. Anche lei era più piccola, e rideva di qualcosa
che la
madre le aveva detto.
“Perché
ci hai portati qui, Lou?” domandò sottovoce il
ragazzo, nascosto
con lui alle loro spalle.
“Te
l'ho detto, devo assolutamente fare una cosa”
ripeté Louis. “Ma
dove sei?”
“Qui
davanti a te” rispose Harry interdetto, facendolo ridacchiare
a
bassa voce.
“Intendevo
il te di questo tempo!” specificò. Evidentemente
lo disse con un
tono troppo alto, perché Gemma si voltò verso di
lui e sgranò gli
occhioni.
“Mamma,
c'è un principe!” affermò. Anche Anne
si voltò, facendo
sobbalzare i due.
La
donna non vide per primo Louis, che Gemma stava indicando, ma Harry.
Perché, davvero, gli ricordava tantissimo suo figlio.
“Non
sono un principe, piccola” rispose Louis, divertito. Harry
sorrise
e ai lati della sua bocca comparvero delle fossette che Anne aveva
già indubbiamente visto sul viso di suo figlio.
“Siete
dei parenti che non conosciamo o...?” domandò,
confusa. “Che ci
fate qui?”
“Piacere,
sono Louis” sorrise Louis, divertito dalla situazione.
“No, ci
troviamo qui per puro caso” continuò, impedendo ad
Harry di
presentarsi, “giusto per una passeggiata.”
Anne
rimase un attimo in silenzio, poi rise. “Oh cielo, che
stupida”
scherzò, “per un attimo mi sei sembrato mio
figlio. Assurdo! Vi
somigliate tantissimo” sorrise, guardando Harry.
“Molto
piacere, Anne” quasi ridacchiò lui. Poi si rese
conto di averla
chiamata per nome senza che prima si fosse presentata.
“Come?”
si accigliò la donna. Harry trasalì.
“Io,
ehm, non è come sembra perché-”
“Siamo
i parenti che non conosci!” lo salvò Louis. Non
era il caso di
dirle che venissero dal futuro, fossero cantanti di fama mondiale,
stessero insieme e fossero gay, quindi decise di mentire.
“Non
prendetemi in giro!” sorrise Anne, di nuovo tranquilla.
“Non mi
lascio mica confondere, eh. Io l'ho capito subito! Siete i cugini da
Londra!”
“Esattamente!”
colse la balla al balzo Louis, completamente convinto. Harry
cercò
di non ridere.
“La
somiglianza fra te e mio figlio è spaventosa,
comunque” disse ad
Harry. Poi guardò Louis. “Invece, tu...uhm...a chi
somigli? È
vero che non vi vedo da anni, ma non riesco a ricollegare il tuo viso
a nessuno della mia famiglia...”
“Non
faccio parte dei Cox, infatti” rise Louis. Harry lo
guardò
sorpreso, intuendo cosa stava per dire, e anche Anne notò lo
stupore
nei suoi occhi.
“Stiamo
insieme” concluse, con una semplicità tale che
Harry non riuscì a
preoccuparsene.
“Oh.”
fece Anne, fissandoli per qualche secondo. Poi sorrise sincera.
“Questo è davvero bello!”
Harry
sospirò sollevato, annuendo.
“Grazie,
Anne” sorrise Louis, tranquillo. “Adesso dobbiamo
salutarvi...ma
è stato un piacere parlare con te.”
Guardò
Gemma. “Ciao, piccola!” salutò,
accarezzandole i capelli. Harry
salutò allo stesso modo, timidamente e insicuro, temendo di
essere
scoperto, poi si lasciò prendere per mano e Gemma li
guardò
stupita.
“Mamma!”
esclamò la bambina, non appena si allontanarono.
“Perché due
maschi si tengono per mano?”
“Perché
si vogliono tanto bene, tesoro” spiegò lei con
calma. “E volersi
bene è sempre una cosa bella, tutto il resto non
importa.”
“Anche
io ti voglio tanto bene, mamma” si accigliò Gemma.
Anne rise.
“Lo
capirai quando sarai grande, Gemma” replicò con
gentilezza.
“Adesso, non sei contenta di averli conosciuti? Che strano
che ci
siano venuti a salutare così...all'improvviso...stasera
chiamerò i
parenti di Londra e organizzerò una cena con loro. Sei
felice?”
“Sì!”
trillò la bambina. Poi s'imbronciò.
“Mamma, ma quindi quello non
era un principe azzurro?”
“Sai
una cosa, piccola?” rise Anne, accarezzandole il viso.
“Credo che
tu sia la principessa di qualcun altro.”
Una
decina di anni dopo, sul palco di X-Factor, Anne avrebbe visto e
capito tutto.
******
Louis
ridacchiò divertito quando vide una piccola copia di Harry
addormentata ai piedi di un albero, con un'espressione tranquilla sul
viso infantile e le palpebre abbassate a coprire gli occhioni verdi.
“La
tua cosa da fare assolutamente era spiarmi mentre
dormivo?”
scherzò Harry sottovoce, fermandosi a pochi passi da
sé stesso.
Invece Louis lasciò la sua mano e si avvicinò
ancora.
“C'è
sempre stata una cosa che mi ha dato fastidio”
spiegò, facendo
domandare mentalmente ad Harry cosa diavolo c'entrasse sé
stesso da
bambino, “e adesso che posso voglio rimediare.”
Louis
si avvicinò ancora di più. “Sono stato
la tua prima volta, Harry”
si voltò verso di lui di nuovo, ma solo per un secondo,
“voglio
essere anche il tuo primo bacio.”
Harry
sgranò gli occhi, ma prima di poter dire qualsiasi cosa
Louis si
chinò su sé stesso da bambino e lasciò
un piccolo, delicato, quasi
impercettibile bacio sulle sue labbra.
Harry
si agitò leggermente, aprendo gli occhi e puntandoli in
quelli del
ragazzo che si stava allontanando dal suo viso. Fece per parlare, ma
Louis lo precedette.
“Dormi,
piccolo” sorrise. “Ci vediamo tra dodici
anni.”
Harry
chiuse gli occhi, e l'altro arrossì nascondendo i propri
emozionati
e lucidi.
******
“Si
parlava di Larry Stylinson sin da quando la band si è
formata”
stava dicendo l'intervistatrice davanti a loro, con aria incuriosita,
“ma da voi, finora, abbiamo sentito solo dissensi. Come
potete
giustificarli adesso?”
Louis
sorrise. “In realtà il nostro contratto non ci
lasciava liberi di
avere relazioni con gli altri membri della band”
spiegò, “ma
siamo stati scoperti, perciò...”
La
donna li guardò indagatrice. “Scoperti
volontariamente, sembra”
rise, anche se in realtà era seria.
“Chi
lo sa!” commentò ironicamente Harry, felice come
non lo era mai
stato prima.
“E
adesso cosa avete intenzione di fare? Il vostro coming out vi ha
fatto perdere dei fan?”
“Affatto”
negò Louis. “Gran parte di loro sapeva
già tutto. E gli altri
hanno accettato la nostra relazione, anche se probabilmente non
è
stato facile.”
“Avete
dei progetti per il futuro?”
“Beh,
sono passati solo pochi mesi dall'uscita di this is us
e del
nostro nuovo album, ma avendo sciolto il contratto con la Modest! non
si farà nessun tour nel 2014. È stato un bel
problema, molti fan
hanno protestato, ma il nostro nuovo management ha assicurato che
faremo un altro tour che avrà più o meno le
stesse date. Ci saranno
nuovi posti liberi, ma coloro che avevano già prenotato i
propri
hanno già fatto richiesta e riceveranno i biglietti per
primi.”
L'intervistatrice
annuì. “La vostra è stata una scelta
molto coraggiosa”
proseguì, chiaramente poco interessata alla questione dei
concerti,
“fare outing mentre gli One Direction sono ancora sulla
cresta
dell'onda. Non eravate spaventati all'idea di perdere
successo?”
“A
dire la verità, un po' sì” rispose
Harry, onesto. “Ma
confidavamo nei nostri fan, e infatti loro non ci hanno
delusi.”
“Siamo
molto felici” aggiunse Louis, “abbiamo i migliori
fan del mondo!”
“E
da quand'è che state insieme?” chiese ancora la
donna.
Harry
e Louis si guardarono per un secondo, con aria complice e innamorata.
“Da
sempre.”
Oddio,
non posso credere che sia finita! So che erano solo pochi capitoli,
ma questa ff mi mancherà ugualmente. È quella che
mi è piaciuta di
più fra quelle che ho scritto, un concentrato di fluff alla
massima
potenza, niente angst e solo unicorni cavalcanti arcobaleni. Ok,
questa potevo risparmiarmela
E
quindi...insomma...non voglio mettere “completa”
ç__ç non sono
pronta!
Meno male che c'è ancora You're
every line, you're every word, you're everything ,
che
potete leggere se ne avete voglia, quella è ancora ben lungi
dall'essere terminata! E
quando la finirò sarà un trauma, credo
morirò di dolore
Va
beeene...ho fatto tardi con l'aggiornamento, un po' perché
non ho
avuto tempo, un po' perché è l'ultimo e mi
dispiace tanto, sul
serio. Comunque anche
se probabilmente non vi interessa
inizierò presto una nuova ff, si chiamerà
“I loved you
first”,
consta già di circa
sei capitoli ma è ancora da terminare. Nel frattempo vi delizierò
(?) con alcune shot, che ho scritto e non ancora pubblicato proprio
per questo, e naturalmente con gli aggiornamenti dell'altra ff.
Ebbene,
pare che sia finita sul serio! Risponderò a tutte le
recensioni
domani stesso, se Santo
Stylinson Dio
vuole, intanto vi ringrazio uno a uno dal profondo del cuore. I
lettori silenziosi, coloro che recensiscono, che ricordano o seguono
questa ff, che magari fra qualche mese decideranno di rileggerla,
così, perché li ha fatti sorridere e
perché non hanno niente da
fare, nei pomeriggi noiosi in cui piove o non si ha voglia di
studiare. Spero che queste parole vi scaldino sempre un po' il cuore.
Va
bien, meglio se la smetto di poeticizzare, ché ora non
è proprio il
momento. Grazie a tutti, sul serio, per ogni parola o per ogni
sorriso, per ogni pensiero.
Potete
contattarmi su twitter
e su ask . In
teoria potete ancora fare domande qui, sull' ask per i personaggi
di questa storia, vi basterà
scrivere SA
all'inizio della domanda o dopo, e capirò che vi riferite a
questa
ff e non ad altre.
È
proprio ora di mettere la spunta a quel quadratino,
“completa”,
anche perché so di starvi rompendo come non mai con i miei
inutili
sentimentalismi! A presto, un abbraccio a tutti :)
Seele
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