Da pochi giorni avevo comprato, con
alcuni sacrifici e una
fortuita vincita ad una lotteria, una casa non troppo grande, posta nel
centro
storico della mia città.
Era il giorno dopo il mio trasloco,
la casa era piena di
scatoloni vuoti, mentre altri erano ancora pieni.
Era sera, guardando fuori dalla
finestra la pioggia cadeva,
non avevo voglia di guardare la T.V. e né di leggere, decisi
quindi di
riordinare gli scatoloni che avevo ancora per casa.
Uno ad uno portai portai gli
scatoloni in cantina, avevo deciso
do portare li quelli vuoti e una parte di quelli pieni.
La cantina era di quelle che si
possono trovare
tranquillamente nei vecchi centri storici, con le piglie le colonne e
le volte
ad arco in pietra a vista; il tutto ripieno di ragnatele .
Ormai avevo portato
l’ultimo scatolone, quando, per un fatto
fortuito, inciampai e con una spallata aprì una porta
nascosta, di quelle che
si vedono nei film storici o nei libri di saghe medioevali.
Mi ritrovai di fronte ad un fatto
strano: oltre alla porta
alla porta trovai una stanza; Ma voi direte che stranezza è?
Questo è vero, ma
la stranezza sta nel fatto che al fondo della stanza c’era
una figura che mi
somigliava molto, anzi era uguale a me!
Subito pensai ad uno specchio, che
posto al fondo della
stanza, rifletteva la mia immagine, poi guardandolo meglio capi che non
poteva
essere così; in quanto io ero vestito con una tuta bianca,
mentre quell’altro
era vestito con: pantaloni di Jeans, una maglietta nera e una
giacchetta di
Jeans.
Oltre a questa figura c’era
una cartello che pendeva con su
scritto: “ PER OGNI
RISPOSTA POSARE UN’ OGGETTO
” .
Mentre su un lato della stanza
segreta c’erano molti oggetti
che sembravano essere stati portati lì dalla mia infanzia e
dalla mia
adolescenza.
Il mio clone cominciò a
parlare: “ Io sono te e tu sei me ”.
Io pensai: - Sto qua o è
pazzo oppure lo sono io. Eppure non
ho bevuto, non ho preso farmaci, non ho battuto la testa e,
soprattutto, non ho
battuto preso droghe. -
Lui mi guardò, reclino il
capo verso sinistra e ricomincio a
parlare: “ Già dimenticavo ” dicendo
questo si era dato una pacca sulla fronte
“ Io vengo da un altro universo. ”
“ Universo parallelo !?
” sbottai io “ Impossibile, tu sei
solo un parto della mia fantasia, sarà il fatto che sono
caduto e avrò battuto
la testa! ” Anche se non ero caduto e né avevo
battuto la testa.
“ Ma tu non sei caduto,
né hai battuto la testa ” Mi fece
notare il mio me dall’altra parte della cantina.
“ Sarò caduto
l’altro giorno ”, in quel momento mi sovvenne
la fiaba del Lupo dell’Agnello, ma per ora solo per la
somiglianza dello
scambio di battute.
Lui sorrise, cosa che mi fece
accapponare la pelle, non
sapevo il perché, ma forse era il luogo: una stanza
nascosta, ricavata
all’interno di una cantina, buia, umida e piena di ragnatele.
“Non vuoi
risposte?” Chiese il mio doppio.
“ Perdendo un mio ricordo
caro? No, grazie!” Mi sembrava di
finire come Bastian della Storia
Infinita, senza ricordi per aver troppo desiderato, anche se alla fine
si è
salvato e ha riavuto i suoi ricordi.
“ Ah! Quel cartello!
E’ solo un vecchio cartello che dei
buontemponi hanno messo lì”
Il mio me era sempre
lì
sorridente, io sempre più confuso e pieno di timore per
quella strana
situazione che stavo vivendo.
Mi sembrava essere nel libro IT,
è la cosa mi stava
suggerendo la fuggire via di lì. “
Senti” faccio prendendo un po’ di coraggio
“
Cosa diavolo ci fai qua e chi sei? ”
Lui mi rispose così:
“ Io sono qui per farti rivedere una
parte della tua vita e poi ti ripeto io sono te”.
Io lo riguardai, scossi la testa e
poi, sempre cercando un
po’ di sangue freddo, replicai: “ Rivedere la mia
vita? Ma io ci ripenso sempre
alla mia vita, alle mie scelte e ai miei errori. ”
Lui non diceva niente, continuava a
sorridere.
Ad un certo punto si sentirono dei
passi, pensai ad un mio
vicino che stava scendendo in una delle altre cantine.
Un’ uomo si affaccio alla
porta della cantina, si avvicino a
me senza che potessi sentirlo.
Davanti a me il mio contraltare smise
di sorridere, prese
una pistola che c’era vicino a lui e sparò.
Mi credetti morto, la vita mi scorse
davanti come in un
film, poi avvenutomi del fatto, mi girai e provai a scappare; ma
inciampai nel
corpo dell’ uomo ferito e caddi.
Il mio io si avvicino, io cominciai a
strisciare preso dal
panico, non pensai nemmeno ad urlare talmente ero terrorizzato.
L’altro me prese la mirai,
io chiusi gli occhi, pensando che
ormai era giunta la mia ora…
Ma non accadde niente.
Il mio altro tirò su
l’uomo, gli attacco qualcosa all’uomo e
sparì.
Non ebbi il coraggio di raccontare
ciò che mi era accadde.
Anche perché sarei stato
preso per matto.
Una cosa però
feci… Non scesi più in cantina.