Cracked Mind

di Lonely soul
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7- Finding yourself

 
 


Sasha era confusa.
La ragazza era andata in discoteca, quel luogo che puzzava di alcool e sudore le faceva ricordare quanto odiasse il genere umano e la portava a desiderare di uccidere qualcuno, di dedicarsi a quel sottile passatempo che l’aiutava a distendere i suoi nervi tesi.
Ma stavolta qualcosa non andava. Stavolta guardare quei corpi sudati che scompostamente si muovevano, fingendo di ballare al ritmo di una musica che altro non è che una scansione in quarti mal riuscita, non accendeva in lei la sua solita vena omicida.
Stavolta guardare quei giovani che si divertivano la riportò al suo peccato: lei aveva fatto soffrire Emily uccidendo Daniel, e ora non sapeva come aiutarla.
Sasha sapeva che ciò che aveva fatto era giusto, sapeva che se non avesse ucciso quel ragazzo a quest’ora lei ed Emily non sarebbero più state una cosa sola, che Emily avrebbe dovuto affrontare il dolore e lo schifo che la vita le offriva da sola. Sasha sapeva che se non avesse ucciso Daniel a quest’ora Emily si sarebbe suicidata, ma non sapeva come farglielo capire.
-Fanculo… Quell’idiota non doveva entrare nella nostra vita, come si è permesso?- Così dicendo gettò a terra la sigaretta che si era fatta dare da un branco di nullafacenti fuori dalla discoteca. Di solito Sasha non fumava, non pensava che quella robaccia potesse tranquillizzarla, ma stavolta aveva deciso di provare i rimedi tradizionali, visto che il suo non sembrava essere funzionale.
Si avvicinò al bancone, facendosi largo a suon di gomitate tra quella massa di carne puzzolente.
-Dammi qualcosa di forte per favore…-
-Come scusi? Vuole un cocktail? O uno shot?-
-Non lo so, dammi qualcosa però!-
Il barman, che di gente ne aveva vista, capii subito la situazione della giovane e le offrì un cocktail a base di rum, eccezionalmente senza ghiaccio, l’avrebbe solo annacquato.
-Questo lo offre la casa carina, se hai bisogno d’altro vieni da me.
-Lo farò senz’altro- Rispose Sasha, buttando giù tutto d’un fiato il suo cocktail.
“Che schifo, ma che sto facendo? Non è nel mio stile ‘sta merdaccia…” Pensò la ragazza disgustata da quel gusto orribile che le era rimasto in bocca.
“Che schifo… mi sembro Emily.. Ma che cazzo sto facendo?”
Subito si diresse verso il bagno e, senza esitare, si spinse due dita in gola decisa a rigettare quello schifo che aveva permesso entrasse nel suo corpo.
-Alle prese con la prima bevuta? O abbiamo qualcosa da dimenticare?- Fuori dalla porta un ragazzo la guardava, con aria divertita.
-Scusa, ti dispiace? Sono in bagno!- Rispose secca lei.
-Sì… sei in quello dei maschi e la porta era aperta.. Vieni, che ti do una mano ad alzarti.
Così dicendo il ragazzo si avvicinò, ma Sasha lo spinse via bruscamente.
-Non mi toccare sacco di merda, non sono ubriaca e sono in grado di farlo da sola.
Il giovane la guardò. Certo che era proprio un bel tipetto…
-Fammi indovinare, non sei solita frequentare discoteche, eh?
-Ma perché non ti fai una vagonata di cazzi tuoi? Non sono qui per fare amicizia e non ho voglia di scopare, okay?
-Se non sei qui per scopare, né per fare amicizia, né per ballare, né per bere… che ci sei venuta a fare in una discoteca?- Il giovane la guardava con aria incuriosita, quella ragazza era davvero un tipo particolare, e a lui piacevano i tipi particolari.
-Infatti, me ne sto andando, se me lo permetti. Levati dalla porta e fammi uscire.- Sasha diede una spallata al ragazzo e cercò di uscire da quel bagno, che puzzava di vomito e di escrementi, ma il giovane la bloccò.
-Scusami, magari non siamo partiti col piede giusto. Io sono Danny, e tu?
Sasha lo guardò in cagnesco.
-Se ti dico il mio nome mi lasci andare?
-Non penso…
-Allora vaffanculo.- Sasha si guardò intorno, non c’era nessuno. Portò la mano al fianco, decisa a prendere il coltello, ma con suo stupore non lo trovò al solito posto.
“Cazzo… devo averlo scordato a casa, eppure ero così sicura di averlo preso… come posso averlo scordato?”
-Mi chiamo Sasha.- Si arrese alla fine.
-Bene, Sasha, ti va di farti un giro?
Dieci minuti dopo Danny e Sasha si ritrovarono nella macchina di Danny, lui alla guida e lei seduta sul posto del passeggero. Il ragazzo si fermò in un vicolo disabitato.
-Posso sapere che ci eri andata a fare in una discoteca, con un coltello come questo?- Così dicendo Danny tirò fuori dalla felpa il coltello di Sasha.
-Quando me l’hai preso?
-Perché non rispondi alla mia domanda?
-Quello lo uso come difesa, sono una ragazza che va in giro di notte per questo quartiere di merda. Ne ho bisogno.
-Non raccontarmi cazzate, lo volevi usare anche contro di me.
-Mi stavi infastidendo, non vedo dove sia il problema.
-E ti sto infastidendo anche ora?
-Direi di sì… sì.
-Quindi se io te lo dessi adesso, lo useresti?
-Probabilmente sì.
-Vediamo.
Danny consegnò nuovamente il coltello nella mani della legittima proprietaria e questa  lo guardò incuriosita.
-Chi diamine sei tu?- Gli chiese.
-Sono Danny, te l’ho detto.
-Non rifilarmi queste battute da film di serie B. Chi sei, e cosa vuoi da me?
-Non sono nessuno e non voglio nulla. Difficilmente in questa città di merda si incontrano persone interessanti, ho solo pensato che tu potessi essere una di quelle. Allora Sasha, vuoi dirmi che ci facevi in quella discoteca?
-Avevo perso me stessa. Penso di non essermi ancora ritrovata, in realtà.
-Allora trovati. Dove pensi di poter essere?
-Come, scusa?- Sasha cercò con gli occhi lo sguardo di Danny, ma questo guardava avanti a sé, verso il nulla.
-E’ semplice, quando perdiamo una cosa, questa si trova in uno dei luoghi che frequentiamo di solito, l’abbiamo solo lasciata lì.- si voltò verso la ragazza – Quindi Sasha, dove pensi di aver lasciato Sasha? Ho il serbatoio pieno, posso aiutarti a ritrovarla.
I due giovani vagarono per tutta la notte, rivisitando tutti i posti che Sasha era solita frequentare, ed infine, approdarono nella vecchia casa di Emily. Quella dove erano stati consumati i due omicidi di Daniel e di Jack.
-Dove siamo?- Chiese Danny, guardando con diffidenza i muri pieni di ragnatele.
-Nella mia vecchia casa, è da qui che è cominciato tutto.
-Perché pensi di essere ancora qui? Fossi in te me ne sarei scappato. C’è un odore orribile, ci deve essere qualche animale morto qua nei dintorni. E questo posto mette i brividi…
Sasha percorreva quei corridoi sporchi con gli occhi chiusi, poggiando una mano sul muro come guida.
-Li senti, Danny?- Chiese.
-Sentire cosa?-
-Gridano il mio nome… Sono al piano di sopra…- Sasha salì le scale di fretta e Danny le corse dietro. Il ragazzo cominciava a sospettare di aver fatto una cavolata a dare ascolto a quella sconosciuta un po’ picchiatella.
Una volta salito al piano superiore Danny trovò Sasha nella camera da letto.
-Ti sei ritrovata?- Le chiese, sperando di porre fine a quello stupido gioco che lui stesso aveva cominciato.
-Forse…Magari tu potresti aiutarmi, non pensi?- Così dicendo Sasha si sdraiò sul letto e lentamente cominciò a spogliarsi.
Danny era eccitato all’idea di essere riuscito nella sua impresa, stavolta era stato un po’ difficile, ma dentro di sé sapeva che quella ragazza sarebbe valsa tutta la fatica che aveva dovuto fare. Trovava eccitante anche il luogo, così macabro, così strano… Certo, questa sarebbe stata da raccontare!
La raggiuse sul letto.

-Una volta ho fatto una cosa… Io so che è giusta, ma non riesco a farlo capire alla persona che più mi è cara al mondo. Alla persona che amo…- Sasha era ancora distesa sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto.
-Se è la cosa giusta, sono sicuro che questa persona capirà.- Rispose il giovane, mentre continuava ancora a carezzare il corpo nudo di quella strana creatura che era riuscito a trovarsi affianco.
-No, io so che non capirà… le farà male.. soffrirà… io non voglio che soffra, per niente al mondo…
-Ma di cosa e chi si sta parlando?- Danny alzò lo sguardo cercando di incrociare quello di lei, ma non ci riuscii. Sasha era persa in chissà quali ricordi.
-Sasha.. ci sono io con te… Ti aiuterò io, se dovesse essere necessario… dimmi cosa c’è che non va. Sono qui per te…-
Queste parole le erano così familiari…
Nella mente di Sasha si affollarono le immagini di Daniel.
Anche Danny voleva intromettersi tra lei ed Emily? Ma chi era ‘sto tipo? Chi gli aveva chiesto di intromettersi nella sua vita? Che voleva da lei?
-Grazie, mi hai aiutata a ritrovare me stessa. Adesso so che cosa devo fare.- Il sorriso di Sasha aveva qualcosa di diabolico, qualcosa che Danny non riuscì ad interpretare. Quella luce nei suoi occhi…
Subito il giovane cercò con lo sguardo il coltello, ma era sul comodino affianco a Sasha, non avrebbe mai fatto in tempo a prenderlo prima di lei.
Prima che potesse fare qualcosa per impedirglielo, Sasha prese la sua fidata lama e gliela infilò nel petto.
Il sangue veloce uscì dallo squarcio profondo e la ragazza muoveva velocemente il coltello, provocando altre lacerazioni nella carne.
Danny sentiva il dolore lancinante arrivargli fino al cervello e le forze cominciavano ad abbandonarlo lentamente.
Sasha tirò fuori il coltello e fece un secondo affondo. Poi lo tirò fuori di nuovo e ne fece un terzo, e un quarto, e un quinto.
-Chi credevi di essere? Ho già tutto l’aiuto che mi serve. Ho già tutto l’amore che mi serve. Non mi distoglierai dalla mia Emily!
Il sangue schizzò sul letto e sui muri. Più il sangue schizzava e più Sasha sentiva pervadersi da quella mistica eccitazione che la prendeva durante ogni omicidio. Il suo sorriso continuava ad allargarsi sempre di più e i suoi occhi quasi schizzavano dalle orbite. Ad ogni affondo corrispondeva un gemito di piacere e Sasha non riusciva più a contenere tutto il suo eccitamento. Il sangue che zampillava fuori da un corpo che perdeva via via colorito, gli occhi che lentamente si fissavano in un’oscurità abissale, gli arti che piano piano calmavano i loro spasmi per rimanere nell’immobilità della pace eterna… o dell’eterna dannazione.
Con le mani imbrattare di sangue Sasha prese il cuore del giovane, che ormai aveva smesso di battere.
Lo leccò lentamente, assaporando quel sapore ferroso proprio del sangue.

-Vedi Emily? Vedi questo? E’ esattamente come quello di Daniel. Lui… lui voleva frapporlo tra me e te! Non posso accettarlo. Non posso! Credi forse che mi faccia male? Credi che a me dispiaccia per questo stupido essere? No… No… Lui si è avvicinato a me come Daniel si era avvicinato a te.. Ma loro vogliono solo dividerci! Emily, non lo capisci? Io ti amo. Non posso permettere che gli altri mi dividano da te, non posso! Io, ed io sola ti ho aiutata per tutti questi anni, tu hai bisogno di me, Emily! Non mi rinnegare…


-Capisco...Sasha non voglio nemmeno io che la gente si frapponga tra me e te. Forse hai ragione tu... io non ho bisogno di Daniel. Ho bisogno di te, e di te sola.
 
 


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Saaaaaaaaaalve ^_^
Lo so, lo so, con questo capitolo mi sono un po’ troppo sbilanciata con la personalità di Sasha, ma che ci volete fare, è un personaggio complesso e a tutti capita ogni tanto di perdere se stessi. u.u
La cosa importante è che Sasha si sia ritrovata, no?
Quell’idiota di Danny voleva cambiarla, ma gli è andata male u.u
Che posso dire? Si meritava quello che gli è successo e anche peggio u.u Non mi pento di nulla XD
Spero che questo piccolo capitoletto vi sia piaciuto, quanto meno questo piccolo viaggio alla riscoperta di se stessa ha permesso a Sasha di rivelare ad Emily quanto accaduto. E a quanto pare Emily sembra averla presa anche abbastanza bene… O è solo l’enfasi del momento?
Ah… Emily, Emily, Emily… Sasha ti ha davvero convinta, o tornerai a tormentarti perché combattuta per i tuoi sentimenti nei confronti di “quel mostro che hai creato”?
Ci sentiamo al prossimo capitolo, ciao ciao ^_^


 
 




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