Titolo:
Egoista.
Personaggi:
Andromeda Riddle (Nuovo Personaggio), Fondatori.
Genere:
Introspettivo, Drammatico
Rating:
Giallo
Note:
FlashFic.
Avvertimenti:
DeathFic
Contesto:
Era dei Fondatori.
Introduzione:
Storia partecipante a “Il contest degli
alter-ego” indetto da TheHeartIsALonelyHunter.
Dalla
storia: L’avevano accolta tra loro,
avevano passato
del tempo assieme, si erano confrontati e sostenuti.
Poi
tutto era crollato come un misero castello di sabbia.
Egoista
Camminava
a testa alta,
lasciando che gli insulti e il cibo marcio passassero su di lei come
fossero
acqua pura; lei era superiore rispetto a loro: credeva fermamente nei
suoi
ideali e se per quelli doveva essere condannata… beh,
l’avrebbe accettato senza
discutere!
I
suoi occhi, scuri come le
penne di corvo, saettavano per la strada, alla ricerca di quei quattro
visi che
l’avevano condannata.
«Non
possiamo aiutarla!»
«Come
potete dire una cosa del genere proprio voi?»
«Cercate
di capire: se l’aiutiamo, tutto andrà in
fumo!»
«È
come noi!»
«Sapete
perfettamente che non è vero!»
L’avevano
accolta tra loro, avevano
passato del tempo assieme, si erano confrontati e sostenuti.
Poi
tutto era crollato come un
misero castello di sabbia.
Loro,
i costruttori di Hogwarts,
rifugio sicuro della magia, l’avevano lasciata sola,
perché lei, donna e
diversa, non ne possedeva una singola stilla; il suo cuore, forte fino
a quel
momento, aveva rallentato i suoi battiti fino ad atrofizzarsi, a
diventare
gelido nei loro confronti.
Così
aveva atteso il suo
destino, rimanendo fedele solo a se stessa.
Quegli
esseri, quei Babbani, l’avevano
raggiunta e catturata, rinchiudendola in una gabbia sudicia e putrida
mentre
lei, innocente, cercava di far loro capire che non erano diversi.
«È
sempre sangue quello che ci scorre nelle vene! Siamo uguali, facciamo
parte
dello stesso mondo!»
«Zitta,
strega! Tu non meriti di vivere!»
Il
rumore della folla sparì per
un istante, quando incrociò gli occhi marroni di Hufflepuff;
erano occhi pieni
di pietà, rammarico e dolore. Quasi riusciva a sentirsi
nello stesso modo… se
non fosse che anche lei, come gli altri, l’aveva tradita e
abbandonata; così la
fulminò con gli occhi, trasmettendole tutto il suo
disprezzo, mentre a testa
alta si lasciava trasportare verso il palo.
Due
uomini la legarono
strettamente, poi indietreggiarono mentre un terzo, con un ghigno ben
chiaro
sul volto, si avvicinava e dava fuoco ai rami secchi che la
circondarono.
Il
calore delle fiamme la
raggiunse subito, ma aveva davanti minuti di attesa e ore di agonia, lo
sapeva,
l’aveva visto. Non sarebbe mai stata salvata, sicuramente non
da loro, ma,
improvvisamente, in quegli istanti sospesi sopra a tutto,
capì che non poteva
dar loro una colpa: cercavano di salvare loro stessi e i loro sogni.
«Vorremmo
aiutarvi, Andromeda, davvero, ma…»
«La
verità è che non avete il coraggio di tirarmi
fuori da questa maledetta gabbia,
anche se ne avete le capacità!»
«No,
no! Non è questo, davvero, ma Hog…»
«Hogwarts!
Sì, lo so, Hogwarts è più importante
di tutto! Helga, smettetela, mi fate
ridere!»
«È
per il bene di tutti, Riddle!»
«Godric,
siete patetico! E voi, Salazar, non dite niente?»
«Non
c’è nulla da dire: è già
stato tutto deciso».
Ora
capiva: i quattro Fondatori
volevano salvare tutti e lei, che credeva nel sacrificio di uno per la
sopravvivenza di molti, non l’aveva capito. Alla fine, la
natura propria di
ogni uomo aveva prevalso e anche lei, che si credeva altruista, si era
comportata come un’egoista della peggior specie.
Cercò
gli occhi di Helga e li
trovò in compagnia di quelli degli altri tre; erano
lì per lei, per farle
capire che, comunque, non era sola. “Se devo morire per far
capire agli altri
di unirsi e vivere davvero, ben venga: sarò felice di
sacrificare la mia vita!”
pensò, sorridendo ai quattro.
Sperò
che avessero capito,
mentre lanciava un urlo di agonia e tutto diventava buio.
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